Gennaio 1943

1° gennaio
Fronte sovietico.Sei armate sovietiche continuano la loro pressione sulla 6à armata tedesca, con parte della 4à corazzata, circondata a Stalingrado. Il perimetro difensivo dei tedeschi si è ridotto a una superficie di circa 40 per 65 km. Per sfuggire alla minaccia di accerchiamento, il Gruppo corazzato di Hoth, rinsanguato con forze richiamate dalla Francia, si è ritirato a 200 km da Stalingrado in direzione sud-ovest.
Nel settore settentrionale, sul Fronte di Kalinin, i sovietici dopo dura lotta riconquistano Velikije Luki, importante nodo ferroviario a nord di Vitebsk.
Sicilia.Mentre continuano le incursioni aeree italo-tedesche su Malta, bombardieri alleati attaccano nella notte Palermo causando vittime e danni definiti “non gravi”.
Pacifico.Guadalcanal. Al Quartier Generale Imperiale, dopo la distruzione quasi completa del convoglio che trasportava nell’isola il grosso della 28à divisione comandata dal gen. Sano (di 11 piroscafi, 6 sono stati affondati,1 gravemente danneggiato, 4 hanno dovuto esser fatti arenare sui bassi fondali presso le spiagge per evitarne l’affondamento), si decide dopo lunghi dibattiti l’evacuazione di Guadalcanal. Ciò significa perdere le Salomone, e con esse il dominio degli approcci nord- orientali all’Australia e alla Nuova Zelanda, ma non è più possibile sopportare cosi gravi sacrifici: dal 7 agosto 1942, giorno dello sbarco dei Marines, i nipponici hanno perduto 65 unità della marina da guerra e oltre 800 aerei, indipendentemente dalle perdite umane. L’imperatore Hiro Hito dà la sua approvazione alla decisione. L’evacuazione, che avverrà gradualmente, sarà affidata ai cacciatorpediniere del “Tokyo Express” del brillante contrammiraglio Tanaka. Frattanto, sull’isola i Marines del gen. Vandegrift sono stati quasi completamente sostituiti da forze fresche: la 2à div. Marines, la divisione Americal e la 25à fanteria dell’esercito, riunite nel XIV corpo di cui sta per assumere il comando il generale Patch. In preparazione dell’offensiva finale, le azioni si concentrano sul caposaldo Gifu, sempre ostinatamente difeso da 500 nipponici, sul Monte Austen.
Nuova Guinea.Dopo una grossa preparazione di artiglieria, la Forza Urbana attacca Buna Mission, senza tuttavia compiere progressi degni di nota. In serata, si scorgono soldati nipponici allontanarsi a nuoto dalla missione. A Punta Giropa, un reparto nipponico è circondato, mentre un battaglione australiano appoggiato da carri armati si dirige da Punta Giropa verso est rastrellando i nipponici lungo la costa fino al torrente Simemi.
2 gennaio
Fronte sovietico.Consapevole che se il Fronte russo di Stalingrado sfondasse le linee tedesche si troverebbe nelle condizioni ideali per lanciarsi in direzione di Rostov (alla foce del Don), tagliando dal resto della Wehrmacht il Gruppo di armate A operante nel Caucaso, e di fronte all’offensiva scatenata contro Io stesso Gruppo di armate dalle armate sovietiche del Fronte transcaucasico (44°, 58°, 9° e 37°) sulla linea del fiume Terek, von Kleist ordina alla sua 1à Panzerarmee di ritirarsi lentamente in direzione nord, per attaccare eventualmente sul fianco sinistro le armate sovietiche che avanzassero verso Rostov e cosi impedire l’isolamento dell’intero Gruppo di armate A nel Caucaso.
Pacifico.GuadalcanalCon il consueto appoggio di artiglieria, il 132° fanteria americano rinnova gli attacchi contro il caposaldo Gifu sul Monte Austen, riuscendo a impadronirsi della Collina 27, appena a sud del caposaldo, e resistendo poi ai decisi e reiterati contrattacchi nipponici. Gli americani si impadroniscono anche di posizioni a nord e a est del caposaldo, ma le loro linee sono discontinue. Il gen. Patch si insedia al comando del XIV corpo, formato dalle unità citate il 1° gennaio.
Nuova Guinea.Finalmente,con un ultimo attacco combinato, australiani e americani riescono a espugnare Buna Mission,dove nel pomeriggio cessa ogni resistenza organizzata da parte dei nipponici. Il colonnello giapponese che comandava la guarnigione e altri ufficiali fanno harakiri piuttosto che subire l’onta della resa. Gli Alleati riprendono l’avanzata verso Punta Giropa, a est della quale il nemico è stato rastrellato.
Da Giruwa, i nipponici inviano reparti per soccorrere i commilitoni fuggiti da Buna. Su questa testa di ponte, dall’inizio dei combattimenti, i giapponesi hanno avuto almeno 1400 morti; australiani e americani oltre 2800 fra morti, feriti e dispersi. L’artiglieria impiegata a Buna viene gradualmente trasferita sul fronte di Sanananda dove le operazioni ristagnano. Bisogna ricordare che in questo periodo sia gli Alleati che i giapponesi hanno concentrato i loro sforzi maggiori e la parte più importante delle loro forze aeronavali nel settore del Pacifico meridionale, a Guadalcanal.
