Istituto Tecnico Commerciale Vittorio Emanuele II
Corso Serale
1847-1997
150 Anni
di Scuola Tecnica Serale
Ricerca di un'identità
Perchè
una storia della Scuola Tecnica Serale?
L'Istituto Tecnico Commerciale "Vittorio Emanuele II" è scuola di grande prestigio e di antiche tradizioni. Non tutti sanno però che nella seconda metà dell'Ottocento costituiva il maggiore centro di studi politecnici del Regno e che diede origine nel tempo a tre grandi scuole genovesi: il Liceo Scientifico "Cassini", l'Istituto Nautico "San Giorgio" e l'Istituto Tecnico per Geometri "Buonarroti".
Questo complesso, che fu anche il primo nucleo di tutta l'istruzione scientifica e tecnica a Genova, prese l'avvio dalle Scuole Tecniche di Chimica e Meccanica applicate alle arti, scuole serali frequentate da artigiani e operai, volute e finanziate con larghezza di mezzi dalla Camera di Commercio. Esse costituirono un vanto per la città e si svilupparono rapidamente, affidate a docenti universitari, personaggi di spicco della cultura e del mondo liberale moderato del Risorgimento genovese: Giovanni Ansaldo, Stefano Grillo, Gerolamo Boccardo, Michele Erede, Giuseppe Sapeto, i quali vi si dedicarono con passione, convinti che la diffusione della cultura e delle conoscenze tecniche tra i lavoratori fosse la premessa indispensabile per lo sviluppo economico e sociale della nazione.
Questo lavoro è il risultato di una ricerca nata, quasi per caso, sul finire dell'anno scolastico, che ci ha portato a trascorrere un'estate diversa, alla scoperta delle origini e del significato della scuola serale, rivivendo un passato spesso capace di offrirci una chiave di lettura del presente e numerosi spunti di riflessione per il futuro.
Genova, settembre 1996
Il panorama politico ed economico: mazziniani e
moderati, liberali e liberisti
[1]
I tentativi insurrezionali mazziniani del
1832-34 a Chambery, Torino e Genova, benché falliti, valsero a scuotere
l'opinione pubblica italiana, preoccuparono i principi, il cui potere non
poggiava su larghe basi sociali, e intimorirono le classi agiate che, pur
aperte al rinnovamento, temevano che il proprio predominio sociale venisse
minato dalle richieste di suffragio
universale e di una costituzione repubblicana.
In antitesi alle idee radicali
mazziniane, ma altrettanto equidistante da atteggiamenti conservatori, si
sviluppò una corrente politica i cui fautori furono detti liberali
moderati, preoccupati di assumere la guida del processo Risorgimentale per
impedire gli eccessi della rivoluzione, e convinti che l'impegno sociale e
politico e riforme progressive avrebbero gradualmente portato
all'indipendenza nazionale. Per mezzo di libri e giornali, con
l'insegnamento e l'attività politica che era loro concessa, essi si
adoperarono senza tregua, apertamente, con coraggio civile per ottenere dai
governi maggiori libertà, leggi migliori, istituzioni più moderne.
Una delle esigenze fondamentali dei
moderati era l'adeguamento dell'istruzione all'incombente rivoluzione
industriale che ancora non era arrivata in Italia
[2]
.
In economia i liberali si chiamarono
liberisti, perchè sostenitori del "libero scambio" delle merci
nel commercio interno e internazionale e della diffusione delle ferrovie.
Questa teoria economica, il cui caposcuola fu Adam Smith (1723-1790),
diffusa in Italia da Richard Cobden,
[3]
affidava al mercato e alla libera concorrenza il compito di regolare
l'attività commerciale, senza alcun intervento protezionistico dello Stato.
In Italia questa teoria era avversata dall'Austria, che quindi diveniva il
nemico da sconfiggere anche in campo economico.
A Genova gli interessi economici di
commercianti, industriali e lavoratori e successivamente motivazioni
politiche spinsero l'opinione pubblica, guidata dai moderati, ad abbracciare
le teorie liberistiche, che trovarono largo spazio nel Congresso degli
Scienziati del 1846.
Convinti sostenitori delle teorie
liberali moderate e liberiste furono i promotori e i primi insegnanti delle
Scuole Tecniche istituite nel 1846 a Genova.
Genova nel 1846
Il 1846 è un anno particolarmente
importante per l'economia genovese: in luglio viene aperta la Cassa di
Risparmio del Monte di Pietà, in settembre si tengono l'Ottavo Congresso
degli Scienziati
[4]
e l'Esposizione dei Prodotti e delle Manifatture Nazionali
[5]
,
in novembre viene istituita la Scuola Tecnica su iniziativa della Camera di
Commercio. Viene inoltre iniziata la perforazione della galleria dei Giovi
per la ferrovia Genova-Torino che sarà ufficialmente inaugurata nel 1854,
ed è da oltre un anno in funzione la Banca di Genova, primo nucleo della
futura Banca d'Italia.
Il 17 dicembre 1845 si era tenuta a
Genova la prima riunione delle Società Scientifiche, un'associazione
composta da esponenti della nobiltà e delle cultura avente lo scopo di
approfondire gli studi in diversi settori. Pur essendo formate da elementi
moderati, suscitano le preoccupazioni del Governatore di Genova Paulucci che
ne rende praticamente impossibile l'esistenza. Di una di esse, la Società
Economica di Manifatture e Commercio, è
presidente Luigi Zenone
Quaglia, che troveremo tra gli organizzatori dell'Ottavo Congresso degli
Scienziati. In una riunione nel gennaio 1846 si parla dell'importanza della
scienza e dell'istruzione tecnica popolare per il progresso dell'industria,
delle manifatture e del commercio.
Tra i vari argomenti specifici discussi
nel Congresso degli Scienziati, emergono due costanti: la liberalizzazione
delle frontiere con l'abolizione dei dazi protezionistici (il "libero
scambio" predicato da Richard Cobden) e la costruzione delle ferrovie
(il progetto della Genova-Torino era
stato approvato nel 1845). Tali
argomenti si colorano di sfumature politiche e patriottiche, dato che
presuppongono il superamento delle frontiere tra i vari Stati che compongono
la penisola.
[6]
Entrambi richiedono la formazione tecnica delle maestranze da impiegare
nelle fabbriche, per combattere la concorrenza straniera. Infatti le poche
fabbriche meccaniche allora esistenti a Genova portano nomi stranieri (Westermann,
Robertson, Balleydier), così come inglese è uno dei due soci della Taylor
& Prandi, anch'essa istituita nel maggio 1846 per fornire materiale
rotabile per le costruende ferrovie.
[7]
Per
diffondere le nuove conoscenze scientifiche tra gli artigiani e gli operai,
contribuendo così alla ripresa della stagnante attività commerciale
genovese, la Camera di Commercio propone, fin dal febbraio 1846,
l'istituzione di Scuole Tecniche gratuite di Meccanica e di Chimica,
concessa con Regio Brevetto del novembre 1846. E proprio Giovanni
Ansaldo,
architetto e ingegnere, professore di Analisi infinitesimale
all'Università, esponente della cultura liberale moderata, membro delle
Società Economica di Manifatture e Commercio
[8]
e dell'Ottavo Congresso degli Scienziati, uno tra gli organizzatori
dell'Esposizione del 1846, sarà chiamato a coprire la cattedra di Meccanica
applicata alle arti nelle Scuole Tecniche , insieme a Michele Peyron,
piemontese, docente di Chimica applicata alle arti.
Il Regio Brevetto di Istituzione delle Scuole Tecniche
Il 28 novembre 1846 Carlo Alberto istituisce a Genova le Scuole di Chimica e Meccanica applicate alle arti "nella mira ben lodevole di procurare all'industria Ligure quei mezzi di positiva istruzione che valgano a rendere sempre più utile la sua operosità" ; tali scuole, analoghe ai corsi di scienze applicate aperti a Torino nell'anno precedente, erano già state richieste dalla Camera di Commercio di Genova nel febbraio 1846 con le seguenti motivazioni:
"La
vera ricchezza delle nazioni è l'eccesso dell'annua riproduzione sul consumo,
purché però questo eccesso sia di natura tale da trovare spaccio all'estero;
ma nelle manifatture è d'uopo sopratutto
che si presentino bontà, varietà e buon prezzo. Queste tre necessarie
condizioni non possono aversi che da buone guide, da zelanti ed illuminate
istruzioni; né felice sarebbe quel dominio nel quale non si cercasse
di abilitare l'industria a
sostenere le concorrenze coll'estero, non già mediante dazi protettori,
che gravitando sopra i consumatori lasciano le arti
stazionarie, come tutta l'esperienza lo dimostra, ma bensì collegando le teorie alla pratica. Dietro questi riflessi
la Camera è spinta a supplicare affinché in conformità di quanto è stato
già concesso a benefizio della Città di Torino siano pure accordate a Genova
le scuole di Chimica e di
Meccanica applicate alle arti."
[9]
Secondo l'art.2 e 3 del Regio Brevetto, le spese per il locale e la gestione saranno a carico della Camera di Commercio, mentre i Professori saranno nominati e stipendiati dalla Segreteria di Stato per l'Interno. La Camera di Commercio sovrintende alle Scuole tramite una Commissione di Vigilanza composta da tre membri della Camera.
Vengono
chiamati a ricoprire le due cattedre il prof. Michele Peyron, torinese, per la
Chimica, e il prof. Giovanni Ansaldo, professore all'Università di Genova,
per la Meccanica, per le "estese sue
cognizioni e il suo interessamento per tutto ciò che tende all'avanzamento
dell'industria nazionale"
[10]
, con lo stipendio annuo di 1200 lire nuove. E' indicativo del
clima dell'epoca che, nell'accettare l'incarico, il Prof. Ansaldo "postosi ginocchione, e tenendo la mano destra sul Vangelo" giura
"di non appartenere ad alcuna
società segreta, né mai ascrivermi ad alcuna di esse"
[11]
.
La Camera di Commercio procura i locali in Vico San Matteo, nel palazzo Pagano Doria [12] e finanzia i lavori di insediamento delle scuole, attrezzandole con laboratori e biblioteca e con un anfiteatro in legno da oltre 300 posti. L'illuminazione, invece che da candele, viene fornita dal gas, una novità assoluta per quei tempi, essendosi da poco impiantato in Borgo Incrociati lo stabilimento del gas illuminante. Vengono nominati un bidello e un portiere, a cui si aggiungerà in seguito un preparatore di laboratorio e, tramite giornali e manifesti, si invitano "Commercianti, Manifatturieri e Direttori di fabbriche e di officine ... a voler sin d'ora, col loro autorevole consiglio, eccitare gli Operaj da loro dipendenti ad approffittarsi di una istituzione, la cui utilità ognun di loro saprà giustamente apprezzare." [13]
Con un
manifesto si comunica anche un primo regolamento, precisando che le scuole
sono gratuite e pubbliche e la frequenza è libera. Coloro, però, che
vorranno ricevere un attestato dello studio fatto "dovranno,
nei primi 15 giorni dall'apertura del corso, rimettere al Professore, o ai
Professori, un biglietto in cui sarà notato il loro nome, cognome, età e
professione. Essi dovranno tenere nella scuola il posto che verrà loro
assegnato, fare i lavori ed assistere agli esercizi pratici che saranno
prescritti dai Professori."
[14]
Inoltre, chi ne farà domanda sarà ammesso a sostenere un esame nella o nelle materie frequentate, e saranno assegnati premi agli allievi più preparati.
Le lezioni si svolgono da novembre a giugno, dalle 20 alle 21.30, e ad ogni materia vengono dedicati due giorni alla settimana.
L'importanza che si attribuiva a queste scuole è testimoniata dal grandioso anfiteatro che la Camera di Commercio fece costruire per lo svolgimento delle lezioni, prendendo a modello quello dell'Istituto di Fisica dell'Università. Ce ne resta un'immagine [15] che lo ritrae nel giorno dell'inaugurazione: pare di vedere l'anfiteatro tuttora esistente presso l'ITC "V.Emanuele II". Il capitolato di appalto [16] steso da Ignazio Gardella, uno dei maggiori architetti dell'epoca, specifica che la costruzione sarà in "legno di pino di Fiandra sceltissimo e stagionato", sarà composta da otto ordini di sedili a cui si accederà mediante cinque ordini di scale, descrive le scale che collegano il più elevato ordine dei sedili col corridoio sottostante all'anfiteatro fiancheggiato da armadi, le "colonnette tornite a candelabro" e i "pomi di ottone da ambedue le parti" degli sportelli che sono visibili sia nel disegno che nell'anfiteatro esistente.
L'appalto sarà vinto dai F.lli Bisso, ebanisti, premiati all'Esposizione di Genova del 1846 e, in seguito, all'Esposizione di Londra del 1851.
La biblioteca, i laboratori, le collezioni.
La scuola fin dall'inizio fu dotata di una ricca collezione di volumi tecnici italiani, francesi e inglesi e di materiale di laboratorio e modelli di macchine: le spese di primo impianto ammontarono a £ 20.000, corrispondenti allo stipendio annuale di più di 15 insegnanti!
Nella Biblioteca Storica dell'ITC "V.Emanuele II" si possono ancora ammirare numerosi volumi di quel periodo, che portano sulla rilegatura la scritta "Camera di Commercio - Scuole Tecniche"; anche i Laboratori di Chimica e Fisica conservano strumenti e apparecchiature che risalgono alle Scuole serali di San Matteo: elenchi dei primi acquisti e inventari del materiale in esse esistente sono consultabili presso l'Archivio di Stato di Genova [17] .
Gli strumenti nautici sono stati trasferiti all'Istituto Nautico "San Giorgio", ed altri strumenti all'Istituto per Geometri "M.Buonarroti", mentre una collezione di scienze naturali (con animali imbalsamati) è stata recentemente ceduta al Museo Doria. Una collezione di minerali è ancora presso l'ITC "V.Emanuele II", in attesa di sistemazione. Si trattava insomma di una scuola di grande prestigio per la città, che si ispirava all'ambiente universitario, e per la quale la Camera di Commercio non badò a spese e si avvalse di insegnanti di grande valore.
L'inaugurazione
L'inaugurazione delle Scuole Tecniche ebbe luogo il 20 novembre 1847 [18] e fu un avvenimento importante, a cui parteciparono ministri del Regno e autorità cittadine. Infatti si trattava della prima istituzione di questo genere a Genova, volta a migliorare le attività artigiane e l'industria genovese fino a renderle competitive sul mercato internazionale. [19] La risonanza sui giornali dell'epoca fu grande poiché l'istruzione del popolo era un'istanza fortemente sentita dai liberali, e David Chiossone, nell’articolo su "Il Mondo Illustrato" (vedi nota 15), dopo aver accennato alla recente apertura di "tre scuole infantili, un Asilo pei giovanetti scapestrati, una scuola d'arti e mestieri per le fanciulle povere" così si esprime:
"..queste importantissime scuole, ... rendendo popolari i principi
scientifici, fanno sì che i mestieranti e gli artefici con maggiori
convincimenti, con affetto, con cognizioni maggiori facciano progredire le
arti. ...Due valorosi maestri vennero eletti a diffondere le desiderate
cognizioni nel popolo. ... Giovani ambedue questi professori, ambedue
ambiziosi del miglioramento della classe degli artigiani, e dotati ambedue di
svegliato ingegno."
Nello
stesso articolo è ampiamente citato il discorso di apertura di Giovanni
Ansaldo, riportato anche dal "Corriere Mercantile" da cui
appare come il giovane professore si rivolgesse direttamente ai suoi studenti
esprimendo concetti tuttora didatticamente validi in un linguaggio chiaro e
comprensibile: dopo aver sostenuto che il rapido progredire della scienza
richiedeva istituzioni atte a diffondere quei principi che potessero essere
applicati alle attività artigiane e industriali, e a sollevare l'uomo "dalla
sconfortante miseria e dalla caparbia ignoranza" afferma che le
scuole tecniche devono essere scuole "che
mostrano in modo facile, piano, accomodato alla portata di tutti, i principii
della meccanica presa nel senso più largo, che, come spero mostrarvi con
esempi famigliari nelle mie lezioni, è necessaria a qualunque industria e
mestiere; ... scuole nelle quali il
professore non deve ambire di far pompa del suo sapere, se ne ha, ma rendersi
scolaro agli scolari per istudiare i nuovi quesiti che questi gli possono
proporre, per ricercare le cause dei fenomeni che osservarono nelle loro
officine, per analizzare le nuove scoperte e farle loro conoscere onde se ne
possano a tempo servire. ... Il buon fabbro, il buon muratore sono più
stimabili che un cattivo macchinista od un ingegnere ignorante.
E' in questo senso, o artieri, che io vi dirò sempre: voi non siete da
meno del nobile, del potente, del ricco, se sapete esercitare degnamente e
onestamente l'arte vostra...".
E il Chiossone ci informa che il numero degli iscritti è già rilevante: 370 per la meccanica e 220 per la chimica, escludendo gli uditori (sapremo poi da una relazione successiva che il numero medio di frequenze per quel primo anno fu di 200-250 per la meccanica e 120 per la chimica: si trattava quindi di vere e proprie conferenze di tipo universitario).
Ma chi era questo giovane professore che aveva meritato una recensione così ampia da David Chiossone e che Ilarione Petitti, persona vicina al Governo Piemontese, definiva "giovane di molta scienza e molta capacità e studiosissimo" [20] ?
Ansaldo era nato a Genova, dove fu battezzato nella chiesa della Maddalena, l'8 novembre 1818, figlio primogenito di Giovanni Battista e di Antonietta Traverso. Poche le notizie che abbiamo sulla sua breve vita: muore, infatti il 27 aprile 1859, a poco più di 40 anni. Così lo descrive il figlio Gerolamo: "un bell'uomo, grande, biondo, di aspetto dignitoso, con una barba folta, fumatore instancabile, parco e ponderato nelle parole, di una bella e chiara intelligenza, onesto e buono." [21]
Sembra determinante per l'educazione e il carattere di uno dei fondatori dell'industria metallurgica in Liguria la figura della madre Antonietta, donna energica e concreta. Di salute malferma, Giovanni Ansaldo inizia gli studi in ritardo, ma ciò non gli impedisce di laurearsi in architettura civile nel 1840 e l'anno dopo in ingegneria idraulica. Quando gli viene affidato l'incarico alle Scuole Tecniche è già docente di Calcolo Infinitesimale e Geometria Descrittiva all'Università di Genova.
In campo professionale collabora con i due maggiori urbanisti genovesi dell'epoca, Stefano Grillo [22] e Ignazio Gardella, al progetto della Stazione Principe, lavora alla Badia di Sestri e alla Chiesa di Carignano, si occupa del cimitero di Staglieno.
