Scuola di Ascensione Globale
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La Vera Origine dei Prezzi
Una delle relazioni sulla quale la maggior parte degli economisti si trovano d'accordo, anche per evidenti e ripetute prove empiriche, è quella tra la variazione della quantità di moneta e la variazione dei prezzi. Ma qual è la causa prima tra queste due, la moneta o i prezzi? La moneta è quel particolare bene che permette di scambiare qualsiasi bene e servizio all'interno di una comunità. In passato molte sono state le monete (cioè mezzi di scambio) utilizzate per scambiarsi beni e servizi, ad esempio l'oro, il grano, metalli preziosi in generale o perfino conchiglie come in certe isole polinesiane. Prima ancora esisteva il baratto, cioè lo scambio di un bene con un altro bene senza l'utilizzo di un bene che fungesse da mezzo di scambio. Oggigiorno la moneta è metallica e cartacea. O almeno questo è quello che viene detto. In realtà oggi oltre il 90% della moneta in circolazione non è fisica, bensì virtuale: viaggia infatti attraverso semplici trasferimenti bancari senza che vi sia connesso alcunché di fisico. E' come se il mezzo di scambio fossero le mele e, sebbene risultino esserci 100 mele nel sistema considerando tutti gli scambi fatti in un certo istante, in realtà ne esistono solo 10, ad esempio. Ora, un fatto del genere può essere spiegato dalla velocità di circolazione di moneta se consideriamo la variazione nel tempo della moneta circolante, ma se consideriamo un certo istante allora le cose cambiano. Se potessimo cioè fermare il tempo e vedere in un certo istante quanto denaro sembra circolare nel mondo, potremmo rimanere stupiti nel vedere che, sebbene risultino esserci solo 10 euro in carta e metallo, risultino essercene 100 nel sistema. Quindi dovremmo domandarci: da dove saltano fuori quei soldi se non esistono fisicamente? Dietro questa banale domanda sta la chiave per comprendere la vera origine dell'inflazione ed anche l'origine della grande disuguaglianza di ricchezza nel nostro pianeta. Ma andiamo con ordine. Abbiamo detto che oggi la maggior parte della moneta è virtuale. Ma è un bene che sia così oppure no? Bèh, direi proprio di no! Proprio qui sta il problema. La moneta, in quanto bene come un altro, è un qualcosa di fisico. Può essere anche della semplice carta o del metallo, ma deve pur sempre essere un qualcosa di fisico. E' semplicemente quel bene che viene preferito rispetto a tutti gli altri come mezzo di scambio perché tutti lo accettano, e quindi può a sua volta essere scambiato con qualsiasi altro bene. Dato che è il mezzo di scambio, allora la moneta è anche il bene più diffuso, ed in quanto tale la sua quantità in valore presente nel sistema influenza il prezzo di tutti gli altri beni e dei servizi. In sostanza, se la moneta aumenta nel sistema, dato che è il bene che tutti accettano come contropartita di un qualsiasi bene o servizio, allora sarà anche il più domandato. La moneta è il bene la cui domanda nel mercato è massima. Per la semplice ed ovvia legge di mercato per la quale se la domanda di un bene aumenta, allora a parità di offerta il prezzo aumenta, avremo che se la domanda di moneta aumenta allora il suo prezzo aumenta. Ma cos'è il prezzo della moneta? E' come per qualsiasi altro bene il valore di quel bene per unità. Ad esempio, dire che il prezzo della moneta euro è aumentato significa che adesso posso comprarne meno a parità di disponibilità. Ma dove la compro la moneta? Qui sta la sorpresa: come per tutti i beni, anche la moneta ha il suo produttore ed il suo venditore, ma nel caso della moneta il produttore ed il venditore coincidono e consistono nel sistema bancario. Le banche sono i negozi del bene moneta. E quindi è nelle banche che vado a comprare la moneta, ed il prezzo che pago per comprarla è l'interesse. La particolarità del bene moneta è però che non posso mai comprarlo definitivamente, in quanto si tratta sempre di un prestito. Cioè il venditore del bene moneta (la banca) non mi vende il suo bene ma me lo presta a fronte di un prezzo (interesse). Perché succede questo? Se la moneta è un bene come un altro allora non dovrebbe succedere! Una volta pagato il prezzo del bene (interesse) allora il bene dovrebbe essere mio! Invece non è così. Perché? Perché il sistema bancario è una truffa legalizzata. Le banche non prestano il denaro che hanno in deposito ma, per l'esistenza di un coefficiente di riserva frazionale che di solito è abbastanza basso (anche meno del 5%) , esse possono prestare più soldi di quelli che hanno veramente. Se una banca ha 100 di depositi, allora con un coeff. di riserva del 10% può prestare denaro fino a 10 volte il valore dei suoi depositi. Ciò significa che se ho 100 di depositi (raccolta) e ne presto (impiego) 500, cosa possibilissima con il sistema attuale, allora creo dal nulla 400! E questo è ciò che fanno le banche continuamente, creare denaro dal nulla, semplicemente digitando cifre su un computer. Con questo sistema si viene ad avere molto più denaro virtuale di quello realmente esistente. Ed il denaro virtuale in realtà non esiste! Il sistema bancario così come oggi è strutturato continua a sopravvivere semplicemente perché la gente continua ad avere fiducia nelle banche e non conosce