Giugno 1940

1° giugno
Lord Cork and Orrey,L'ammiraglio britannico comandante la forza combinata alleata in Norvegia, comunica a re Haakon che le sue truppe sono costrette a ritirarsi: si conviene per un rinvio dell’operazione di 24 ore.

L’artiglieria tedesca sottopone a un intenso fuoco il litorale di Dunkerque mentre la Luftwaffe lancia l’attacco più violento dall’inizio dell’operazione: in poche ore vengono affondati un cacciatorpediniere francese e tre inglesi, assieme a due navi traghetto, un dragamine e una cannoniera. La linea di difesa inglese viene sfondata a Bergues, a pochi chilometri da Dunkerque, il che rende necessario un ulteriore ripiegamento delle retroguardie verso la costa. In conseguenza dell’offensiva tedesca, verso sera l’Ammiragliato britannico ordina la sospensione temporanea delle operazioni di imbarco per l’Inghilterra. Ben 64.229 sono comunque gli uomini che riescono a imbarcarsi dalle spiagge di Dunkerque prima della sospensione delle operazioni.

Hitler chiede a Mussolini di spostare di qualche giorno la data dell’intervento italiano nel conflitto già fissata dal Duce per il 5 giugno. Dal canto suo Mussolini risponde all’ultimo messaggio di Roosevelt del 31 maggio dichiarando di non poter accogliere l’invito del presidente americano a non entrare nel conflitto.
2 giugno
Aderendo alla richiesta di Hitler, Mussolini sposta alla mezzanotte del 10 giugno il momento dell’intervento dell’Italia nel conflitto.

Nella notte si conclude l’operazione“Dynamo”: lasciano il suolo francese gli ultimi 4000 soldati inglesi.
3 giugno
I tedeschi effettuano lo sforzo decisivo contro il perimetro difensivo di Dunkerque: la retroguardia francese è costretta a ripiegare su una linea che dista poco più di 3 km dalla base del molo est di Dunkerque.
4 giugno
Alle ore 3,40 lascia Dunkerque il cacciatorpediniere Shikari, l’ultima nave con truppe francesi evacuate da Dunkerque. All’alba i tedeschi arrivano sul litorale.
Dal 27 maggio alle prime ore del 4 giugno hanno lasciato la Francia 338.226 uomini, di cui circa 120.000 francesi. L’operazione è stata diretta dal comandante del dipartimento di Dover, l’ammiraglio sir Bertrani Home Ramsey, il quale ha mobilitalo tutte le imbarcazioni disponibili, compresi i panfili privati, grandi o piccoli: cosi contro i soli 7669 uomini imbarcati il primo giorno dell’operazione, il 28 vengono posti in salvo 17.804 soldati del BEF, il 29 ben 47.310, tra il 30 e il 31 maggio addirittura 120.927, 64.229 nella sola giornata del 1° giugno, e altri 54 mila fino alla notte tra il 3 e il 4 giugno. Complessivamente nel grandioso e disperato salvataggio sono andate perdute circa 200 imbarcazioni tra grandi, medie e piccole, 177 aerei, il 40% dei quali bombardieri, contro i circa 140 della Luftwaffe. Seguendo il giusto principio militare che prima si salvano gli uomini e poi, se possibile, gli armamenti e i mezzi di trasporto, gli inglesi hanno abbandonato sul suolo francese 2000 cannoni, 60.000 automezzi, 76.000 tonnellate di munizioni, 600.000 tonnellate di carburante e di rifornimenti.L’inghilterra è rimasta praticamente disarmata: terminata l’evacuazione di Dunkerque sul suolo metropolitano sono disponibili soltanto 500 pezzi di artiglieria, compresi quelli prelevati dai musei.

Parlando alla Camera dei Comuni,il premier Winston Churchill dichiara che l’inghilterra continuerà a combattere dai territori dell’impero se il paese dovesse mai venire occupato dai tedeschi.
5 giugno
Inizia la “Battaglia di Francia” con un violento bombardamento aereo e di artiglieria pesante sulla linea della Somme e sull’Aisne, nonché sulle retrovie delle armate francesi schierate tra Abbeville e la linea Maginot. Il comandante in capo dell’esercito francese, gen. Weygand, rivolge un accorato appello alle sue divisioni: “Possa il pensiero delle sofferenze del nostro paese infondere in voi la ferma risoluzione di resistere.Il destino della nazione e il futuro dei nostri figli dipendono dalla vostra determinazione”. L’ordine è di difendere le posizioni a oltranza.

