Martedi 11 Novembre 2003
QUATTRO ORE SENZA MEZZI PUBBLICI
Lo sciopero aguzza l’ingegno: tutti sul 110 scoperto
Metrò chiuso e bus a singhiozzo con ore d’attesa alle fermate. I romani optano per il pullman turistico: costa meno del taxi

di SIMONA TAGLIAVENTI


Le buste della spesa, anche le più leggere, e gli zaini sono poggiati a terra, l’autobus si farà attendere tanto, meglio non affaticarsi, mentre le mani sono impegnate a comporre i numeri di telefono delle compagnie di taxi. Lo sciopero degli autoferrotramvieri, ieri mattina, ha messo in ginocchio i cittadini della Capitale che, dalle 9.30 fino alle 13.30, hanno affollato le fermate degli autobus per lunghe, e spesso vane, attese. Maggiori i disagi per la metro, A e B, che è invece tornata a funzionare regolarmente alle 14.45, così come i treni per Roma-lido, Roma-Pantano e Roma-Viterbo.
La maggior parte dei romani in attesa alle fermate degli autobus non era a conoscenza dello sciopero. E allora ecco che davanti alla stazione Termini si è formata una fila di circa 150 metri per prendere un taxi. I marciapiedi invece non sono riusciti a contenere le decine di persone che, tra un borbottio e un’alzata di voce, hanno aspettato pazientemente il bus che non arrivava mai.
«Sono invalida del lavoro – raccontava Delfina Di Renda, 69 anni ferma da un’ora e Largo di Torre Argentina – e penso che il trasporto, anche se in minima parte, dovrebbe essere garantito. Devo arrivare a Corviale e non so davvero a che ora riuscirò a rincasare».
E se i turisti già lo conoscevano, anche i romani ieri hanno scoperto il 110, bus turistico all’aperto che è stato preso d’assalto in alternativa ai normali mezzi pubblici: «Il biglietto – commentava Adriano Micanti – costa 12,91 euro e so che ne spenderei di più prendendo un taxi, tanto vale regalarsi un giro turistico per Roma». In effetti, fanno sapere da Trambus, i biglietti staccati per il bus turistico all’aperto fino alle 13.30 erano 380, con un incremento rispetto agli altri giorni del 30%.
I tassisti, che in una giornata come quella di ieri non hanno mai fermato i loro tassametri, si sfogavano: «Le persone – diceva Roberto Cipolloni, alla guida di Pisa 14 – salgono in macchina con un diavolo per capello. Ci rimproverano di essere in pochi, ma non si rendono conto che noi non possiamo prendere il posto degli autobus».
Ripercussioni sul traffico si sono avute soprattutto sul Grande raccordo anulare, fin dalle prime ore del mattino, e sul Lungotevere, così come sulla Flaminia, Cassia e Tiburtina.
L’adesione allo sciopero è stata alta: «Alle ore 13,30 – ha comunicato il Cotral - l'astensione dal lavoro, rispettivamente degli autisti e delle corse, era pari al 69,72% e al 76,58%». Soddisfazione è stata espressa dai sindacati aderenti allo sciopero: «Sono stati smentiti coloro che sollevavano dubbi sulla tenuta di mobilitazione dei lavoratori del trasporto pubblico locale – hanno comunicato dalla Filt Cgil - L’adesione è stata compatta. I cittadini sappiano che ulteriori iniziative di sciopero sono da ascrivere esclusivamente alle responsabilità delle controparti e del Governo che si ostinano da 22 mesi a non riconoscere il diritto al 2° biennio del contratto collettivo di lavoro alle lavoratrici e ai lavoratori del trasporto pubblico locale».