3 gennaio
Fronte sovietico.Mentre quattro Fronti sovietici (Fronte di Brjansk, di Voronez, sud-occidentale e meridionale) si accingono a sferrare una robusta offensiva, a Stalingrado continua l’agonia delle forze di von Paulus, e nel Caucaso von Kleist contiene la spinta russa arretrando su successive linee di difesa. I sovietici riconquistano in questo settore Mozdok e Malgobek. Von Kleist resiste fra i fiumi Terek e Kuma. Il Gruppo di armate del Don, di von Manstein, si batte valorosamente per tenere aperta la via di Rostov alla ritirata della 1à armata corazzata e alle altre unità del Gruppo di armate A.
Pacifico.Guadalcanal.Si combatte ancora sul Monte Austen di fronte al caposaldo nipponico Gifu; gli attaccanti riescono a stabilire contatti fra le loro unità.
Nuova Guinea.Azioni di rastrellamento nella zona di Buna e a est di Punta Giropa.
4 gennaio
Fronte sovietico.Prosegue l’annientamento delle forze tedesche a Stalingrado. Il Gruppo di armate del Don (von Manstein) continua la sua battaglia di retroguardia, sempre sotto la minaccia di uno sfondamento nemico in direzione di Rostov.
Pacifico.Guadalcanal.Benché sia già stato comunicato al comando della 17à armata nipponica l’ordine di evacuare gradualmente Guadalcanal trasferendo le forze superstiti nell’Isola della Nuova Georgia, la tenuta delle truppe del Sol Levante è sempre eccellente, nonostante la crescente scarsità di viveri e di munizioni. Il caposaldo Gifu seguita a bloccare l’avanzata americana sul Monte Austen; nel settore i giapponesi hanno avuto finora 500 morti, gli americani 383 fra morti e feriti.
Nuova Georgia.Nella notte sul 5, una squadra di incrociatori e cacciatorpediniere americani al comando del contramm. Ainsworth sottopone a un massiccio bombardamento I’aeroporto e altre installazioni militari nemiche a Munda.
Nuova Guinea.Con un colpo di mano, i nipponici si impadroniscono di un avamposto alleato nei pressi di Tarakena, riuscendo cosi a porre in salvo parte dei sopravvissuti della guarnigione di Buna. I comandanti alleati discutono un piano per l’eliminazione del nemico a ovest del fiume Girua.
5 gennaio
Fronte sovietico.Nel Caucaso, i sovietici riconquistano Nalcik, a est dell’alto corso del fiume Terek.
Kleist va rapidamente spostando le sue truppe verso occidente, lasciando grosse formazioni di retroguardia a rallentare l’avanzata nemica. Avanzando lungo il Don, una colonna corazzata del Fronte russo di Stalingrado riconquista Cimljansk.
Pacifico.Guadalcanal.Il gen. Patch ordina che il i 32° regg. fanteria venga rilevato sul fronte del Monte Austen da reparti della 25à divisione.
Intanto a Guadalcanai gli americani ricevono sempre nuovi rinforzi e si preparano a lanciare una grande offensiva.
Nuova Guinea.Elementi avanzati della XVIII brigata australiana, appoggiati da 4 carri armati, raggiungono Soputa. In preparazione a un’offensiva su vasta scala contro Sanananda, il 127° reggimento fanteria americano si dirige a nord-ovest lungo la costa verso Tarakena.
6 gennaio
Pacifico sud-occidentale.Ricognitori alleati avvistano un convoglio nipponico di rinforzi e rifornimenti diretto dalla Nuova Britannia a Lae, in Nuova Guinea. Il convoglio viene successivamente attaccato da caccia e bombardieri in picchiata USA.
Birmania.La 14à divisione indiana riprende l’offensiva, voluta da Alexander più per ragioni psicologiche che strategiche, nella regione dell'Arakan.
La sua marcia è tuttavia arrestata dai giapponesi solidamente trincerati a Donbaik e Rathedaung. Gli scontri in questi due settori proseguiranno senza esito per molte settimane.
7 gennaio
Fronte sovietico.Proseguono feroci, ormai da molti giorni, gli scontri alla baionetta a Stalingrado. Si combatte per il possesso di ogni metro quadrato di macerie; il perimetro difensivo tedesco si restringe ogni giorno, ma ancora comprende un paio di piste d’atterraggio.
Il Gruppo corazzato Hoth difende il corridoio di Rostov arretrando sotto gli attacchi convergenti della 51à, 2à e 28à armata sovietica. Avanguardie sovietiche giungono a 40 km da Rostov e per poco non catturano il quartier generale del mar. von Manstein.
Pacifico.Guadalcanal.Un reggimento di fanteria americano lascia il perimetro di Lunga e si aggiunge agli attaccanti del Monte Austen. Un reparto speciale si imbarca a Kukum per la Baia di Beaufort per bloccare la pista che da Kokumbona si dirige all’interno, lungo la quale presumibilmente si ritireranno i giapponesi quando saranno investiti dalla imminente offensiva americana. Gli americani delle tre armi nel settore di Guadalcanal hanno raggiunto la rispettabile cifra di 50.000 uomini, di cui circa 24.000 combattenti di terra, cui si oppongono 11.000 nipponici.
Nuova Guinea.Mentre australiani e americani si ammassano nel settore di Sanananda, il convoglio nipponico attaccato il giorno prima dagli aerei americani raggiunge Lae dove sbarca uomini e materiali.
8 gennaio
Fronte sovietico.Il comandante del Fronte russo del Don, Rokossovskij, invia un ultimatum a von Paulus, intimandogli la resa.
