La Battaglia di Tunisi

L'attacco decisivo della 1à armata britannica ebbe inizio il 22 aprile. Sulla destra, a sud di Goubellat, il IX corpo d’armata fece avanzare la 46à divisione di fanteria e la 1à e a 6à divisione corazzata; più a nord, operava il V corpo d’armata con le divisioni la 4à e 78à, che avanzarono lungo le due rive del fiume Medjerda in direzione di Massicault. Cinque giorni di dure battaglie non bastarono a spezzare la resistenza del nemico che subi' però perdite gravissime; intanto venivano conquistate importanti posizioni, il cui valore doveva risultare evidente una settimana più tardi. A sud del settore britannico, il XIX corpo d’armata francese occupò il monte Fkirine, mentre più a nord il Il corpo d’armata, che era mosso all’attacco il giorno 23, faceva continui progressi in direzione di Mateur.
Nonostante le difficoltà del terreno, gli americani non rallentarono mai la loro pressione, costringendo i tedeschi a retrocedere sia pur lentamente. Era ormai chiaro che solo un’altra violenta spallata avrebbe potuto far crollare la resistenza dell'Asse. Un deciso attacco lanciato il 24 aprile dall’8à armata aveva dimostrato che le posizioni di Enfidaville erano troppo salde per essere conquistate senza gravi perdite. Come abbiamo già visto, il generale Alexander aveva passato alla 1à armata tre delle sue divisioni veterane, che avevano combattuto nel deserto sin dai primissimi giorni della guerra. Il 6 maggio fu lanciato l’attacco decisivo. Il IX corpo d’armata ne sostenne il peso maggiore, operando su un ristretto fronte lungo i due lati della strada Medjez-Tunisi. Conduceva l’assalto la fanteria della 4à divisione britannica e della 4à divisione indiana, seguita da vicino dalla 6à e dalla 7à divisione corazzata.
Sulla sinistra, il V corpo d’armata proteggeva il fianco dei reparti avanzanti. L’aviazione alleata s’impegnò ancora una volta in uno sforzo supremo, compiendo 2500 missioni in quella sola giornata. L’aviazione dell’Asse era stata progressivamente logorata nel corso di parecchie settimane e nel momento della crisi poté effettuare soltanto 60 missioni. La battaglia era giunta al culmine: il blocco aereo e navale era diventato rigidissimo; i movimenti del nemico per mare furono completamente interrotti e la sua attività aerea annullata. Il IX corpo d’armata apri' una larga breccia nello schieramento avversario. Le due divisioni corazzate sorpassarono le fantere e raggiunsero Massicault, a metà strada da Tunisi. Il giorno successivo, 7 maggio, insistettero nell’offensiva e la 7a divisione corazzata entrava in Tunisi, operando quindi una conversione verso nord per congiungersi con le forze americane. La resistenza del nemico sui fronte principale tenuto dagli americani era crollata quasi contemporaneamente e la 9à divisione di fanteria raggiungeva Biserta. In tal modo tre divisioni germaniche si trovavano prese in trappola; il 9 maggio si arrendevano.
Nessuno potrebbe mettere in dubbio l’importanza della vittoria degli Alleati in Tunisia; essa poteva reggere il confronto coquella di Stalingrado. Quasi 250.000 prigionieri erano stati catturati; erano state inflitte al nemico perdite sanguinosissime. Un terzo delle sue navi da carico era stato affondato. I loro nemici erano stati cacciati dall’Africa; un continente era stato liberato. A Londra, per la prima volta durante la guerra, si avverti un senso di profondo sollievo. Il Parlamento accolse i ministri con onori e con entusiasmo e manifestò la sua gratitudine verso i comandanti in termini molto calorosi. Churchill chiese che le campane di tutte le chiese suonassero a festa.

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