Ma la sua attività sociale e politica non è meno intensa: nel 1846 lo troviamo impegnato nel Congresso degli Scienziati e nell'Esposizione dei Prodotti Industriali. Fa parte del Circolo Nazionale fondato da Giorgio Doria e nel 1847 è tra gli organizzatori di una manifestazione a favore di Pio IX per invocare la libertà di stampa, l'istituzione della Guardia Civica e la guerra all'Austria. Nel 1848 viene eletto in Consiglio comunale dove si occupa di ferrovie e di istruzione tecnica. E' quindi ben inserito nei circoli liberali moderati e anche per questo viene designato come docente alle Scuole Tecniche.
L'impegno di Ansaldo per le Scuole Tecniche
Nei primi anni di vita delle Scuole Tecniche appare di grande rilevanza l'opera che Giovanni Ansaldo svolse con passione e impegno nella consapevolezza che il progresso, l'indipendenza e la libertà si potevano ottenere pienamente solo con l'educazione delle classi lavoratrici, così da renderle consapevoli del loro ruolo e da introdurle a quelle nuove conoscenze tecniche che avrebbero permesso anche in Italia la creazione di un'industria competitiva. Egli è quasi un coordinatore delle scuole, tanto che, nel settembre 1850 [23] , sarà lui a partecipare ad una riunione della Camera di Commercio per riferire sulle attività svolte e sulle necessità future.
Ai due professori originari si aggiunge nel 1848 Stefano Grillo, illustre architetto, urbanista e insegnante universitario, per la cattedra di Geometria applicata alle arti. Ecco come Ansaldo aveva proposto e perorato l'istituzione di tale insegnamento:
Dovendosi
fra un mese riaprire le scuole tecniche credo mio obbligo di informare le
S.V.I. come per trarre da esse il miglior vantaggio sia indispensabile che
oltre alla scuola di Meccanica vi sia ancora quella di Geometria applicata
alle arti, senza di che i nuovi allievi non potrebbero con frutto udire le mie
povere lezioni.
Nell'anno scolastico scorso, persuaso che non sarei stato inteso se immediatamente avessi cominciato il corso di Meccanica, avutone il permesso da S.E. il ministro, cominciai e proseguii il corso con lezioni di Geometria, ed ora ho la speranza che un certo numero de' miei allievi potranno seguitare del pari il corso di meccanica e cavarne qualche frutto, ma la cosa non sarà eguale per quelli che verranno nuovi se non sentono prima delle lezioni di Geometria. Oltre di che queste lezioni possono essere ancora vantaggiose a coloro che avendo assistito nell'anno scolastico passato alle mie lezioni senza averne cavato sufficiente profitto pure in quest'anno vorranno proseguire alla Meccanica perchè in tal caso potranno seguitare e l'una e l'altra delle dette scuole. [24]
E la Giunta di Vigilanza, nell'accogliere e nel trasmettere alla Camera la richiesta, propone il prof. Stefano Grillo, docente universitario, aggiungendo una sorprendente raccomandazione, che mostra la preoccupazione per la comprensibilità e la buona riuscita dei corsi (e, forse, una velata critica per la nomina di Peyron, piemontese):
I sottoscritti credono pure di loro dovere l'esporre alla Camera come parrebbe conveniente, anzi indispensabile, il far osservare al Ministero che, dovendosi fare le dette scuole ad artisti appartenenti alla classe del popolo meno colta, è importantissima cosa che il Professore ne conosca il Dialetto per potere, con maggior frutto, spiegare loro i vocaboli tecnici della scienza e confrontarli colla lingua italiana. [25]
Purtroppo, però, le condizioni sociali e politiche in cui deve operare la nuova scuola sono piuttosto burrascose, e la frequenza si riduce notevolmente in concomitanza con i fatti del marzo 1848 e 1849, tanto da spingere la Camera di Commercio a far affiggere manifesti per sollecitare gli allievi a riprendere la frequenza:
"Si
prevengono gli allievi inscritti alle suddette scuole che le Lezioni, per poco
interrotte dalle vacanze di Pasqua, verranno ricominciate.
.....
Sono invitati pertanto gli allievi suddetti a intervenirvi assiduamente,
siccome per lo passato, onde il frutto degli studj già fatto non venga
perduto.
Genova,
4 aprile 1848"
[26]
Genova nel
1847-49
In questo
periodo Genova fa parte del Regno di Sardegna e i suoi rapporti con Torino e
col Regno Sabaudo sono stretti, anche se spesso contraddittori. I patrioti
inneggiano al nuovo papa Pio IX, che ha concesso l'amnistia per i moti del
1821 e alcune riforme (tra cui una certa libertà di stampa e l'istituzione
della Guardia Civica, intesa a proteggere i cittadini dagli atteggiamenti
più estremisti dei reazionari), e a Carlo Alberto, considerato il Re che
caccerà gli Austriaci e unirà l'Italia, ma sono anche spesso critici nei
confronti del regime sabaudo. Con manifestazioni popolari e nei circoli
politici liberali si chiedono un regime costituzionale, la libertà di
stampa, l'istituzione della Guardia Civica, la guerra all'Austria. Già la
celebrazione per il centenario della cacciata degli Austriaci
("Balilla") il 10 dicembre 1846 aveva avuto un chiaro
significato politico.
Nel settembre
1847 moderati e costituzionali si riuniscono, insieme a una minoranza di
liberali più accesi, nel "Comitato dell'Ordine", promosso dal
marchese Giorgio Doria per orientare e moderare l'opinione pubblica che
chiede riforme ma che è largamente impreparata al nuovo sistema. Il
Comitato, costituito da circa 140 membri, esponenti della nobiltà e della
cultura, professionisti e commercianti, nell'aprile del 1848 si trasformerà
in "Circolo Nazionale". Questo rimarrà formato solo da elementi
moderati nel settembre 1848, quando mazziniani, democratici e liberali più
estremisti confluiranno nel "Circolo Italiano".
Il 12 ottobre
1847 nella chiesa dell'Annunziata si celebra un solenne triduo a Pio IX, il
papa delle riforme: fra gli organizzatori figurano Giovanni Ansaldo, Michele
Erede, David Chiossone e Federico Alizeri. Il 4 novembre Carlo Alberto viene
acclamato nella sua visita a Genova come re "riformatore". Il 4
marzo 1848 Carlo Alberto concede lo Statuto, che però non soddisfa
completamente i genovesi.
Il 1° marzo
1848 nasce a Genova spontaneamente, prima che negli altri Stati Sardi, la
Guardia Civica, considerata da molti come un volontariato in difesa delle
libertà sancite dallo Statuto, da altri come uno strumento per garantire
l'ordine pubblico. A capo di
essa viene eletto il generale Luigi Zenone Quaglia.
[27]
Ma alla notizia dei moti
di Milano (18-22 marzo 1848) molti volontari decidono di accorrere al fianco
degli insorti, lasciando sguarniti alcuni dei reparti più efficienti
L'armistizio di
Salasco (9 agosto 1848), e nell'anno successivo la disfatta di Novara e il
successivo armistizio di Vignale del 24 marzo 1849, uniti alla crisi
economica che serpeggia in città, fanno sfociare il malcontento nell'aperta
ribellione, alimentata dai mazziniani, che nell'aprile 1849 provoca
l'assedio, il bombardamento e il saccheggio della città da parte dei
bersaglieri di Lamarmora
[28]
.
Nel 1849 i tre insegnanti delle Scuole Tecniche inviano alla Camera una lettera in cui richiedono addirittura la chiusura temporanea, poiché il troppo scarso numero degli uditori "torna a discredito" delle stesse (la lettera è scritta di pugno del prof. Ansaldo): [29]
"Illustrissimi
Signori,
interrotte
le lezioni alle scuole tecniche negli ultimi giorni di marzo e primi d’aprile
per gli avvenimenti che tutti conoscono, i sottoscritti, appena ristorata la
calma si credettero in dovere di riprendere l’insegnamento che di fatto
venne ricominciato il giorno 23 scorso aprile.
Ma,
siano le distrazioni notevoli in questa crisi, sia la mancanza di molti che
stanno sotto le armi, e che l’anno scorso eran frequenti alle scuole,
sia l’interrompimento stesso dei corsi, il numero degli uditori è talmente
scarso, che torna piuttosto a discredito di sì utile stabilimento, anziché
portare nella popolazione quel vantaggio, che ognuno riconosce in queste
scuole.
Molti
attualmente sono per le dette ragioni impediti, molti aspettano il
ricominciamento dei corsi per riprendere le lezioni, e lo scarso numero pochi
altri ne attira, per modo che la continuazione dell’insegnamento non sarebbe
attualmente che dannosa alla opinione dello stabilimento, recherebbe un’inutile
spesa, con vantaggio nessuno per la istruzione.
In
questo stato i sottoscritti, dopo la tentata prova, credono loro debito di
rassegnare alle SS.LL. Ill.me questi fatti, affine di provocare l’unico
provvedimento che sia opportuno nelle indicate circostanze, cioè la chiusura
delle scuole fino al tempo della ordinaria loro apertura, da farsi con tutta
quella solennità che più può influire sul popolo, e fargli prendere l’abitudine,
e sentire profondamente il vantaggio della istruzione industriale, tanto
generosamente promossa da questa Camera di Commercio.
Hanno
l’onore di rassegnarsi con ossequio dalle SS.LL. Ill.me,
Genova,
15 maggio 1849
Dev.mi
... Servitori
Giovanni
Ansaldo, prof. di Meccanica
Stefano
Grillo, prof. di Geometria
Michele
Peyron
Ma la Camera di Commercio preferisce sollecitare alla frequenza con un manifesto: [30]
"Il
poco numero delle persone che si presentano ad udire le Lezioni delle indicate
Scuole, e le premurose instanze che vennero fatte a bel principio per un tanto
utile stabilimento, fanno credere non sia pervenuto che a notizia di pochi
l'avviso prima d'ora pubblicato cioè che l'insegnamento si continua in ogni
sera alle otto e mezza precise.
Nel
rinnovare l'avviso medesimo ad ogni buon fine ed effetto, i Deputati
sottoscritti portano ferma fiducia che tutti i fabbricanti, artieri, e persone
industriose, non lascieranno di profittare di una vantaggiosa istituzione da
cui solo si può sperare nelle manifatture quella perfezione, che
sventuratamente manca tra noi.
Genova,
18 maggio 1849
Comunque, pochi mesi dopo, il 21 ottobre 1849, Giovanni Ansaldo propone un nuovo Corso di Disegno delle macchine allo scopo di rendere più comprensibili agli allievi i principi della meccanica, e si offre di prestare il proprio insegnamento, per 4 giorni alla settimana (dalle 18 alle 20), cosa che effettivamente farà, ricevendone poi solo un compenso "una tantum" dalla Camera a fine anno: [31]
"...
il nostro artigiano non ebbe primitiva istruzione capace di farlo seguitare un
corso orale con vero profitto, esso non è avvezzo ai metodi scolastici, e
difficilmente vede di quanta pratica utilità possano essergli i principi
teorici, ha insomma bisogno di lavorare non solo colla mente ma ancor colla
mano.
....
Tanto è poi sentito il bisogno di questa scuola dai nostri operai che si
assoggettano, in mancanza di una più adatta, di andare all'accademia di belle
arti, dove tutto al più loro si insegna a disegnare una testa, o una foglia
di acanto, oppure qualche ordine di architettura. I posti in questa accademia
sono ricercatissimi non da persone che vogliano prendere la carriera delle
arti belle, ma da artigiani i quali per poterne profittare, molte volte
perdono persino il quarto della loro giornata e vengono da luoghi anche fuori
delle mura a non poca distanza.
....
L'unica spesa annua che avrebbe a sopportare la camera di commercio sarebbe
una gratificazione a supplemento di stipendio mensile al bidello.
....
In quanto a me nulla dimando, o tutto al più la camera farà quello che
crederà vedendone i risultati. Io sarei anche pronto ad assogettarmi a fare
sempre gratis questa scuola se non temessi di stabilire un precedente troppo
dannoso al professore di meccanica."
Il maggiore compenso per il bidello impegnato nel Corso di Disegno viene nuovamente sollecitato in marzo. [32]
E' solo però nel novembre 1851 che la Camera istituisce ufficialmente la cattedra di Disegno di macchine e prevede uno stanziamento di Lire 1000 annue "a datare del 1° gennaio 1852" per il professore: negli anni precedenti l'insegnamento viene impartito volontariamente e gratuitamente dal prof. Ansaldo:
.....il
prof. Giovanni Ansaldo, animato da sommo zelo per le industrie patrie, già da
due anni si è preso il non lieve incarico di dare anche lezioni più volte la
settimana di disegno, specialmente per le macchine; gli allievi finora non
sono stati che 29 ed il numero ne sarebbe stato maggiore, se le angustie del
locale lo avessero permesso; la Camera di Commercio, penetrata dalla utilità
di tale insegnamento, ha potuto dare un'ampliazione al locale medesimo, ed è
perciò sperabile di vedere in quest'anno un proporzionato aumento di
studenti.
Le carte di archivio ci informano anche che Ansaldo si occupa dell'acquisto di materiale e macchinari, e si adopera per ottenere una riduzione di £ 390 sul prezzo, che sembra alla Camera troppo alto (7540 lire!), andando a contrattare personalmente col fornitore, la ditta Jest di Torino ("nell'ultima mia gita a Torino"!).
Inoltre prepara una bozza di regolamento per la scuola di Disegno, che contiene, tra l'altro, le condizioni per l'ammissione (essere vaccinato contro il vaiolo, aver compiuto 14 anni, aver frequentato le scuole elementari, conoscere i principi dell'aritmetica e aver frequentato per un anno il corso di Geometria applicata) e i seguenti punti: [33]
"Tutti
gli allievi saranno obbligati a frequentare
la scuola di meccanica. ....
"Qualunque
allievo che manchi due lezioni consecutive alla scuola di disegno si intende
che avrà rinunziato volontariamente al suo posto. In caso di malattia o di
necessario allontanamento da Genova, uno dei suoi prossimi parenti dovrà fare
avvertito il professore. Quando però l'assenza da Genova sia maggiore di 30
giorni il posto sarà dato ad altro aspirante .... Se la malattia durerà più
di dieci giorni i parenti saranno obbligati, sotto pena che l'allievo perda il
suo posto nella scuola, a portare al professore la fede di malattia del giorno
fatta da un medico o da un chirurgo laureato.
Come si vede, le regole tengono conto del fatto che i posti sono solo una trentina e gli aspiranti molti di più. La disciplina tende a creare un ambiente di lavoro favorevole e rifugge dai formalismi:
"Nella
scuola dovrà essere conservato un perfetto silenzio. Qualunque sia la persona
che entri a visitare la scuola in tempo di lezione, nessuno s'alzerà dal suo
posto, a meno che non fossero invitati dal professore ad alzarsi.
La già citata relazione del 1850 ci dà un'idea abbastanza precisa del funzionamento della scuola di Disegno e lascia anche intravvedere il rapporto umano tra professore e studenti: [34]
"Essa
per tutto lo passato anno scolastico a cominciare dal 2 di Gennajo fu in
esercizio. 26 operaj, 1 studente
all'università e 3 del corso speciale nel Collegio Nazionale, in tutto 30
allievi (la ristrettezza del locale non permettendo un numero maggiore) la
frequentarono assiduamente come puossi verificare dalle note giornali che ho
tenuto e che si conservano nel locale della scuola. Le lezioni si facevano per
quattro sere della settimana e duravano due ore. Appena 4 degli allievi
conoscevano qualche principio del disegno di architettura, gli altri ne erano
affatto digiuni ....
...Varii
allievi di quelli che non conoscevano punto il disegno fecero qualche lavoro
meritevole della vostra attenzione, dei quali due ne presento acciò possiate
giudicare da Voi stessi. Uno è di un fabbro dell'arsenale di Marina che ha
già passato la gioventù, l'altro di un giovane addetto all'industrie della
filatura del cotone e dell'impressione dei tessuti. Era
bello il vedere lavorare con eguale impegno gli uomini di età matura, vecchi
nell'arte, e capi di officina a fianco dei giovani apprendisti e garzoni
novizj, e gli uni e gli altri non lasciare mai la scuola quantunque
affaticati dal lavoro della giornata. Alcuni artigiani già avvanzati in età
che la frequentavano assiduamente mi domandarono con ripetute istanze un posto
per qualche loro figlio e se la ristrettezza del locale non lo avesse
impedito, si sarebbero veduti varii padri venire a studiare a fianco di loro
figli. Esempio raro nei tempi andati che ci fa conoscere quanto sia sentito il
bisogno di istruzione e ci schiude la via alle più belle speranze."
Passa poi a parlare del corso di Meccanica, con una descrizione molto viva delle motivazioni degli studenti e della loro giornata:
"Pochi
che abbiano profittato invogliano gli altri a fare altrettanto. Ogniuno sa che
negli stabilimenti di questo genere, nei quali tutto è abbandonato al solo
buon volere degli uditori, un 10 per cento di loro che ritragga un bastevole
profitto, e che sia capace di sostenere gli esami, è quanto mai si possa
sperare. Non si deve credere però che il numero medio dei nostri uditori
fosse tanto ristretto.
Quasi
200 sono sempre quelli che intervengono alle prime lezioni del corso. Questo
numero va poi scemando fino a stabilirsi a 80 o 100 dopo le prime 10 o 12
lezioni, e scema poi rapidamente principiando dalla metà del mese di Maggio
fino a tutto Giugno, epoca in cui finiscono le scuole. Ora è facile vedere la
ragione di queste diverse fasi.
Al
principio di ciascun anno molti accorrono o per pura curiosità, o colla
speranza di imparare subito cose da poterle impiegare in pratica, ma i primi
appena che hanno motivo di dare il loro qualunque siasi giudizio si restano
paghi e basta per loro, i secondi non potendo essere pienamente soddisfatti
fin dal principio nei loro desideri, e non apprezzando l'importanza dei
principj generali, non hanno la costanza di continuare.
Finalmente
al principio di ciascun anno si presentano sempre dei poveri artigiani di
tutta buona volontà che avendo letto sulle cantonate il manifesto d'apertura
delle scuole od avendo semplicemente sentito parlare della loro utilità
credono sul bel principio di poter tutto intendere senza altre cognizioni
preliminari e qualche volta anche senza sapere leggere e scrivere. Questi che
perderebbero il loro tempo ne sono avvertiti dal Professore appena se ne
accorge e sono consigliati a presentarsi invece alle scuole serali pel leggere
e scrivere.
