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  Ultimo aggiornamento: 15-01-04

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Bozza: Documento di discussione del Collegio 27 per il Congresso Provinciale

Costruire il futuro della Margherita

3-7-03

Contributo del Circolo di Montichiari

Il collegio 27, è vastissimo. Esso corre da Tremosine, lungo tutta la riviera occidentale del Lago di Garda, toccando Toscolano, Limone, Salò, Desenzano, fino a Sirmione ed entrando nella Val Tenesi con Polpenazze fino all’entroterra della bassa con Calcinato, Lonato, Montichiari e Carpenedolo. Il suo territorio può essere diviso in aree, i cui interessi preminenti spaziano dal turismo all’agricoltura intensiva e all’industria. Il Collegio è considerato un collegio di Centro Destra (Paroli di FI vinse nel 2001 con il 56% delle preferenze contro Bortolotti Ulivo 35% e con un 5% della lista DiPietro). Tuttavia, con le vittorie del Centrosinistra a Lonato e più recentemente a Desenzano, potrebbe, se ben giocato, divenire presto un collegio appetibile anche per il Centro Sinistra. In questo senso diverranno strategiche in particolare le realtà di Salò e di Montichiari (dove il centrosinistra appare più debole).

Situazione politica

Anche il collegio, con le ultime politiche prima e con le recenti elezioni amministrative, sembra aver compiuto un passo in avanti verso la democrazia bipolare. Ciò è confermato sia dalla chiara tendenza dell’elettorato alla polarizzazione (dimostrato in tutte le recenti amministrative), sia dal fallimento di alcune esperienze civiche che sembravano volersi far spazio fra i due poli (citiamo Toscolano Maderno dove una lista di scontenti di FI –Forza Toscolano – tentando una terza via ha avuto percentuali bassissime (5% contro il 59 della cdl e 32 del csx)).

Cosicché anche da noi il cammino verso il bipolarismo appare irreversibile. Un altro dato importante in questo senso è dato dalla “cultura dell’alternanza” che si sta via via diffondendo: strati sempre più importanti della popolazione, oggi, non si sentono più legati ad un’area politica ma si sentono liberi di scegliere in base alle persone ed ai programmi che gli schieramenti politici propongono, richiedendo comunque chiarezza di valori e di riferimenti.

 

Ad un’anno dalla nascita

Ora si tratta di verificare quanto fin ora compiuto consapevoli che stiamo ancora nella fase attuativa di un processo costitutivo importante per il nostro futuro

Ecco alcune cose positive che registriamo:

  • tante iniziative pubbliche che si fanno come Margherita;
  • una buona presenza sul territorio.
  • Il coinvolgimento di persone nuove (molte delle quali tra i 30 e 40 anni) in ambito politico e amministrativo;
  • Un ritrovato entusiasmo e bisogno di partecipazione

 

Se guardiamo alle cose negative negative:

  • chi non ha voglia di rimettersi in discussione e di impegnarsi in un percorso nuovo.
  • chi partecipa solo quando c’è da decidere;
  • chi pensa alla Margherita in modo vecchio, alla “conta” e non alla sostanza……
  • una rassegnata indifferenza o un qualunquismo diffidente verso la politica…
  • ancora una certa diffidenza dei partiti


     

I Circoli dentro questa fase hanno un ruolo essenziale, devono proporre, devono essere motore di una rinascita democratica, luoghi di confronto con la società civile. Vanno cercati canali e forme nuove di comunicazione.

Democrazia è Libertà, la Margherita è un partito. Quindi non movimento e non rete di comitati elettorali. Un partito aperto e nuovo che apre la propria struttura a tutti i cittadini, per avvicinarli alle istituzioni di ogni livello e per collegarli su tutto il territorio Nazionale, ma un partito che porta anche i suoi vertici, coloro che vivono nelle istituzioni a contatto con la base, con la periferia, con la società civile, e che non ha paura di confrontarsi, di intervenire e di proporre, anche in modo leggero, un po’ movimentista, per diffondere quei valori che noi crediamo importanti per la società futura.

