Gli Antefatti
29 settembre 1938
Accordi di Monaco. Vengono sotto
scritti dai rappresentanti di Francia
(Daladier), Gran Bretagna (Chamberlain), Italia (Mussolini) e Germania (Hitler) al termine di un convegno tenuto nella capitale bavarese
per risolvere il problema dei Sudeti,
popolazioni boeme di lingua tedesca, che da tempo chiedevano l’annessione alla Germania di Hitler. A
tale pretesa si era sempre opposto
il governo di Praga che vedeva in
tal modo minacciata la sua sicurezza
e integrità nazionale, ma la impetuosa propaganda tedesca aveva spinto
alla fine Francia e Inghilterra a cercare«a tutti i costi»una soluzione
diplomatica del problema sollecitando l’intervento mediatore di Mussolini. Con il documento sottoscritto
a Monaco, Francia e Inghilterra,
giustificandosi con«il profondo realismo con cui vedono la situazione
tedesca»,cedono su tutta la linea
alle pretese di Hitler: si consente in
definitiva alla Germania di occupare
la zona dei Sudeti tra il 1°e il 10
ottobre, a patto che i tedeschi rinuncino ad ogni ulteriore ingrandi
mento territoriale a danno delle nazioni confinanti. Facendo torto alla
loro consumata esperienza politica,
Chamberlain e Daladier sono convinti di aver fermato l’espansionismo
tedesco e soprattutto di aver salvato
la pace: poche illusioni furono destinate a essere smentite dai fatti con
la rapidità con cui gli avvenimenti
successivi fecero giustizia delle speranze dei due uomini politici.Co
munque, abbandonata da Francia e
Inghilterra, la Cecoslovacchia deve
cedere alla Germania quasi 30.000
kmq di territorio con 3 milioni e
mezzo di abitanti, di cui 2.800.000
di lingua tedesca. Ma non è tutto:
l’infelice Cecoslovacchia, dopo un
secondo atto di spartizione siglato
il 20 novembre 1938, perde altre
fette di territorio a vantaggio della
Polonia (1700 kmq e 228.000 abi
tanti) e dell’Ungheria (circa 20.000
kmq e 772.000 abitanti). Con queste
cessioni, l’economia cecoslovacca
perde buona parte delle sue risorse
minerarie e dei suoi impianti indu
striali.
10 ottobre 1938
Le truppe tedesche iniziano l’occupazione dei Sudeti. L’operazione era
pronta nei minimi dettagli da parecchi mesi ed è questa la prova più evidente che la sorte dei Sudeti era
segnata anche senza la firma degli
accordi di Monaco.
14 marzo 1939
La Slovacchia, guidata dal filotedesco monsignor Jozef Tiso, proclama
l’indipendenza da Praga sotto la protezione della Germania alla quale
viene anche ceduto lo sfruttamento
delle ricche risorse minerarie della
regione.
15-16 marzo
La repubblica cecoslovacca cessa di
esistere: i tedeschi occupano la Boemia-Moravia imponendovi il loro
protettorato.
L’Ungheria si annette la Rutenia
subcarpatica, estrema parte orientale
della defunta repubblica cecoslovacca.
17 marzo 1939
Il premier inglese Chamberlain accusa esplicitamente Hitler di essere
venuto meno agli impegni presi.
21 marzo 1939
La Germania rinnova alla Polonia
le pesanti richieste già presentate
altre tre volte, a partire dal 24 ottobre dell’anno precedente, e precisa
mente:1)restituzione di Danzica;2)consenso alla costruzione di una
autostrada e di una ferrovia extra
territoriali che consentano il collega
mento tra la Germania e la Prussia
Orientale attraverso il Corridoio di
Danzica;3)garanzie, a lunga scadenza,del nuovo assetto territoriale.
23 marzo 1939
Il governo polacco dispone il potenziamento dei contingenti militari che
presidiano il Corridoio di Danzica.
Contemporaneamente,in base ad un
accordo con la Lituania,i tedeschi
occupano il territorio di Memel,adiacente alla Prussia Orientale,abitato da gente di ceppo tedesco.
26 marzo 1939
La Polonia respinge ancora una volta
le richieste tedesche.
28 marzo 1939
I polacchi proclamano che ogni eventuale tentativo tedesco di alterare lo
staus di Danzica senza il consenso
della Polonia significherebbe inevitabilmente la guerra.
31 marzo 1939
In una dichiarazione congiunta Francia e Gran Bretagna annunciano che
garantiranno l’indipendenza e l’integrità territoriale della Polonia contro
eventuali aggressori.
6 aprile 1939
11 ministro degli Esteri sovietico
Maksim Litvinov propone accordi
anglo-russi da attuare a livello di
ministri.
