VICENDE STORICHE DEL MOLINO SAINI

 

 

 

 

Negli ultimi anni dell'800 la famiglia Saini si trasferisce da Briona a Cressa nella zona adiacente alla stazione ferroviaria. L'Ing. Mario ed i fratelli ad un certo punto presero la decisione di avviare l'industria molitoria a grano tenero, acquistando terreni, sempre nella zona della stazione di Cressa verso Fontaneto: nasceva così nel 1922 il primo nucleo del "Molino Saini", ad opera del capomastro Giuseppe Alleva e dei fratelli Giovanni e Antonio. Era una costruzione difficile quella del Molino, dato che il sottosuolo era ricco d'acqua e perciò si dovettero fare diverse gettate di cemento armato per consolidare le fondamenta. Il nuovo "Molino Saini" s’inseriva sì in una tradizione artigiana locale di mugnai e di mulini ad acqua funzionanti a Cressa e Fontaneto fin dal Medioevo, ma trasferiva l'arte del macinare sul piano industriale, attraverso l'adozione di laminatori meccanici azionati dall'elettricità, che rompevano il chicco di grano tenero e lo sfarinavano. Chiudeva così un’epoca segnando il passaggio dall’attività artigiana a quella industriale.
Negli anni '20 la produzione, a cui erano addetti oltre i Saini anche i dipendenti Ceratti (mugnaio) e Campagnoli (impiegato), si aggirava già sui 500/600 quintali giornalieri di lavorato; nel decennio successivo la produzione sarà più che raddoppiata, arrivando a 1250 quintali al giorno, con l'utilizzo di cereali non solo più dei paesi limitrofi, ma anche di fuori zona, inoltre nell anno 1935 il Molino venne ristrutturato e divenne uno dei più grandi e produttivi della zona. In quegli anni, precedenti alla Seconda Guerra mondiale, il gruppo dirigente dell’azienda era formato da Mario Saini (presidente), Edgardo Saini (tecnico) ed Alberto Saini (amministratore) e sempre in quegli anni i Saini acquistarono e presero in affitto degli opifici molitori nel Ferrarese, nel Veneto e nel Trentino. Allora il Mulino dava lavoro ad un buon numero di persone abitanti a Cressa e nei paesi limitrofi.
Gli anni della Seconda Guerra mondiale segnarono momenti assai duri per storia del Molino e della famiglia Saini: ci furono le vicende “dell’ammasso del grano”, della macinazione del riso al posto del frumento, del presidio fascista installato all’interno dello stabilimento. Ma il fatto più tragico fu l’assassinio di Alberto Saini, prezioso fornitore dei partigiani, avvenuto il 5 Settembre del ’44 sulla strada per Bogogno. Nel dopoguerra, viene acquistato il mulino-biscottificio di Aielli in Abruzzo, rivenduto dopo pochi anni. Fatto assai importante è l’avvio nel 1954 di uno stabilimento a Ferrara per la macinazione del grano duro. Gli anni più vicini a noi vedono appunto le due specializzazioni della “Molino Saini S.p.a.”: macinazione a grano duro nei mulini di Ferrara, ceduti nel 1986 alla Barilla, e macinazione a grano tenero nell’impianto di Borgomanero e Cressa
Nell’anno 1961 il Molino diventa mangimificio e nel Novembre dello stesso anno subì un incendio che lo danneggiò in parte. Fu ristrutturato e nel 1964 diventò proprietà del Consorzio Agrario di Novara. In epoca recente il Mulino ridusse la sua attività e finì ad essere solo punto di distribuzione per poi essere definitivamente chiuso.
È sicuramente da denunciare al giorno d’oggi la degradante situazione dell’edificio che da quando non è più in attività è incominciato a diroccare e un giorno di questi potrebbe pericolosamente crollare.


impianto di Borgomanero

 

 



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