 

La margherita nuovo Partito

Essere un nuovo partito non vuol dire avere solo un nome “nuovo” e un’immagine aggiornata, ma impegnarsi a rinnovare con coraggio innanzi tutto gli ideali, i progetti, i programmi, le strutture della partecipazione e della rappresentanza popolare e la stessa classe dirigente. Per creare un soggetto politico veramente nuovo è necessaria dunque, l’elaborazione di un progetto chiaro e comprensibile, fondato su ideali forti e condivisi dalle realtà, provenienti anche da tradizioni diverse, che lo compongono.

Il secondo punto essenziale affinché La Margherita possa essere un soggetto politico nuovo e destinato a durare nel tempo, è che esso riconosca (non solo a parole) un ruolo attivo alla società civile, creando una struttura leggera e una organizzazione flessibile e confederata. L’apporto della società civile, infatti, dev’essere effettivo nella sua creatività; non va ricercato in modo strumentale (cioè solo in funzione del rafforzamento del partito). Anche perché il ricambio necessario della classe dirigente dovrà venire dalla base, contando sulle sensibilità ed energie nuove che emergono dal territorio. La società civile va coinvolta e stimolata, ad essa va fatto capire che esistono canali di collegamento tra società ed istituzioni. Infine un terzo punto per un soggetto politico nuovo, è il progetto di società che esso propone. è questo l’elemento qualificante e viene prima degli altri, anche perché il progetto di società, da un lato si ispira ai valori che lo specificano, e dall’altro ispira, a sua volta, il programma delle cose da fare.

 

La struttura della Margherita.

La margherita è un partito unito, federale, partecipato, aperto. Le definizioni sono direttamente deducibili dal nostro Statuto. E’ partito unito, non federativo; unico e unito. I partiti che vi sono confluiti infatti hanno dato vita ad un soggetto politico nuovo che, senza tradire le diverse aspettative dei partiti originari, sceglieva di guardare al futuro reinterpretando in un partito nuovo le attese e le aspettative di una società moderna.
 

Partito federale
Uno dei tratti di modernità del nostro essere partito è la scelta federalista. Partito federale vuol dire che ogni regione si costruisce il modello di partito che ritiene più rispondente alla propria conformazione geo-politica. Noi praticamente stiamo costruendo una rete. Oggiquesto vuol dire che non esistono più compiti di supplenza. Se c’è un problema a Brescia non lo può risolvere Roma. I problemi vanno risolti nel territorio e sono le scelte delle regioni a determinare la linea politica nazionale, non viceversa; (almeno così dovrebbe essere!) Ognuno deve svolgere un compito unico, originale. Con questa impegnativa scelta ognuno deve farsi carico non solo della soluzione del suo problema, ma deve assumere la responsabilità del tutto: Federalismo non è solo la sommatoria di interessi locali, ma la capacità di capire l’interesse generale, la sintesi e la collaborazione nella ricerca del bene comune. I nostri iscritti devono essere la nostra carta vincente: noi dobbiamo avere il coraggio di fare l’esatto contrario di ciò che fa Berlusconi. Lui in campagna elettorale fa scomparire le facce dei candidati e nei momenti cruciali tutti si devono tirare indietro perché solo lui deve avere un rapporto diretto con gli elettori. Ecco, questa è una organizzazione centralistica personalistica e mediatica della politica: il capo sono io, gli altri mi servono e diventano funzionali alla realizzazione di un progetto personale. Per noi invece le facce contano: i nostri parlamentari, tutti i nostri eletti, i nostri dirigenti, devono essere sempre più espressione di una classe dirigente solida, che sa fare politica, sa pensare alla politica; fortemente ancorata al territorio e nel territorio e noi, anche su questo, lanciamo la nostra sfida alla destra.