Il generale tedesco sa che la sorte dei tedeschi a Stalingrado è segnata, ma non osa disobbedire agli ordini del Fùhrer, che non prende neppure in considerazione l’eventualità di una resa. Frattanto i sovietici riconquistano Zimovniki, sulla linea ferroviaria Stalingrado-Novorossijsk, rendendo più concreta la minaccia di isolamento per il Gruppo di armate A di von Kleist, nel Caucaso.
Cina.Il Generalissimo Chiang Kaishek invia un messaggio al presidente americano Roosevelt respingendo la proposta di lanciare una grande offensiva nell’imminente primavera.
Madagascar.Il generale britannico Platt trasferisce le responsabilità di governo sull’intera isola, con l’eccezione della zona di Diego Suarez (divenuta un’importantissima base aeronavale per gli inglesi) al generale Legentilhomme, alto commissario per i possedimenti francesi nell’Oceano Indiano, ligio ai Francesi Liberi.
Pacifico.Guadalcanal.Il 35° regg. fanteria USA si trasferisce segretamente nel settore del Monte Austen, preparandosi all’offensiva.
Nuova Guinea.Reparti del 127° regg. fanteria americano occupano il villaggio di Tarakena, mentre il 163° fanteria inizia l’offensiva per sloggiare il nemico dalla strada per Sanananda. Frattanto i nipponici, nonostante le incursioni aeree alleate, sbarcano circa 4000 uomini e materiale a Lae.
9 gennaio
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani prendono posizione sul fiume Matanikau e nel settore del caposaldo nipponico Gifu, in preparazione alla grande offensiva prevista per l’indomani.
Nuova Guinea.Gli Alleati tentano di conquistare una testa di ponte oltre il torrente Konombi nel settore di Tarakena, ma sono respinti dall’intenso fuoco nemico. Il convoglio che ha trasportato rinforzi e rifornimenti a Lae riparte, sempre sotto l’offensiva aerea alleata: 2 trasporti nipponici sono affondati e circa 80 aerei distrutti.
10 gennaio
Fronte sovietico.Avendo von Paulus ignorato l’ultimatum del giorno 8, Rokossovskij lancia una nuova grande offensiva contro il perimetro della 6à armata tedesca e delle altre forze nemiche circondate a Stalingrado.
Gli attacchi sovietici sono preceduti e appoggiati da pesantissimi bombardamenti di artiglieria e di mortai. Pur sapendosi condannato, von Paulus resiste sia per senso del dovere, sia per considerazioni strategiche: tenere impegnato il maggior numero possibile di divisioni sovietiche per alleggerire la pressione sul Gruppo di armate del Don e sul Gruppo di armate A, di von Kleist, che rischia di essere intrappolato nel Caucaso.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani iniziano la grande offensiva per scacciare dall’isola i nipponici. Gli obiettivi immediati sono le posizioni nemiche denominate Sea Horse, GaIloping Horse, e soprattutto il caposaldo Gifu. Intensa preparazione aerea e di artiglieria. Gli attaccanti compiono progressi assai limitati e sono bloccati dalla fortissima resistenza nipponica.
Nuova Guinea.Reparti del 127° regg. fanteria USA riescono a stabilire una testa di ponte oltre il Konombi, presso Tarakena. Altri reparti, del 163° regg. fanteria USA, avanzano nella zona di Kano e Musket, dove i giapponesi hanno sgombrato alcune posizioni.
11 gennaio
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, le armate sovietiche dei Fronti di Leningrado e del Volchov (42à, 55à, Gruppo d’assalto della Neva, 8à, 2à d’assalto, 54à e 67à) riescono a infrangere le linee tedesche e ad aprire un piccolo corridoio a sud del Lago Ladoga, attraverso il quale un modestissimo flusso di rifornimenti può giungere fino alla città assediata.
All’estremità opposta dell’immenso fronte, nel Caucaso, il Gruppo di armate A di von Kleist ripiega dalla linea dei fiumi Kuma e Terek e i sovietici rioccupano Pjatigorsk, Georgievsk e Mineralnje Vodi.
Proseguono i duri combattimenti a Stalingrado.
Italia.Nel pomeriggio Napoli viene bombardata da aerei alleati: il bilancio è di almeno 23 morti e una sessantina di feriti.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani riescono a conquistare la posizione Sea Horse, ma non quella di Galloping Horse.Il caposaldo nemico Gifu è virtualmente circondato, ma il volume e la precisione del fuoco dei difensori tiene a distanza le fanterie USA. Un gruppo tattico del 147° fanteria americano si avvia verso Vurai, a sud-ovest di Kokumbona, per bloccare al nemico la via della ritirata da questa località.
12 gennaio
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, i Fronti sovietici di Leningrado e del Volchov consolidano il corridoio aperto a sud del Lago Ladoga. L’esigua striscia, che non potrà essere ampliata per un anno, verrà battuta dalle artiglierie tedesche in modo cosi' micidiale che sarà soprannominata “corridoio della morte”.
Pacifico.Guadalcanal.Limitati progressi americani contro la posizione denominata Galloping Horse. I nipponici frustrano in ogni altro settore i tentativi americani, in particolare nella zona del caposaldo Gifu.
Isole Aleutine.Un piccolo contingente americano al comando del gen. Lloyd E. Jones occupa, senza incontrare opposizione, l’Isola di Kamchitka. Nell’operazione va perduto un cacciatorpediniere, finito contro gli scogli.