7 aprile 1939
Al fine di controbilanciarc l’espansione tedesca in Cecoslovacchia,
truppe italiane occupano l’Albania:re Zog si ripara in Grecia.
12 aprile 1939
L’Assemblea Nazionale Albanese approva un ordine del giorno che sancisce l’unione personale del paese
alla Corona d’italia.
13 aprile 1939
Francia e Gran Bretagna, sulla base
del documento relativo alla Polonia
reso noto il 31 marzo, si fanno garanti dell’indipendenza e dell’integrità territoriale della Grecia e della
Romania.
15 aprile 1939
La Camera dei Fasci e delle Corpo
razioni proclama l’unione dinastica
del regno d’Italia e del regno di
Albania nella persona di Vittorio
Emanuele III.
L’ambasciatore inglese a Mosca,
sir William Seeds, sollecita Litvinov
perché l’URSS assuma nei confronti
di Polonia e Romania un impegno
analogo a quello preso dagli anglo-francesi.
18 aprile 1939
Il ministro degli Esteri sovietico Litvinov propone un’alleanza decennale
tra Gran Bretagna, Francia e URSS.
20 aprile 1939
Hitler compie 50 anni e celebra l’avvenimento con la più imponente
parata militare che la Germania abbia mai visto.
27 aprile 1939
La Gran Bretagna reintroduce il servizio militare obbligatorio.
28 aprile 1939
Al Reichstag, Hitler denuncia il patto decennale di non aggressione sottoscritto nel 1934 con la Polonia e
l’accordo con cui i due Paesi si
erano impegnati a cercare una soluzione pacifica al problema di Danzica: reclama inoltre la cessione della
città libera alla Germania.
22 maggio 1939
I ministri degli Esteri di Italia e
Germania, Galeazzo Ciano e Joachim
von Ribbentrop, firmano il cosiddetto « Patto d’acciaio », un accordo
politico-militare che nelle intenzioni
dei contraenti deve diventare un potente mezzo di pressione diplomatica
sulle democrazie occidentali e soprattutto il segno dell’identità di interessi tra l’italia fascista e la Germania nazista. In realtà il Patto non
ha quella solidità che la denominazione potrebbe far supporre: nelle
alte sfere militari e politiche di Roma
ci si rende conto del pericoloso gioco
d’azzardo iniziato da Hitler in Europa;e se è vero che la Germania ha
accettato la condizione posta dall'
Italia che un’eventuale guerra non
debba scoppiare prima di due o tre
anni,è altrettanto vero che Hitler
vuole«una»guerra,e la vuole subito:la «questione polacca»gliene offrirà l’occasione.
23 maggio 1939
A proposito della «questione polacca»Hitler annuncia ai suoi generali:«Signori,non aspettatevi una ripe
tizione dell’affare cecoslovacco: questa volta la guerra l’avrete».
26 maggio 1939
Infine decise a mutar atteggiamento
di fronte alla minaccia tedesca e ad
opporsi alle incredibili pretese di
Hlitler, Francia e Gran Bretagna cer
cano di indurre l’Unione Sovietica
ad un’alleanza con la Polonia. Gli
sforzi della diplomazia occidentale
però non approdano ad alcun risultato concreto anche perché dal 3
maggio sulla poltrona di ministro de
gli Esteri dell’URSS, al posto del
filoccidentale Maksim Litvinov, siede il più spregiudicato Molotov, assai più incline del suo predecessore
a cercare un accordo con la Germania, se non altro per ragioni tattiche.
25 luglio 1939
240 aerei inglesi partecipano a voli
di addestramento nel cielo di Francia.
23 agosto 1939
Germania e Unione Sovietica, per
mano dei rispettivi ministri degli
Esteri Joachim von Ribbentrop e
Molotov, firmano a Mosca un patto
di non aggressione cui è allegato un
protocollo segreto relativo alla futura(e quindi data come certa)spartizione della Polonia. Si tratta di un
rovesciamento di posizioni clamoroso e sconcertante che lascia inquieto
e perplesso tutto il mondo. L’«ag
gancio» dell’URSS che non era riuscito alle potenze occidentali in lunghi mesi di trattative riesce in poche
settimane alla diplomazia tedesca:
perché? La risposta è molto semplice: Berlino poteva offrire a Mosca
su un piatto d’argento quello che mai
Francia e Inghilterra avrebbero potuto consentire, e cioè mezza Polonia, la Bessarabia e gli Stati baltici;
il che, evidentemente, non è cosa da
poco. Lo stesso giorno, Polonia e
Francia richiamano sotto le armi alcune classi di riservisti, senza proclamare la mobilitazione generale.
