Venerdi 21 Marzo 2003

DAVANTI ALL’AMBASCIATA

Via Veneto, blindati e balle di fieno
In frantumi le vetrine di Blockbuster, lancio di razzi e fuochi d’artificio

di DAVIDE DESARIO

Mai come ieri sera via Veneto è stata lontana dalla Dolce Vita. L’ambasciata americana presidiata da un cordone di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, una trentina di blindati a sbarrare le strade con grate alte tre metri incatenate tra loro. Dall’altra parte, dietro un muro di 250 balle di fieno, le mille anime pacifiste di Roma che per tutta la giornata hanno manifestato il loro dissenso contro l’attacco all’Iraq. A partire dalle 17 sono convogliate in piazza Barberini rispondendo al richiamo del comitato “Fermiamo la guerra". C’erano gli esponenti dell’Arci, dei Disobbedienti, dei Cobas e della Rete Lilliput. Le balle di fieno sono passate di mano in mano, decine di manifestanti le hanno sistemate a ridosso delle grate «per isolare gli Stati Uniti dall’umanità e per proteggerci dai signori della guerra».
Tutto intorno un’atmosfera irreale: con gli alberghi (come l’Alexander) che avevano barricato l’ingresso, bar e ristoranti con le saracinesche abbassate. Le stazioni della metropolitana di Barberini, Spagna e Repubblica chiuse al pubblico. Una decina di blindati a protezione del ristorante Planet Hollywood. E poi ancora turisti smarriti a caccia di un taxi o di un qualsiasi altro mezzo per allontanarsi. Scritte contro la guerra, simboli delle bombe, una finta statua della libertà con una falce al posto della fiaccola. Tanti cori per la pace, contro la guerra e contro gli Stati Uniti. L’ululato delle sirene, il fragore dei bombardamenti, il fragore degli spari: sono stati i rumori della guerra a far da colonna sonora alla manifestazione.
I momenti di massima tensione intorno alle 20: la gente premeva contro i blindati della polizia e dal centro del sit-in sono partite una decina di razzi e di fuochi d’artificio, armi di pace contro quelle della guerra. Uno è caduto tra la folla ed ha scatenato un fuggifuggi. Quando, alle 20,30, il sit-in si è sciolto, qualcuno ha trovato il modo di spaccare le vetrine del negozio di videonoleggio Blockbuster. Sulle vetrate è stato scritto con vernice «Boicotta i prodoti Usa» e «Fuck Usa» con il simbolo della stella a cinque punte e una falce e martello.