PROGETTO
DI ACCOGLIENZA E D'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI
STRANIERI
Nelle scuole del Circolo Didattico di Aquileia, soprattutto nell'ultimo biennio,
sono stati iscritti alcuni bambini provenienti da altre culture, sintomo questo
del cambiamento della società attuale che sta sempre più assumendo una connotazione
di carattere interculturale.
Questi nuovi soggetti devono poter trovare nelle nostre scuole un ambiente "ricco"
che li aiuti a crescere dal punto di vista psicologico e socio-culturale, dove
possono ricevere stimoli cognitivi, rassicurazioni affettive e più modalità
di identificazione. Attualmente, gli alunni in questione sono 20: alcuni sono
acquisiti (figli di coppie miste), altri adottati, altri ancora stranieri giunti
recentemente sul territorio per motivi di lavoro. Due sono le principali modalità
d'intervento seguite dalle scuole del Circolo:
1)INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI
A-Protocollo di prima accoglienza
1. raccolta di informazioni dai familiari e dai documenti;
2. primo inserimento nella classe d'età;
3. proposta di orario ridotto (nelle scuole a tempo pieno e nelle scuole dell'infanzia
per due settiman);
4. osservazione dell'alunno (per 15 gg.) all'esterno della classe, con le risorse
disponibili: (insegnanti di sostegno, di lingua 2, di religione, insegnanti
in compresenza..)
5. riunione del Consiglio d'interclasse soli docenti per ascoltare la relazione
del gruppo di osservazione, valutare la situazione e decidere l'inserimento
definitivo alla classe più idonea
B-Mediazione linguistica di prima accoglienza
Finalità:
· rimuovere gli impedimenti di ordine linguistico comunicativo per favorire
il 1° inserimento, sia a livello didattico che relazionale e culturale:
· innescare positive dinamiche interculturali, coinvolgendo l'intero "sistema
classe";
· coinvolgere l'ambito familiare nel processo di integrazione.
C-Mediazione linguistica di seconda accoglienza
Finalità:
· consolidare l'apprendimento linguistico attraverso programmazioni individualizzate
e percorsi mirati d'apprendimento;
· apprendere i linguaggi specifici delle discipline, specialmente nel 2° ciclo;
· coinvolgere l'ambito familiare nel processo d'integrazione scolastica e sociale;
· promuovere la conoscenza e lo scambio interculturale;
· migliorare la relazioni all'interno del gruppo classe;
· incentivare la partecipazione alla vita della comunità;
· permettere una comunicazione senza ostacoli ricorrendo alla traduzione di
messaggi scritti o dei colloqui individuali.
Destinatari
· bambini di madrelingua non italiana inseriti da non più di tre anni nel sistema
scolastico, presso le scuole di ogni ordine e grado.
Azioni:
1) colloquio informativo con le famiglie, sulla storia personale e scolastica
del bambino;
2) raccolta di documenti anagrafici e scolastici o di eventuali autocertificazioni;
3) utilizzo di moduli bilingue per le scelte che devono compiere i genitori
(religione,, mensa, tempo scuola..)
4) momento iniziale di accoglienza e "benvenuto" nelle classi coinvolte;
5) osservazione iniziale per rilevare le competenze non verbali, la situazione
linguistica, le abilità logiche, matematiche, espressive;
6) applicazione del Protocollo di Accoglienza;
7) contatto con il Servizio Autonomo per l'immigrazione;
8) individuazione/reperimento del mediatore linguistico;
9) programmazione degl'insegnanti con il mediatore;
10) stesura di un piano individualizzato;
11) contatti con il servizio sociale di base;
12) contatti con altre organizzazioni presenti sul territorio: medico di base,
azienda socio- sanitaria, E.M.T., organizzazioni di volontariato
13) incontri con mediatori culturali.
Durata:
ha una durata massima di 40 ore per bambino, se è individuale. Se i corsi sono
organizzati a livello di gruppo, il monte ore può aumentare in rapporto ai numero:(70
h x 2; 90 h x 3...)
