VISITA AL
MUSEO
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Venerdì 10 novembre siamo
andati a visitare il museo di Reggio Emilia.
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Abbiamo visto delle diapositive
sugli oggetti e la vita degli indiani d’America: essi erano nomadi e
vivevano in tende fatte di pelli, così riuscivano a smontarle e rimontarle
poi dentro accendevano un focolare per riscaldarsi.
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Il loro animale era il cane e
quando scoprirono il cavallo lo chiamarono “ cane sacro”.
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Passavano le loro giornate a
caccia di cinghiali e cervi a cavallo dei loro “ cani sacri”.
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Abbiamo
imperato cos’è il “calumet”: gli indiani lo usavano come un
simbolo religioso, il calumet è lungo 150 cm , l’ultimo pezzo è fatto con
la pietra lavorata con la sabbia.
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La signora ci ha portato in
un’altra stanza dove c’era una giacca indiana fatta con la pelle di
animali, la schiaritura della pelle veniva fatta con le gocce di un cactus
che fungeva da acido, la giacca aveva 200 anni ed aveva dei disegni che
raffiguravano scene di caccia mentre le maniche venivano attaccati
capelli veri. che dicevano che davano trasmettevano la forza e
l'energia.
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I materiali
provenienti dalle grandi pianure dell’ America settentrionale giunsero a
Reggio Emilia nel 1844 grazie ad Antonio Spagni ( 1809- 1873).
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Questi, esule
in seguito al fallimento dei moti del 1831, visse vari anni in America
svolgendo attività diverse, tra cui quella di “ cacciatore di pellicce”.
Ebbe così modo di entrare in contatto con le popolazioni Sioux. (Gaia
e Simone)
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Questa è la
casacca portata a Reggio Emilia da Antonio Spagni e conservata al museo a
Reggio. |
Le pianure....
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Nel XIX sec. le Grandi Pianure
per i bianchi era nota come” Grande Deserto Americano”.
I primi esploratori avevano
visitato i grandi margini settentrionali e meridionali che ne avevano
completamente sottovalutato la possibilità. Prima del arrivo degli
Europei, i gruppi seminomadi si trovavano nel agricoltura e nella
selvaggina e la propria economia di sussistenza.
Queste zone iniziarono a
popolarsi nel 1300 quando una lunga siccità costrinse le popolazioni
stanziate ai suoi bordi ad addentrarsi nella sconfinata distesa delle Erbe
Alte.
Nell’area delle pianure, cioè
delle praterie che si estendono dal Canada Centrale fino al Messico e dal
Midwest alle montagne rocciose, la caccia al bisonte costituì la
principale risorsa alimentare fino al 1890. La maggior parte delle
popolazioni viveva in piccoli gruppi nomadi a seguito delle grandi
mandrie. Forme di agricoltura stanziale erano presenti lungo il Missouri e
altri fiumi delle pianure centrali. Tra i primi abitanti delle praterie vi
furono i piedi neri(cacciatori), i mandan e gli hidatsa
(agricoltura);quando poi i coloni Europei conquistarono le foreste
orientali, molte popolazione dei Midwest si spostarono nelle pianure: tra
questi Sioux, i cheyenne e arapaho, che erano stati preceduti dagli
shoshoni e daicomanche, i quali si dedicarono al commercio dei cavalli,
quando questi furono introdotti dagli Spagnoli.
SIOUX: potente confederazione
di indiani d’America, della famiglia linguistica Sioux e dell’area
culturale delle pianure, che si attribuiscono generalmente il nome di
Lakota o Dakota(“alleati”). Le sette popolazioni
Sioux sono suddivise in tre gruppi principali: i Santee, agricoltori e
sedentari; i Nakota; i Teton, cacciatori di bisonti.
Nel XVII secolo i Sioux erano
organizzati in piccole bande che vivevano di caccia e raccolta nelle
foreste dell’attuale Minnesota. I conflitti con gli Ojibwa li costrinsero
a spostarsi nelle grandi praterie, dove divennero abili cacciatori di
bisonti, fino a dominare la regione centrale delle grandi pianure
settentrionali.
