Periodico della Di Biasio - edizione on line Ottobre - Novembre 2011

In questo numero del giornalino sono pubblicati lavori della classe II sez. M

Eneide

La storia ha inizio con la peregrinazione di Enea e dei suoi compagni, che da sette anni vagano alla ricerca di una nuova patria. Una tempesta li farà naufragare sulle coste libiche…

… dove la regina di Cartagine, Didone, li ospiterà molto volentieri.

 

 

 

 

Nel corso di un banchetto offerto in onore degli ospiti, Enea racconta della vittoria dei Greci sui Troiani: dopo ben dieci anni di combattimenti, i Greci traggono in inganno i Troiani offrendo loro il falso dono di un grande cavallo di legno.

I Troiani si lasciano ingannare, nonostante il sacerdote Laocoonte li avesse avvisati: egli morirà, insieme ai suoi figli, stritolato da due enormi serpenti mandati dagli dei avversi ai Troiani. Di notte, i Greci, nascosti nel ventre del cavallo, riusciranno a far entrare i loro compagni nella città di Troia, mettendola a ferro e fuoco.

I combattimenti furono cruenti e i migliori guerrieri persero la loro vita…

Enea , aiutato da Venere, sua madre, riuscì a salvare il padre Anchise e il figlio Iulo, provocando le ire di Giunone, nemica giurata dei Troiani.

Con pochi superstiti, Enea inizia il suo viaggio alla volta della nuova destinazione voluta dal Fato…

Lasciata Troia, Enea e i suoi giungono in Tracia, terra che abbandonano subito dopo aver conosciuto la triste storia di Polidoro. Figlio di Priamo, fu ucciso a tradimento dal re Polinestore e trasformato in seguito in pianta per volere degli dei.

Approdano in seguito sull’isola di Creta, ma devono lasciarla perché non è la loro destinazione. Giungono poi sull’isola delle Arpie, che predicono solo lutti e sciagure per Enea e i suoi. Arrivati in Epiro, Enea incontra Andromaca, sposa di Ettore, che vive del suo ricordo e in quello del figlio Astianatte, vittima degli scontri di Troia. Lasciato anche l’Epiro, riprendono il viaggio alla volta della Sicilia, dove, purtroppo, stremato dal viaggio, Anchise muore.

Dopo aver ascoltato il racconto di Enea, mossa prima da un profondo senso di pietà e di amicizia, Didone si innamora perdutamente di Enea. Giove ricorda ad Enea la sua missione e gli ordina di ripartire…

Mentre Enea e i suoi si allontanano, Didone, disperata, si uccide, non prima di aver gridato tutto il suo dolore e giurato odio eterno tra Cartagine e la città che sarà fondata da Enea.

Dopo essere approdato nuovamente in Sicilia e aver lasciato qui una parte dei suoi compagni stanchi del viaggio, Enea prosegue alla volta di Cuma. Qui, la Sibilla lo guida negli Inferi, dove l’ombra di Anchise gli svela finalmente lo scopo della missione affidatagli dal Fato: dare vita alla stirpe romana, che dominerà il mondo. Anchise mostra al figlio anche i suoi discendenti: Romolo e i membri della ‘gens’ Iulia.

Giunti finalmente presso le foci del Tevere, terra destinatagli dal Fato, Enea viene accolto dal re Latino…

 

 

… il quale gli concede la mano della figlia Lavinia.

 

Giunone, però, istiga contro Enea sia Amata, madre di Lavinia, sia Turno, re dei Rutuli, a cui Lavinia era stata promessa.

Fu così che scoppiò la guerra tra Enea, Turno e i loro alleati. Alterne vicende segneranno questa guerra: navi troiane incendiate e trasformate in ninfe marine; Eurialo e Niso, giovani troiani, che fanno strage di nemici ma alla fine vengono uccisi; Lauso, figlio di Mezenzio, viene ucciso da Enea ma onorato come valido avversario. Nonostante tanto dolore e tante morti, Turno sfiderà Enea in duello e, dopo una strenua battaglia, Turno perirà per mano di Enea.

In seguito, la pace nel Lazio sarà garantita dalle nozze di Enea con Lavinia, da cui discenderà Romolo, futuro fondatore di Roma.

classe II sez. M

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In questo numero

Eneide

liberamente interpretata e illustrata dalla classe II M

 

Poesie per tutti i gusti

 

di Chiara Di Vizio:

Mia madre è...

Lo smalto

 

di Amina Spalletta:

C'è uno sport che...

Come giocavano i nonni

 

di Martina Fusaro

La primavera

Donne

 

di Maraone Vittorio

La notte

 

di Alessia Evangelista:

Il mio urlo

Il nuoto