L'ultima
mancanza di uditori che si scorge nei mesi di Maggio e di Giugno si deve
attribuire ad altre cause. I nostri operaj, in tali mesi, vanno a lavorare
alla mattina alle ore 5, e non fermandosi che pochi istanti verso le nove per
la colazione, comunemente continuano nel lavoro fino al meriggio o un'ora
dopo. Un'ora o un'ora e mezza tutto al più è loro lasciata dal capo fabbrica
per il pranzo ed un po' di riposo; ma la maggior parte di essi abitando
lontano dal luogo del lavoro non vanno a casa a desinare e preferiscono di
mangiare soltanto il tozzo di pane che portarono con sé ed il restante del
tempo lo impiegano a riposare. Ricominciano poi il lavoro e lo continuano fino
a mezz'ora prima del suono dell'ave maria che in quella stagione è alle 8 e
un quarto. Stanchi dal lungo lavoro della giornata vanno a casa a prendere
quella refezione che per loro è il vero pranzo, e non hanno più il tempo di
venire alla scuola, giacché questa non puossi mai cominciare dopo delle 8 e
mezza.
Restano
dunque soli uditori quelli che non sono artigiani, e così il nostro uditorio
si compone allora di quei pochi che si privano del necessario riposo, e
sarebbero pronti a fare dei grandi sacrifizj piuttosto di tralasciare la
scuola, e di persone che vengono semplicemente ad istruirsi nei principj
generali, e finalmente di qualche studente."
Per le sue capacità didattiche verrà scelto dalla Camera per accompagnare una delegazione di artigiani ed operai inviati dal Governo all'Esposizione Industriale di Londra del 1851: ".... Affinché gli operaj potessero trarre profitto dal viaggio di cui si tratta, e specialmente in quanto riguarda la costruzione di quelle macchine che possono riuscire utili alle nostre manifatture, sembrerebbe cosa assai vantaggiosa di dare loro una buona guida che sapesse diriggerli ed ammaestrarli spiegando loro quei meccanismi che più potrebbero giovare alla nazionale industria." [35]
Anche il Ministero doveva tenerlo in grande considerazione, se nel 1853 lo stesso Ministro della Pubblica Istruzione Cibrario gli richiede notizie sull'operato della Commissione per il Riordinamento delle Scuole di Nautica, di cui è relatore. [36]
Dopo aver rilevato, con Bombrini, Rubattino e Penco, [37] la Taylor & Prandi di Sampierdarena non riuscirà più a far fronte a tutti i suoi impegni e sarà costretto a dare le dimissioni dall'insegnamento alle Scuole Tecniche nel febbraio del 1854, ma lo farà con molto rammarico, scrivendo al Ministro della Pubblica Istruzione: [38]
"....
Io chieggo, con dolore, di lasciare uno stabilimento che ho veduto nascere, e
nel quale avevo posto le mie piccole ambizioni, ma vi sono obbligato, non
potendo più dedicarvi il tempo di una volta."
Il Ministro Cibrario, nell'accettare le dimissioni, gli comunica il conferimento del titolo di Professore Emerito "in considerazione del distinto zelo con cui la S.V. si adoperò mai sempre pel progresso di tale importante ramo di pubblica istruzione". E prosegue con una richiesta che rivela come si volessero mantenere stretti rapporti tra industria e scuola: "... io nutro speranza ch'Ella, e per attaccamento alle scuole suddette, e per compensare in parte gli alunni della perdita che in Lei fanno, vorrà permettere ai medesimi ed al Prof.re che sarà per succederle in tale insegnamento di recarsi di quando in quando allo stabilimento meccanico di cui è meritatamente capo per attingervi cognizioni e fare quegli esperimenti che potranno occorrere." [39]
A Carlo Grendy, Vice Presidente della Camera di Commercio, contemporaneamente Ansaldo scrive: [40]
"...
Sul principio dell'anno scorso ho preso la direzione del grandioso Stabilimento
meccanico di Sampierdarena credendo di avere ancora tempo bastante a
disimpegnare convenientemente la mia scuola. Aumentandosi di giorno in giorno
il lavoro, mi trovo in quest'anno impegnato nell'esecuzione di importantissime
opere e temo di non potermi più occupare dell'istituto tecnico come facevo
per lo addietro. Questo è il principale motivo della mia determinazione. Egli
è il mio dovere che mi ha indotto a prenderla, tuttavia, lo confesso, scrivo
questa lettera col dispiacere che prova colui il quale lascia la casa dove è
nato e dove ha ricevuto molti favori.
....
mi terrò onorato se per avventura potrò, nella mia nuova posizione, rendermi
talvolta utile alle scuole o con schiarimenti o con altro."
E infatti egli verrà chiamato, negli anni successivi, a partecipare alle Commissioni di esame, impegno che accetterà volentieri.
I Programmi
Questo manifesto, che la Camera pubblica nel novembre del 1851, ci dà un'idea più precisa degli orari e dei programmi in questo primo periodo di funzionamento della Scuola [41] :
Scuole
Tecniche
La
sera del giorno 13 del corrente mese si farà la riapertura delle scuole
tecniche nel locale a ciò destinato, posto da S. Matteo
al civico n° 210. Le lezioni saranno pubbliche, avranno principio alle
ore 8 pomeridiane e continueranno nelle sere successive col seguente ordine
Lunedì
e Giovedì
Martedì e Venerdì
Mercoledì e Sabato
Quelli
che alla fine del corso volessero ottenere un certificato di profitto e di
assiduità alle scuole saranno tenuti di farsi iscrivere al principio del
corso sopra un'apposito registro che a tal fine sarà tenuto da ciascun
professore.
In
quest'anno il professore di Geometria tratterà della misura di una lunghezza - dell'unità di
misura, delle linee rette, delle linee parallele, delle perpendicolari - degli
angoli, dei triangoli e dei poligoni - della circonferenza e delle sue
relazioni - delle proporzionalità dei lati e delle figure simili - del
confronto delle figure rettilinee della misura delle figure circolari e delle
loro proprietà della misura dei solidi e loro superficie
- e delle superficie curve.
Le
proposizioni saranno svolte e applicate ai problemi che più generalmente si
prestano nelle arti.
Il
Professore di Meccanica tratterà
dei motori e specialmente dell'acque e del suo vapore. Parlerà quindi delle
loro più utili applicazioni, ed infine descriverà alcune delle più
interessanti macchine idrauliche
ed a vapore.
Il
Professore di Chimica tratterà
dell'estrazione, delle proprietà e delle applicazioni:
1.
Degli olii essenziali o essenze
2.
Delle resine, gommeresine e
balsami - vernici e tele
incerate.
3.
Degli olii grassi non essicativi
e degli olii grassi essicativi. Epurazione degli olii - Fabbricazione
dei saponi.
4.
Dei corpi grassi propriamente
detti - Epurazione del sego,
fabbricazione delle candele steariche, e delle candele ordinarie.
5.
Delle diverse specie di cera.
6.
Della Gutta-percha , e del
Caoutchouc o gomma elastica -
Volcanizzazione - Nuove applicazioni.
7.
Dell'asfalto e del bitume
naturale, e artificiale.
8.
Degli acidi organici -Tartarico,
Citrico - Ossalico - Picrico ecc.- Del tannino, e dell'acido Gallico -
Fabbricazione dell'inchiostro - della conceria delle pelli.
9.
Delle basi organiche o alcaloidi.
Dall'ufficio
della Camera di Commercio
Genova li 10 novembre 1851
sottos.°
C.° Grendy Ve
Pte
La Scuola di Nautica e Costruzione Navale
Frattanto, nel 1852, si istituiscono gli insegnamenti di Nautica e Costruzione Navale, che hanno un ordinamento diverso dagli altri, in quanto si svolgono prevalentemente al mattino e durano 5 mesi ciascuno. Sono riservati a marittimi o personale di cantieri navali. Il limite minimo di età di 14 anni non deve trarre in inganno: a quell'epoca erano impiegati nelle officine e nei cantieri anche bambini di 9-10 anni. [42] Il manifesto riprodotto fornisce un'idea abbastanza precisa degli insegnamenti e dei programmi.
Questi corsi saranno aboliti nel 1865, con l'istituzione del nuovo Istituto Regio di Marina Mercantile.
Regolamenti e Premi
Nel 1852 il Ministero rileva la necessità di dare maggiore ordine e coordinamento ai corsi, anche perchè, a partire da quest'anno, sono istituiti gli insegnamenti nautici. Viene quindi formulato un Regolamento delle Scuole Tecniche che, approvato dal ministro il 25 novembre 1852, resterà un riferimento negli anni successivi. [43] Sulla base di questo regolamento si predispongono le norme che dovranno essere seguite dagli allievi, dal portiere, dai bidelli, e le norme per gli esami. [44]
NORME
GENERALI DA SEGUIRSI DAGLI ALLIEVI INSCRITTI ALLE SCUOLE TECNICHE
1°
Tutte le scuole saranno obbligatorie per gli allievi inscritti.
2°
A queste essi dovranno comparire puntualmente e senza interruzione.
3°
Dovranno all’entrata dar il loro nome al bidello per comprovare la
loro presenza ed una volta entrati non potranno sortire dalla scuola per verun
motivo.
4°
Cercheranno possibilmente di prevenire gli uditori per poter occupare i
posti più in vista del professore e per poter meglio assistere alle lezioni.
5°
L’allievo inscritto ad una delle scuole, mancando senza plausibile
motivo e per propria trascuranza una settimana di seguito alle lezioni
perderà il diritto all’iscrizione e verrà allo stesso ritirato il
biglietto rilasciato dal professore per entrare alla scuola onde non possi
servirsene per pretesto affine d’esentarsi dalle proprie occupazioni o dal
proprio mestiere.
6°
Ogni qual tratto vi sarà una sera apposita d’esercizio privato per
gli allievi inscritti nella qual sera il professore riconoscerà il grado d’istruzione
degli allievi della scuola, e regolerà in tal guisa le seguenti lezioni da
darsi.
7°
In tal sera che sarà notificata con apposito avviso per le differenti
scuole resta vietato a semplici uditori l’intervenirvi.
8°
Nelle sere di pubblica lezione resta vietato agli allievi tutti di fare
domande od obiezioni ai Sig.ri Professori, ma invece nelle sere di esercizio
privato potranno gli allievi inscritti essere interrogati, e chiedere
spiegazioni dai Professori i quali possibilmente cercheranno di soddisfarli.
9°
Alla fine dell’anno scolastico sarà dato agli allievi inscritti da
apposita commissione, un esame sul corso seguito ed ai più meritevoli sarà
dalla Regia Camera di Commercio rilasciato un premio ed un certificato
onorevole a seconda dei loro meriti.
I premi sono costituiti da: medaglia d'argento, medaglia di rame e menzione onorevole. Le medaglie, di 45 mm di diametro, sono descritte nel vol.566, n.81: esse dovranno raffigurare "una matrona appoggiata ad un piedistallo sormontato dalla Testa di Giano; la quale è in atto di premiare i prodotti dell’Industria e colla leggenda attorno Camera di Commercio di Genova e nell’esergo le parole Scuole tecniche"; sul rovescio vi sarà solamente una corona d'alloro con lo spazio per incidere il nome del premiato. Troviamo nomi di premiati sul Corriere Mercantile, nei registri dei verbali della Camera di Commercio e negli Annuari del Regio Istituto Tecnico. Un elenco dei nominativi degli allievi premiati che è stato possibile recuperare è contenuto nell'Appendice C.
L'Ispettore
Nel settembre 1853 viene nominato un Ispettore responsabile del funzionamento delle scuole nella persona di Giovanni Marchese, di Torino.
Dal 1853 al 1858 i corsi proseguono senza grosse novità: all'inizio del 1854 ad Ansaldo succede Gianotto Cattaneo (a cui il Ministero non accorda un aumento di stipendio finché l'Ispettore non comunicherà che ha adeguato il suo linguaggio, inizialmente un po' troppo difficile, alla capacità di comprensione degli studenti! [45] ), a ottobre dello stesso anno il prof. Peyron viene trasferito e l'insegnamento di Chimica viene assunto dal Prof. Prospero Carlevaris, il quale, dall'anno successivo, inizierà anche l'insegnamento di Fisica applicata alle arti. Da lui apprendiamo che le sofisticazioni alimentari non sono prerogativa del nostro secolo: infatti, nel 1859, propone un nuovo corso di Chimica Commerciale, "nel quale insegnerebbe a conoscere sulle derrate alimentari e commerciali i caratteri per i quali si distinguono le buone e le avariate, le genuine e le fraudolentemente sofisticate, non che i sicuri mezzi a scuoprire e dimostrare le alterazioni e le adulterazioni e le frodi." [46] Il Disegno è affidato al Prof. Amadei che verrà poi sostituito dal prof. Garassini.
Frattanto nel 1854 si succedono l'epidemia di colera a Genova, l'inaugurazione della ferrovia Genova-Torino, la partecipazione alla guerra di Crimea.
Gerolamo Boccardo, Ispettore e docente di Economia Politica
All'inizio del 1858 l'ispettore Marchese prende due mesi di congedo, poi dà le dimissioni. Al suo posto viene nominato ispettore Gerolamo Boccardo [47] , che inizia anche il Corso di Economia Politica. Le sue lezioni ebbero un enorme successo: circa quarant'anni dopo il Preside Bressan, nel riproporre questo insegnamento, ci informa che la media degli uditori risultante dai registri delle frequenze era compresa fra 232 e 370, con un minimo di 99 ed un massimo di 600!
"Ma
la cattedra di Economia politica, le cui note storiche sono tanto brillanti,
registra fra i suoi fasti un avvenimento veramente eccezionale, che forse
qualcuno a Genova ricorderà ancora, ed è che ad una lezione, e precisamente
la sera del 18 novembre 1858, ha assistito il sommo nostro Ministro "il
Conte di Cavour". Una postilla, segnata dallo stesso comm. Boccardo nel
registro, a lato della frequenza di quel giorno, ricorda appunto il fausto
evento.
Io tengo per fermo che la massima parte di quel successo fosse dovuta al valore del docente; ma è certo del pari che buona parte era eziandio dovuta all'opportunità di quell'insegnamento" [48]
Ci rimangono molte prove del suo impegno nella conduzione prima della scuola serale (dal 1858 al 1865) che anch'egli, come Ansaldo, considerava importantissima per il progresso economico e sociale della comunità, poi dell'Istituto Tecnico (1865-1887), a cui erano stati aggregati gli insegnamenti serali. Oltre ai documenti conservati all'Archivio di Stato, abbiamo le Relazioni al Ministro relative agli anni 1865-1869, e vari testi di materie diverse per le scuole, parte in Istituto e parte alla Biblioteca Universitaria e alla Biblioteca Berio.
All'inizio del 1860 Boccardo fa una lunga relazione alla Camera [49] sull'ordinamento scolastico, che, anteriormente al 1848, prevedeva soltanto studi classici, non adatti ad allenare gli studenti a confrontarsi col mondo moderno:
"Abituati, costretti a sentire, a pensare, a declamare come i contemporanei di Leonida o di Cicerone, quale immenso intervallo non li divideva dall'età della meccanica, della chimica, delle officine, delle banche, dei telegrafi, e in generale dall'età del lavoro libero e produttivo?"
Queste esigenze di adeguamento alla realtà furono però riconosciute nel 1848:
"Una
delle più belle e commendevoli creazioni emerse dal libero sistema politico
inaugurato nel 1848 fu, a giudizio dei savj, quella del nuovo svolgimento dato
ai pubblici studj con la Legge del 4 ottobre di quell'anno..."
con l'istituzione dei
"...Corsi Speciali, i quali comprendono lo studio della patria lingua,
quello dei principali idiomi esteri viventi, della storia civile e
commerciale, quello dei rudimenti delle scienze matematiche, fisico-chimiche e
naturali, della economia politica, del diritto mercatorio, della statistica e
della contabilità." E
aggiunge però che si dovrebbe parlare di Corso Generale, non Speciale,
perchè "alla generalità dei cittadini
s'indirizza", mentre gli studi classici sono riservati a una
minoranza.
Riferendosi poi alla Legge Casati appena promulgata (13 novembre 1859), che aveva riordinato il sistema scolastico del Regno, istituendo due Istituti Tecnici rispettivamente a Torino e Milano, lamenta il fatto che Genova sia stata ignorata e che neppure le Scuole Tecniche già esistenti nella città siano state considerate dalla legge:
"Fra queste tre metropoli [Torino, Milano, Genova], una ve n'ha cui natura, geografica posizione, indole d'abitanti, generali bisogni, tradizioni storiche, tutte le condizioni insomma rendono eminentemente commerciale ed industre."
Parlando con orgoglio delle "sue" Scuole Tecniche, afferma che sono "pervenute a un lustro tale che e la Camera e Genova e lo Stato (possiamo ben dirlo) devono andarne superbi. ... Nessun altro stabilimento può, in tutto lo stato e forse anche in molti esteri paesi, vantare, come il nostro, una Scuola (quella di Economia politico-industriale) a cui affluiscono, senza intermittenza, ben più di 350 persone ad ogni lezione."
E sulla base di queste considerazioni suggerisce alla Camera di proporre al Ministero l'istituzione anche a Genova di un Istituto tecnico diurno, di grado inferiore e superiore. "Ma con ciò non sarebbesi ancora soddisfatto a tutte le esigenze di una popolazione essenzialmente commerciante e industriosa qual'è la nostra. Per quanto si moltiplichino le ordinarie Scuole Tecniche per la gioventù, resterà pur sempre ... una numerosa classe di uomini adulti i quali non avranno, ne' loro verdi anni, potuto attingere nelle ordinarie scuole medesime, quegli elementi del sapere che pure divengono col progresso de' tempi ogni dì più necessarj. ...Per tutte queste persone occorrono scuole serali, cui sia loro facoltà di frequentare, non coll'intento di compiere un corso regolare di studj, ma bensì con quello di erudirsi in quelle scientifico-pratiche nozioni che formano il più importante capitale intellettuale del paese." Il suggerimento è di riunire l'Istituto diurno a quello serale per approfittare delle strutture già esistenti.
Il Regio Istituto Tecnico viene aperto nel 1860 su delibera del Consiglio Provinciale, sotto la presidenza di Prospero Carlevaris, ma si unirà al serale soltanto cinque anni dopo. Si insedia a Palazzo Rostan, in piazza della Zecca, ove si trova tuttora l'ITC "V.Emanuele II" (il suo aspetto attuale deriva però dai restauri effettuati nel 1906), un palazzo del Cinquecento fatto costruire da Bartolomeo Lomellino [50] , e consta di tre sezioni: Commerciale e Amministrativa, Meccanica e Costruzioni, Mineralogia e Metallurgia [51] .
Durante il periodo in cui Boccardo è ispettore, accadono grandi cambiamenti, ricordati da tutti i libri di storia: nel 1859 scoppia la II guerra d'indipendenza e si iniziano i lavori per il Canale di Suez, nel 1860 parte la spedizione dei Mille, nel 1861 Vittorio Emanuele II viene proclamato Re d'Italia. Nel 1862 un nuovo ordinamento trasferisce allo Stato i proventi derivanti dalle Assicurazioni Marittime, con i quali la Camera di Commercio di Genova manteneva la Scuola Serale, che passa a carico dello Stato. La Camera continua però ad essere informata sull'andamento dei corsi e a dimostrare interesse per una istituzione in cui aveva profuso energie e fondi.
