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  Ultimo aggiornamento: 21-11-04

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9-11-04

Se i democratici perdono la passione
di Robert R. Reich

I Repubblicani hanno condotto la campagna elettorale sulla base di una agenda morale: Dio, armi, gay e la fermezza nel combattere il male incarnato da Saddam Hussein e dal terrorismo. I Democratici hanno condotto la campagna elettorale sulla base di una agenda politica: assistenza sanitaria sostenibile, riduzione del deficit e lotta al terrorismo per il tramite di più solide alleanze internazionali e di una strategia più intelligente. George W. Bush ha parlato di giusto e sbagliato in termini morali, come questioni di rettitudine e fede. John F. Kerry ha parlato di giusto e sbagliato in termini pragmatici, ad esempio dicendo che sapeva quale era la strada giusta per rimettere in moto l’economia o combattere Al Qaeda mentre George Bush aveva imboccato la strada sbagliata.
Non credo che con il voto elettorale del 2 novembre la maggior parte degli americani abbia respinto le politiche di Kerry. Semplicemente hanno trovato più convincente la visione morale di Bush. Quando i politici parlano di avere un piano per questo o una politica per quello, molti sguardi diventano vitrei. Ma quando parlano con la giusta indignazione – con passione e convinzione di ciò che è moralmente giusto fare o moralmente offensivo – possono ispirare la nazione.
Non consiglio ai Democratici di diventare più religiosi. La religione è una questione personale. Ma forse i Democratici hanno bisogno di meno programmi e politiche e di una maggiore convinzione morale. Inoltre debbono parlare più di fede: fede in quello che l’America è in grado di realizzare se tutti lavorano insieme.
Un tempo i Democratici parlavano in termini morali: sulle lotte per i diritti civili, ad esempio. Cosa potrebbero dire i Democratici oggi e in futuro? Che è moralmente sbagliato ridurre notevolmente le tasse ai ricchi tagliando al contempo i programmi sociali a tutto svantaggio dei poveri e dei lavoratori, specialmente quando il divario tra i ricchi e tutti gli altri è più ampio di quanto non sia mai stato da oltre un secolo a questa parte. Che abbiamo il dovere morale di garantire ad ogni bambino americano una buona istruzione e una decente assistenza sanitaria. Che è moralmente sbagliato che milioni di americani che lavorano a tempo pieno non guadagnino abbastanza da impedire alle loro famiglie di sprofondare nella povertà.
La mia fede – e sì, è una questione di fede, un grande atto di fede – è che sotto tutti questi punti di vista, e sotto molti altri ancora, questo Paese possa diventare una società più giusta.
Non sto dicendo che i Democratici debbono adottare le mie personali posizioni morali. Ma fin quando i Democratici non torneranno alle più grandi questioni di moralità pubblica, non riusciranno ad ispirare i cittadini americani. Programmi e politiche sono importanti, naturalmente. Ma nulla può sostituire una visione di ciò che possiamo diventare come nazione. E la fede che tutto questo infonde nei cittadini.

© IPS
Robert R. Reich, già ministro del Lavoro nell’amministrazione Clinton, è professore di politica sociale ed economica alla Brandeis University

     

   

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