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Quando Cristoforo Colombo
sbarcò in America ignorava l’esistenza del nuovo continente; credeva di
aver toccato le rive dell’India. Perciò chiamò “indiani” gli indigeni
dalla pelle rossastra che gli corsero incontro, e questo falso nome rimase
loro appiccicato fino ai nostri giorni.
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Gli indiani, o pellerossa, come
venivano pure chiamati, dell’America settentrionale, erano alquanto più
primitivi degli uomini della stessa razza che abitavano altre regioni
d’America, come il Messico o il Perù.
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Perciò non seppero opporre
alcuna valida resistenza alla nuova civiltà dei bianchi, che li sottomise
alternando l’astuzia alla violenza.
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Privati dei loro territori di
caccia, allontanati progressivamente dalle loro sedi originali, gli
indiani opposero all’avanzata dei bianchi una sorta di guerriglia.
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Ogni tribù era divisa in CLAN,
formati da coloro che si ritenevano discendenti da uno stesso antenato. Di
solito i clan portavano il nome di un animale, il TOTEM, che era
considerato protettore del gruppo.
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Gli Indiani non avevano
una lingua comune né usanze comuni. Alcuni erano nomadi, altri sedentari.
Coltivavano mais legumi, ma abbandonavano i loro villaggi nella stagione
della caccia. Nelle sconfinate pianure del centro, dove vivevano i SIOUX.
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La loro principale fonte di
vita era il BISONTE.
L’animale era così diffuso nell’America del nord che i branchi di bisonti
potevano sfilare senza interruzione anche per più giorni di seguito. Gli
indiani utilizzavano ogni parte dei capi abbattuti:
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la carne per nutrirsi,
pelle, per fabbricare tende, scudi, vestiti, mocassini: tendini per farne
lacci, le ossa, per gli aghi e gli arpioni, gli escrementi per alimentare
il fuoco.
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Ma non uccidevano mai più
animali di quanto fosse necessario: la vita che conducevano in stretto
contatto con la natura e con gli animali, li portava a rispettare sia
l’una che gli altri.
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Il cerchio è anche simbolo del
" teepe" e di protezione.Il
"teepe" era una struttura conica costruita con un numero variabile di
pali, ricoperto di pelle di bisonte. Servivano da 14 a 18 pelli per un "teepe"
normale e fino a 20-22 per le tende di medicina. Favoriti dalla vicinanza
di zone ricoperte di pini i Crow si distinguevano per i pali
eccezionalmente lunghi, ma altre trbù percorrevano centinaia di miglia
nella prateria priva di alberi per procurarseli. Alcune tribù cominciavano
la costruzione con un tripode di 3 pali (Cheyenne, Arapaho, Sioux Teton,
Assiniboin, Kiowa, Gros Ventres, Cree, Mandan, Arikara, Ponca, Oto e
Wichita), mentre altre usavano iniziare con 4 pali. La donna alzava il
"tepee"e in generale ne era considerata la proprietaria; importante
simbolo era la corrispondenza tra focolare centrale e buco per il fumo,
mentre l’ entrata era orientata ad est e il posto d’ onore a ovest.
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Ogni volta che veniva
confezionato e alzato un "tepee" nuovo prima che qualcuno potesse entrarci
dentro, escluse le lavoranti, esso doveva essere trattato con riti
speciali: solo un guerriero che avesse contato molto lo inaugurava. Un
tempo i "tepee" dipinti erano molto personali ed esprimevano la visione
del proprietario, in particolare capi e uomini di medicina e di solito
erano distrutti alla loro morte. In queste tende alcune tribù custodivano
i Fardelli Sacri.
All’ interno del "tepee" c’
erano i giacigli. Negli spazi liberi erano ammucchiati oggetti e riserve
alimentari. La carne secca e il "pemmican" erano conservati in una specie
di borsa di pelle grezza
dipinta.
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L'abbigliamento
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L’abbigliamento da cerimonia poteva
essere assai ricco e comprendeva gambali ornati di fettucce dalginocchio
alla caviglia. Una veste guarnita di frange. Un mantello coi bordi di
pelliccia, i guerrieri portavano il wampum. Un ornamento fatto di conchiglie.
Usando il wampum come promemoria.
Gli indiani portavano la corona di
penne: adorarsene era un diritto che si acquistava per aver compiuto imprese
di valore.