Il
trasferimento a Palazzo Rostan
Nel 1865, come già accennato, gli Insegnamenti serali (a cui si era frattanto aggiunta la Lingua Araba, insegnata dal prof. Giuseppe Sapeto) vengono trasferiti a Palazzo Rostan e uniti all'Istituto Tecnico, all'Istituto Regio di Marina Mercantile (creato in quell'anno in sostituzione degli insegnamenti serali di Nautica e Costruzione Navale [52] ) e alle Libere letture domenicali [53] sotto la Presidenza di Gerolamo Boccardo. L'operazione non manca di suscitare preoccupazioni alla Camera di Commercio di Genova, a cui il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio risponde il 29 luglio 1865 precisando che il progetto ha lo scopo di realizzare un notevole risparmio e indicandone le linee essenziali:
"Isolare
le scuole nautiche e ordinarle ad
Istituto Reale di Marina Mercantile nella
stessa conformità tenutasi per Livorno, Palermo e Napoli, e riunire alle scuole
Tecniche Serali l'Istituto Tecnico,
mantenendo i due ordini d'insegnamenti che ora si danno nell'uno e nell'altro,
che è quanto dire mantenendo i corsi regolari per la gioventù che si propone
una carriera o un'arte e le scuole serali per la Classe degli uditori liberi.
I due Istituti continuerebbero ad essere distinti, ma all'evenienza potrebbero
essere sottoposti ad una sola Direzione. Il Commend. Boccardo avrebbe potuto
degnamente disimpegnare cotesto ufficio cumulativo."
[54]
Infatti il trasferimento avviene e Boccardo ne dà conto nella Relazione del 1866, definendo l'Istituto "un vasto Stabilimento, sotto ogni aspetto degno di una grande nazione e capace di reggere senza esitazione al confronto colle più celebrate instituzioni di simil natura in paese e fuori", dotato del ricco materiale scientifico accumulato, grazie alla Camera di Commercio, in 18 anni di vita delle Scuole Tecniche e Nautiche Serali: "i Laboratori di Chimica, i Gabinetti di Fisica, i Musei di Storia Naturale e Geologia, le Collezioni e la Biblioteca di questo Stabilimento trovansi senza contrasto all'altezza della scienza contemporanea".
Nella stessa Relazione troviamo un riferimento alla situazione politica. Infatti Boccardo dichiara che la disciplina fu eccellente, "nonostante che, per le vicende politiche degli ultimi mesi dell'anno, vi fosse luogo a temere che l'agitazione degli spiriti avesse a recare nella serena tranquillità degli studi qualche turbamento. Il solo effetto che da questa anormale condizione delle pubbliche cose ebbe a risentire l'Istituto, fu l'abbandono di parecchi scolari ed uditori del terzo anno, accorsi come volontari sotto le bandiere per combattere le patrie battaglie." [55]
I liberi uditori degli insegnamenti serali furono
comunque, in quell'anno, oltre 350.
Giuseppe Sapeto e Michele Erede
Intanto prendono l'avvio due corsi importanti: come abbiamo accennato, nel 1863 era stato istituito l'insegnamento di Lingua Araba tenuto dal prof. Giuseppe Sapeto, qui trasferito dall'Istituto Superiore di Firenze, e nel 1866 Michele Erede inizia il corso di Computisteria Applicata.
E' singolare, ma molto coerente con la posizione di Genova nel Mediterraneo e con la prossima apertura del Canale di Suez, che si pensi alla Lingua Araba per un insegnamento serale. D'altronde Giuseppe Sapeto era un'autorità in materia: nato nel 1811, a partire dal 1834, fu in Libano, Egitto, Abissinia come missionario di San Vincenzo. Abbandonò poi l'ordine religioso e si dedicò allo studio delle lingue orientali; dal 1860 al 1862 fu conservatore dei manoscritti orientali alla Bibliothèque Nationale di Parigi, poi professore di arabo a Firenze, e quindi passò all'insegnamento serale a Genova, che conservò fino al 1891. Nel 1870 convinse il governo italiano dell'opportunità di acquisire un approdo per le navi italiane sul Mar Rosso (a seguito dell'apertura del canale di Suez) e fu quindi inviato dalla Società Rubattino (che agiva per conto del Governo) a trattare l'acquisto della baia di Assab. Morì a Genova nel 1895. Restano di lui diverse opere sull'Oriente, oltre ad una Grammatica araba volgare ad uso delle Scuole Tecniche [Fig.24]. [56]
Michele Erede (1806-1878) studioso di scienze economiche e finanziarie, fondatore dell'Istituto Generale di Commercio che si aprì a Genova nel 1846 ed esperto di istruzione tecnica commerciale, fu spesso consultato da uomini di governo. Anche se inizialmente su posizioni conservatrici, frequentò i circoli liberali moderati e partecipò alle manifestazioni del 1847-48 insieme a Emanuele Celesia e Michel Giuseppe Canale [57] , che, come lui, troviamo tra gli insegnanti dell'Istituto Tecnico diurno. Collaborò a diversi giornali dell'epoca e si occupò anche di associazionismo operaio. Lasciò numerose opere, tra cui La Scuola Superiore di Commercio in Venezia e l'Istituto Tecnico di Genova (1868), [58] ove Erede lamenta il fatto che sia stata appena istituita una scuola superiore di Commercio a Venezia e non a Genova, che si può considerare la "capitale commerciale" d'Italia; esaminando però le materie insegnate nei due istituti, rileva che l'Istituto Tecnico di Genova non è affatto inferiore a quello di Venezia, né per numero di materie né per eccellenza dei professori, anzi i corsi di Fisica, Chimica e Scienze (che esistono solo a Genova) sono di grande aiuto sia per il commerciante che per l'industriale. E ci informa che il Corso serale di Computisteria applicata fu istituito dal Consiglio Provinciale prendendo a modello "quello che, nella famosa scuola d'Anversa, si chiama Bureau Commercial". Propone anche di aumentare a due ore invece di un'ora e mezzo tale insegnamento. Con una punta di polemica nei confronti del Ministero, nota però che se l'Istituto di Genova è "a nessuno secondo nella penisola", lo si deve alla Camera di Commercio, al Municipio e ancor più al Consiglio Provinciale.
Il Prof. Carlotti e la Scuola Serale di Computisteria Applicata
Il Prof. G. Carlotti succedette a Erede nell'insegnamento della Computisteria Applicata e nel 1884 condusse un esperimento di gestione di "Azienda simulata" in collaborazione con gli Istituti Tecnici di Torino e di Bari, sul quale presentò una dettagliata relazione al preside, senatore Boccardo, che viene conservata alla Biblioteca Universitaria [59] .
E' una relazione molto interessante e sorprendentemente all'avanguardia. Parteciparono all'esperimento 32 studenti, dei quali solo 4 allievi nelle pubbliche scuole, gli altri tutti impiegati, commessi, contabili, ecc. Furono da essi costituite 14 Ditte nei vari rami commerciali (Banca, Metalli, Coloniali, Cereali, Cotoni, Operazioni Mercantili in genere) ognuna delle quali teneva 5 libri contabili di base (Prima nota, Giornale, Mastro generale, Saldaconti, Copialettere) più i libri ausiliari derivanti dalla specifica attività dell'azienda. Con aiuti finanziari esterni alla scuola, gli studenti ebbero a disposizione giornali e pubblicazioni economiche italiani, francesi e inglesi, oltre a listini e notizie dalle principali piazze commerciali. Tali aziende furono messe in relazione d'affari con altre 12 formate dal quarto corso di Commercio e Ragioneria dello stesso Istituto Tecnico (diurno) in cui insegnava sempre Carlotti, 8 dell'Istituto Tecnico di Torino e 3 di Bari.
Il Prof. Carlotti motiva così l'operazione: "L'emulazione ... si desta maggiormente fra allievi di istituti diversi. Persone costrette a trattare affari, ad iniziare e nutrire una corrispondenza fra loro senza che alcun rapporto esista ad eccezione di quello che nasce dagli affari conclusi e da concludere, s'impongono rispettivamente dei doveri e sentono la necessità, che scaturisce dall'amor proprio, che ogni cosa sia fatta colla maggiore regolarità e condotto ogni affare colle regole le più sane che la consuetudine ha consacrate." [60] Alla fine dell'anno ogni azienda stese una relazione "per far sì che dell'opera compiuta e dell'attività spiegata l'allievo si addestri a render conto in ogni evenienza, qualora fosse chiamato nel vero campo pratico a compilare documenti che rispecchino, per così dire, la vita aziendale della ditta alla cui contabilità possa essere preposto." Il Professore ricorda la collaborazione avuta da esponenti del mondo del commercio per risolvere le difficoltà e le controversie sorte nel corso del lavoro e allega 5 relazioni di Aziende nei vari rami.
Più di cento anni dopo, quest'opera costituisce ancora un valido suggerimento per l'attività didattica e ricorda molto da vicino la "gestione simulata" che il Ministero attualmente promuove e finanzia in alcuni Istituti Professionali.
Il Preside Carlo
Bressan e la Scuola Serale
Il Preside Carlo Bressan si interessò attivamente alle Scuole serali, proponendo nel 1899, come già citato, il ripristino del corso di Economia politica, la cui opportunità viene fortemente sentita a Genova "che è diventata il primo emporio, non solo marittimo, ma ben anche commerciale e industriale della nuova Italia." Egli suggerisce di sopprimere il corso di Francese "di gran lunga meno utile", anche perchè a Genova esistevano già 10 classi serali per questa materia, frequentate da 362 alunni. [61] Si deve notare che il corso di Francese fu effettivamente soppresso dall'anno successivo, sostituito però dalla Lingua Tedesca.
La Lingua Spagnola, invece, venne introdotta nel 1903 (unica in Italia) "per soddisfare ad un impegno preso in via diplomatica colla Repubblica Argentina, dopo che questa aveva introdotto l'insegnamento della lingua italiana nelle sue scuole secondarie. L'impegno fu ricordato con plauso anche nelle discussioni avvenute in tale occasione alla Camera dei Deputati italiana". [62]
In un'altra Relazione, nel 1904, ci informa che le frequenze delle Scuole serali si aggiravano intorno a 300 uditori. Questa relazione, peraltro principalmente riguardante i corsi diurni, è ricca di osservazioni e proposte che ci fanno intendere come egli fosse calato nella realtà scolastica e attento più alla sostanza che alle formalità. Ne citiamo due esempi: parlando del periodo in cui si svolgono le valutazioni trimestrali, nota, non senza un certo senso dell'humour: "Durante questi periodi, le assenze degli alunni, da eccezione diventano regola; gli uni si rendono assenti per procrastinare la prova, a cui non si sentono ancora preparati, gli altri, avendola sostenuta, si assentano, per poter in quelli stessi giorni prepararsi meglio per le prove che dovranno subire in altre materie d'insegnamento. Qualsiasi provvedimento disciplinare possa essere emanato, e ne furono esperimentati parecchi, è reso vano dalla facilità colla quale i genitori sono sempre disposti a scusare i loro figli e da quella ancora maggiore con cui i medici rilasciano le attestazioni di malattie, fortunatamente immaginarie." Come si vede, niente di nuovo sotto il sole!
In altro punto, riferendosi ad un Regolamento recentemente emanato, osserva abbastanza diplomaticamente e con molto senso pratico: "Un giudizio sulla bontà delle disposizioni contenute nel nuovo Regolamento sarebbe per ora intempestivo. ... La stabilità, se non altro, sembra ormai assicurata. ... Basterà che il corpo insegnante, anziché attendere delle nuove modificazioni dal potere legislativo, le quali, se pur togliessero alcuni inconvenienti, ci farebbero poi cadere in altri, forse più gravi, sappia accogliere quei temperamenti che facilmente riescono a trovare coloro che vivono nella scuola e per la scuola; mentre non possono essere nemmeno intraveduti da coloro che vivono fuori dell'ambiente scolastico." [63] E ne ricaviamo l'impressione che il Preside Bressan fosse tra "coloro che vivono nella scuola e per la scuola".
Il 10 aprile 1907 egli ritorna a parlare delle Scuole serali, [64] in contrasto con gli organi ministeriali, in relazione ad alcuni provvedimenti sull'organico che ne diminuivano l'importanza, giungendo a decurtare, e non di poco, gli stipendi agli insegnanti. Ben lungi dall'accettare supinamente tali disposizioni, egli argomenta:
"Non solo nel 1906 si è compromessa l'esistenza delle cattedre coperte da incaricati; ma si è fatto un altro passo, nel senso di far perdere sempre più la loro autonomia alle Scuole serali, riunendo cioè per le cattedre coperte da ordinari i due stipendi che prima erano percepiti separatamente, l'uno per la cattedra diurna e l'altro per la cattedra serale, in uno stipendio solo per entrambe le cattedre, pari alla somma dei precedenti due. Egli ricorda invece che gli insegnamenti serali, anche se annessi, sono sempre stati distinti da quelli diurni, con Vicepreside, Consiglio dei Professori e Organici separati e che per gli insegnanti di Chimica industriale e Fisica tecnica lo stipendio verrebbe ridotto da £. 1.466,66 a £ 300! Gli insegnanti in questione rifiutarono tale assegno ("né si può dar loro torto, se considerano inadeguato e irrisorio il nuovo compenso" commenta il Preside), pur continuando regolarmente le lezioni. E ci dà una descrizione di queste lezioni:
"Questi corsi liberi di Chimica industriale e di
Fisica tecnica non sono da confondersi con le solite lezioni diurne d'un
Istituto tecnico o nautico; essi sono una cosa tutt'affatto diversa, sono vere
e proprie conferenze, che costano al docente giorni e settimane intere di
studi. I programmi per questi corsi, in base alla legge da cui sono retti, e di cui parleremo in appresso,
devono essere rinnovati ogni anno. Il professore di Chimica industriale, a
cagion d'esempio, un anno dedica l'intero suo corso: Alla fabbricazione dei
saponi; un altro anno: Alle sostanze tintorie; Agli esplodenti
e via di seguito. Altrettanto fa il professore di Fisica tecnica, più
propriamente di Elettrotecnica, che un anno tratta: Delle applicazioni
dell'illuminazione, un altro anno: Della telegrafia senza fili
e, di solito, delle scoperte scientifiche od, a dir meglio, delle
applicazioni pratiche più
recenti. Io ho assistito più e più volte alle conferenze in
questione, che sono frequentate da un pubblico numeroso e colto e mi trovo in
grado di comprendere quale preparazione richiedono e quali preoccupazioni esse
danno ai rispettivi conferenzieri che, solo per le esperienze e per le
projezioni con cui accompagnano le lezioni, devono procedere a preparazioni ed
a tentativi mai più finiti. Non sarà fuori di luogo avvertire che tanto il
professore di Chimica industriale quanto quello di Fisica tecnica sono
coadiuvati dai rispettivi Assistenti delle Scuole diurne, ai quali, pur
essendo provveduti dello stipendio per l'Assistentato diurno, la Provincia di
Genova ha assegnato una Retribuzione di lire 300 ciascheduno per il loro
Assistentato alle Scuole serali. Ora il Governo, compensando con L. 300 i
professori pei corsi serali, verrebbe a compensarli nella stessa identica
misura con cui questa Provincia compensa i rispettivi Assistenti! "
Le conclusioni a cui perviene sono due: "La prima che, se il Governo si fosse proposto di sopprimere (ciò che io non credo) le Scuole serali, vi sarebbe riuscito e quindi nulla vi sarebbe più da fare. ... La seconda conclusione ... che io reputo, non solo probabilmente, ma di certo, sempre voluta anche dal Governo è che queste Scuole serali, che contano ormai 60 anni di vita, abbiano a sussistere, non menomate nel loro organismo, anche per l'avvenire. In tal caso conviene tornar sopra a tutto ciò che si è fatto nel 1906 ..." E infatti il Regio Decreto del 16 maggio 1909, n.882 accoglie in pieno i suggerimenti del Preside e ripristina la situazione preesistente, comprese le retribuzioni annue per i 10 insegnamenti previsti (ma "a partire dal luglio 1909"!):
1. |
Meccanica applicata |
L.
1.466,66 |
2. |
Disegno industriale
e per capimastri |
L.
1.466,66 |
3. |
Geometria applicata
alle costruzioni |
L.
1.466,66 |
4. |
Computisteria
commerciale |
L.
1.466,66 |
5. |
Fisica tecnica |
L.
1.466,66 |
6. |
Chimica industriale |
L.
1.466,66 |
7. |
Stenografia |
L.
800--- |
8. |
Lingua inglese |
L.
750--- |
9. |
Lingua tedesca |
L.
750--- |
10. |
Lingua spagnola |
L.
750--- |
Le Scuole Tecniche Serali nel Novecento
Il corso serale proseguì press'a poco con questi insegnamenti fino al 1961, sopravvivendo a due guerre mondiali [65] e al bombardamento del 13 agosto 1944, che distrusse circa il 30% del materiale didattico e scientifico.
In questo periodo non si registrano grossi cambiamenti (solo la Dattilografia viene aggiunta, a partire dal 1937, a cura della Cassa Scolastica): numerosi dati sugli iscritti alle varie discipline, sugli esaminati, e in generale sull'andamento dei corsi ci restano negli Annuari che l'Istituto pubblicò dal 1921 al 1941 e che sono conservati nella Biblioteca d'Istituto. Nel 1921-22, ad esempio, gli iscritti furono ben 442 contro i 200 del 1903; le lezioni si tenevano tutti i giorni dalle 20 alle 22. Esistevano 12 insegnamenti, 7 dei quali a due livelli; due corsi (Fisica tecnica 2 e Francese commerciale) erano a carico della Camera di Commercio. Nell'annuario di quell'anno è presentato l'orario settimanale, sempre con due ore per sera.
Negli annuari seguenti, fino al 1929, per quanto riguarda gli insegnamenti serali troviamo solo il numero degli iscritti alle varie materie, dei promossi, dei premiati. Riferendoci invece all'Istituto nel suo complesso scopriamo l'Inno del Vittorio Emanuele II, parole e musica del prof. A. Di Liberto, [66] (esecuzione dell'inno)eseguito per la prima volta il 25 maggio 1927, e un'interessante attività, le Conversazioni settimanali di Ragioneria: [67]
"Nell'intento
di iniziare i giovani all'autonomia del ragionamento e dell'analisi critica,
addestrandoli nel contempo ad esprimersi in pubblico con chiarezza e
proprietà di linguaggio, vennero tenute, nel corso dell'anno scolastico,
delle conversazioni settimanali di Ragioneria su argomenti di notevole
importanza ed attualità.