Nuova Guinea.Due battaglioni della XVIII brigata australiana, appoggiati da carri armati, attaccano le posizioni nemiche a nord-ovest di Gona.
L’artiglieria controcarro nipponica mette fuori combattimento i carri australiani, ma la fanteria prosegue l’attacco a prezzo di gravi perdite. Nella notte sul 13 il comandante nipponico ordina il ripiegamento.
13 gennaio
Fronte sovietico.La 24à, 65à e 21à armate sovietiche del Fronte del Don, comandato da Rokossovskij, avanzano da ovest fino al fiume Rossoska. Da sud avanza la 64à armata, da nord la 66à, mentre da est del Volga le posizioni tedesche sono martellate dalle artiglierie della 62à armata. Un buon quinto del perimetro difensivo della 6à armata tedesca (con parte della 4à armata corazzata) è ormai in mano sovietica.
Pacifico.Guadalcanal.L’offensiva americana si amplia con l’avanzata della 2à divisione Marines sulla costa, da Punta Cruz verso ovest dove, più all’interno, la 25à divisione cerca inutilmente di sfondare le linee nipponiche su un fronte di 4500 metri. Il caposaldo nipponico Gifu, sul Monte Austen, resiste sempre brillantemente agli attacchi americani. Sembra che i nipponici, benché sia stata già da tempo decisa la loro evacuazione dall’isola, vogliano rimandarla il più possibile infliggendo frattanto le maggiori perdite al nemico.
Nuova Guinea.Il gen. Eichelberger assume il comando delle forze avanzate australiane e americane nell’isola.
14 gennaio
Africa nord-occidentale.Si apre la Conferenza di Casablanca cui partecipa il presidente americano Roosevelt e il primo ministro inglese Churchill, assistiti dai rispettivi Capi di Stato Maggiore (il terzo “Grande”, Stalin, non può intervenire in quanto trattenuto a Mosca dalle operazioni militari). Si tratta di fare il punto della situazione in uno dei momenti più delicati del conflitto quando cioè i tedeschi, esaurita la loro spinta offensiva, cominciano a dare i primi, impercettibili segni di cedimento; e si tratta, soprattutto, di decidere la strategia futura delle forze alleate.
Stalin, in un messaggio, ha espresso la sua opinione: sostiene che esiste un solo problema degno di attenzione, ed è l’apertura di un nuovo fronte in Europa.E' un tasto sul quale il dittatore sovietico batte da mesi ed ora è più che mai convinto debba essere preso in seria considerazione dai suoi alleati: aprire un fronte a ovest significa costringere i tedeschi a difendersi su due fronti con conseguente dispersione di forze. Gli Alleati sono d’accordo con Stalin sulla necessità di aprire un nuovo fronte a occidente: le divergenze sorgono sul dove quel fronte debba essere aperto. Roosevelt e il suo Stato Maggiore sono favorevoli ad uno sbarco in Francia da realizzarsi entro pochi mesi, mentre Churchill sostiene la necessità di un attacco di sorpresa all’italia, il “ventre molle dell’Europa”,con conseguente, successivo ricongiungimento con gli eserciti russi nei Balcani per attaccare poi da sud l’impero di Hitler. Quando Churchill dà la sua parola agli americani di essere disposto ad appoggiare il piano americano di uno sbarco in Francia (previsto ora per il 1944), Roosevelt dà il suo consenso per la preparazione dello sbarco in Italia, più precisamente in Sicilia. Negli incontri di Casablanca viene inoltre stabilito che vengano intensificati e “razionalizzati” i bombardamenti diurni e notturni su vasta scala sul territorio tedesco alfine di distruggere i centri di produzione industriale e interrompere le vie di comunicazione. La direttiva viene affidata per la sua realizzazione al generale sir Arthur Harris, comandante supremo del Bomber Command inglese. Si stabilisce infine di esigere da Germania, Italia e Giappone, alla fine del conflitto, la resa incondizionata.
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, proseguono i combattimenti a sud del Lago Ladoga, dove i tedeschi cercano di sloggiare i sovietici dal corridoio grazie al quale hanno parzialmente sottratto Leningrado all’assedio.
Nella grande sacca di Stalingrado, le armate sovietiche si impadroniscono dell’aeroporto di Pitomnik, il più importante del perimetro difensivo tedesco. Più a est, l’Armata Rossa sfonda le linee della 2à armata ungherese sul Don. Si aggrava la posizione delle armate di von Manstein e di quelle di von Kleist.
Pacifico.Guadalcanal.Proseguono senza risultati gli attacchi americani contro le linee nipponiche sia lungo la costa a ovest del perimetro di Lunga, sia sul Monte Austen, dove il caposaldo Gifu resta inespugnabile.
Nuova Guinea.Scontri nel settore di Sanananda e sulla pista Killerton. I nipponici iniziano lentamente a ritirarsi verso Lae.
15 gennaio
Fronte sovietico.Proseguono i combattimenti a sud del Lago Ladoga e per l’eliminazione della sacca di StaIingrado. Il Fronte russo di Voronez, passato all’offensiva, è in prossimità di Rossos, sulla linea ferroviaria Voronez-Rostov, nel settore difeso dall’8à armata italiana, che sta sgretolandosi.Il corpo alpino italiano, aggirato, dovrà aprirsi la strada combattendo per disimpegnarsi e raggiungere le forze tedesche sul Donec.