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La religione
Gli indiani credevano in un Dio
Padre giusto e amoroso di tutte le creature ed erano rassegnati alla volontà
divina.
Le varie tribù pellirosse chiamavano
il grande spirito creatore con nomi diversi.
Inoltre essi veneravano
tutte le manifestazioni della natura: il Sole, la Luna, l’Aria, l’Acqua, il
Fuoco: a queste forze misteriose dedicavano lunghe preghiere silenziose oppure
riti complicati che, sotto la guida degli stregoni, si protraevano anche per
parchi giorni.
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Le
guerre
Le tribù pellirossa erano spesso in
guerra fra loro.
Questi guerrieri erano combattenti
leali: non uccidevano né le donna né i bambini I pellirosse combattevano con
arco, frecce e coltello. La loro arma più famosa era però il Tomabauk, la
scure guerra, che aveva un significato simbolico.
L’autunno era la stagione delle
grandi cacce.
C’erano mandrie così numerose di
bisonti che erano lunghe perfino settanta chilometri e continuavano a sfilare
anche per cinque giorni di seguito. Gli indiani sempre infallibili colpivano
gli animali all’attaccatura della spalla. I pellirosse sapevano utilizzare
tutte le parti del corpo di questo animale: con la pelle, facevano letti,
coperte, mantelli; tende, abiti, calzature…;le ossa servivano per preparare
gli utensili: pale, punte di frecce, aghi… La carne, tagliata a piccoli pezzi,
affumicati e riposta in appositi recipienti di pelle, costituiva il cibo
principale di ogni stagione.
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le
danze
I pellirosse si resero famosi anche
per le fantasiose danze che usavano eseguire in molte occasioni.
Vi erano danze a carattere
religioso: esse servivano ad invocare al GrandeSpirito
la pioggia, o una caccia fruttuosa, oppure la vittoria in una guerra. Altre
danze, che venivano eseguite immediatamente prima di una battaglia, avevano lo
scopo di eccitare
i guerrieri al combattimento. Esse consistevano in finte lotte ed assaliti;
spesso, nella eccitazione della danza, i guerrieri eccedevano, sottoponendosi
ad uno sforzo inutile ed ottenendo così un risultato opposto a quello
desiderato, poiché si avviavano alla battaglia già fisicamente stremati. Un
altro tipo di danza era quello destinato ad offrire uno spettacolo
generalmente consisteva nel racconto mimato di un’impresa guerresca.
Alcune cerimonie religiose erano
collettive come la DANZA DELLA PIOGGIA eseguita dalle tribù agricole nei
periodi di siccità.
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ALCUNE FRASI INDIANE...
Lungo il cammino delle vostra vita
fate in modo di non privare
gli altri della felicità.
Evitate di dare dispiaceri ai vostri
simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete!
proverbio Sioux
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TUTTI GLI UOMINI SONO STATI CREATI
DALLO STESSO GRANDE SPIRITO.ESSI SONO TUTTI
FRATELLI.
CAPO GIUSEPPE.
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Quando la terra fu creata con tutti
i suoi esseri viventi, l’intenzione del grande spirito non era di renderla
vivibile solo gli uomini. siamo stati messi al mondo insieme ai nostri
fratelli e sorelle con quelli che hanno quattro zampe, con quelli ce volano e
con quelli che nuotano. tutte queste forme di vita, anche il più piccolo filo
d’erba
ed il più grosso degli alberi,
formano con noi una grande famiglia.
Tutti siamo fratelli ed
egualmente
impostanti su questa terra.
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Fratelli!
abbiamo sentito il discorso
del nostro padre, e molto amichevole. lui dice di amare i suoi figli rossi.
Quando il primo bianco arrivò dalla grande acqua, seduto nella grande nave
e ci pregò di avere un
piccolo pezzo di terra. Quando arrivò su questa costa, gli indiani gli diedero
terra, accesero fuochi per lui, affinche sentisse bene. Ma dopo esseresi
riscaldato dal fuoco degli indiani ed avere mangiato a sazietà la loro crema
di mais diventò molto grande. Scalò le montagne
ed i suoi
piedi attraversarono
le pianure
e le
valli . Le sue
mani, dopo il mare,
toccarono
l’est
e l’ovest
poi
egli diventò
il nostro
grande padre. Amava
i suoi
figli
rossi
ma
diceva
loro:
‘’ Andate un po’ più
in là ,così che non vi
schiacci per sbaglio.’’