Il gen. De Gaulle viene nominato sottosegretario di stato alla Guerra.
6 giugno
Il XV corpo corazzato tedesco del gen. Hermann Hoth sfonda sulla Somme inferiore tra la costa e Amiens, dove è schierata la 10à armata francese. Resiste bene invece tra Amiens e Péronne, agli attacchi del XIV e del XVI corpo corazzalo di von Kleist, la 7a armata francese.Più a est la fanteria della 9à armata tedesca riesce a fare breccia nello schieramento della 6à armata francese, ma viene respinta davanti allo Chemin-des-Dames: i francesi comunque sono costretti a ritirarsi sulla riva meridionale dell’Aisne. Dal canto suo il Panzergruppe di Guderian (formato da due corpi corazzati, il XXXIX e il XLI) punta verso sud-est in direzione di Chàlons e Langres, cioè verso la frontiera svizzera, per giungere alle spalle della linea Maginot e delle armate francesi schierate a est (precisamente la 3à, la 5à e l’8à).
7 giugno
Re Haakon VII di Norvegia e il suo governo si imbarcano a Tromsò sull’incrociatore Devonshire diretto a Londra.

I tedeschi occupano Montdidier, Noyon e Forges-les-Eaux, 60 km a sud della Somme e a una quarantina da Rouen, sulla Senna: giungervi ormai è solo questione di tempo.
8 giugno
La portaerei britannica Glorious e i due cacciatorpediniere che la scortano vengono affondati al largo di Narvik dagli incrociatori da battaglia tedeschi Gneisenau e Scharnhorst.
9 giugno
Le ultime truppe alleate abbandonano il suolo norvegese: entra in vigore un armistizio preliminare tra i tedeschi e le autorità militari e politiche superstiti della Norvegia.

I tedeschi occupano Rouen, Dieppe, Compiègne, raggiungono la Senna e la Marna: la battaglia della Somme si è trasformata per i francesi in una rotta. L’ala occidentale della 10à armata francese, rimasta completamente isolata, ripiega su St.-Valéry per tentare una ritirata via mare. Intanto le truppe tedesche superano la Marna. Il comandante in capo delle forze armate francesi, gen. Weygand, avverte il presidente del Consiglio Paul Reynaud che il cedimento definitivo delle linee può avvenire da un momento all’altro: l’esercito francese è praticamente già in rotta.

Il sottosegretario di stato alla Guerra gen. De Gaulle compie una rapida visita a Londra.
10 giugno
I tedeschi attraversano la Senna mentre l’esercito francese si ritira in disordine sulla Loira. Il comandante in capo dell’esercito francese, gen. Weygand, ammette ufficialmente che il fronte è stato sfondato. Il governo francese lascia Parigi per Tours, mentre lo raggiunge la notizia che l’Italia sta per dichiarare guerra alla Francia e all’inghilterra.
Ore 16,30: il ministro degli Esteri italiano, conte Galeazzo Ciano, riceve a Palazzo Chigi l’ambasciatore di Francia cui comunica che “l’Italia si considera in stato di guerra con la Francia a partire da domani 11 giugno”.
Ore 16,45: analoga dichiarazione di guerra viene consegnata dai ministro degli Esteri italiano all’ambasciatore di Gran Bretagna.
La polemica investe i vertici politico-militari francesi: il gen. Weygand, comandante in capo, ritiene che la disfatta delle sue truppe sia imminente e manifesta il proposito di arrendersi; il capo del governo Paul Reynaud pensa invece a una resistenza estrema in Bretagna.
10-11 giugno
Nella notte aerei italiani decollati da basi siciliane sganciano il primo carico di bombe su Malta.
11 giugno
Il capo di Stato Maggiore dell’esercito greco gen. Alexandros Papagos assicura che il suo governo ha apprezzato le dichiarazioni di Mussolini e annuncia che la neutralità del suo paese sarà osservata e difesa anche con le armi.