Un partito “partecipato”.
I Circoli sono stati pensati proprio per favorire la partecipazione. Tanto che, dei circoli possono far parte anche aderenti non iscritti. Con i circoli intendiamo avere, il più possibile un rapporto diretto con il nostro elettorato. Il loro scopo principale è quello di innovare la politica, coinvolgere le persone, perché in molti concorrano a realizzare il nostro progetto politico. I circoli dovranno lavorare ostinatamente per diventare sempre più luoghi aperti di dibattito reale; luoghi di ascolto e di confronto; luoghi dove sperimentare la nostra voglia di cambiare la politica con la politica.

Un partito “aperto”.

Partecipare ai Circoli non richiede nemmeno l’iscrizione… Ma Partito aperto significa molto di più: significa essere aperti alla società civile, provocandone magari la discussione ed il dibattito, capire e confrontarsi con le ansie e i bisogni dei cittadini, capire le necessità le veloci trasformazioni della realtà in cui viviamo ed essere aperti a tutte le realtà che ci circondano. Significa accettare le sfide difficili del nostro tempo con capacità di sintesi, ma anche con capacità di progetto e di confronto. Essere aperti significa provocare, coinvolgere, ascoltare portare i cittadini a divenire protagonisti della politica.

La Margherita e L’Ulivo

Noi vogliamo affermare una concezione della democrazia governante, che affida direttamente ai cittadini la scelta di chi e su quale linea deve governare; e siamo contro la tentazione di una “democrazia intermittente”, che immagina i cittadini coinvolti nelle scelte politiche solo nel giorno del voto o, peggio, di una democrazia plebiscitaria, quella del “populismo elettronico” che si rivolge ai cittadini come atomi, come individui. Per questo vogliamo dare ai cittadini risposte in termini di governo e di coalizione. In questo senso la Margherita non deve concentrarsi sulla domanda di chi rappresentiamo ma di quale modello di governo e quale progetto politico proponiamo ai cittadini; questa è la domanda che deve guidare la nostra riflessione, la nostra azione, il nostro confronto.
In una democrazia maggioritaria la coalizione è fondamentale: è infatti la coalizione che è promotrice di un programma di governo. Ed è per questo che noi diciamo che il nostro è un Partito per l’Ulivo. Oggi i cittadini vogliono le risposte in termini di governo. Le risposte impostate sulla rappresentanza, porterebbero inevitabilmente ad una ripartizione dei compiti all’interno della coalizione, indebolendola e facendola percepire, col tempo, magari percorsa dalle divisioni; divisioni che in una logica di rappresentanza si potrebbero formare quando la difesa dei legittimi interessi rappresentati finisse in contrasto tra gli stessi. Siamo quindi per unire la coalizione, renderla quindi più forte con le persone, i programmi e i progetti che sono nostri e che discendono da quei valori che caratterizzano le nostre nobili tradizioni politiche.

Il programma della Margherita

Il programma della Margherita è solidale e popolare; crede nella partecipazione attiva, si fonda sul personalismo, sulla solidarietà comunitaria e sulla responsabilità sussidiaria: si fonda cioè sul pieno rispetto delle libertà e dei diritti personali, del pluralismo e delle legittime differenze, delle esigenze di solidarietà verso le fasce più deboli della società. Per esso, la modernizzazione del Paese non si deve fare smantellando lo Stato sociale, ma riformandolo; i conflitti si elimineranno non ricorrendo al decisionismo, ma coinvolgendo responsabilmente i corpi intermedi e tutti i cittadini nel pieno rispetto delle regole democratiche. Questo è stato scritto un anno fa nel nostro Statuto.

Il programma del Centro Destra

Occorre dire quindi che siamo alternativi sia sul programma che sui valori al progetto conservatore del centro-destra, fondato sulla cultura politica neoliberista. Questa riconosce come regola fondamentale il mercato, ritiene fisiologici gli squilibri e le disuguaglianze sociali, e ha una concezione dello sviluppo che fa passare in secondo piano l’occupazione e la crescita delle aree meno favorite, considerandole più conseguenze da sopportare che opportunità di espansione economica.