Pacifico.Guacalcanal.Con altoparlanti, gli americani lanciano ai nipponici ripetuti inviti alla resa che sono ignorati. La resistenza è sempre tenacissima; inutilmente nel settore costiero vengono messi in linea i carri armati. Il caposaldo Gifu, nuovamente attaccato da reparti del 35° regg. fanteria, non dà segni di cedimento.
Nuova Guinea.Gli Alleati si preparano a un’offensiva su vasta scala per sloggiare i nipponici dalla zona di Sanananda.
16 gennaio
Fronte sovietico.Nel settore di Stalingrado, le armate di Rokossovskij proseguono i sanguinosi assalti per eliminare la sacca e annientare il nemico. Oltre la metà del perimetro difensivo tedesco è ormai stato occupato dai sovietici che, avanzando da ovest, in qualche punto si trovano a 10 km dal centro della città.
Pacifico.Guadalcanal.Tre reggimenti americani lanciano un attacco coordinato in direzione ovest per estendere le posizioni oltre Kokumbona fino al fiume Poha, mentre una divisione mista di fanteria e di Marines avanza lungo la costa e la 25à divisione attacca all’interno, a sud- ovest, allo scopo di aggirare il fianco nemico. Viene occupata un’importante posizione che domina il fiume Matanikau. Altri reparti iniziano una manovra per circondare il caposaldo Gifu, sul Monte Austen.
Nuova Guinea.Dopo la consueta preparazione aerea e di artiglieria, australiani e americani aprono l’offensiva nel settore di Sanananda. La XVIII brigata australiana si apre il cammino fino alla costa e procede alla liquidazione del nemico lungo un’estesa fascia costiera che va da Capo Killerton fin quasi al villaggio di Sanananda. Gli americani del 163° fanteria avanzano tagliando la strada Soputa-Sanananda e penetrando per un chilometro alle spalle delle posizioni nipponiche, riuscendo infine a congiungersi con la XVIII brigata australiana.

L’Iraq dichiara la guerra alla Germania, all’Italia e al Giappone.
Germania.Nella notte sul 17, Berlino subisce una pesante incursione della RAF, la prima dal 7 novembre 1941. Gli inglesi impiegano un nuovo tipo di bombe che indicano i bersagli (target indicators).
17 gennaio
Fronte sovietico.Proseguono i combattimenti a sud del Lago Ladoga, a Stalingrado, sul fronte del Don (dove l’Armata Rossa occupata Millerovo aggrava la minaccia sul Gruppo di armate del Don e su Rostov) e nel Caucaso.
Tutto il fronte meridionale è in movimento: da Novosil al Caucaso non meno di 13 armate sovietiche (indipendentemente dalle 7 intente alla liquidazione di Stalingrado) sono in movimento. Il settore del fronte tedesco che cede più vistosamente è quello del Don, tenuto dalla 2à armata ungherese (contro la quale si lanciano la 40à armata sovietica e la 2à corazzata), dall’8à armata italiana (minacciata di accerchiamento dalla 6à armata sovietica e dal 1° Gruppo d’assalto), e dalla 3à armata romena, premuta dal 3° Gruppo d’assalto e dalla 5à armata corazzata.
Pacifico.Guadalcanal.Lungo la costa, dopo 4 giorni di attacchi gli americani sono riusciti ad avanzare fino a circa 1,5 km oltre Punta Cruz. Nuovi inviti alla resa vengono rivolti ai nipponici attraverso altoparlanti.Il caposaldo Gifu è sottoposto a un massiccio bombardamento da parte delle artiglierie americane.
Nuova Guinea.Gli australiani conquistano il villaggio di Sanananda, ma i nipponici si attestano su nuove posizioni a ovest e a sud di esso. Gli americani avanzano lentamente verso Giruwa, duramente contrastati dai nipponici, che sono anche favoriti dalla natura del terreno.
18 gennaio
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, dopo sette giorni di dura lotta, i sovietici dei Fronti di Leningrado e del Volchov si assicurano il possesso del “corridoio della morte”, una striscia di territorio larga una quindicina di chilometri a sud del Lago Ladoga. Leningrado, isolata dall’autunno del 1941, sarà in grado di ricevere maggiori rifornimenti, artiglieria tedesca permettendo.
Nel Caucaso, il Gruppo di armate A di von Kleist cerca di non farsi isolare a sud del Mar d’Azov contenendo la forte pressione sovietica, mentre il maggior numero possibile di divisioni viene ritirato attraverso il corridoio di Rostov, ancora libero.
La linea difensiva si estende lungo i fiumi Kuban e Manyc e, a nord, lungo il basso Donec. I sovietici riconquistano Cerkessk, sul Kuban, e Divnoje lungo il Manyc.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani stabiliscono una linea continua a ovest di Punta Cruz, che si estende per 1500 metri dalla costa alla Collina 53, un rilievo all’interno. Il caposaldo Gifu è completamente accerchiato.
Nuova Guinea.Nel settore di Sanananda, pur essendo ormai certa la loro sconfitta, i giapponesi si battono all’ultimo sangue, contrastando il passo agli australiani sia a Sanananda sia a Giruwa. Gli americani attaccano una posizione nemica possentemente fortificata a cavallo della strada Soputa-Sanananda. Altri reparti avanzano a ovest lungo la costa, conquistando una fascia di 300 metri di profondità.
