Martedi 9 Aprile 2002

La Sta: «Noi abbiamo consegnato le rilevazioni dell’occhio elettronico entro 30 giorni, come da contratto». Il sindacato Ospol: «Il comando sapeva dei ritardi»
Varchi, i vigili pronti allo “sciopero delle multe”
L’Arvu: chi ha sbagliato deve pagare. A rischio prescrizione altre migliaia di verbali

di DAVIDE DESARIO

I
l sistema dei varchi elettronici funziona benissimo. Anche troppo. Ha diminuito del 20 per cento il traffico nel Centro storico della Capitale. Ha reso, senza dubbio, più accettabile l’aria di tutta la città. Ma soprattutto ha messo in evidenza, una volta per tutte, l’assurdità e l’inadeguatezza della macchina burocratica del Campidoglio la quale, ormai è evidente, non è in grado di notificare entro i termini previsti dalla legge (150 giorni) tutte le sanzioni riscontrate agli automobilisti indisciplinati: finora (e siamo all’inizio) sono cadute in prescrizione circa 108 mila multe da 65 euro, per un totale di almeno 7 milioni di euro che non entreranno mai più nelle casse del Comune di Roma. E ogni giorno che passa il numero delle multe prescritte aumenta, il danno economico si moltiplica e si prospetta anche il rischio che i romani, sapendo che alla fine le sanzioni non arrivano, decidano di riprendere nuovamente d’assalto le vie del Centro rischiando di annullare, così, i benefici ottenuti sui fronti viabilità e smog. Ma c’è di più. I vigili urbani si sentono presi in giro: «Il nostro lavoro viene vanificato dalla burocrazia - dice Mauro Cordova dell’Arvu - Se chi ha sbagliato non pagherà, dalla prossima settimana faremo lo sciopero delle multe lasciando a casa penne e orologi».
Ma andiamo con ordine. Ogni giorno, secondo i dati della Sta, l’agenzia per il traffico del Comune di Roma, entrano nella Zona a Traffico Limitato circa 70 mila vetture (lo scorso anno erano almeno 85 mila). Di queste la grande maggioranza è autorizzata (attualmente la Sta ha rilasciato 75.921 permessi a residenti, istituti e enti, disabili e trasportatori), e a questa si devono aggiungere altri 23500 permessi concessi a taxi, ambulanze, autonoleggiatori e vetture delle aziende municipalizzate (come Acea e Ama).
Ma cosa succede quando passa un’auto senza permesso negli orari vietati? L’occhio implacabile della telecamere posizionate in corrispondenza dei varchi fotografa ogni passaggio. Un sofisticato sistema computerizzato legge le targhe e le confronta con quelle della lista dei permessi. Le fotografie delle auto con le targhe “sconosciute" finiscono, alcuni giorni dopo, in una sala con dieci computer dove vengono visionate dai vigili urbani, i quali effettuano numerose verifiche e correzioni: che il veicolo non sia un’auto delle forze dell’ordine o un mezzo di soccorso, che la targa sotto accusa corrisponda a quella delle immagini. In caso di errore del “cervellone" (la percentuale non supera il 10%) i vigili cancellano il procedimento. La lista delle auto “indisciplinate", e le relative immagini, passa poi al Comune direttamente tramite computer.
«Secondo la delibera che ci affida la gestione del sistema Iride - spiega il direttore generale della Sta, Roberto Balduini - Dobbiamo fornire al Comune le targhe, la data, l’ora e il punto della trasgressione al codice della strada entro trenta giorni. E così abbiamo sempre fatto. Il nostro è un sistema estremamente rigido quanto democratico. Chi è nella lista è salvo. Chi non c’è viene multato».
Qui finiscono le certezze e inizia il misterioso viaggio delle multe negli uffici comunali. Il “file" delle sanzioni, infatti, viene preso in carico dall’Ufficio Contravvenzioni che dipende dal II dipartimento e per il quale lavorano meno di 200 dipendenti. Qui prima viene “scremato" di tutte quelle targhe di automobilisti che hanno ottenuto dal Campidoglio o dai Municipi dei permessi temporanei (funerali, matrimoni, ospedali, set cinematografici). Poi la lista viene confrontata con il database del Pra (Pubblico Registro Automobilistico): con questa operazione si riesce a dare un nome, un cognome e un indirizzo al proprietario della vetture “incriminate". Ma non finisce qui. Questo nuovo file, secondo le indiscrezioni, viene trasferito ad una società esterna che provvede a stampa, piegatura e chiusura della multa. A questo punto le sanzioni tornano all’Ufficio Contravvenzioni e vengono smistate all’ufficio Notifiche dove, invece, lavorano ogni giorno appena 50 dipendenti. A loro spetta il compito di dividere le sanzioni tra quelle dei romani (che vengono notificate a mano da circa 300 vigili a seconda della zona) e quelle dei residenti in altri Comuni che invece vengono inviate per posta. Beh, per fare tutti questi giri molte multe hanno impiegato più dei 150 giorni previsti dalla legge e quindi non sono neanche state consegnate ai cittadini.
«Adesso cadono tutti dalle nuvole - dice Gabriele Di Bella, segretario romano del sindacato dei vigili Ospol che ha denunciato la prescrizione delle multe - Ma in realtà la situazione era ben nota sia ai vertici del Corpo che a quelli del Comune». Da quanto si è appreso, infatti, il 2 aprile il vicecomandante dei Vigili, Romano Celli, avrebbe sollecitato la lavorazione delle multe. Evidentemente senza risultato. Indignato anche Mauro Cordova dell’Arvu: «Chi ha sbagliato o chi ha la responsabilità di questo disservizio deve pagare - ha detto ieri - I vigili romani meritano rispetto e se il Sindaco non prenderà provvedimenti, dalla prossima settimana faremo partire lo sciopero delle multe».
Intanto, fioccano i primi ricorsi: «La prima udienza - conferma il coordinatore dei Giudici di Pace romani, Giorgio Mirti Della Valle - ci sarà il 16 luglio. Temiamo che ci sarà un sovraffollamento di pratiche che non riusciremo a gestire per carenza di personale di segreteria».
(Ha collaborato Giuseppe Martina)