Infatti, il neoliberismo identifica lo sviluppo con la pura crescita economica, la libertà con l’individualismo, il bene comune con la somma dei beni dei singoli. Ritiene tra loro inconciliabili efficienza e solidarietà, libertà d’impresa e controllo sociale, globalizzazione e democrazia popolare. Favorisce perciò gli interessi imprenditoriali, i poteri forti, i monopòli e le corporazioni nella convinzione (già smentita dalla storia) che se i ricchi saranno più ricchi anche i poveri staranno meglio. Secondo queste premesse, nel modello conservatore, il ruolo dello Stato va drasticamente ridimensionato, l’esecutivo va rafforzato nei confronti del Parlamento, il ricorso diretto al popolo viene prima delle regole e delle istituzioni della democrazia rappresentativa, con il rischio non ipotetico di paternalismo, di populismo e di deriva plebiscitaria.

 

Conclusione

Pertanto, il nostro vero banco di prova, sarà il confronto sulle soluzioni concrete da adottare a proposito dei problemi più gravi che oggi scuotono i fondamenti stessi della convivenza civile.

Pensiamo alla riforma organica della scuola, al cui interno risolvere equamente la vexata quaestio della parità scolastica. Pensiamo ai problemi della giustizia, della certezza del diritto, dell’ informazione, della legalità e della sicurezza dei cittadini, a come dosare la doverosa repressione dei reati con la prevenzione del disagio sociale. Pensiamo ai problemi della costruzione dell’Europa e della pace nel mondo, strettamente connessi con lo sviluppo dei popoli poveri e con la regolamentazione e la integrazione dei flussi migratori, tenendone in conto l’aspetto sociale e umano prima ancora che quello economico. Pensiamo alla Famiglia, ai diritti della bioetica che non possono sottostare al mercato, alla salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita, alla realizzazione di un società del lavoro, dell’impresa e della partecipazione. La nostra sarà dunque una sfida politica ma anche culturale.

Abbiamo il dovere di non smarrire il senso di una battaglia politica che richiede non solo di sapersi opporre a scelte sbagliate di questa destra, di cui giorno per giorno, ad ogni livello, stiamo imparando a conoscere le improvvisazioni, le incertezze, i pressappochismi.

Noi dobbiamo aver presente che la sfida è più alta e radicale: impedire l'affermarsi di una idea di Italia che, sotto lo schermo di una deriva populista e di una immagine luccicante e plasticata delle questioni italiane, realizza in effetti una società basata sul conflitto, sulla tutela dei più forti a danno dei deboli e dei più poveri, una politica che in altri tempi avremmo definita classista, una politica distante dai contenuti, principi ed ideali della nostra carta costituzionale, una politica che si nega alla sfida della modernità.

Cos'ha in comune questa idea d'Italia basata sulla paura, sul rancore, sulle divisioni aspre, sulla grettezza sociale, sulla tolleranza per l'illegalità, con quell' ambizione sturziana di una iniziativa politica che voleva rivolgersi (così l'appello ai liberi e forti del 1919) a "tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell'amore di patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano le virtù morali del nostro popolo". Quali atti, parole, comportamenti di queste destre fanno vedere questa idea esigente di una etica pubblica, questa visione degli interessi nazionali legata ad un generoso e lungimirante internazionalismo, questa politica fatta da uomini e donne socialmente evoluti con il senso dei giusti diritti? Quella modernità consapevole che ci ricordava Moro in un altro passaggio difficile nella vita del cattolicesimo popolare: "Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell'avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori, è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. Noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato"  Dobbiamo essere convinti che la nostra scelta riformista è vincente: come in tutti i processi vitali, rinnovarsi è la condizione per crescere. Chi invece rimane fermo, non solo si atrofizza, ma rischia di morire.