L’aviazione italiana compie otto incursioni su Malta.

Il governatore militare di Parigi, gen. Hering, annuncia che la città è stata dichiarata città aperta. La decisione è stata presa dal gen. Weygand che considera militarmente inutile il sacrificio di una città circondata a est e a ovest dal nemico. Dal canto loro, i tedeschi comunicano per radio che, per riconoscere lo stato di città aperta della capitale, esigono la fine di ogni resistenza militare francese a nord della linea Saint-Ger-main — Versailles — Juvisy — Saint- Maur — Meaux. La condizione viene accettata dai francesi: i parigini esultano alla notizia che la loro città verrà risparmiata.

Prosegue l’avanzata delle armate germaniche verso la Francia centrale:anche Reims cade in mano alle forze tedesche.
La situazione dell’esercito francese è la seguente: delle 30 divisioni ancora esistenti sulla carta, 11 non possiedono più del 50% degli effettivi, 13 sono ridotte al 25%, le altre non sono che “resti” di divisioni.

Prime schermaglie in Africa: l’aviazione italiana bombarda Porto Sudan e Aden mentre quella inglese effettua incursioni in Eritrea.
12 giugno
Continua a Briare il Consiglio Supremo Interalleato.

In mattinata Guderian attraversa le alture della Champagne e lancia il XXXIX corpo corazzato su Chàlons-sur-Marne, che cade senza opporre alcuna resistenza.

Il gen. Weygand, comandante in capo dell’esercito francese, firma l’ordine di ritirata generale. Al Consiglio dei ministri francese che si tiene presso Tours, lo stesso Weygand, appoggiato da Pétain, sostiene la necessità di chiedere l’armistizio: la proposta viene energicamente respinta dal capo del governo Paul Reynaud.

Il sommergibile italiano Bagnolini silura, a sud di Creta, l’incrociatore britannico Calypso.
13 giugno
Il premier inglese Churchill si incontra per l’ultima volta con il presidente del Consiglio francese Reynaud, sostenitore della resistenza a oltranza all’invasore tedesco. Con un messaggio a Roosevelt, Reynaud chiede l’aiuto degli Stati Uniti.

Dagli Stati Uniti salpa la Eastern Prince, la prima nave da carico con armamenti destinati all’Inghilterra.

La Spagna, che in un primo tempo si era dichiarata neutrale, assume ora la posizione di non belligerante.
14 giugno
Parigi, dichiarata città aperta, viene occupata dai tedeschi, dopo una serie di bombardamenti su obiettivi industriali della banlieue. Dalla torre Eiffel soldati tedeschi ammainano il tricolore francese mentre le stazioni radio già diramano notiziari in lingua tedesca.
Il governo francese si trasferisce da Tours a Bordeaux.
La 7à armata francese e l’armata di Parigi ripiegano sulla Loira.
A sud di Saarbrucken, la Maginot viene sfondata dai soldati del Gruppo di armate C. Intanto il Comando Supremo tedesco dirama nuove direttive sull’impiego futuro delle sue truppe in territorio francese: in direzione sud-ovest, verso la Loira quindi, si porterà il XIV corpo corazzato per tagliare la ritirata alle truppe francesi che ripiegano su Bordeaux; il XVI corpo corazzato dirigerà a sud-est, verso Lione e Digione, per agevolare agli italiani la traversata dei valichi alpini attaccando i difensori francesi alle spalle; infine Guderian con il XXXIX e il XLI corpo corazzato punterà verso est, in direzione dell’altipiano di Langres e del confine svizzero, per tagliare la ritirata alle armate francesi che si trovano sulla Maginot.

Truppe spagnole occupano la zona internazionale di Tangeri.
15 giugno
Costretto dagli eventi, è ora il presidente del Consiglio francese Paul Reynaud a proporre che si chieda la pace ai tedeschi, ma gli si oppone proprio il gen. Weygand, fino a qualche giorno prima strenuo sostenitore dell’armistizio.
Verdun viene conquistata dalle truppe tedesche.