25 agosto 1939
Le potenze occidentali cercano in
qualche modo di replicare alla strabiliante mossa diplomatica tedesca del
23 agosto: cosi la Gran Bretagna
trasforma la garanzia unilaterale,
concessa alla Polonia il 31 marzo
assieme alla Francia, in un patto di
mutua assistenza: ciò comporta l’in
tervento automatico di ciascuno dei
due paesi in caso di aggressione al
l’altro da parte di terzi. L’accordo
viene firmato a questa data nella
capitale inglese.
Berlino, ore 16,30: Hitler viene
informato della firma dell’accordo
anglo-polacco. 19,30: il Fuhrer revoca l’ordine di invadere la Polonia
diramato alle sue truppe alle ore 15.
I giornali e la radio tedeschi, magistralmente orchestrati da Joseph
Paul Goebbels, mitstro della Propaganda e dell’informazione del Terzo Reich, diffondono notizie false
circa presunte persecuzioni a danno
di tedeschi in Polonia, e inventano
addirittura veri e propri massacri:
secondo queste fonti nella città di
Lodz, nella Polonia centrale, sarebbero stati trucidati 24 tedeschi, 15
invece a Bielite (Bilsko-Biala in po
lacco), nella Polonia meridionale.
La nave-scuola della marina germanica Schleswig-Holstein getta l’ ancora nel porto di Danzica, suscitando
l’entusiasmo della popolazione di origine tedesca.
27 agosto 1939
Gli interventi degli ambasciatori inglesi e francesi accreditati a Berlino,
sir Neville Henderson e Robert Coulondre, le lettere di Chamberlain e
Daladier a Hitler e i pressanti inviti
degli occidentali al governo polacco
per indurlo a trattare, tutto cade nel
vuoto: la strada imboccata dalle due
parti è di quelle senza ritorno.
29 agosto 1939
Per il tramite dell’ambasciatore inglese a Berlino, Hitler pone un ultimatum: la Polonia dovrà inviare un
suo plenipotenziario nella capitale
tedesca entro il 30 di agosto, per
definire la questione di Danzica e del
suo Corridoio sulla base di un documento in 16 punti (in realtà si tratta
di un vero e proprio Diktat) elabora
to da von Ribbentrop e dallo stesso
Hitler.
30 agosto 1939
In previsione di un imminente attacco tutte le unità dell’aviazione polacca lasciano gli aeroporti in cui erano
dislocate e si portano nei campi di
aviazione operativi.
Per lo stesso motivo i cacciatorpediniere della marina polacca ricevono
l’ordine di salpare verso la Gran Bretagna. Restando nelle loro basi, sarebbero inutilmente sacrificati.
31 agosto 1939
Per accontentare almeno formalmente Mussolini, il quale ha tra l’altro
sollecitato l’immediata convocazione
di una conferenza internazionale per
scongiurare la guerra, il Fuhrer acconsente a ricevere l’ambasciatore
polacco a Berlino, Lipsky.E' un dialogo tra sordi che dura solo pochi
minuti: segue l’annuncio che la « generosa offerta » tedesca è stata re
spinta dai polacchi. L’incontro tra
Hitler e Lipsky è avvenuto nel tardo
pomeriggio: alle 21 il ministro degli
Esteri tedesco von Ribbentrop consegna agli ambasciatori di Francia e
Inghilterra una nota nella quale de
nuncia il rifiuto della Polonia ad intavolare trattative. Parecchie ore prima, e precisamente alle 12.40, il
Fuhrer aveva già firmato l’ordine di
attacco alla Polonia: il via all’opera
zione sarebbe stato dato l’indomani,
l° settembre, alle ore 4.45.
Ore 20: viene « fabbricato » anche
il casus belli, se mai ve ne fosse
stato bisogno. Fonti tedesche comunicano: «La stazione radio di Gleiwitz è stata presa d’assalto da un
gruppo di insorti polacchi e momentaneamente occupata. Gli insorti sono stati ricacciati oltre confine dagli
agenti del posto di polizia di frontiera. Nello scontro a fuoco uno degli
insorti è stato ferito mortalmente ».
La verità però è un’altra: gli « insorti polacchi» altro non erano se non
uomini del Sicherheitsdienst (Servizio
di Sicurezza) tedesco, vestiti con uniformi polacche fornite dal capo del
servizio segreto ammiraglio Wilhelm
Canaris, e guidati da un fanatico
membro delle SS, Alfred Helmut
Naujocks. Ricevuto un ordine in codice dal capo del servizio di sicurezza Reinhard Heydrich, i dodici insorti hanno simulato l’attacco, impadronendosi della stazione radio e
leggendo ai microfoni, in polacco,
una sconclusionata e minacciosa dichiarazione antitedesca, prima di darsi alla fuga.
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