Birmania.La XLVII brigata indiana attacca senza successo le posizioni nipponiche a Donbaik; la CXXIII resta attestata presso Rathedaung, ma è minacciata da est dal nemico che effettua una puntata offensiva nella valle del Kaladan.
Malta.Aerei dell’Asse attaccano la base della Valletta.
19 gennaio
Fronte sovietico.Le armate russe riconquistano Kamensk Sachtinskij sul Donec settentrionale, a nord di Rostov (sulla linea ferroviaria per Voronez), e Valujki, nodo ferroviario a est di Charkov. Von Manstein con il suo Gruppo di armate del Don compie veri miracoli contro forze sovietiche che gli sono sette volte superiori. Altrettanto fa, a est di Charkov, von Weichs col Gruppo di armate B. Presso il Don, a ovest di Pavlovsk, la 2à armata ungherese è chiusa in due sacche dai sovietici; lo stesso accade più a nord, presso Kastornoje, alla 2à armata tedesca.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani concentrano altre forze nel settore di Punta Cruz per cercare di spezzare la resistenza nipponica.
Nuova Guinea.Il gen. Yamagata lascia per mare il fronte di Sanananda dopo aver dato ordine alle truppe di ritirarsi verso ovest il giorno dopo, filtrando attraverso le linee alleate.
Il gen. Oda e un colonnello perdono la vita mentre dirigono le operazioni di sganciamento dei loro reparti.Tuttavia gli australiani sono ancora incapaci di piegare l’estrema resistenza nipponica lungo la costa a ovest di Sanananda e alla periferia di Giruwa. I giapponesi che presidiavano la linea fortificata lungo la strada Soputa-Sanananda sono circondati in tre distinte sacche, ma non si arrendono agli americani del 163° regg. fanteria.
Birmania.Proseguono, senza esito, gli attacchi degli indiani a Donbaik.
20 gennaio
Fronte sovietico.Truppe del Fronte meridionale (fin qui chiamato Fronte di Stalingrado) del gen. Eremenko conquistano Proletarskaja, lungo la linea ferroviaria Stalingrado-Novorossijsk, a est del fiume Manyc, e premono da est-sud-est in direzione di Rostov. Le forze di von Kleist seguitano a combattere una battaglia di retroguardia nel Caucaso.
Pacifico.Guadalcanal.Attività locale a ovest e a sud del perimetro di Lunga. Sul Monte Austen, il caposaldo nipponico Gifu incomincia a dare segni di cedimento: la guarnigione nipponica è ormai decimata dagli assalti e dai bombardamenti aerei e terrestri quasi quotidiani.
Nuova Guinea.Gli australiani rastrellano la zona costiera a ovest di Sanananda e la parte settentrionale della strada Soputa-Sanananda, da cui i nipponici stanno fuggendo. Gli americani iniziano la liquidazione delle tre sacche nemiche a cavallo della strada fra Soputa e Sanananda.

Il Cile rompe le relazioni diplomatiche coi paesi del Tripartito.
21 gennaio
Fronte sovietico.Nel Caucaso, i sovietici riconquistano Vorosilovsk, a est di Armavir.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani si preparano a una nuova offensiva, mentre i giapponesi resistono in tutti i settori.
Nuova Guinea.Americani e australiani si congiungono a est di Sanananda. Una colonna americana proveniente da est penetra nel villaggio di Giruwa, incontrando scarsa resistenza da parte dei nipponici, e si congiunge con i reparti australiani a ovest del villaggio.
Sicilia.Continuano le incursioni aeree alleate sull’isola: vengono colpite Porto Empedocle, Gela e Castelvetrano.
22 gennaio
Fronte sovietico.Il bollettino tedesco ammette per la prima volta che i sovietici, attaccando da ovest, hanno ridotto notevolmente il perimetro difensivo della 6à armata a Stalingrado. Il Fronte russo di Voronez, comandato dal gen. Golichov e forte di 3 armate, 1 armata corazzata e 2 Gruppi d’assalto, lancia l’offensiva contro Voronez, uno degli “istrici” della linea tedesca. All’estremo sud, i sovietici riconquistano Salsk, sulla linea ferroviaria Stalingrado-Novorossijsk.
Pacifico.Guadalcanal.Alle 6,30 i reparti del XIV corpo americano partono all’offensiva, con obiettivo il fiume Poha. L’attacco è appoggiato dall’artiglieria, dall’aviazione e dal fuoco di incrociatori e cacciatorpediniere. Una divisione mista di fanteria e di Marines avanza sulle alture a sud-est di Kokumbona, andando all’assalto delle posizioni giapponesi. Benché a corto di viveri e munizioni, i nipponici dimostrano grande abilità e valore nella battaglia difensiva nella giungla. Fermano i Marines lungo la costa, mentre si ritirano ordinatamente da alcune posizioni all’interno. Alle 17, il 27° fanteria americano è in possesso delle colline che si trovano a sud e a est di Kokumbona. Sul Monte Austen, gli americani riescono ad aprirsi un varco di 200 metri nel caposaldo Gifu e, durante la notte seguente, respingono un ultimo, disperato contrattacco nemico.
