Lunedi 29 Settembre 03
A mano le operazioni d’imbarco ma i problemi maggiori si sono avuti per l’accumulo dei rallentamenti registrati in tutta Italia
Aerei, ritardi per il “tappo” al check in
Fiumicino: lo scalo quasi isolato per il blocco dei treni diretti, assalto ai taxi

di GIULIO MANCINI


Ritardi contenuti durante il black out ma divenuti pesantissimi, con oltre un’ora e mezza d’attesa, subito dopo il ripristino dell’energia elettrica, a causa della ripercussione dei disagi accumulati nel frattempo su tutte le tratte aeree. Ha superato l’emergenza il sistema operativo dell’aerporto di Fiumicino anche se per gli oltre 60 mila passeggeri transitati ieri nello scalo c’è stato l’inferno dei collegamenti con la città e la mancanza del minimo conforto di un cappuccino caldo.
E’ rientrata solo alle 11,56, con un applauso liberatorio da parte dei passeggeri in sosta nell’aerostazione, l’allarme al ”Leonardo da Vinci”. Anche il primo scalo italiano non è stato risparmiato dal ”grande nero” ma i sistemi di continuità istallati dalla società di gestione, la ”Adr Aeroporti di Roma” sono riusciti a contenere i disservizi in forma sopportabile. Solo 6 su 800 i voli cancellati. Nella mattinata l'80 per cento delle partenze ha portato ritardi oscillanti tra i 15 e i 20 minuti; nel pomeriggio si sono toccate punte di un’ora e mezza.
La ragione principale degli spostamenti orari è stata individuata nei problemi affrontati dagli equipaggi per raggiungere da Roma l’aeroporto. Bloccati i treni da Termini, il cui funzionamento è tornato regolare solo dalle 16,23, piloti e assistenti di volo sono rimasti imprigionati nel traffico impazzito. Centinaia di passeggeri rimasti senza il ”Leonardo express” sono comunque riusciti a raggiungere lo scalo con un treno alimentato a diesel o con corse di pullman sostitutivi partiti dalle stazioni di Termini e Tiburtina. Grande lavoro anche per i taxi e le auto a noleggio. Non è mancato, poi, chi si è rivolto a parenti e amici per chiedere un passaggio-auto fino a Fiumicino.
Operazioni di imbarco rallentate, per i check in affidati a riscontri manuali da parte degli operatori. Tra le cause che hanno fatto sballare i programmi di decollo pure il fatto che altri aeroporti hanno sofferto per la situazione venutasi a creare. A Fiumicino, ovviamente fermi gli ascensori, le scale mobili e i tapis-roulant. Niente caffè e cappuccino ai bar. Mentre hanno funzionato i controlli di sicurezza alla frontiera. Nelle tre sale partenze dello scalo un brulicare di passeggeri italiani e stranieri, tutti in cerca di notizie, ha caratterizzato la mattinata. Alle 9.30 la stessa Air France ha ammesso che non era ancora riuscita a far decollare il primo volo delle 7 per Parigi. Soppressi dall'Alitalia cinque voli, tre nazionali (per Firenze, Pisa e Bologna) e 2 internazionali (Amsterdam e Praga) per un problema che sarebbe legato più che altro ad un «giro macchina e cambio equipaggi».
Il sistema di generazione elettrica ha funzionato a pieno ritmo nonostante l’alta richiesta di energia: il ”Leonardo da Vinci” consuma in un anno 150 milioni di kilowatt, pari alla domanda di una città come Venezia. Il primo sistema, detto di continuità assoluta, ha garantito durante il black out il funzionamento dei sistemi radar, della torre di controllo, dell’illuminazione in pista e dei metal detector e dei radiogeni per la sicurezza. La seconda rete, composta da gruppi elettrogeni, ha rifornito il 70 per cento dei sistemi ”privilegiati”: i nastri trasporto bagagli, le luci dell’aerostazione, la security e i pontili d’imbarco.
Nel pomeriggio, pur essendo tornata a normalità la vita dei servizi auroportuali, i ritardi dei voli sono diventati notevoli. Come per un effetto domino, a causa del caos degli altri scali nazionali a Roma diversi collegamenti sono slittati di un’ora e mezza. I passeggeri, comprensivi per la situazione, hanno atteso pazientemente. Problemi sino al tardo pomeriggio anche per i sistemi di collegamento con il cervellone centrale del ministero per la Polaria, la polizia di frontiera di Fiumicino.