Tali
conversazioni, frutto dello studio e della preparazione personale di taluni
abilitandi volontariamente offertisi, si svolsero alla presenza del Preside,
degl'insegnanti della materia e di una accolta numerosa di alunni, i quali ...
prestandosi sotto la direttiva del rispettivo insegnante a discutere volta per
volta, in contradditorio con gli oratori, i punti più opinabili degli
argomenti trattati, dimostrarono di aver gradito l'iniziativa e di averne
tratto profitto."
Seguono alcuni resoconti delle conferenze, ognuna delle quali era tenuta da più oratori.
Gli annuari del 1929-30 e 1930-31, oltre a fornire il numero degli iscritti, frequentanti, esaminati, approvati e premiati, ci informano che i corsi si svolgevano da novembre ad aprile, che per essere iscritti bisognava presentare domanda in carta bollata da £ 3 con una Licenza di scuola media di 1° grado o equipollente, e che, per chi volesse seguire un corso organico, gli insegnamenti erano stati raggruppati in tre aree:
·
Sezione Commerciale (Contabilità commerciale,
Stenografia, almeno una lingua straniera),
·
Sezione Industriale (Fisica tecnica, Meccanica
applicata, Chimica industriale, Disegno industriale),
·
Sezione di Capimastri (Geometria applicata,
Costruzioni, Disegno relativo, Meccanica applicata).
A coloro che, anche in più anni, frequentassero tutti i corsi di una sezione, superando i relativi esami, veniva rilasciato un certificato di licenza.
Nell'annuario del 1931-32 queste informazioni sono inserite in un Regolamento organico, da cui apprendiamo, tra l'altro, che al momento funzionavano altri tre corsi con obbligo d'iscrizione a cura del Consiglio Provinciale dell'Economia, e cioè: Lingua Francese (biennale), Esercitazioni di Chimica, Elettrotecnica. Indicativo dell'era fascista è che agli alunni era proibito "di recar con sé bastoni (!) o altri oggetti estranei alla scuola, di fumare nell'Istituto e di fermarsi nei corridoi". L'anno scolastico era di "almeno 100 sere effettive di lezione", con orario dalle 20 alle 22, da novembre ad aprile. Subito dopo avevano luogo gli esami, in sessione unica. E il metodo molto equilibrato di assegnazione dei voti, con un maggior peso attribuito alla frequenza e al profitto durante l'anno rispetto al voto d'esame, potrebbe essere utilmente consigliato anche per le nostre maturità:
"Art.
15. ... Per ogni esame il
Consiglio dispone di trenta punti, una parte dei quali, fino a un massimo di
dieci, viene assegnato alla prova sostenuta dal candidato; e l'altra, fino a
un massimo di venti, esprime il giudizio sulla frequenza e sul profitto del
candidato durante l'anno scolastico. La somma dei due voti costituisce, in
trentesimi, il voto definitivo. La proposta del primo voto è sempre fatta
dalla sottocommissione esaminatrice, quella del secondo dal professore della
materia.
Art.
16. Si dichiarano approvati i
candidati che conseguono la votazione complessiva di 18/30, purché non sia
inferiore a 5/10 il voto dell'esame e a 12/20 il voto di frequenza e profitto.
Art.
17. Verranno dichiarati
meritevoli di premio di 1° grado i candidati che otterranno una votazione
complessiva di 29 o 30 trentesimi, di premio di 2° grado coloro che
otterranno da 26 a 28 trentesimi e di menzione onorevole quando la votazione
sia compresa fra 23 e 25 trentesimi.
In ogni caso però il voto di frequenza non deve essere inferiore a 14
ventesimi e quello d'esame a 7 decimi.
Negli annuari fino al 1941 sono aggiunte informazioni ulteriori sulle caratteristiche dei corsi serali e la loro vitalità, sulla professione ed età degli iscritti, sulle loro aspettative e sulla funzione particolare svolta da tale scuola. La media degli iscritti nei vari anni si aggira intorno ai 300, con una punta massima di 422 nel 1933-34 e una minima di 138 nel 1940-41. La presenza femminile è esigua, ma in costante ascesa: da meno del 10% nel 1934-35 al 20% nel 1937-38 a circa il 30% nel 1939-40. Per quanto riguarda la professione, la maggioranza è composta da impiegati, poi studenti, operai, commessi; dal 1936 compaiono anche i disoccupati.
Alcune osservazioni tratte da questi Annuari sono in gran parte ancora attuali:
"Si
capisce che non tutti quelli che cominciano i corsi riescono a giungere sino
alla fine; troppo disagio e troppa fatica richiede per molti l'assidua
frequenza; disagio dovuto alla stagione rigida, alla stanchezza della giornata
di lavoro; fatica per ritrovare attitudini di studio spesso da lungo tempo
dimenticate e per le quali non basta sempre la buona volontà."
"Abbiamo
visto, anche quest'anno, accanto al professionista o all'impiegato anziano,
giovani di scuole medie superiori ed anche operai o commessi di ufficio o di
negozio; scolari, dunque di età e condizioni diverse; ciò che costituisce
appunto la difficoltà dell'insegnamento in queste scuole, dovendo
l'insegnante saper trovare quel punto giusto di tono e di misura da poter
essere da tutti compreso, senza inutili ripetizioni e senza eccessive
difficoltà."
"...
tutti questi corsi ... rispondono a un sentito bisogno di centinaia di giovani
e anche di persone adulte che, non avendo tempo e modo di frequentare le
scuole diurne, vogliono completare la loro istruzione professionale con poca
spesa e pur con grande sacrificio, visto che vi dedicano le ore della sera,
normalmente riservate al riposo e agli svaghi."
[68]
"La
maggioranza degli iscritti ... vuol completare, la sera, le sue cognizioni
culturali ... e non si preoccupa troppo del diploma, la cui conquista
costituisce l'assillo predominante degli allievi
elle scuole diurne. Tuttavia, diversi allievi non perdono di vista
neppure la "Licenza" che ... viene rilasciata a coloro che superano
un certo numero di esami."
[69]
Come abbiamo già accennato, l'edificio viene bombardato nel 1944 con gravi danni alle aule e ai gabinetti scientifici di fisica e topografia. [70]
Le relazioni sulle Scuole Tecniche Serali del dopoguerra e degli anni '50 rivelano una situazione sostanzialmente immutata: ogni anno le scuole funzionano per circa 100 sere, due ore ogni sera, gli iscritti variano da un massimo di 405 nel 1954 a un minimo di 234 nel 1959, e circa un centinaio di essi sostiene gli esami finali; i corsi più frequentati sono quelli commerciali (Lingue straniere, Contabilità, Stenografia). Al posto del Vicepreside troviamo un Direttore. Le spese vengono ripartite tra il Ministero della P.I.(stipendio degli insegnanti e del Direttore), Camera di Commercio e Provincia, la quale "molto lodevolmente, e per consuetudine, fornisce i locali, la luce, l'acqua, l'attrezzatura didattica e scientifica, il riscaldamento, il personale di Segreteria e di servizio". [71] Inoltre, varie Aziende ed Enti locali forniscono contributi e sovvenzioni per la costituzione di premi agli studenti più meritevoli.
Tuttavia, si notano segnali di disagio: la Preside Lina Vassallo nel 1955, pur sottolineando che i corsi incontrano sempre molto favore, lamenta che l'ordinamento è ancora quello del 1909 e che il trattamento economico degli insegnanti è rimasto invariato dal 1947. [72] Nel 1957 ribadisce: "La Direzione si è ripetutamente, ed inutilmente, rivolta al Ministero per sollecitare una più adeguata rimunerazione per gli insegnanti, in quanto i loro emolumenti sono così esigui da destare preoccupazione in merito alla possibilità di trovare docenti." [73] In un appunto di quegli anni si specifica che "sono retribuiti nella stessa misura insegnamenti di due, tre, quattro e otto ore settimanali (£ 52.000 annue lorde ripartite in 12 mensilità); altri insegnamenti di 4 e 5 ore sono retribuiti in misura notevolmente inferiore (£ 34.000 e £ 30.000 annue lorde). La sperequazione è ancora più stridente per il compenso spettante alla Direzione ... (£ 15.000 annue lorde)."
Nel 1960-61 permangono disagi, pur essendo il numero degli iscritti risalito a 298. Il Preside, Prof. Francesco Astorino richiede al Provveditorato disposizioni "per adeguare materie d'insegnamento, programmi e retribuzioni all'attuale ordinamento delle Scuole ed Istituti di Istruzione Tecnica" [74] e precisa, in altra lettera al Ministero: "La nomina degli insegnanti delle Scuole Serali viene effettuata dal Preside, secondo l'ordine della graduatoria d'Istituto. ... Come risulta dal prospetto allegato, le retribuzioni dei suddetti insegnanti sono equiparate a quelle di ruolo B dei professori incaricati e supplenti: la retribuzione è corrisposta per intero a coloro i quali non hanno altri incarichi presso Scuole; è ridotta a metà per coloro che hanno altri incarichi. Tale retribuzione è corrisposta per tutto l'anno scolastico." [75] Dal prospetto si nota che le retribuzioni sono più che raddoppiate rispetto a quelle del 1957, poiché lo stipendio netto mensile corrisposto per intero è di £ 11.980.
Il Preside Astorino richiama le ripetute richieste di chiarimento presentate dai precedenti Capi d'Istituto, i quali hanno tuttavia mantenuto in funzione le Scuole Serali, anche se rette da un "antiquato ordinamento, per fedeltà ad una quasi secolare tradizione". Ma afferma: "Il sottoscritto, al suo secondo anno di servizio presso questa Presidenza, ritiene che comunque si debba ormai pervenire ad una definitiva e concreta soluzione della questione."
Il 12 settembre 1961 chiarisce meglio la sua posizione:
"Questo
Istituto, con lettera particolareggiata del 13 maggio 1961, ha chiesto
aggiornate istruzioni relative al funzionamento delle annesse Scuole Serali,
di cui l'ultimo regolamento, risalente al 1909, rivela notevoli incongruenze
anacronistiche e causa imbarazzanti perplessità.
Poiché
il Superiore Ministero non ha ancora risposto, qualora non si ritenga di
provvedere e disporre un nuovo ordinamento, meglio rispondente alle odierne
esigenze e alle finalità dell'istituzione, questa Presidenza, richiamandosi
alla precedente nota, stima opportuno proporre la soppressione, a decorrere
dal prossimo anno scolastico 1961/62, del funzionamento di dette Scuole, la
cui utilità nella forma attuale è nulla (ne è prova significativa la
scarsezza delle frequenze ai corsi, alla fine dei quali del resto non si
rilascia un titolo di studio legalmente valido), evitando così anche uno
spreco finanziario."
[76]
Gli studenti pare però che non fossero dello stesso avviso, se alla fine dell'anno scolastico si erano presentati in 105 a sostenere gli esami! Tuttavia la Scuola Serale venne effettivamente sospesa a partire dal 1961/62, per riprendere nel 1968/69 con lo stesso ordinamento dei corsi diurni.
Da tale anno le iscrizioni aumentarono gradatamente fino a raggiungere un massimo di 477 studenti nel 1975/76, per poi ridiscendere e stabilizzarsi su una media di 300-320 iscritti. Di questo "nuovo corso" abbiamo testimonianza nell'annuario "Mercator" pubblicato come numero unico nel 1971/72, che contiene anche una indagine statistica sugli studenti lavoratori svolta dalla classe IV B nell'ambito del programma di matematica e considerazioni sulla scuola e sui programmi. Emergono già qui i due estremi tra cui si dibatte una scuola serale che ricalchi esattamente lo stesso modello dei corsi diurni: severità e selezione oppure lassismo e dequalificazione. Nell'indagine si sostiene che il diploma è certamente necessario, ma "il vero diritto allo studio non sta tanto nel diritto ad avere il "pezzo di carta" quanto nel diritto a possedere una cultura di un certo livello" [77] .
Più di 20 anni dopo, sono sempre più evidenti le contraddizioni di questo sistema, in cui si vorrebbero far svolgere negli stessi anni gli stessi programmi a ragazzi liberi da altri impegni e a lavoratori-studenti con la giornata occupata dal lavoro e dalla famiglia, ignorando le ovvie differenze, anche in termini di modalità di apprendimento. Un compromesso tra la necessità di conseguire il diploma e la possibilità di approfondire gli argomenti studiati potrebbe essere rappresentato da un ritorno al modello universitario delle origini, che lascia una maggiore libertà al singolo studente di decidere il percorso da seguire e i tempi per attuarlo.
Alcuni progetti di sperimentazione per le Scuole Tecniche Serali, attualmente proposti dal Ministero della Pubblica Istruzione, sembrano appunto muoversi in questa direzione, contemplando una maggiore flessibilità del corso di studi, con organizzazione per singole materie su più livelli e valutazione delle conoscenze, anche professionali, già acquisite, fino alla graduale abolizione delle classi tradizionali.
Conformemente allo spirito che l'ha informata fin dai primordi, auspichiamo che sempre più la scuola serale sia il luogo dove chiunque può andare per apprendere liberamente, in un clima serio e sereno e quanto più possibile privo di burocrazie e fiscalità, sia che lo studente voglia conseguire un diploma, sia che voglia solo accrescere la propria cultura personale in singoli settori del sapere.
APPENDICE A
Inventari
contenuti nell'Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio,
Vol.
36, Inventari
1. Libri comprati dal libraio Boeuf (settembre
1847) per la Scuola di meccanica e Chimica
2. Conti acquisto libri 1847-1851
3. Oggetti di Chimica commissionati dal
Prof.Peyron
4. Acquisto macchine (1847)
5. Elenco generale libri esistenti e mancanti
nella Biblioteca delle Scuole Tecniche 1853 (di Marchese)
6. Nota libri per scuole nautica e disegno (25
nov. 1853)
7. Libri richiesti dai prof. (14 aprile 1855)
8. Nota libri richiesti dai prof. (27 febbr.
1856)
9. Nota libri richiesti dai prof. (4 marzo 1856)
10. Libri, opere e altri oggetti richiesti dal prof. di
Geometria (1856-57)
11. Inventario dei Mobili esistenti nei locali delle Scuole
Tecniche (1 febbraio 1858)
12. Inventario del laboratorio di Fisica e Chimica
(1 luglio 1858)
13. Nota macchine e modelli esistenti nel gabinetto di
Meccanica (31 luglio 1858)
14. Rapporto riguardante sottrazioni d'oggetti nello
stabilimento (17 dic. 1858) (rubato microscopio dalla moglie del custode).
15. Verifiche degli inventari delle Scuole Tecniche (1859)
APPENDICE B
Regolamento
per le Scuole Tecniche del 25 novembre 1852
(ASG.
CC. 514, pagg. 287-290, Verbale
Seduta del 19 novembre 1852).
Progetto
definitivo di Regolamento delle Scuole; questo
progetto venne poi approvato senza modifiche dal Ministero dell' Istruzione
Pubblica il 25 novembre 1852.
Progetto
di Regolamento
per
le Scuole Tecniche di Genova
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 1° ¾¾¾¾¾¾¾¾
I
corsi delle scuole tecniche di Genova si apriranno ogni anno verso la metà di
Novembre, e dureranno sino al fine di Giugno: ciascun Professore darà almeno
due Lezioni per Settimana: queste lezioni saranno illustrate con dimostrazioni
e sperimenti, e della durata di un'ora e mezza per ciascuna.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 2° ¾¾¾¾¾¾¾¾
I
Professori avranno a loro disposizione il Laboratorio ed i Gabinetti annessi
alle rispettive Scuole cogli oggetti che vi appartengono, e ne saranno
risponsabili verso la Camera di Commercio.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 3° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Sarà
formato per cura dei Professori e tenuto sempre al corrente un Inventario
degli oggetti di cui all'articolo 2° e ciò per mezzo di Registri separati, e
distinti come segue
A.
Oggetti appartenenti alla Chimica
B.
Oggetti appartenenti alla Meccanica ed alla Geometria
C.
Oggetti appartenenti al Disegno
D.
Libri
E.
Mobili ed oggetti comuni a tutte le scuole, ed agli stabilimenti non
compresi nei suddetti quattro registri.
I
registri avranno le Colonne necessarie perchè la classificazione vi riesca
facile e chiara: vi sarà una colonna serbata espressamente per notarvi le
temporanee esportazioni di oggetti, ed ogni altra eventuale emergenza.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 4° ¾¾¾¾¾¾¾¾
La
Camera di Commercio assegnerà ogni anno a ciascun Professore quel fondo che
crederà necessario al relativo insegnamento. L'amministrazione di tal fondo
sarà affidata al Professore, il quale impiegandolo in quegli acquisti e
quelle preparazioni ed esperienze che sono nello scopo speciale del suo
insegnamento, dovrà renderne conto alla Camera secondo le norme che da essa
verranno stabilite.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 5° ¾¾¾¾¾¾¾¾
La
Camera veglierà sull'andamento delle scuole acciò l'insegnamento di ciascun
Professore si mantenga nei limiti assegnati dai programmi. Procederà sempre,
quando lo crederà opportuno, alla inspezione ed alla verificazione dei
Registri di cui all'art. 3°. Farà un regolamento di disciplina interna, e ne
procurerà l'osservanza; determinerà i giorni e le ore delle lezioni e degli
esami; provvederà per la supplenza dei Professori assenti od impediti;
promuoverà presso il Ministero, dopo aver sentito i Professori, quei
provvedimenti che crederà più confacenti al miglioramento ed al progresso
della Istruzione tecnica.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 6° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Il
Preparatore applicato alla Scuola di Chimica assisterà il Professore nelle
operazioni del laboratorio, e nelle esercitazioni pratiche degli alunni.
Preparerà l'occorrente per le Lezioni, e farà in esse le dimostrazioni che
verranno dal Professore prescritte.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 7° ¾¾¾¾¾¾¾¾
A
spese della Camera sarà pure applicato alle Scuole un macchinista coll'obbligo
di preparare sotto la Direzione dei Professori quanto occorrerà per le
lezioni e per le esercitazioni pratiche degli alunni. Dovrà pure il
Macchinista, assistendo alle Lezioni, eseguir gli sperimenti e le operazioni
che verranno prescritte dai Professori. Inoltre veglierà alla conservazione
delle macchine, modelli e strumenti delle scuole secondo le norme che di
concerto coi Professori, e mediante apposita istruzione, verranno dalla Camera
stabilite.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 8° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Due
mesi prima dell'apertura di ciascun anno scolastico i Professori presenteranno
alla Camera i loro programmi d'insegnamento. La Camera sottoporrà tali
programmi all'approvazione del Ministero accompagnandoli colle osservazioni
che crederà opportune.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 9° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Tutte
le lezioni saranno pubbliche e gratuite, e non si esigerà per esservi ammesso
né esame, né altra condizione qualsiasi. Coloro però che vorranno far
constare di aver frequentato uno o più scuole, e sostenere in fine dell'anno
scolastico qualche esame, dovranno prima del 15 di 9bre farsi inscrivere alla
Segreteria della Camera, e presso i rispettivi Professori, dichiarando il loro
nome, cognome, età, patria, domicilio, professione ed i corsi che intendino
seguire.