Il presidente americano Roosevelt risponde al messaggio di Paui Reynaud del 13 giugno sostenendo che gli Stati Uniti aumenteranno l’invio di materiale bellico a Francia e Inghilterra, ma che non intendono scendere in campo.
16 giugno
Durante la seduta del Consiglio dei ministri francese, il vice-primo ministro Pétain invoca l’armistizio, minacciando le dimissioni in caso di rifiuto da parte dei suoi colleghi di gabinetto. Malgrado gli accordi precedentemente sottoscritti i governanti francesi si consultano con l’alleato inglese in vista di probabili trattative con i tedeschi. Questa la risposta di Churchill: “A condizione, ed esclusivamente a condizione che la flotta francese salpi immediatamente alla volta dei porti britannici durante i negoziati, il governo di Sua Maestà dà il suo pieno consenso al governo francese di procedere alla richiesta di termini di armistizio per la Francia.
De Gaulle, che si trova a Londra dal giorno precedente, telefona a Paul Reynaud proponendogli il testo, già preparato a Londra di una proposta di” Unione franco-britannica”, in sostanza la fusione dei due stati in uno solo. Personalmente Reynaud è favorevole al progetto, ma quando lo sottopone al Consiglio dei ministri non trova una buona accoglienza. Reynaud si dimette: Pétain forma subito dopo un nuovo gabinetto e alle 23 incarica il suo ministro degli Esteri Paul Baudouin di chiedere l’armistizio a tedeschi e italiani. Alle 24, tramite l’ambasciatore di Spagna a Parigi, il governo francese presenta ufficialmente la richiesta di armistizio.

Conquistata Digione, i corpi corazzati di Guderian sono sulla Saòne puntando quindi direttamente su Besancon e Pontarlier. La linea Maginot è cosi' aggirata, mentre il Gruppo di armate C attraversa il Reno presso Colmar.

Nella notte una nave britannica lascia la Francia dopo aver caricato l’acqua pesante ordinata in Norvegia il 21 marzo.
17 giugno
A mezzogiorno, il nuovo primo ministro francese Henri-Philippe Pétain si rivolge per radio alla Nazione informando i suoi concittadini che sono in corso trattative per la richiesta dell’armistizio.

Churchill parla all’Inghilterra dando I’annuncio del passo francese e sostenendo che, dopo quella di Francia, ci sarà sicuramente la Battaglia d’Inghilterra. A questo proposito, in data odierna, il comando della Kriegsmarine riceve dal Quartier Generale il seguente dispaccio: “Con riferimento allo sbarco in Inghilterra, il Fuhrer non ha manifestato finora tale intenzione in quanto si rende perfettamente conto delle difficoltà di una simile operazione. Fino a questo momento perciò il Comando Supremo delle forze armate non ha effettuato alcun lavoro preparatorio.

I carri armati di Guderian sono a Pontarlier, non lontano dal confine svizzero.
La rapidità della vittoria tedesca e la conseguente richiesta di armistizio da parte dei francesi costringe Hitler a impartire nuove istruzioni ai suoi più diretti collaboratori, i generali Keitel e Jodl, rispettivamente comandante in capo delle forze armate e capo dell’ufficio operativo del Comando Supremo della Wehrmacht: il gioco politico e l’impegno tattico infatti diventano adesso più sottili e delicati. Si tratta in sostanza di staccare completamente la Francia dalla Gran Bretagna perché, ad esempio, un eventuale trasferimento del governo francese nell’Africa settentrionale porterebbe a un inevitabile rafforzamento psicologico e politico (oltre che militare) dell’inghilterra e scatenerebbe la guerra nel Mediterraneo.Da queste considerazioni scaturiscono le seguenti esigenze:
1) il governo francese deve sopravvivere come potenza sovrana. Solo in questo modo i tedeschi potranno essere sicuri che l’impero coloniale francese non passerà all’Inghilterra
2) per consentire la sopravvivenza del governo francese (che deve quindi conservare una propria sfera di sovranità) non è consigliabile l’occupazione totale del paese
3) l’esercito francese verrà fatto affluire nella zona libera dove smobiliterà: sarà consentito il mantenimento di alcuni reparti con il compito di provvedere all’ordine pubblico
4) la flotta francese deve essere neutralizzata evitando di chiederne la consegna perché, molto probabilmente, in tal caso si ritirerebbe oltremare o in Inghilterra
5) le questioni territoriali devono essere poste durante le trattative per il trattato di pace
6) richieste relative all’impero coloniale francese potranno venir formulate solo in un secondo tempo; farle ora significherebbe probabilmente l’annessione delle colonie stesse da parte dell’Inghilterra.
18 giugno I tedeschi conquistano Caen, Cherbourg, Rennes, Briare, Le Mans, Nevers, Colmar.