Fratelli!
ho sentito molti
discorsi
dal nostro
grande padre.
Iniziavano
e finivano sempre con
queste parole:
‘’Andate un po’ più in là, mi state
troppo vicini’’.
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una leggenda indiana
Come kumush creo' il mondo
Kumush, dio
supremo della tribù, sparse i semi dell’ umanità sulla terra e chiese alle
montagne, alle colline, ai fiumi alle sorgenti di prendersene cura per sempre.
Ora vive nel cielo ma una volta, tanto tempo fa, viveva sulla terra.Un il dio
lasciò la sua capanna e si mise in viaggio, fino ad arrivare ai confini del
mondo. Ritorno molto tempo dopo portando con sè figlia, cui si stabilì nella
vecchia capanna. Kumush passava tutto il suo tempo a tessere vestiti per
lei:lavorò senza sosta per giorni e giorni, fino a quando non ebbe terminato.Le
aveva preparato dieci vestiti, uno per ogni periodo della sua vita.Il decimo
era per la sepoltura, ed era il più bello di tutti, fatto di pelle di daino e
di conchiglie scintillanti. Pochi giorni dopo, durante la notte, sua figlia
sognò che sarebbe morta. Al suo risveglio chiese al padre il vestito per la
sepoltura: egli le offrì tutti gli altri abiti, ma lei rifiutò e volle a tutti
i costi il decimo. Appena l’ebbe indossato morì, e il suo spirito partì per
l’Ovest. Kumush che non poteva sopportare di perdere sua figlia, decise di
seguire il suo spirito giù nelle caverne, fino alla Casa della Morte. Laggiù
c’erano molti spiriti che se si contassero tutte le stelle del cielo, tutti i
capelli dell’uomo e tutti i peli degli animali, essi non eguaglierebbero il
numero di spiriti che c’erano in quella casa. Kumush visse con loro per molto
tempo, poi un giorno si stancò e decise di tornare sulla terra per ripopolarla
di uomini. Portò con sé una manciata di cenere, che una vola tornato alla luce
del sole sparse sul suolo. Dalle ceneri nacquero prima una tribù, poi
un’altra, poi un’altra ancora, fino a quando la terra si riempì di uomini. Per
ultima nacque la tribù dei Modoc, il popolo eletto da Kumush . Terminato il
suo compito , il dio abbandonò la terra e prese la vita del sole, finchè
giunse nel mezzo del cielo. Lì costruì la sua casa, e lì vive ancora.
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Gli indiani erano molto agili nella
caccia e, dopo aver ucciso un bufali mettevano la carne a seccare e le pelli
venivano pulite per usarle a coprirsi. |
Gli indiani si spostavano da un
posto all’altro con i carri per questo si chiamavano NOMADI.
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Avevano le tende di pelle così
riuscivano meglio a toglierle e a rimetterle; in mezzo alla tenda veniva
acceso il fuoco e in alto c’era un buco per lasciare uscire il fumo.
Il loro animale sacro era il cane, ma quando scoprirono il cavallo
lo chiamarono CANE SACRO.
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Quando uno di loro partiva per combattere, uno dei suoi genitori, fratelli o
parenti si tagliavano una ciocca di capelli e gliela cucivano nella maglia
come simbolo di forza e aiuto; così, quando andavano a combattere si
ricordavano dei loro parenti.
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Gli indiani invece della scrittura
usavano i simboli e i disegni.
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Le donne
indiane per cucire usavano gli aculei dell’istrice.
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Usavano una pipa che era il simbolo
dell’amicizia.
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Sulle maglie avevano dei disegnato
dei guerrieri in battaglia, il colore prevalente era il rosso che era ricavato
dal ribes.
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Del bisonte non sprecavano nulla: la
pelle veniva usata per fare i vestiti e le tende, la carne per essere mangiata
e seccata e , gli zoccoli venivano fatti bollire; quando bollivano, la schiuma
prodotta veniva stesa sulle pelli per renderli impermeabili e poterli decorare
con disegni e colori naturali.
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