Nuova Guinea.Gli Alleati conseguono la loro prima vittoria terrestre sui nipponici nel corso del conflitto ponendo fine alla lunga battaglia per Papua, la parte sud-orientale dell’isola. La XVIII brigata australiana ha ragione delle ultime sacche di resistenza sulla costa a ovest di Sanananda, mentre il 163° fanteria americano libera definitivamente la strada Soputa-Sanananda liquidando gli ultimi difensori giapponesi. Si stima che i nipponici abbiano impiegato nella campagna da 12.000 a 16.000 uomini e che abbiano avuto 7000 morti; i prigionieri sono appena 350, e in gran parte si tratta di cinesi o coreani aggregati ai nipponici. Australiani e americani, i cui effettivi all’inizio della campagna ammontavano a poco meno di 30.000, hanno perduto circa 8500 uomini, di cui oltre 3000 morti.
23 gennaio
Fronte sovietico.Nel settore del Gruppo di armate B (von Weichs) i sovietici dopo durissimi combattimenti entrano a Voronez. La resistenza tedesca continua anche all’interno della città. Prosegue la tragedia della 6à armata a Stalingrado: da tempo la razione è stata portata a 50 grammi di pane e 1 litro di minestra di legumi al giorno. Dopo quasi un mese di questa dieta (iniziata il 26 dicembre) le condizioni fisiche dei difensori sono grandemente debilitate. I rifornimenti lanciati dalla Luftwaffe sono sempre più scarsi e spesso inutili. Un giorno. arrivano 5 tonnellate di caramelle, un altro giorno addirittura 200.000 manifestini di propaganda.
Nel Caucaso, mentre von Kleist si ritira rapidamente, i sovietici rioccupano Armavir, centro ferroviario sulla linea Rostov-Baku.
Africa settentrionale.Proseguendo la sua avanzata verso occidente, alle 5 del mattino l’8à armata inglese entra a Tripoli.
Pacifico.Guadalcanal.Finalmente gli americani compiono progressi sensibili, superando Kokumbona e chiudendo in una sacca i nipponici rimasti a est del fiume Poha. La stessa Kokumbona è conquistata dopo duri combattimenti. Il caposaldo Gifu, sul Monte Austen, è definitivamente occupato da un battaglione del 35° regg. fanteria.
Nuova Guinea.Eliminate le guarnigioni giapponesi dal litorale nell’area di Buna-Gona e Sanananda e dall’intera regione, MacArthur prepara la seconda fase dell’offensiva per scacciare il nemico dal settore di Lae e dall’intera isola.

Si conclude la Conferenza di Casablanca, nel corso della quale gli Alleati hanno preso le seguenti decisioni: principio della "resa incondizionata"; completamento della campagna tunisina e sbarco in Sicilia (operazione “Husky”) in luglio o, possibilmente, in giugno; grande offensiva aerea contro i paesi europei dominati dalla Germania; avanzata nel Pacifico per la riconquista delle Filippine; offensiva in Birmania e Cina.

Un sommergibile americano affonda al largo della Nuova Irlanda il cacciatorpediniere nipponico Hakaze.
24 gennaio
Fronte sovietico.Si combatte sempre aspramente a Stalingrado e a Voronez.
Pacifico.Guadalcanal.La 25à divisione USA avanza a ovest di Kokumbona verso il fiume Poha. I giapponesi contendono ogni metro al nemico, mentre preparano il reimbarco.
Una squadra di portaerei, incrociatori e cacciatorpediniere USA, al comando dei contramm. Ainsworth e Ramsey, sottopone a un pesante bombardamento aeronavale la zona di Vila-Stanmore nell’Isola di Kolombangara, nelle Salomone.
25 gennaio
Fronte sovietico.L’Armata Rossa completa la riconquista di Voronez.
Italia.Il gen. Giovanni Messe viene designato a succedere al feldmaresciallo Rommel nel comando supremo delle forze armate italo-tedesche in Africa.
Prosegue l’odissea dell’armata italiana. Il corpo d’armata alpino (div. Tridentina, Cuneense, Julia), comandato dal gen. Reverberi, dal 21 si batte eroicamente per tener aperta la via della ritirata ai resti dell’ARMIR.
Oggi riesce a sfondare la ferrea linea sovietica a Nikolaevka, consentendo la salvezza del 40% dell’armata.
Nuova Guinea.Il generale americano Horace Fuller assume il controllo operativo di tutte le truppe alleate nella zona di Gona.
26 gennaio
Fronte sovietico.A Stalingrado, i sovietici riducono sempre più il perimetro difensivo tedesco spezzando le forze nemiche in due tronconi. Due giorni prima von Paulus ha chiesto a Hitler l’autorizzazione ad arrendersi, ma il Fuhrer ha seccamente risposto: “Le proibisco di capitolare. La 6à armata terrà le posizioni fino all’ultimo uomo e all’ultima cartuccia”. Consapevole della follia di una simile decisione, ma ligio al suo giuramento di fedeltà, Paulus si rassegna al calvario.
Pacifico.Guadalcanal.Temendo un attacco di sorpresa dei nipponici contro il perimetro di Lunga, gli americani ritirano una divisione dal fronte del fiume Poha per rafforzare le difese della loro base. In realtà, i nipponici non sono più in grado di lanciare attacchi.
27 gennaio
L’8à Forza aerea statunitense, di base in Inghilterra, effettua la sua prima incursione contro la Germania, bombardando magazzini e impianti industriali a Wilhelmshaven.
Fronte sovietico.Proseguono gli inutili combattimenti di Stalingrado.
Grazie all’abilità manovriera di von Kleist, parte del Gruppo di armate A ha potuto essere riportato in Ucraina; ma ormai i russi premono in direzione di Rostov, e von Kleist deve far ripiegare il resto delle sue forze nel Kuban, preparandosi a tenere una testa di ponte nella zona di Novorossijsk.