Protagonisti:
· tutti gli insegnanti della scuola (della classe coinvolta, delle altre classi,
di sostegno, di lingua 2, di religione);
· il gruppo classe;
· sottogruppi nella classe;
· sottogruppi nel ciclo;
· il personale ATA.;
· il Servizio Autonomo per l'immigrazione per l'attribuzione di corsi di sostegno:
· le ACLI e la R.U.E. per l'individuazione dei mediatori linguistici e culturali;
· il medico di base per l'anamnesi dell'alunno e della famiglia;
· l'Azienda socio-sanitaria per l'assistenza medica;
· l'assistente sociale del Comune;
· l'E.M.T. per l'assistenza medico-psico pedagogica;
· le organizzazioni di volontariato (Charitas -Acli) per l'assistenza pratica;
· l'organizzazione Auser per l'assistenza ai familiari (corsi di alfabetizzazione
per adulti);
· l'organizzazione LIMINA per mediazione linguistica di 2^ accoglienza ed assistenza
familiare.
Metodologia di 1^ accoglienza:
· programmazione individualizzata in base alla situazione di partenza
· inserimento nei laboratori di entrambi i cicli, privilegiando le attività
non linguistiche
· inserimento in gruppi aperti e in classi aperte
· utilizzo delle compresenze degli insegnanti del plesso sugli alunni stranieri
· "immersione totale" nella lingua parlata dagli alunni della classe coinvolta
· conoscenza delle parole della vita quotidiana scolastica e non
· creazione di situazioni fortemente stimolanti a livello comunicativo attraverso
altri linguaggi (motorio, espressivo, musicale, ludico....)
Metodologia di 2^ accoglienza:
· programmazione individualizzata, ridotta negli obiettivi minimi e nei contenuti
· semplificazione del linguaggio parlato e scritto con l'utilizzo, preferibilmente,
di parole ad "alta frequenza"
· utilizzo di risorse non verbali (foto, disegni, immagini, gestualità..) per
facilitare la comprensione
· lavoro di gruppo e collaborazione fra coetanei.
2)EDUCAZIONE INTERCULTURALE
A-Insegnanti
Finalità:
· educare alla solidarietà ed alla collaborazione promuovendo vere e proprie
forme di
cooperazione tra bambini;
· educare al concetto di diritto all'infanzia;
· educare ai rapporti fra bambini e fra adulti e bambini; il che significa sviluppare
dinamiche positive di relazione e orientare l'azione educativa verso l'accettazione,
la non prevaricazione, il confronto, il dialogo e la non rigidità di vedute.
B-Mediatori:
Finalità:
· educare al rispetto delle "culture altre" e quindi a lavorare sul concetto
di diversità per contrastare la formazione dell'immagine del "nemico" come "non
conosciuto".
Destinatari:
Tutti gli alunni della scuola.
Azioni:
Curare gli aspetti didattici e culturali. Si svolge prevalentemente all'interno
della classe di riferimento.
Durata:
L'organizzazione delle attività è flessibile e gli interventi sono distribuiti
lungo l'arco dell'anno con interventi di mediazione culturale, familiari, esperti
delle associazioni. . previa programmazione con gli insegnanti.
Protagonisti:
· gli alunni della scuola, italiani e non
· gli insegnanti della scuola
· i mediatori culturali
· i familiari degli alunni stranieri
· gli esperti delle associazioni di volontariato.
Metodologia:
· programmazione di interventi di mediazione culturale
· organizzazione di laboratori con familiari degli alunni stranieri (di cucina,
di abbigliamento, musicali, religiosi....)
· preparazione di momenti di vita quotidiana tipici dei paesi stranieri
· visione di filmati relativi ai luoghi di provenienza
· visita a mostre inerenti i paesi stranieri.
Patrizia Guerra, funzione obiettivo Progetto Educazione Interculturale .