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Palazzo Vecchio

palazzo vecchio palazzo vecchio
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Verso il 1451, papa Niccolò V autorizzò il passaggio di proprietà di quanto rimaneva dell’antico cenobio benedettino, dal monastero di Arona, allora retto dall’abate Francesco Borromeo di Giovanni, alla famiglia Visconti. Si deve così a Filippo Maria Visconti l’edificazione del “Palazzo Vecchio”, il più antico tra gli edifici che compongono ancor oggi il complesso del Castello di Fontaneto. Esso è stato probabilmente costruito sulle rovine dell’antico monastero.

Riferiva il Vescovo Bescapè, all’inizio del XVII secolo, nella sua Novaria Sacra, che Filippo Maria Visconti aveva innalzato nel luogo, ove sorgeva il monastero, un castello, che il presule definì “opera grande ed insigne” annotando anche come il Visconti “vi racchiudesse in esso anche una chiesa.” Il Bescapè descrisse anche il cortile del castello, allora adorno di frammenti romanici, molti dei quali provenienti dal sacco del Castello di Cureggio.

Nei secoli, il Palazzo subì numerose modifiche e passaggi di proprietà. Oggi, sulla facciata interna dell’edificio sono ancora visibili i resti di dei finestroni ad arco acuto di tipica fattura gotica lombarda.

Sappiamo che dalla metà del ‘600, l’edificio aveva smesso di esistere come fortezza per diventare residenza nobiliare, con annessi diversi rustici. Il conte Giambattista Rovida di Boca, avendo sposato una discendente dei Visconti ereditò buona parte del Palazzo Vecchio. Proprio i Rovida cominciarono a ristrutturare quest’edificio che, all’epoca, doveva essere molto danneggiato soprattutto nel grande salone al primo piano e nella saletta attigua.

Gli affreschi a carattere mitologico che ancor oggi vediamo dipinti sulle volte di queste due sale furono commissionati dalla famiglia Visconti Rovida. Il loro stemma con il biscione, le tre ruote e l’aquila imperiale campeggia in duplice coppia nella sala del camino.

 

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