A Monaco di Baviera avviene un nuovo incontro tra Hitler e Mussolini per stabilire una condotta comune nei confronti della Francia.

Il ministro degli Esteri francese Paul Baudouin e l’ammiraglio Francois Darlan, ministro della Marina francese, assicurano l’incaricato d’affari americano e l’ambasciatore inglese a Parigi sir Ronald Campbell che la flotta sarà evacuata o si autoaffonderà pur di non cadere in mani nemiche.

Ore 18: da Radio Londra, il gen. Charles De Gaulle lancia il suo primo messaggio alla nazione francese: la guerra è tutt’altro che finita, sostiene il generale, perché si tratta di una guerra mondiale di cui la Battaglia di Francia rappresenta solo un episodio. Invita quindi i francesi che vivono in inghilterra a mettersi in contatto con lui per continuare la lotta. L’appello dell’ancora sconosciuto generale non solleva particolari entusiasmi.

La RAF bombarda Amburgo e Brema.
19 giugno
Cadono in mano tedesca Brest e Nantes e, dopo una strenua difesa dei cadetti di Francia, anche Saumur.
Le navi francesi già alla fonda nei porti della Manica si mettono in salvo, parte in Gran Bretagna e parte nell’Africa settentrionale. Dimostrando una straordinaria abilità marinaresca, il capitano di vascello Ronarch riesce a far uscire dal bacino di carenaggio di Saint-Nazaire la corazzata Jean Bart, il cui allestimento non è ancora ultimato, e a raggiungere felicemente Casablanca.

Il governo tedesco si dichiara pronto a far conoscere le clausole per la cessazione delle ostilità e richiede l’invio di plenipotenziari suggerendo al governo francese di mettersi in contatto con l’italia per trattative analoghe.

Da Radio Londra il gen. De Gaulle parla nuovamente ai francesi: il discorso, questa volta, è politico, e segna la rottura definitiva del generale con il governo Pétain.
20 giugno
Da Lione, conquistata dalle truppe tedesche in mattinata, partono alcuni reparti corazzati in direzione delle Alpi per dare una mano agli italiani che hanno iniziato il loro attacco appunto sulle Alpi occidentali. Malgrado il parere contrario degli alti comandi e le difficoltà di cambiare la strategia difensiva (decisa alla vigilia della dichiarazione di guerra) in una strategia offensiva in tempi brevi, Mussolini ha infatti ordinato il 17 giugno di passare all’attacco della frontiera francese.

Seguendo il consiglio del governo tedesco, i francesi chiedono l’armistizio anche all’Italia.
Il ministro degli Esteri francese Paul Baudouin invia all’ambasciatore spagnolo accreditato in Francia, José Felix de Lequerica, i nominativi dei componenti la delegazione di plenipotenziari francesi che verranno inviati alla firma dell’armistizio con i tedeschi. Ne fanno parte l’ambasciatore Léon Noèl, il ministro plenipotenziario Rochard, l’ammiraglio Le Luc, i generali Parisot e Bergeret: presidente viene nominato il gen. Charles Huntziger. La direttiva è una sola: rompere immediatamente le trattative nel caso che i tedeschi chiedano la consegna della flotta. Alle 14 la delegazione parte alla volta di Rethondes, nella foresta di Compiègne.