Gli
alunni inscritti potranno soli prender parte alle esercitazioni pratiche di
cui all'articolo seguente.
In
caso di gravi mancanze contro la disciplina ed i regolamenti, la Camera,
sentiti i Professori, potrà privar l'Alunno inscritto dei vantaggi
dell'inscrizione.
La
Camera potrà pur proibire l'ingresso nel Laboratorjo e nei Gabinetti alle
persone che per condotta essa reputi doversi escludere.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 10° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Gli
Alunni inscritti potranno fare nei giorni che saranno determinati dai
Professori, con approvazione della Camera, esercitazioni pratiche adatte alla
natura di ciascun corso, sempre coll'assistenza dei rispettivi Professori e
Preparatori.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 11° ¾¾¾¾¾¾¾¾
Gli
esami si daranno dopo la chiusura dei corsi e saranno tutti facoltativi. Per
ciaschedun corso si darà un esame distinto al quale interverrà col
Professore del corso un altro Professore designato dalla Camera.
Per
ciaschedun esame sostenuto con successo sarà spedito un certificato; potranno
però, agli Alunni che ne facciano la domanda, spedirsi certificati
complessivi per tutti gli esami che abbiano sostenuti nelle scuole, e dai
quali risulti essersi l'Allievo abilitato all'esercizio di una data
professione industriale.
Un
regolamento speciale determinerà la forma e la durata degli esami, il modo di
votazione, il tenore dei processi verbali, e quello dei certificati da
spedirsi agli alunni che avranno con successo sostenuto l'esame.
Tale
regolamento, e quello di cui al precedente articolo 5°, verranno dalla Camera
sottoposti all'approvazione del Ministero di pubblica instruzione.
¾¾¾¾¾¾¾¾
Articolo 12° ¾¾¾¾¾¾¾¾
I
Professori alla fine dell'anno scolastico faranno alla Camera un breve
relazione sulla loro scuola, cui uniranno una statistica della scolaresca e
una lista di coloro che più specialmente siansi distinti, e credano
meritevoli di qualche premio, o di qualche incoraggiamento.
APPENDICE C
Elenco
Alunni Premiati nelle Scuole Tecniche Serali
COGNOME |
NOME |
Anno
Scol |
MATERIA |
PREMIO |
Occupaz. |
Provenienza |
ALLORI |
Alessandro |
1886-87 |
arabo |
1° |
|
|
ANTOLA |
Angelo |
1899-00 |
francese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
ANTOLA |
Italo |
1900-01 |
inglese 1 |
2° |
|
|
ARATA |
Antonio |
1855-56 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
muratore |
|
ARBICO' |
Giacomo |
1853-54 1853-54 1854-55 |
dis.arch. geometria disegno |
Med.Rame Med.Arg. |
ebanista |
Genova |
ARDIZZONE |
Francesco |
1854-55 |
chimica |
Med.Arg |
studente |
|
ASCHIERI |
Gerolamo |
1855-56 |
costr.navale |
Med.Rame |
costr.navale |
|
AVOGADRO |
Davide |
1900-01 |
fisica tecn. |
Menz.Onorev. |
|
|
BAGLIONI |
Attilio |
1886-87 |
geometria |
1° |
|
|
BALLESTRINO |
GioBatta |
1855-56 |
nautica |
Menz.Onorev. |
capitano |
|
BALOCCHI |
Raffaele |
1883-84 |
steno |
3° |
|
|
BANCALARI |
Giuseppe |
1883-84 |
arabo 1 |
1° |
|
|
BANCHERO |
Luigi |
1855-56 1855-56 |
geometria dis.legno |
Menz.Onorev. Menz.Onorev |
bidello |
|
BARABINO |
Filippo |
1883-84 |
dis.industr. |
2° |
|
|
BARABINO |
Luigi |
1883-84 |
dis.industr. |
2° |
|
|
BARABINO |
Pietro |
1855-56 |
dis.arch. |
Med.Rame conf |
studente |
|
BARABINO |
Pietro |
1883-84 |
comput.rag. |
2° |
|
|
BEANO |
Alessandro |
1899-00 1900-01 |
comput.comm. comput.com.2 |
2° Menz.Onorev. |
|
|
BELLOTTI |
Felice |
1900-01 |
inglese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
BERNUCCA |
Giacinto |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
BERRETTA |
Leopoldo |
1853-54 1854-55 |
dis.arch. meccanica |
Med.Rame Menz.Onorev |
muratore |
Sarzana |
BERRETTA |
Nicolò |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
falegname |
Genova |
BERRUTI |
Domenico |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
BIGA |
Alessandro |
1855-56 1855-56 |
geometria dis.legno |
Med.Rame Med.Rame conf |
studente |
|
BINON |
Carlo |
1853-54 |
dis.arch |
Med.Rame |
carpent. |
Genova |
BISSO |
Emanuele |
1853-54 1854-55 1855-56 |
dis.arch. meccanica dis.arch. |
Med.Rame Menz.Onorev Med.Rame conf |
studente |
Genova |
BOGGERO |
Santo |
1886-87 |
dis.industr. |
2° |
|
|
BOSIO |
Giulio |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
studente |
|
BOSSO |
Andrea |
1900-01 |
comput.com.2 |
Menz.Onorev. |
|
|
BOTTARO |
Alessandro |
1899-00 |
francese 2 |
1° |
|
|
BOTTO |
Cesare |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
BOZZANO |
Amadeo |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Rame |
|
|
BRIASCO |
Agostino |
1855-56 |
costr.navale |
Med.Arg. |
costr.navale |
|
BRIASCO |
Benedetto |
1853-54 1855-56 |
dis.arch. dis.legno |
Med.Arg. Med.Arg.conf |
falegname |
Genova |
BRIGNARDELLI |
Angelo |
1854-55 1855-56 |
disegno dis.arch |
Med.Arg Med.Arg.conf |
studente impiegato |
Savona |
BRIGNETTI |
Antonio |
1855-56 |
nautica |
Menz.Onorev. |
capitano |
|
BROCCARDI |
Eugenio |
1886-87 |
geometria |
1° |
|
|
BRUZZONE |
Luigi |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.arch. |
Menz.Onorev. Med.Rame |
muratore |
|
CALCAGNO |
Giuseppe |
1855-56 |
costr.navale |
Med.Rame |
maest.ascia |
|
CALVI |
Cornelio |
1899-00 |
inglese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
CAMANDONA |
Adolfo |
1900-01 |
inglese 1 |
2° |
|
|
CAMPI |
Edoardo |
1899-00 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
CANEPA |
Alfonso |
1899-00 |
comput.comm. |
Menz.Onorev. |
|
|
CANEPA |
Benedetto |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.macch |
Menz.Onorev. Menz.Onorev |
falegname fabbro |
|
CANEPA |
Giuseppe |
1899-00 |
geometria |
1° |
|
|
CANESSA |
Celestino |
1883-84 |
comput.rag. |
2° |
|
|
CAORSI |
Andrea |
1883-84 |
dis.industr. |
3° |
|
|
CAPURRO |
Nicola |
1899-00 |
inglese 2 |
Menz.Onorev. |
|
|
CARBONE |
G.Antonio |
1900-01 |
tedesco 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
CARBONE |
Vittorio |
1900-01 |
meccanica |
2° |
|
|
CARMINATI |
Federico |
1853-54 |
geometria |
Med.Rame |
|
|
CARMINATI |
Pietro |
1853-54 1853-54 1854-55 1854-55 1855-56 1855-56 |
dis.arch geometria chimica meccanica dis.arch. meccanica |
Med.Rame Med.Rame Menz.Onorev. Menz.Onorev. Med.Arg.conf Med.Rame |
studente |
Genova |
CARMINATI |
Tommaso |
1886-87 |
steno |
2° |
|
|
CARPI |
GioBatta |
1855-56 |
dis.legno |
Menz.Onorev. |
muratore |
|
CASSIANI |
Tommaso |
1900-01 |
inglese 1 |
2° |
|
|
CENTANARO |
Francesco |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
CERRUTI |
Nicolò |
1855-56 |
costr.navale |
Med.Rame |
costr.navale |
|
CERVETTAZ |
Francesco |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
CESIO |
Mattia |
1853-54 |
dis.arch |
Med.Rame |
orologiaio |
Genova |
CHIAPPORI |
Antonio |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
caldararo |
Genova |
CHIOZZA |
Primo |
1886-87 |
comput.rag. |
2ø |
|
|
COGLIOLO |
Giovanni |
1853-54 |
dis.arch |
Med.Rame |
marinaio |
Is.Maddalena |
CONSIGLIERE |
Emanuele |
1884-85 |
dis.industr. |
3° |
|
|
CORTESI |
Arturo |
1886-87 |
comput.rag. |
1° |
|
|
COSTA |
Francesco |
1855-56 |
nautica |
Med.Arg. |
capitano |
|
COSTA |
Probo |
1884-85 |
steno |
2° |
|
|
COSTANTINI |
Simeone |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
macchinista |
Genova |
COTTA-RAMUSINO |
Giuseppe |
1884-85 |
comput.rag. |
2° |
|
|
CROCE |
Giacomo |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Rame |
|
|
CURINO |
Giuseppe |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
falegname |
Torino |
DA PASSANO |
Tito |
1884-85 |
comput.rag. |
3° |
|
|
DAFFIENO |
Carlo |
1899-00 |
francese 2 |
1° |
|
|
DAFFIENO |
Gerolamo |
1900-01 |
comput.com.2 |
Menz.Onorev. |
|
|
DAGNINO |
Attilio |
1900-01 |
inglese 2 |
Menz.Onorev. |
|
|
DAPELO |
Angelo |
1853-54 |
dis.arch |
Med.Rame |
ebanista |
Genova |
DAPELO |
Gaetano |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.ferro |
Menz.Onorev. Med.Rame conf |
fabbro |
|
DEFFERARI |
Domenico |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.macch. |
Menz.Onorev. Med.Rame conf |
tornitore maest.tornit |
Genova |
DEGRADA |
Giuseppe |
1884-85 |
dis.industr. |
1° |
|
|
DELLEPIANE |
Nicolò |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
studente |
|
DEMARCHI |
Luigi |
1900-01 |
tedesco 1 |
1° |
|
|
DEMARCHI |
Pietro |
1853-54 1854-55 1855-56 |
dis.arch. meccanica dis.macch. |
Med.Rame Menz.Onorev. Med.Rame conf |
ass.fabbriche |
Sarzana |
DEZZANI |
Michele |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
artigliere |
|
DONATI |
Giuseppe |
1900-01 |
inglese 2 |
1° |
|
|
FAVA |
Angelo |
1899-00 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
FAVA |
Giacomo |
1883-84 |
dis.industr. |
3° |
|
|
FERRARI |
Annibale |
1886-87 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
FERRERO |
Ambrogio |
1900-01 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
FERRETTO |
Angelo |
1899-00 |
dis.industr. |
2° |
|
|
FERRO |
Luigi |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
all.macch. |
|
FIRPO |
Giovanni |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
ottonaio |
|
FORLANO |
Pietro |
1900-01 |
geometria |
Menz.Onorev. |
|
|
FRIXIONE |
Arturo |
1899-00 1899-00 |
dis.industr. geometria |
1° 2° |
|
|
FURLANI |
Aleardo |
1899-00 1900-01 |
inglese 2 tedesco 2 |
2° 1° |
|
|
GALLINGANI |
Demetrio |
1899-00 |
inglese 1 |
2° |
|
|
GANDOLFO |
Domenico |
1855-56 |
dis.arch. |
Med.Rame conf |
studente |
|
GANDOLFO |
GioBatta |
1899-00 |
francese 1 |
2° |
|
|
GAREGLIO |
Giuseppe |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
assist.genio |
|
GARIBOTTI |
Angelo |
1886-87 |
geometria |
Menz.Onorev. |
|
|
GELLONA |
Ernesto |
1900-01 |
inglese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
GELMINI |
Alessandro |
1899-00 |
francese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
GENNARO |
Emanuele |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Arg.conf |
|
|
GIUGE |
Francesco |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
carpent. |
Genova |
GIUGE |
Onorato |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.arch. |
Menz.Onorev. Med.Rame |
studente all.fabbro |
|
GROLLERO |
Alessandro |
1899-00 |
inglese 2 |
2° |
|
|
GROSSO |
Angelo |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
inserv.scuol |
|
GRUNHUT |
Guido |
1900-01 |
tedesco 1 |
2° |
|
|
GUALCO |
Agostino |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
ebanista |
Genova |
GUATIER |
Emilia |
1899-00 |
inglese 1 |
2° |
|
|
GUIZZETTI |
Carlo |
1886-87 |
arabo |
Menz.Onorev. |
|
|
ISNALDI |
Domenico |
1884-85 |
geometria |
1° |
|
|
ISOLA |
Domenico |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
fabbro |
|
JACOBITTI |
Lidovino |
1884-85 |
steno |
1° |
|
|
LANERO |
Pietro |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
studente |
|
LANZOLA |
Matteo |
1900-01 |
comput.com.1 |
Menz.Onorev. |
|
|
LAVAGNA |
Giuseppe |
1855-56 |
nautica |
Med.Arg. |
capitano |
|
LEVERATO |
Achille |
1899-00 1900-01 |
dis.industr. dis.industr. |
Menz.Onorev. 2° |
|
|
MAESTRINI |
Italo |
1899-00 |
steno |
Menz.Onorev. |
|
|
MANCINI |
Cesare |
1900-01 |
comput.com.2 |
2° |
|
|
MANFREDONIA |
Nicola |
1899-00 |
chimica |
1° |
|
|
MANSUINO |
Giovanni |
1900-01 |
tedesco 1 |
2° |
|
|
MANTERO |
Agostino |
1853-54 |
dis.arch |
Med.Arg. |
carpent. |
Genova |
MARCHESE |
Antonio |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
MARIA |
Luigi |
1886-87 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
MASSARDO |
GioBatta |
1883-84 |
dis.industr. |
3° |
|
|
MASSIMINI |
Pietro |
1900-01 |
comput.com.2 |
Menz.Onorev. |
|
|
MAZZI |
GioBatta |
1884-85 |
geometria |
1° |
|
|
MEDDA |
Fortunato |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
falegname |
|
MOLINARI |
Emanuele |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
studente |
Genova |
MOLINARI |
Emilio |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
studente |
|
MOLINELLO |
Luigi |
1884-85 |
dis.industr. |
3° |
|
|
MONGIARDINO |
Attilio |
1899-00 |
inglese 2 |
Menz.Onorev. |
|
|
MONGIARDINO |
Vittorio |
1899-00 |
inglese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
MONTEVERDE |
Francesco |
1899-00 |
comput.comm. |
Menz.Onorev. |
|
|
MONTICELLI |
Francesco |
1899-00 1900-01 |
comput.comm. comput.com.2 |
2° 2° |
|
|
MORCHIO |
Candido |
1883-84 |
comput.rag. |
1° |
|
|
MORESCO |
Antonio |
1853-54 |
geometria |
Med.Rame |
studente |
Genova |
MORESCO |
Gaspare |
1854-55 |
disegno |
Med.Arg |
studente |
|
MORI |
Giuseppe |
1899-00 |
dis.industr. |
2° |
|
|
MOSCA |
Defendente |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
all.macch. |
|
MURATORI |
Luigi |
1899-00 |
inglese 2 |
Menz.Onorev. |
|
|
NANNI |
Lorenzo |
1883-84 |
steno |
3° |
|
|
NIZZA |
Angelo |
1900-01 |
geometria |
1° |
|
|
OBERTI |
Emilio |
1900-01 |
geometria |
Menz.Onorev. |
|
|
OLIVARI |
Gerolamo |
1855-56 |
geometria |
Med.Arg. |
all.meccan. |
|
OLTOLINI |
Ettore |
1886-87 |
comput.rag. |
2ø |
|
|
ORENGO |
Giuseppe |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Arg. |
ingegnere |
SanRemo |
ORNANO |
GioBatta |
1854-55 |
disegno |
Med.Rame |
fabbro |
|
OTTONELLO |
Antonio |
1886-87 |
steno |
2° |
|
|
OXILIA |
Giacomo |
1855-56 |
nautica |
Med.Rame |
capitano |
|
PADOVANI |
Giovanni |
1886-87 |
dis.industr. |
2° |
|
|
PALAZZI |
Francesco |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
scattolajo |
Genova |
PAOLINI |
Angela |
1899-00 |
inglese 1 |
2° |
|
|
PARETO |
Giuseppe |
1855-56 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
studente |
|
PARODI |
Antonio |
1855-56 |
dis.legno |
Med.Rame |
ebanista |
|
PARODI |
Francesco |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
studente |
|
PARODI |
Giovanni |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame conf |
all.macch. |
|
PASTORE |
Serafino |
1899-00 |
francese 2 |
Menz.Onorev. |
|
|
PASTORINO |
Domenico |
1854-55 1855-56 |
meccanica dis.macch. |
Menz.Onorev. Med.Rame |
fabbro |
|
PAVESI |
Gaetano |
1886-87 |
steno |
1° |
|
|
PEDEMONTE |
Giuseppe |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
