La settecentesca palazzina di caccia di Ternavasso sorge poco
lontana dal Castello medioevale. Essa fu dimora dei ROERO-BLANCARDI e dei THAON
DI REVEL.
E’ circondata da un ampio parco, a sua volta arricchito da un
lago artificiale, esistente già dal Seicento.
L’edificio presenta la struttura delle regge d’oltralpe: si sviluppa
su un tracciato orizzontale che si inserisce armonicamente nel
verde dei boschi e della campagna. Si compone di un corpo centrale che emerge esternamente sulla facciata nord,
creando quel movimento di superfici tipico dell’architettura
barocca; e di due parti laterali rettilinee che si dispongono
simmetricamente rispetto all’asse centrale e terminano con due
torrette. Il nucleo centrale della costruzione, più antico,
risale probabilmente al Seicento.
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La Palazzina risulta oggi divisa in più piani, ma
bisogna tenere presente che in
origine l’edificio era più basso e che la costruzione dei piani
superiori risale a tempi più recenti.
Gli appartamenti padronali e le sale di rappresentanza
occupano il piano rialzato, chiamato perciò “nobile”. Ha un’elegante
facciata, semplice e simmetrica, ed un imponente salone d’entrata
centrale, fregiato delle armi di alleanza dei Blancardi e dei
Saint’Andrè. La facciata è ripartita da lesene e ampie finestre,
disposte con regolarità, che esaltano con il loro ritmo le dimensioni
dell’edificio.
La decorazione esterna è arricchita da una serie
di trofei che richiamano la caccia, attività molto amata dai nobili
del Settecento. Una volpe in bronzo campeggia sulla sommità, al
di sopra del salone d’ingresso, e simboleggia la funzione dell’edificio
che, oltre ad essere residenza signorile, doveva essere sede di
ritrovo per le battute di caccia. Questa era un’attività tutt'altro
che secondaria se si pensa che nel Settecento e nell’Ottocento
era occasione di incontri mondani tra i ricchi aristocratici del
tempo.
In questa Palazzina fu ospite più volte, nel secolo scorso, Vittorio
Emanuele II, che amava venire a caccia in questi boschi. Vi soggiornarono molti altri personaggi importanti,
tra cui Vittorio Emanuele III nel 1940. Negli anni Cinquanta, Mario Soldati vi girò alcune sequenze d’esterno
per il film “Guerra e Pace” (Leone
Tolstoj – regista King Vidor).
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