 


 

IN SINTESI  al coordinamento provinciale si chiede nel METODO di:

 

Ø      RADICARE LA MARGHERITA SUL TERRITORIO,

o       aiutando e sostenendo quegli amici e quelle zone che ancora non hanno fatto nascere i circoli

o       stabilendo con i Circoli un rapporto non verticistico ma di orientamento e sostegno nelle scelte che li coinvolgono ( anche amministrative)

o       creare con i Circoli una rete che li coinvolga nelle decisioni che riguardano i collegi, la provincia, secondo un metodo che faccia prevalere la flessibilità e la decisionalità diffusa e partecipata del maggior numero di persone e di realtà civiche, culturali, imprenditoriali

 

Ø      INDIVIDUARE ORIENTAMENTI, NON DIRETTIVE, sulle alleanze amministrative da stipulare nelle prossime tornate amministrative cercando di

o       Coniugare il PERSONALISMO/INDIVIDUALISMO a cui spinge il maggioritario nelle elezioni dei sindaci, presidenti di provincia e di regione, con l’esigenza di COMUNITARISMO che viene dalla società civile, nel senso di coinvolgimento nelle scelte , con l’esigenza di RADICAMENTO DEL PARTITO MARGHERITA  attraverso l’attività dal basso e la rappresentatività che deriva dal coniugare rappresentanza amministrativa con appartenenza al nostro partito.

 

Ø      AVERE LA VISIONE DI UN PARTITO NON MONOLITICO, MA COME RISULTATO DI UNA RETE DI CIRCOLI che possa fare sintesi tra i bisogni, le istanze, le aspettative della società e dei singoli, coniugando l’OGGI, con un  FUTURO che va ipotizzato e progettato, per quanto possibile, che va GOVERNATO con coerenza tra i VALORI che guidano la Margherita, le RISORSE disponibili e il massimo impegno di COLORO che nel partito o nell’amministrazione decidono, come dice Martinazzoli, ( nel libro Mosè, la legge e la libertà) di prendersi la responsabilità di farsi carico delle responsabilità.

 

IN SINTESI  al coordinamento provinciale si chiede nel  MERITO di:

 

Ø      ACCENTUARE LE DIFFERENZE TRA IL CENTRO DESTRA E IL CENTRO SINISTRA in tema di:

o       DIRITTI

§          diritti alla salute

§         diritto al successo scolastico ( che è ben di più del diritto allo studio o dell’obbligo scolastico)

§         diritto alla casa

§         diritto al lavoro ( spingere perché lo stato sociale si faccia carico di pensare agli ammortizzatori sociali che diano sicurezza di vita e di futuro alle persone che lavorano in un mercato che richiede il massimo di flessibilità

§         diritto alla vita e quindi anche alla maternità che oggi diventa una discriminante nella garanzia del lavoro, forse, togliendo all’impresa l’onera della maternità, onere di cui si deve far carico la collettività, la stato  attraverso la costituzione di una cassa ad hoc, per tutelare un bene irrinunciabile, oltre che per salvaguardare pari opportunità

 

 

o       INFORMAZIONE , come garanzia di libertà, autonomia, pluralità

 

o       ECONOMIA DI MERCATO

 

 

o       UNIONE EUROPEA

 

 

o       RAPPORTO NORD-SUD del mondo
 

 

o       PACE E SICUREZZA SOCIALE

 

Tutela del territorio

Indirizzando lo sviluppo economico in modo sostenibile, salvaguardando i valori ambientali e le risorse del suolo, del sottosuolo e idriche.

Valorizzazione del sistema eco ambientale locale e Lago di Garda

Valorizzazione del sistema eco ambientale locale ed in particolare “Lago di Garda” puntando sull’aggregazione interregionale di tutti i comuni rivieraschi per la salvaguardia e l’utilizzo locale delle risorse e la gestione dei servizi.

 

Temi che devono essere sviluppati per trovare le differenze di visione e di attuazione che possono caratterizzare il nostro partito.

 

                                                                                                        Gruppo di coordinamento di Montichiari