ebanista |
Genova |
PELIZZA |
Giovanni |
1853-54 1854-55 |
dis.arch. meccanica |
Med.Rame Menz.Onorev. |
falegname |
Capriata |
PERAGALLO |
Francesco |
1853-54 1855-56 |
dis.arch. costr.navale |
Med.Arg. Med.Arg. |
Gr.Maestro
d'alberatura |
Genova |
PERASSO |
Ferdinando |
1883-84 1884-85 |
arabo 2 arabo |
1° 1° |
|
|
PERSICO |
Rocco |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
PETTIVA |
Antonio |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
PIACENTINI |
Filippo |
1886-87 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
PIAZZA |
Pietro |
1900-01 |
inglese 1 |
1° |
|
|
PISANATI |
Vincenzo |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Rame |
|
|
PIUMA |
Giovanni |
1855-56 |
dis.legno |
Menz.Onorev. |
muratore |
|
PLACODIO |
Giuseppe |
1899-00 |
steno |
1° |
|
|
POLLERINI |
Luigi |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
studente |
Is.Maddalena |
PORCELLI |
Giuseppe |
1900-01 1900-01 |
tedesco 2 inglese 1 |
1° 2° |
|
|
POZZA |
Dante |
1900-01 |
steno 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
POZZI |
Amedeo |
1883-84 |
dis.industr. |
2° |
|
|
PRANDINI |
Luigi |
1884-85 |
dis.industr. |
2° |
|
|
PUGNO |
Giuseppe |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
all.macch. |
|
RAPALLINO |
Oreste |
1900-01 |
dis.industr. |
1° |
|
|
REBORA |
Francesco |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
REBORA |
G.B. |
1900-01 1900-01 |
comput.com.2 steno 2 |
Menz.Onorev. Menz.Onorev. |
|
|
REPETTI |
Cesare |
1855-56 |
dis.ornato |
Med.Rame |
pittore |
|
REY |
Carlo |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
studente |
Genova |
RINESI |
Tito |
1900-01 |
comput.com.1 |
2° |
|
|
RISSO |
Giuseppe |
1853-54 |
dis.arch. |
Menz.Onorev. |
droghiere |
Genova |
ROMAIRONE |
Bernardo |
1855-56 |
dis.arch. |
Med.Arg. |
muratore |
|
ROMAIRONE |
Cesare |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
scultore |
Genova |
ROMAIRONE |
Daniele |
1853-54 1855-56 |
dis.arch. dis.macch. |
Med.Rame Med.Rame |
studente |
Genova |
ROMAIRONE |
Giacomo |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Arg. |
muratore |
|
ROMAIRONE |
Giuseppe |
1855-56 |
dis.arch. |
Med.Rame |
studente |
|
ROSSI |
Antonio |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Rame |
|
|
ROSSI |
Giuseppe Nicolò |
1884-85 |
dis.industr. |
1° |
|
|
SAAKE |
Hermann |
1886-87 |
arabo |
2° |
|
|
SALVATI |
Edoardo |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
studente |
|
SANMARTINO |
Servio |
1883-84 |
dis.industr. |
1° |
|
|
SANTAGATA |
Luigi |
1853-54 1853-54 1854-55 1855-56 1855-56 |
dis.arch. geometria chimica dis.arch. meccanica |
Med.Arg. Med.Rame Menz.Onorev. Med.Arg.conf Menz.Onorev. |
studente |
Genova |
SARTORIO |
Carlo |
1899-00 1900-01 |
steno steno 2 |
2° 2° |
|
|
SARTORIO |
Isnardo |
1853-54 |
dis.arch. |
Med.Rame |
studente |
Milano |
SCALA |
Giacomo |
1855-56 |
costr.navale |
Med.Arg. |
costr.navale |
|
SCHIAFFINO |
Filippo |
1855-56 |
nautica |
Med.Arg. |
capitano |
|
SCHIAFFINO |
Francesco |
1900-01 |
tedesco 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
SERRA |
Luigi |
1900-01 |
comput.com.1 |
Menz.Onorev. |
|
|
SOLERI |
Vincenzo |
1886-87 |
steno |
2° |
|
|
SORACCO |
Francesco |
1866-67 |
dis.industr. |
Menz.Onorev. |
|
|
SPEICH |
Mattia |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Arg. |
all.macch. |
|
SPINETTA |
Silvio |
1886-87 |
geometria |
2° |
|
|
STRASSERA |
Andrea |
1900-01 |
meccanica |
2° |
|
|
TARIGO |
Giacomo |
1900-01 1900-01 |
inglese 1 tedesco 1 |
Menz.Onorev. Menz.Onorev. |
|
|
TERASANA |
Ignazio |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
studente |
|
TERASANA |
Raffaele |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
studente |
|
TERRILE |
Angiolo |
1884-85 |
dis.industr. |
3° |
|
|
TIRONI |
Giacomo |
1866-67 |
dis.industr. |
Med.Rame |
|
|
TOBINO |
Angelo |
1855-56 |
dis.macch. |
Med.Rame |
ass.Genio |
|
TOMMASI |
Giuseppe |
1900-01 1900-01 |
inglese 1 tedesco 2 |
1° 1° |
|
|
TONETTI |
Giovanni |
1900-01 1900-01 |
tedesco 1 comput.com.1 |
1° Menz.Onorev. |
|
|
TONETTI |
Giovanni |
|
|
|
|
|
TRAVERSO |
GioBatta |
1899-00 |
comput.comm. |
Menz.Onorev. |
|
|
VALENTE |
Agostino |
1884-85 |
comput.rag. |
2° |
|
|
VALENTE |
GioBatta |
1855-56 |
dis.arch. |
Med.Rame |
muratore |
|
VALLE |
Carlo |
1899-00 |
francese 1 |
Menz.Onorev. |
|
|
VASSALLO |
Andrea |
1854-55 |
meccanica |
Menz.Onorev. |
all.macchin. |
|
VASSALLO |
G.B. |
1900-01 |
tedesco 1 |
1° |
|
|
VESPIGNANI |
Giuseppe |
1900-01 |
tedesco 1 |
2° |
|
|
VIACAVA |
Giuseppe |
1855-56 |
nautica |
Menz.Onorev. |
capitano |
|
VIGANEGO |
Luigi |
1853-54 1855-56 |
dis.arch costr.navale |
Med.Rame Med.Rame |
carpent. maest.ascia |
Genova |
VILLA |
Giacomo |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
VITALINI |
Domenico |
1853-54 1855-56 |
dis.arch. dis.macch. |
Med.Rame Med.Rame |
macchin. |
Salò |
VITTURI |
Carlo |
1855-56 |
dis.macch. |
Menz.Onorev. |
all.macch. |
|
ZANCANI |
Elvidio |
1883-84 |
steno |
3° |
|
|
ZEREGA |
Eust.Giusep. |
1853-54 1853-54 1855-56 |
dis.arch. meccanica dis.macch. |
Med.Arg. Med.Arg. Med.Rame |
macchin. |
Dezerega |
ZUCCOTTI |
Giovanni |
1883-84 |
comput.rag. |
2° |
|
|
ZUNINI |
Giovanni |
1884-85 |
geometria |
1° |
|
|
BiblioGRAFIA
Abbreviazioni:
APFA |
Archivio Privato Famiglia
Ansaldo |
ASG
|
Archivio di Stato di Genova |
BB
|
Biblioteca Berio |
BG |
Biblioteca Gallino -
Sampierdarena |
BN |
Biblioteca Comunale di
Nervi |
BU
|
Biblioteca Universitaria |
SLSP |
Società Ligure Storia
Patria |
VE
|
Biblioteca ITC Vittorio
Emanuele II |
1.
Storia:
Archivio
Istituto Mazziniano, Cartelle
Doria 2 e 3 (sul Comitato dell'Ordine)
Atti
dell'Ottava Riunione degli Scienziati Italiani,
Genova 1847 (VE, BB)
Canale
Michel Giuseppe, Diario delle cose di Genova dall'8 settembre 1847 al 3 settembre 1848,
Archivio Istituto Mazziniano,
Cart. 110 n.25.173 (Comitato dell'Ordine, Circolo Nazionale, Circolo Italiano,
Guardia Civica)
Canale
Michel Giuseppe, Storia dell'Esposizione dei prodotti e delle manifatture nazionali fatta
a Genova nel 1846, Genova 1847 (BB
e BU)
Castronovo
Valerio, "Giovanni Ansaldo e la Liguria del suo tempo",
in Storia dell'Ansaldo, Laterza
1994 (BB RL. B. 258 (1))
Celesia
Emanuele, Diario degli avvenimenti di
Genova nell'anno 1848, (anche su Luigi Zenone Quaglia)
Codignola
A., Dagli albori della libertà al
proclama di Moncalieri, Torino 1921, pp.278-79 nota, 344 nota, 345 nota,
670 nota. (BB) (su Ansaldo;
contiene lettere di Petitti a M.Erede)
Della
rivoluzione di Genova nell'aprile del 1849 (di Em.Celesia ma senza indicazione di autore)
Diario
dell'VIII Riunione degli Scienziati Italiani a Genova nel settembre 1846,
Genova 1846 (BB)
Doldi
Sandro, Scienza e tecnica in Liguria,
ECIG Genova 1984 (BN L 509 DOL) (contiene l'indicazione delle biblioteche genovesi in
cui si trovano i libri in bibliografia)
Doria,
M., Ansaldo, ed. Franco Angeli 1989
(BB
GEN. B. 2484)
Firpo,
Mille macchine una volontà,
(BB
AG.GEN. C. 10) (sull'Ansaldo)
Gallo
Giovanna, L'opera di Giorgio Doria a
Genova negli albori della libertà, Genova 1927 (sul Comitato dell'Ordine)
Gazzo
Emanuele, I cento anni dell'Ansaldo,
1853-1953, Genova 1953 (BB
GEN. D. 113 BG
L.338. 4.GAZ)
Goffredo
Mameli e i suoi tempi, Venezia 1927,
pag.150: A.Colombo, La
tradizione di Balilla in Genova nel 1846 (contiene
i rapporti al Ministero del Governatore di Genova Paulucci
e tratta diffusamente delle Società Scientifiche)
Mioli,
La Consulta dei Mercanti Genovesi,
(BB
FN. GEN. C. 104 ) (Storia della Camera di Commercio)
Montale
Bianca, Genova nel Risorgimento,
1979 (BB
GEN.B. 1375, SLSP
E.11.1, BN L 945.182. 05.MON)
2.
Biografie:
De
Gubernatis Angelo, Dizionario Bibliografico (BU
Cons.Biogr., 120) Firenze 1879 [Celesia]
Dizionario
biografico degli italiani, ed.
Treccani (BU 920.045 DIZ e
SLSP) [ "Ansaldo"
di Sirugo F., "Boccardo" "Celesia", "Chiossone",
"Erede"]
Dizionario
biografico dei liguri, (SLSP
e BU)
Giacchero-Bisogni,
Vita di G.Sapeto, Firenze 1942 (BU
8.M.VI.24)
Grillo,
Elogi di Liguri Illustri (BU
Cons.Bibliogr. 306) [M.G.Canale pagg.412-424; Celesia pag. 404] (molto esteso,
con citazioni)
Poggi
F., Dizionario del Risorgimento
Nazionale (BU
Cont.Storia.A.439) [Celesia, Erede, e Genova] (BB
C.945.08.DIZ)
Scriba-Belgrano,
"Biografia di Stefano Grillo" in Articoli
pubblicati sul "Caffaro", p. 34
(SLSP
E. 3. 43)
3.
Cronache dell'epoca:
Corriere
Mercantile, in
microfilm (BB Sezione
Conservazione)
Gazzetta
di Genova, anni 1846-47, in microfilm
(BB Sezione Conservazione)
L'Espero,
1840 (Emanuele Celesia) (BU
Giorn.416; anche
ASG Prefettura)
Il
Mondo Illustrato, ed. Pomba, Torino (BB
Riv. 98 [1-2]; BU
4.V.X. 60-61)
4.
Scuola:
Albo
d'onore dei professori e degli alunni del R.Istituto Tecn V.E.II
caduti o feriti nel 1915-18
(BU
Misc. Lig. C. 58. 13)
Archivio
Storico di Genova, Camera di Commercio, Atti
dal 1846 al 1865 (ASG)
Boccardo
G.,
Istituto Tecnico di Genova:
Relazione 1866 (BU Misc. Lig. C. 35. 14)
Boccardo
G.,
Trattato teorico-pratico di
economia politica (1863) (BU 4.
T. IV. 153)
Boccardo
G., Manuale di storia del commercio,....
economia politica (1858) (BU
Laura. AA. III. 39)
Boccardo,
G., Relazione sulle Scuole Tecniche 1860
(BB, Sez. Conservazione)
Boccardo,
G., Relazione sull'anno scolastico
1866-67 (VE)
Boccardo
G., "Cenni storico-statistici" in Atti
del R. Istituto Tecnico Industriale-Professionale e di Marina Mercantile della
Provincia di Genova (1868-1869), Pubblicati a cura del Municipio di Genova
(VE
- BB Gen. C. 185 [1-2] e SLSP)
Bressan,
C., Memoriale sulle Scuole Serali
1846-1907 (VE)
Bressan,
C., Modificazioni nell'ordinamento delle
Scuole Serali, 1 marzo 1899 (VE)
Bressan,
C., Relazione sull'anno scolastico
1903-1904 (VE)
Carlotti
G., La scuola serale di Computisteria
applicata presso il R.Istituto Tecnico di Genova, Relazione al Preside
Sen.Gerolamo Boccardo, Genova 1884
(BU
Misc.Lig.C.44.35)
Erede
Michele, Come
sia utile studiare la computisteria e la merceologia, 1868
(BU Misc. Lig. D. 5. 45)
Erede
Michele, La Scuola Superiore di
Commercio in Venezia e l'Istituto Tecnico di Genova (1868)
(BU Misc. Lig. B. 24. 1)
Isnardi
-Celesia E., Storia dell'Università di Genova, Genova 1867 (BU Laura L.VII.40 - 4.BB.VI.103
anche BB
e VE) (contiene notizie sull'Istituto Tecnico)
Sapeto
Giuseppe, Grammatica
araba volgare (1866) (BU 4. T. XI. 26)
5.
Palazzo Rostan-Raggio:
Ennio
Poleggi, "Il Palazzo I del
Rubens", in Genova, Rivista del Comune di Genova, dic.1967
(BB
Riv.112)
Palazzi
moderni di Genova raccolti e disegnati da Pietro Paolo Rubens,
Anversa 1622, Genova 1955 (BB)
6.
Immagini di Genova antica:
Genova
oggi e allora (BB GEN. B. 1173)
Poleggi, Iconografia
di Genova e delle Riviere (BB
GEN. D. 101)
Marcenaro, Genova
fotografata (BB)
Storia
di Genova, Valenti editore, 1° vol.: Genova
antica (VE)
Indice
e Fonti
delle Illustrazioni
Il
portale del Palazzo Pagano Doria in San Matteo (1515), prima sede delle Scuole
Tecniche (Archivio Fotografico del Comune di Genova) |
PAG.
- |
|
Fig.
2 |
Richard
Cobden (da Il Mondo Illustrato,
Bibl. Berio) |
1a |
Fig.
3 |
Nomina
di Giovanni Ansaldo a Professore di Meccanica (APFA) |
2a |
Fig.
4 |
Il
Regio Brevetto di Istituzione delle Scuole Tecniche (ASG, 36) |
3a |
Fig.
5 |
L'Anfiteatro
delle Scuole Tecniche nel giorno dell'inagurazione (incisione da "Il
Mondo Illustrato", Bibl.Berio) |
3b |
Fig.
6 |
Avviso
d'Appalto per la costruzione dell'Anfiteatro (ASG, 36) |
4a |
Fig.
7 |
Fattura
dei F.lli Bisso, costruttori dell'Anfiteatro (ASG, 36) |
4b |
Fig.
8 |
Fattura
degli acquisti di macchine dalla Ditta Jest
di Torino (ASG,
36) |
5a |
Fig.
9 |
Fattura
di Balleydier per l'allestimento delle Scuole tecniche (ASG, 36) |
5b |
Fig.
10 |
Articolo
del Corriere Mercantile sull’inaugurazione delle Scuole Tecniche (Bibl.
Berio, microfilm) |
6a |
Fig.
11 |
Dagherrotipo
di Giovanni Ansaldo (Fondazione Ansaldo - Genova) |
6b |
Fig.
12 |
Manifesto
dell'aprile 1848 (ASG, 36) |
7a |
Fig.
13 |
Festeggiamenti
a Palazzo Ducale per la concessione della Costituzione (da
Il Mondo Illustrato,
Bibl. Berio) |
8a |
Fig.
14 |
Manifesto
del maggio 1849 (ASG, 36) |
9a |
Fig.
15 |
Lettera
autografa di Giovanni Ansaldo riguardante
gli acquisti dalla Ditta Jest (ASG,
36) |
10a |
Fig.
16 |
Il
Ministero accetta le dimissioni di Ansaldo conservandogli il titolo di Professore
Emerito (ASG, 36) |
12a |
Fig.
17 |
Manifesto
Scuole di Nautica 1854 (ASG, 36) |
14a |
Fig.
18 |
Elenco
degli studenti premiati alle Scuole Tecniche nel 1856
(ASG, 566) |
15a |
Fig.
19 |
Gerolamo
Boccardo all’epoca in cui assunse l’incarico di Ispettore alle
Scuole Tecniche (da Boccardo, Fisica
del globo, Bibl. Berio ) |
16a |
Fig.
20 |
Manifesto
del Corso di Economia Politica del 1858 (ASG, 36) |
17a |
Fig.
21 |
Palazzo
I (da “Palazzi antichi di Genova”, 1652,
di P.P. Rubens) |
17b |
Fig.
22 |
Lettera
autografa di Gerolamo Boccardo alla Camera di Commercio (ASG, 36) |
18a |
Fig.
23a |
La
sede dell’Istituto prima dei restauri (1906) (VE) |
19a |
Fig.
23b |
L’Istituto
dopo i restauri (VE) |
19a |
Fig.
24 |
Grammatica
araba del Prof. Sapeto per il Corso Serale (Bibl. Universitaria, Genova) |
19b |
Fig.
25 |
Relazione
del Prof. Carlotti sulla “Azienda simulata” (Bibl. Universitaria,
Genova) |
20a |
Fig.
26 |
Il
Preside Carlo Bressan (VE) |
21a |
Fig.
27 |
Elogio
di Eugenio Baroni nell'Albo
d'onore dei feriti e caduti nel 1915-18
(Bibl.
Universitaria, Genova) |
23a |
Fig.
28 |
Annuario
dell’Istituto del 1925-26 (VE) |
23b |
Fig.
29 |
Inno
del Vittorio Emanuele del maggio 1927 (VE) |
24a |
25a |
||
Fig.
31 |
Copertina
dell'Annuario "Mercator" del Corso Serale dell’anno 1971-72
(VE) |
26a |
Fig.
32 |
Evoluzione
delle Scuole Tecniche dal 1847 al 1997 |
27a |
APFA
=
Archivio Privato Famiglia Ansaldo
ASG
=
Archivio di Stato di Genova
VE
=
Biblioteca Storica dell'ITC "Vittorio Emanuele II" - Genova
I
documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Genova (ASG), Camera di
Commercio, 36 e 566 sono
riprodotti con Autorizzazione N°4/02 – Prot.329.V/9.02
INDICE
pag.