Africa settentrionale.L’ 8à armata britannica è alla frontiera tra la Libia e la Tunisia.
Pacifico.Guadalcanal.La divisione mista esercito-Marines avanza per altri 2 chilometri raggiungendo il fiume Nueha.
28 gennaio
Germania.Un decreto mobilita tutti i tedeschi dai 16 ai 65 anni.
Fronte sovietico.Sul Fronte di Voronez, la 38à armata sovietica conquista Kastornoje, a ovest di Voronez.
Pacifico.Guadalcanal.Prosegue, debolmente contrastata dai nipponici, l’avanzata degli americani in direzione di Capo Esperance.
Nuova Guinea.I nipponici compiono un ultimo tentativo per raggiungere Port Moresby attraverso le montagne dell’interno, attaccando il presidio australiano di Wau. Grazie al valore dei difensori, il comando alleato ha il tempo di far affluire rinforzi adeguati per via aerea.
29 gennaio
Fronte sovietico.La 37à armata sovietica, nel Kuban, conquista Kropotkin, nodo ferroviario sulla linea Rostov-Baku.
29-30 gennaio
Battaglia aeronavale dell’isola Rennell(Salomone). Una squadra di incrociatori e cacciatorpediniere americani di scorta a un convoglio diretto a Guadalcanal è attaccata dall’aviazione nipponica. Il 30, mentre le unità americane sono nuovamente attaccate dagli aerei nipponici,contro questi si lanciano grosse formazioni di aerei americani decollati da Guadalcanal e dalle portaerei. Il bilancio dello scontro è a sfavore degli americani, il cui incrociatore pesante Chicago è affondato da un aerosilurante. Un CT è danneggiato.
30 gennaio
Fronte sovietico.Nel Kuban, i sovietici riconquistano Tichoreck, a nord-ovest di Kropotkin e a sud-est di Rostov, tagliando cosi la principale via di ritirata per le forze del Gruppo di armate A, di von Kleist, dalla zona di Novorossijsk. Truppe del Fronte russo transcaucasico, avanzando da sud nella stessa zona, riconquistano il centro petrolifero di Majkop. Il Gruppo di armate del Don, di von Manstein, è costretto a ritirarsi verso nord e quindi non può più recare alcun appoggio al Gruppo di armate A.
Italia.Messina, Catania e Augusta vengono raggiunte e bombardate da aerei alleati che causano notevoli danni.
Francia.Viene creata la Milice, un organo di polizia politica destinato a lottare contro i membri della Resistenza: ne è comandante in capo Joseph Darnand, sostenitore di Pétain e acceso collaborazionista.
Germania.Prima incursione aerea diurna della RAF su Berlino.
Pacifico.Guadalcanal.Proseguendo l’avanzata verso Capo Esperance, il 147° fanteria USA raggiunge la foce del fiume Bonegi, ma qui è costretto ad arrestarsi per la veemenza del fuoco nipponico.
Nuova Guinea.Rinforzati da reparti della XVIII brigata australiana, i difensori di Wau sconfiggono i nipponici costringendoli a battere in ritirata.
31 gennaio
Germania.L’ammiraglio Karl Dònitz viene nominato comandante in capo della flotta tedesca. Subentra nella carica a Erich Raeder.
Sicilia.Violente incursioni aeree alleate sull’isola colpiscono in particolare Catania, Trapani e Augusta.
Fronte sovietico.Mentre i sovietici hanno ormai ridotto i difensori di Stalingrado a due sacche gremite di gente affamata e disperata, Hitler nomina von Paulus feldmaresciallo, ma lo stesso giorno il neopromosso e costretto a chiedere la resa. Avuta la notizia, il Fuhrer lo maledice perché si è disonorato preferendo la resa al suicidio. Giura che non creera più feldmarescialli, si abbandona a un vero attacco di furore. Due giorni dopo anche l’ultimo nucleo di resistenza a Stalingrado, formato da uomini dell’XI corpo d’armata al comando del gen. Strecker nel quartiere di Aleksandrovka, depone le armi. Dei 284.000 uomini chiusi nella sacca, circa 160.000 hanno perso la vita, oltre 34.000 sono stati evacuati per via aerea. La Luftwaffe ha perduto 500 aerei da trasporto. I sopravvissuti, poco più di 90.000, saranno avviati a piedi verso la Siberia; molti moriranno di inedia o assiderati durante la terribile marcia di trasferimento. Il 7 novembre, Stalin annuncerà che 146.300 corpi di caduti sono stati raccolti e bruciati.
Ma soprattutto Stalingrado è il primo, terribile scacco della già invincibile Wehrmacht; segna una svolta militare e psicologica nel conflitto.
Pacifico.Guadalcanal.Il 147° fanteria USA, con l’appoggio di artiglierie terrestri e navali, tenta nuovamente il passaggio del fiume Bonegi, ma è bloccato dal fuoco nemico.
Un battaglione tuttavia risale il fiume e riesce ad attraversarlo più a monte, a circa 2,5 km da Punta Tassafaronga. Gli americani stanno per vincere la battaglia di Guadalcanal, ma non riescono a sconvolgere la tabella di marcia che i nipponici hanno fissato per le operazioni di sganciamento e reimbarco.
Nuova Guinea.Le artiglierie australiane battono i giapponesi in ritirata.

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