Ricordando Lorenzo ……

 

Ero un ragazzino di dieci anni quando conobbi il Giudice Arbitro Lorenzo CANTARELLO.

Da alcuni mesi avevo iniziato a praticare lo sport della canoa. A quei tempi si iniziava con i KS, immense, stabili e pesanti imbarcazioni che venivano utilizzate per fare scuola.

Dopo alcuni “bagni” riuscivo a stare in barca, prima senza sedile, poi con il sedile.

Le uscite in barca si allungavano sempre di più ed assieme ad altri compagni più esperti facevo tragitti sempre più lunghi, fino a fare di seguito il fatidico percorso dei 2.000 metri.

Eravamo un nutrito gruppo di ragazzini, tutti della stessa età, e l’allenatore decise che potevamo provare la prima gara.

 

Il Circolo Canottieri DIADORA, società sportiva presso la quale militavo, organizzava una gara di zona.

A quel tempo non esistevano i raggruppamenti regionali e l’Italia era divisa in zone. Non esisteva neppure la Federazione Italiana Canoa Kayak ed al suo posto c’era la Commissione Italiana Canoa organizzata in seno alla Federazione Italiana Canottaggio.

Le manifestazioni prevedevano gare di canottaggio e canoa  che si svolgevano il medesimo giorno e con alternanza.

Non avevamo barche per tutti e quindi, quando arrivò il momento di gareggiare, feci un cambio barca volante  arrancando, in ritardo, verso la partenza.

 

Fu quella la prima volta che udii quella voce, in seguito divenuta molto familiare, che mi apostrofava dicendo: “ Dai toso, aspettiamo solo te per partire, vieni avanti”.

Mi servì molto …. non arrivai mai più in ritardo ad una partenza. 

Da lì a qualche anno, con la conoscenza, quella figura lontana dell’imperioso giudice, in giacca e cravatta, che impartiva gli ordini di partenza divenne sempre più vicina e familiare, soprattutto quando, terminate le gare si fermava a fare una  battuta scherzosa come: “Non sare’ miga stanchi gave fato solo un par de gireti”  oppure: “Ti, proprio ti! Te me ghe fato deventar mato ogi! Ti xe deventà masa furbo in partensa!

 

Noi ragazzi ci provavamo, ma sapevamo che con i suoi trascorsi da atleta nazionale - olimpico e  la sua esperienza ci aspettava al varco. Solo con le variazioni di voce e qualche richiamo arginava la nostra intraprendenza.

Gli anni passarono, diventai allenatore e mi ritrovai a misurarmi, in una nuova veste,  con il Giudice Arbitro CANTARELLO.

 

Quando c’era qualche incomprensione con i ragazzini che allenavo il tutto si risolveva con le parole: “Portime qua el tosateo che ghe spieghemo ‘e robe”.

 

Se mi avvicinavo a lui per richieste o chiarimenti il tutto avveniva con atteggiamento reverenziale dovuto alla stima  per i suoi trascorsi e la sua grande esperienza. Lui si mostrava sempre disponibile e con estrema tranquillità risolveva i problemi o  mi aiutava a capire le situazioni.

 

Passarono altri anni, smisi di fare l’allenatore e dopo un po’ di tempo mi venne proposto di fare l’arbitro di canoa e così incontrai nuovamente CANTARELLO che era il Fiduciario Arbitrale Regionale del Veneto.

Mi riconobbe subito invitandomi a raggiungerlo pochi giorni dopo ad Auronzo per presentarmi ai consiglieri DAC caldeggiando un mio veloce inserimento nel Collegio Arbitrale dicendo: “El xe un bravo toso … e sopratuto el promete ben!”

 

Due settimane dopo partecipavo alla mia prima gara regionale come aspirante e l’anno successivo alla mia prima gara nazionale a Mantova. Inizialmente ero in accoppiata con Lui come giudice di percorso e quindi da solo poiché riferì che potevo operare autonomamente.

 

Lo ritrovai, lo stesso anno,  ad un’altra gara nazionale, ad Auronzo, per assisterlo come starter. Mi indottrinò sull’incarico, mi fece vedere come si facevano le partenze ed improvvisamente mi consegnò il megafono dicendomi: “Adeso sta calmo e fa queo che te gho insegnà”.

 

Stando al mio fianco correggeva gli errori e mi consigliava su come evitarli. Dicendomi: “Continua cusì, mi te stago a vardar” … mi lascio fare gran parte delle partenze.

 

Gli anni passarono mentre maturavo esperienze sempre più significative in ambito arbitrale.

Ogni volta che lo incontravo però mi ricordava sempre: “ Ben, va avanti cusì … ma no’ state montar ‘a testa”.

 

Negli ultimi tempi aveva ridotto la sua attività ma quando veniva sui campi di gara regionali con l’amico e collega Orlando SCHIAVON dimostrava immutata energia dicendo: “Eser in mezo a ‘sti tosatei per mi xe vita … i me da energia”.

 

Condividendo questi pensieri con i colleghi Ufficiali di Gara del Veneto tutti lo ricordano come un Giudice scrupoloso, di grande esperienza, formale ed attento nello svolgere gli incarichi ma al tempo stesso di grande compagnia nei momenti di relax o al termine delle gare.

 

Penso che tutti i colleghi che lo hanno conosciuto condivideranno queste affermazioni ma soprattutto ricorderanno i bei momenti trascorsi con Lui.

 

Nei momenti di relax si aspettava la sua battuta per fare una risata ma al tempo stesso lo si ascoltava con attenzione quando, con semplicità, ricordava il passato raccontando le sue esperienze, aiutando i più giovani a capire perché si doveva operare in un certo modo.

 

Ora Lorenzo non è più tra noi ma immortale rimarrà il suo ricordo.

Immortale rimarrà il suo apporto come atleta nazionale ed olimpico, Ufficiale di Gara, Consigliere della Direzione Arbitrale Canoa e Fiduciario Arbitrale Regionale.

 

Penso che tutti i colleghi che lo hanno conosciuto si uniranno al saluto: Ciao Lorenzo …. sarai sempre nei nostri cuori!

Sandro Barison 

 

30 gennaio 2013

 

Lorenzo Cantarello nominato Giudice Onorario durante l'Assemblea Ordinaria di Coverciano del 2002