1 |
Perchè una storia della Scuola Tecnica Serale? |
2 |
Il panorama politico ed economico: mazziniani e moderati, liberali e liberisti |
3 |
Genova nel
1846 |
4 |
Il Regio Brevetto di Istituzione delle Scuole
Tecniche |
5 |
L'anfiteatro |
5 |
La biblioteca, i laboratori, le collezioni |
6 |
L'inaugurazione |
7 |
Giovanni Ansaldo |
8 |
L'impegno di Ansaldo per le Scuole Tecniche |
9 |
Genova nel 1847-49 |
14 |
I Programmi |
15 |
La Scuola di Nautica e Costruzione Navale |
15 |
Regolamenti e Premi |
16 |
L'Ispettore |
17 |
Gerolamo Boccardo, Ispettore e docente di Economia Politica |
19 |
Il trasferimento a Palazzo Rostan |
20 |
Giuseppe Sapeto e Michele Erede |
21 |
Il Prof. Carlotti e la Scuola Serale di Computisteria Applicata |
22 |
Il Preside Carlo Bressan e la Scuola Serale |
24 |
Le Scuole Tecniche Serali nel Novecento
|
|
|
28 |
APPENDICE A: Inventari contenuti nell'Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36 |
29 |
APPENDICE B: Regolamento per le Scuole Tecniche del 25 novembre 1852 |
31 |
APPENDICE C: Elenco Alunni Premiati nelle Scuole Tecniche Serali
|
36 |
BIBLIOGRAFIA
|
38 |
Indice e Fonti delle Illustrazioni |
[1] Per un approfondimento delle notizie storiche vedi: Castronovo Valerio, "Giovanni Ansaldo e la Liguria del suo tempo", in Storia dell'Ansaldo, Laterza 1994; Gazzo Emanuele, I cento anni dell'Ansaldo, 1853-1953, Genova 1953; Bianca Montale, Genova nel Risorgimento, 1979; Atti della società ligure di storia patria, serie del Risorgimento, IV (1938), fasc.1: E. Guglielmino, Genova dal 1814 al 1849.
[2] Ricordiamo che già nell'atto costitutivo dello stabilimento meccanico Taylor & Prandi, nel maggio 1846, (che diventerà nel 1853 Gio.Ansaldo & C.) si stabiliva che l'azienda doveva ospitare allievi operai (in numero non superiore a venti) "per istruirsi nella meccanica". (vedi E.Gazzo, I cento anni dell'Ansaldo, pag. 73).
[3] Richard Cobden(1804-1865), industriale ed economista inglese, si adoperò nel suo paese per abolire i dazi sul grano che danneggiavano soprattutto gli strati più poveri della popolazione. Fu fautore dell'unità d'Italia e fece un viaggio in Europa in cui toccò Genova, dove venne ricevuto con grande entusiasmo (vedi Corriere Mercantile del 27-28 gennaio 1847 e Il Mondo Illustrato, 1847, pagg. 71-72).
[4] A tale congresso parteciparono 1062 membri italiani e stranieri (provenienti da Parigi, Angers, Marsiglia, Strasburgo, Bonn, Berlino, Wurzburg, Friburgo,Madrid, Lugano, Losanna, Annecy, Zurigo, Gratz, Londra, Praga, Pietroburgo, Gottingen, Stoccolma), e tra essi si trovavano i principali esponenti del mondo culturale, politico ed economico genovese. Vedi Atti dell'Ottava Riunione degli Scienziati Italiani, Genova 1847.
[5] Vedi Michel Giuseppe Canale, Storia dell'esposizione dei prodotti e delle manifatture nazionali fatta in Genova nel settembre 1846, Genova 1847 e Mioli, La consulta dei mercanti genovesi, Genova 1928, pp.101 segg.
[6] Il lato patriottico della riunione fu accentuato dalle celebrazioni del centenario della cacciata da Genova degli Austriaci (il "Balilla"), le quali contribuirono a sollevare contro costoro il sentimento dei congressisti (tra di essi, oltre ad Ansaldo, erano Erede e Grillo, futuri docenti delle Scuole Tecniche).
[7] Sulla storia dell'industria ligure vedi, oltre alle opere già citate sull'Ansaldo: Doldi Sandro, Scienza e tecnica in Liguria, ECIG Genova 1984.
[8] A questa Società appartenevano anche Rubattino e Bombrini che saranno poi soci di Ansaldo nell'impresa industriale. Vedi E.Gazzo, I cento anni dell'Ansaldo, Genova 1953, pag. 48.
[9] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 511, pagg. 9-10
[10] Archivio Privato Famiglia Ansaldo, Nomina di Ansaldo a Professore di Meccanica
[11] Archivio Privato Famiglia Ansaldo, Giuramento di Giovanni Ansaldo
[12] Il Palazzo Pagano Doria (1515), allora di proprietà della famiglia De Amicis, poi Palazzo Gianelli, si trovava dove ora è il cinema Ariston. Fu distrutto in un bombardamento l'8/8/1943, tranne il portale che fu trasportato al n.2.
[13] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Manifesti
[14] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 12, pagg.13-16: Regolamento-Manifesto delle Scuole di Meccanica e Chimica
[15] Articolo di David Chiossone su Il Mondo Illustrato, 1847, pag. 825
[16] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Locale delle scuole
[17] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36. Un elenco degli inventari presenti in tale volume è contenuto nell'Appendice A.
[18] L'inaugurazione, che era prevista per il 5 novembre, fu rimandata per "alcuni lavori imprevisti" ed anche per la difficoltà di liberare alcuni locali occupati da un "vermicellajo" (fabbricante di pasta) [Archivio di Stato, Camera di Commercio, Vol. 197, pagg.214, 219]. Il 20 novembre si tenne l’inaugurazione ufficiale e l’apertura del corso di Chimica, con un discorso di Michele Peyron; il corso di Meccanica venne invece aperto il 26 novembre col discorso di Giovanni Ansaldo.
[19] In un appunto presente all'Archivio di Stato, Camera di Commercio, Vol.36, vengono indicate le principali categorie artigianali che dovrebbero trarre vantaggio dall'apertura delle Scuole: "... i tintori, conciatori di pelli, stampatori di telerie, fabbricanti di sapone, indoratori su metalli, ferro fuso, ferro dolce, fiori finti, acque gazose, birra, rosoli, vetri, cristalli, maioliche, porcellane, acetato e... carbonato di piombo, candele di sego, di cera e di stearina, colla forte, confettieri, fonderie in bronzo, fusione ferro, ... incisori in rame, in camei, indoratori galvanici, liquoristi, stipettai, orefici, corallieri, fabbri ferrai, ... ottonai, piombaioli, ricamatrici, fabbricanti tessitori, etc., insomma tutte le persone industriose alle quali potessero giovare gli studi della Chimica, della Meccanica e della Geometria."
[20] Codignola A., Dagli albori della libertà al proclama di Moncalieri, Torino 1921, pag. 278
[21] Archivio Privato Famiglia Ansaldo, Memorie di Gerolamo Ansaldo
[22] Una biografia di Stefano Grillo si trova alla Società Ligure di Storia Patria, in G.Scriba-L.T.Belgrano, Articoli pubblicati sul "Caffaro", pag. 34 (Collocazione: E. 3. 43)
[23] Vedi Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 513, Verbale del 14 settembre 1850.
[24] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Geometria.
[25] ibidem
[26] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Manifesti.
[27] Su Luigi Zenone Quaglia vedi Archivio Istituto Mazziniano, Cartelle 3, 7,88 e Celesia Emanuele, Diario degli avvenimenti di Genova nell'anno 1848. Sulla Guardia Civica vedi Istituto Mazziniano, Archivio Civico, Guardia Nazionale, Cartella 206.
[28] Giovanni Ansaldo risulta far parte del Comitato incaricato di risarcire i danneggiati dal saccheggio di Lamarmora.
[29] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36
[30] ibidem, Manifesti
[31] ibidem, Disegno
[32] ibidem, Disegno
[33] ibidem, Regolamenti - Orari
[34] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 513, pagg.212-224.
[35] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 514, pag. 69, Verbale Seduta del 7/8/1851. Di questo viaggio abbiamo alcuni resoconti molto vivaci dello stesso Ansaldo nelle lettere inviate alla madre e alla moglie (in Archivio Privato Famiglia Ansaldo).
[36] Archivio Privato Famiglia Ansaldo, Lettera di Cibrario del 10 gennaio 1853.
[37] Per cenni biografici sui tre soci di Ansaldo vedi E.Gazzo, I cento anni dell'Ansaldo, Genova 1953. Ricordiamo che Bombrini era stato il direttore della Banca di Genova, primo nucleo della Banca d'Italia, e Rubattino, il maggior armatore genovese dell'epoca, istituì quella che si sarebbe poi trasformata nella Società di Navigazione Italia.
[38] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Meccanica
[39] Archivio Privato Famiglia Ansaldo, Il Ministro Cibrario accetta le dimissioni di Giovanni Ansaldo
[40] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Meccanica
[41] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 200, Corrispondenza in partenza, pagg. 179-180 (10 novembre 1851: Riapertura scuole tecniche)
[42] Vedi Primo Libro Matricola della Società Gio.Ansaldo & C. presso Archivio Storico Ansaldo.
[43] Il Regolamento del 1852 è contenuto nel Vol.514, Verbale del 19 novembre 1852, all'Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio; viene qui riportato nell'Appendice B.
[44] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Regolamenti - Orari
[45] In una relazione del 1855 si dice testualmente: "L'uditorio fu piuttosto scarso per una Scuola che interessa sommamente ogni ramo d'industria. Vi furono lagnanze sul modo di esprimersi del Professore, ma conviene sperare che acquistando pratica maggiore esso riuscirà ad adattarsi all'intelligenza e più alla poca istruzione degli scolari che assistono alle sue lezioni e quindi rendere profittevole il suo corso di Meccanica." (Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol 516, pag.12, Seduta del 24 agosto 1855)
[46] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol. 36, Fogli sparsi: Relazione del Vicepresidente sulle Scuole Tecniche, settembre 1859.
[47] Gerolamo Boccardo, nato nel 1829, aveva partecipato al Comitato dell'Ordine e al Circolo Nazionale, frequentando gli stessi ambienti di Rubattino e di Ansaldo; nel frattempo collaborava al Corriere Mercantile, contribuendo a trasformarlo in giornale politico-commerciale, e poi si laureava in Legge. Molto legato a Genova, per due volte rifiutò incarichi ministeriali, preferendo restare nella sua città. Dal 1859 al 1888 fu consigliere comunale: si interessò molto dell'istituzione di scuole serali e domenicali e sostenne il progetto dell'Istituto Tecnico, di cui fu Preside dal 1865 al 1887. Nominato senatore nel 1877, si trasferì poi a Roma, dove morì nel 1904. Insigne economista, sostenitore del libero scambio, si occupò anche di studi geografici e fu autore di numerose opere, tra cui anche manuali di geografia, fisica, economia, diritto e contabilità. Diresse la sesta edizione dell'Enciclopedia UTET e la "Biblioteca dell'economista".
[48] Bressan C., Modificazioni nell'ordinamento delle scuole serali, Relazione del Preside del R.Istituto Tecnico e Nautico di Genova, 1° marzo 1899 (Biblioteca ITC "Vittorio Emanuele II")
[49] ASG, Vol. 518, pagg. 128-141, Verbale del 3 gennaio 1860
[50] Per una descrizione particolareggiata dell'edificio, la sua storia e la sua identificazione col Palazzo I del Rubens, vedi E.Poleggi,"Il Palazzo I del Rubens", in Genova, Rivista del Comune, dicembre 1967.
[51] Quest'ultima sezione, benchè istituita, non entrò mai in funzione. Nel 1870 viene aggiunta la sezione Agronomia e Agrimensura a carico della Provincia. Nel 1875 la sezione Ragioneria sostituisce la Commerciale e Amministrativa, mentre la sezione Fisico-Matematica sostituisce quella di Meccanica e Costruzioni. Quest'ultima sezione sarà distaccata nel 1923 andando a formare il Liceo Scientifico "Cassini", la sezione Agronomia e Agrimensura diventerà l'Istituto per Geometri "Buonarroti" solo nel 1967. L'Istituto Nautico "San Giorgio" fu il primo a costituirsi, nel 1921.
[52] In realtà l'insegnamento di Costruzione navale continuerà a essere serale nel 1865-66, perchè i 24 allievi, tutti carpentieri impiegati nei R.Cantieri, erano occupati durante le ore diurne. Ma Boccardo suggerisce: "Sarebbe però grandemente desiderabile che, per abilitarli a frequentare anche fra le lezioni del mattino quelle a loro più confacenti, venissero dall'Autorità da cui dipendono autorizzati (senza scapito del loro modico stipendio) ad assentarsi, per accorrere all'Istituto, durante almeno due o tre ore della giornata, dal Cantiere ove lavorano." [Boccardo G., Istituto Tecnico - Relazione a S.E. il Ministro..., Genova 1866, pag. 17 (Biblioteca Universitaria)] Suggerimento che non fu accolto appieno, se nella relazione dell'anno successivo leggiamo: "...gli scolari di Costruzione Navale (in numero di 41) ... con notevole zelo si dichiararono disposti a perdere una parte proporzionale del loro salario che come carpentieri percepiscono nei R.Cantieri, per potere assentarsene durante alcune ore del giorno ed assistere così a varie lezioni, che alla professione loro recano lumi e aiuti." [Boccardo G., Istituto Tecnico - Relazione a S.E. il Ministro..., Genova 1867, pag. 13 (Bibl. ITC V.Emanuele II)]
[53] Già da qualche anno si svolgevano, su richiesta dei docenti e senza onere per la Camera, libere lezioni gratuite o a pagamento (nel 1862 i professori erano Lessona, Garassini, Consacchi e Garibaldi). Esse costituivano però un notevole aggravio di lavoro per l'Ispettore, che era obbligato ad assistervi per relazionare sulla loro efficacia. Per questo nel 1862 Boccardo riduce le sue lezioni di Economia Politica da due a una alla settimana.
[54] Archivio di Stato di Genova, Camera di Commercio, Vol.36, Fogli Sparsi.
[55] Boccardo G., Istituto Tecnico - Relazione a S.E. il Ministro..., Genova 1866, pagg. 3-4, 6 (Biblioteca Universitaria). Il riferimento è all'alleanza italo-prussiana e alla guerra del '66.
[56] Alla Biblioteca Berio. Un busto di Giuseppe Sapeto si trova al primo piano dell'Istituto Tecnico, all'esterno dell'anfiteatro.
[57] Furono insegnanti solamente dei corsi diurni, Celesia per Lettere italiane e Canale per Storia e Geografia. Di entrambi si trovano numerose opere alla Biblioteca Berio e Universitaria.
[58] Alla Biblioteca Universitaria di Genova, dove si trova anche Come sia utile studiare la computisteria e la merceologia (1868).
[59] Carlotti G., La scuola serale di Computisteria applicata presso il R. Istituto Tecnico di Genova, Genova 1884
[60] Ivi, pag. 12
[61] Bressan C., Modificazioni nell'ordinamento delle scuole serali, Relazione del Preside del R.Istituto Tecnico e Nautico di Genova, 1° marzo 1899 (Biblioteca ITC "Vittorio Emanuele II"). In questa relazione l'Istituto compare già come "Vittorio Emanuele II".
[62] Bressan C., Memoriale sulle Scuole Serali 1846-1907 (Biblioteca ITC "Vittorio Emanuele II")
[63] Bressan C., Relazione finale sull'andamento dell'anno scolastico 1903-904 - R.Istituto Tecnico e Nautico Vittorio Emanuele II in Genova (Biblioteca ITC "Vittorio Emanuele II")
[64] Bressan C., Memoriale sulle Scuole Serali 1846-1907 (Biblioteca ITC "Vittorio Emanuele II")
[65] Alla Biblioteca Universitaria è conservato un Albo d'onore dei professori e degli alunni del R.Istituto Tecnico V.E.II caduti o feriti nella guerra del 1915-18, tra i quali troviamo citati, con notizie biografiche, i Fratelli Canale, il Generale Antonio Cantore e lo scultore del Monumento dei Mille a Quarto, Eugenio Baroni.
[66] L'inno è stato eseguito alle tastiere dal sig. Antonio Nicoletti e la sig.ra Caterina Codeviola ne ha fornito un arrangiamento per pianoforte.
[67] Annuario 1927-28. Biblioteca ITC Vittorio Emanuele II.
[68] Annuari 1932-35. Biblioteca ITC Vittorio Emanuele II
[69] Annuario 1938-41. Biblioteca ITC Vittorio Emanuele II
[70] Vedi L'Istruzione tecnica nella Provincia di Genova, p. 50, Biblioteca dell'ITC "V.Emanuele II"
[71] Relazione finale per l'Anno Scolastico 1954-55 della Preside-Direttrice Lina Vassallo. Archivio dell'ITC "V.Emanuele II"
[72] Ibidem.
[73] Relazione finale per l'Anno Scolastico 1956-57 della Preside-Direttrice Lina Vassallo. Archivio dell'ITC "V.Emanuele II"
[74] Lettera al Provveditore del 13 maggio 1961. Archivio dell'ITC "V. Emanuele II"
[75] Lettera al Ministero P.I. del 12 giugno 1961. Archivio dell'ITC "V. Emanuele II"
[76] Lettera al Provveditore del 12 settembre 1961. Archivio dell'ITC "V. Emanuele II"
[77] Mercator, Numero unico - Anno scolastico 1971/72, pag. 119 (Biblioteca ITC "V. Emanuele II")
Hanno partecipato alla ricerca
gli studenti del Corso Serale (Anno Scolastico 1995-96)
dell'ITC "Vittorio Emanuele II":
|
Aldo Carioti |
3B |
|
Lisa Larosa |
4A |
|
Marina Larosa |
4B |
|
Giuseppe Lo Bue |
4A |
|
Teresa Mungari |
4B |
|
Davide Rando |
3B |
|
Lisa Scialletti |
4B |
|
Miriana Sulfaro |
4B |
Ha coordinato:
Prof. Rosanna Barabino
Ringraziamo
sentitamente, per la cortesia e l'estrema disponibilità,
tutte
le persone che ci hanno dato un aiuto,
e
in particolare:
il
dott. Assini, il sig. Amalberti e tutto il personale dell'Archivio di Stato di
Genova
il
dott. Lombardo, la dott.ssa Micheli e il sig. Caprara dell'Archivio Storico
Ansaldo
il
dott. G.Battista Ansaldo per l'Archivio Privato della Famiglia Ansaldo
la
dott.ssa Saginati e tutto il personale dell'Archivio Storico del Comune
il
prof. Roberto Mantelli dell'Università di Genova
l'ing.
Patrizio Arrigo per l'assistenza informatica
la
Società Ligure di Storia Patria
il
personale della Biblioteca Berio
e
della Biblioteca Universitaria
la
prof.ssa Luciana Bisio, già preside dell'Istituto, la prof.ssa Paola Arato,
il
prof. Ferrera e il prof. Vacca che hanno raccolto le prime notizie
il
prof. Vittorio Negri bibliotecario
dell'ITC Vittorio Emanuele II
la
prof. Franca Merani e la prof. Laura Monaco per la revisione delle bozze
il
sig. Antonio Nicoletti e la sig.ra Caterina Codeviola per l'esecuzione e gli
arrangiamenti
dell'Inno del "Vittorio Emanuele"