I tedeschi promulgano importanti disposizioni in materia finanziaria: una di queste estende anche alla Francia l’istituzione delle Reichskreditkassen, istituti di emissione creati durante la guerra per le truppe dei territori occupati. I nuovi organismi emetteranno biglietti di banca che avranno nel paese corso legale al pari del franco. Un altro provvedimento di carattere economico-finanziario attuato quasi contemporaneamente è il Devisenschutzkommandos, in base al quale vengono immediatamente congelati tutti i conti bancari stranieri e bloccati i risparmi dei cittadini francesi.
21 giugno
Ore 15,30: a Rethondes, nella foresta di Compiègne, sullo stesso vagone ferroviario dove l’ 11 novembre 1918 era stata firmata la resa della Germania alla fine della I guerra mondiale, Hitler riceve i plenipotenziari francesi.E' il capo di Stato Maggiore Generale della Wehrmacht, gen. Keitel, a leggere il fascicolo che accusa la Francia di spergiuro e aggressione: viene quindi consegnato ai francesi il testo delle condizioni armistiziali: non sono ammesse discussioni, i francesi potranno tutt’al più chiedere chiarimenti.
Ore 20,30: il gen. C.L.C. Huntziger ottiene il permesso di mettersi in contatto telefonico con il comandante in capo delle forze armate francesi, gen. Weygand, cui comunica le pesanti condizioni dettate dai tedeschi: tre quinti del territorio nazionale verranno occupati dall’invasore, non saranno resi i prigionieri, le spese di occupazione verranno fissate a discrezione del vincitore, l’esercito sarà ridotto a 100.000 uomini.
Italia. Durissimo duello di artiglieria fra italiani e francesi.
22 giugno
Ore 18,30: il gen. C.L.C. Huntziger, presidente della delegazione francese, e il gen. Keitel, capo di Stato Maggiore Generale della Wehrmacht, firmano l’armistizio.
La 3à, 5à e 8à armata francese, intrappolate tra Epinal e Belfort, presso il confine svizzero, si arrendono.

Reparti della 1à armata italiana occupano Mentone.
23 giugno
Parlando dai microfoni di Radio Londra, De Gaulle propone la costituzione di un Comitato Nazioitale Francese.

Parte per Roma la delegazione francese per trattare l’armistizio.
24 giugno
Ore 19,15: a villa Olgiata, presso Roma, il gen. Huntziger per l’esercito francese e il gen. Badoglio per quello italiano firmano l’armistizio. Conquistate Saint-Etienne e Angouléme, i tedeschi occupano ora tutto il territorio a nord e ad ovest della linea Ginevra-Dole-Tours-Mont-deMarsan-confine spagnolo. Il Canale della Manica e tutta la costa atlantica sono in mano tedesca e costituiscono la difesa a lungo raggio della Germania per le operazioni in Atlantico.
25 giugno
Ore 1,35: entra in vigore l’armistizio franco-tedesco e cessano tutti i combattimenti sul suolo francese. Durante la brevissima campagna la Francia ha perduto 92.000 uomini; i feriti sono 250.000, 1.500.000 i prigionieri. Dal canto loro gli inglesi lamentano 3500 caduti e 14.000 feriti, i belgi 7500 morti e 16.000 feriti, gli olandesi 2900 caduti e 7000 feriti. Le perdite tedesche ammontano a 27.000 morti e 18.000 dispersi: i feriti sono 111.000.

Alla Camera dei Comuni ‘Churchill deplora la fine della Francia, critica il governo di Pétain, afferma che l’inghilterra deve salvare se stessa anche per salvare l’onore della Francia e il mondo.
26 giugno
L’Unione Sovietica intima alla Romania la cessione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale (i russi hanno da poco occupato Estonia, Lettonia e Lituania).

La Turchia annuncia la propria non belligeranza.
27 giugno
Il governo di Londra prende misure atte a impedire che le navi da guerra francesi possano tornare nei porti metropolitani.
28 giugno>br> Il gen. Charles De Gaulle viene riconosciuto da Londra capo dei “francesi liberi”.

I sovietici occupano la Bessarabia e la Bucovina settentrionale dopo averne imposto la cessione alla Romania, sulla quale hanno esercitato pressioni i tedeschi.

Nel cielo di Tobruk, in Libia, muore il maresciallo Italo Balbo, governatore della Libia: l’aereo su cui stava rientrando da una ricognizione viene abbattuto per errore dalla contraerea italiana.
29 giugno
Il governo francese decide di trasferirsi da Bordeaux a Vichy.
30 giugno
I tedeschi occupano le Isole britanniche del Canale (Channel Jslands).

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