esattamente il meccanismo di funzionamento della creazione del denaro. Se il prezzo della moneta euro ( l'interesse) aumenta, allora la gente ne comprerà meno. In sostanza, nel sistema attuale, se le banche aumentano gli interessi allora presteranno meno soldi e viceversa. Se le banche prestano meno soldi allora vi sarà meno moneta in circolazione. E di conseguenza la gente comprerà meno, la domanda nel mercato diminuirà e i produttori saranno costretti a diminuire i prezzi. Ma se il prezzo della moneta continua a rimanere alto, allora a causa della scarsità di moneta nel sistema si creerà una stagnazione o peggio una recessione economica, tanto più quanto la moneta necessaria è maggiore di quella realmente presente. Quindi un aumento del prezzo della moneta, provoca una diminuzione dei prezzi degli altri beni. Ed è vero anche che una diminuzione del prezzo della moneta (diminuzione del tasso d'interesse) provoca un aumento dei prezzi degli altri beni. Vale quindi la relazione tra variazione della quantità di moneta e variazione del prezzo dei beni. Ma vale solo in un senso. Perché? Perché i prezzi dei beni non hanno alcuna influenza sulla quantità di moneta nel sistema, e nemmeno la variazione dei prezzi sulla variazione della quantità di moneta. La moneta presente nel sistema, infatti, dipende come per ogni altro bene da quanta se ne offre e quindi dai produttori, cioè dalle banche. Se le banche tengono gli interessi alti, allora favoriranno la diminuzione dei prezzi ma anche la crisi economica, ma se li tengono bassi allora favoriranno l'aumento dei prezzi ed una crescita economica. Se così fosse, l'economia non sarebbe poi una cosa così difficile, ma le cose sembrano essere più complesse. Questo proprio per il motivo sopra spiegato che il sistema bancario può creare ( e nella realtà crea) denaro dal nulla e per di più lo fa pagare attraverso l'interesse. I prezzi dei beni e servizi sul mercato dipendono dalla domanda e dall'offerta di tali beni, ma la domanda e l'offerta dipendono entrambe dalla quantità di moneta (denaro) disponibile, e quindi dalla quantità di moneta in circolazione. In sostanza, il problema dell'inflazione è un problema che non va ricercato né nel lato dell' offerta (produttori, grossisti, commercianti, fornitori) né nel lato della domanda (consumatori) ma piuttosto nel sistema bancario. E la cosa bizzarra è che non solo le banche sono produttori-consumatori del bene moneta (attraverso i prestiti), ma ne sono anche compratori (attraverso i depositi)! Ed oltretutto il loro stesso bene è anche il loro fattore produttivo fondamentale! E' come se una ditta che produce libri ne fosse anche il venditore (e fin qui è abbastanza normale) e ne fosse anche il compratore (cioè comprerebbe libri suoi o di altri, come fanno le banche che accettano in deposito non solo denaro prestato (creato) da loro, ma anche da altre banche). Ed è come se i libri comprati dalla stessa ditta che produce libri fossero un fattore produttivo fondamentale per l'impresa stessa. Ovvio che ciò non ha senso, a meno che l'impresa non faccia in realtà compra-vendita di beni altrui, ed abbia un guadagno sull'intermediazione. Risulta quindi che la moneta, cioè il bene di scambio, necessita di una gestione particolare, una volta che viene accettato da tutti come mezzo di scambio. Nel momento cioè in cui la gente sceglie un certo bene particolare come mezzo di scambio e questo ottiene il monopolio, allora tale monopolio necessita di una gestione particolare. Dato che è naturale che la gente alla fine scelga un solo mezzo di scambio che renda semplici gli scambi, allora la situazione di monopolio della moneta non può essere gestita da privati, come avviene oggigiorno attraverso il sistema bancario. E la situazione ideale per ogni monopolio necessario (l'unico veramente necessario ed utile è quello della moneta) è che venga gestito dalla comunità. Ed è naturale che la gente scelga dei suoi rappresentanti per gestire gli affari della comunità in suo nome, e dovrebbe quindi essere compito del Governo la gestione del monopolio della moneta. Il Governo stesso dovrebbe creare la moneta e gestirne la quantità in circolazione, evitando in questo modo la creazione di debito pubblico e la necessità di elevate imposte. E dovrebbe creare moneta di credito, non di debito. Cioè il Governo dovrebbe creare moneta dal nulla e farla pagare con un certo tasso di interesse ai membri della comunità. Ma in quanto moneta di credito, non verrebbe richiesta indietro. Non sarebbe cioè un prestito, bensì una vera e propria vendita il cui prezzo del bene moneta è costituito dall'interesse pagato. Le imposte sarebbero in una tale situazione provvedimenti saltuari necessari per mantenere equilibrata la quantità di moneta nel sistema, e controllare in tal modo la variazione dei prezzi. Il Governo stesso quindi dovrebbe creare moneta, e le banche dovrebbero essere delle semplici casseforti o dei semplici intermediari che si assumono il rischio di prestare denaro altrui, e che danno le dovute garanzie ai prestatori. Le banche dovrebbero cioè avere un coefficiente di riserva del 100%, cioè se ho in deposito 100 allora posso prestare non più di 100 e me ne assumo le responsabilità, garantendo adeguatamente i depositanti e gli investitori. |