Marted 15 Ottobre 2002

Insulti, sorpassi
anche da destra,clacson impazziti:
così reagiscono
scooter, auto
e mezzi pesanti a chi guida
con l’andatura
consentita
Trenta all’ora, missione impossibile
Dal Centro al quartiere Salario nessuno rispetta i limiti di velocità

di DAVIDE DESARIO

Cartelli che appaiono. Limiti che scompaiono. Resta il disorientamento dell’automobilista che circola per le trafficatissime strade della Capitale.
Così, al di là delle iniziative “intraprese" dall’assessorato alla Mobilità, il cronista si è messo al volante e ha cercato di girare per la città rispettando tutta, ma proprio tutta, la segnaletica stradale. Prestando la massima attenzione soprattutto ai limiti di velocità.
Il tour è cominciato in mattinata da Ostia. Sulla Cristoforo Colombo percorrere alcuni tratti rispettando il limite di 50 all’ora è tecnicamente impossibile. Al semaforo si parte con la prima marcia, si accelera e si mette la seconda ma se dopo qualche metro si tenta di ingranare la terza, è fatta: si è già oltre i 50, ovvero passibili di multa. E allora il cronista frena subito e alle sue spalle si scatena una sinfonia di clacson da far invidia alla banda dei vigili urbani.
Piano piano, è proprio il caso di dirlo, si arriva al centro di Roma. E invece dei consueti 40 minuti è passata quasi un’ora. Ma il “bello" arriva quando alla guida della sua vettura il cronista tenta di rispettare i limiti di 30 chilometri orari che campeggiano, di questi tempi, in alcune delle strade più “veloci" della Zona a Traffico Limitato. Come in via Milano: il semaforo verde all’angolo con via Nazionale sembra un traguardo irraggiungibile, riuscire a non abbassare il piede sull'acceleratore richiede un grande autocontrollo. Intanto, però, scooter e motorini sorpassano da destra e da sinistra mentre il conducente di un furgone transit bianco prima lampeggia e poi scarica la sua rabbia sul clacson. E pensare che è solo l’inizio.
In via Cavour, per fortuna, la circolazione è semiparalizzata. Anche a volerlo, non si può “correre". Si arriva in via dei Fori Imperiali e il cronista rischia grosso: pullman turistici e taxi sono scatenati. Guai a provocarli. Eppure il cartello dei trenta chilometri è lì pronto a spegnere sul nascere anche lo sprint su due ruote di un “Cipollini" dai capelli bianchi. Lui la targa non ce l’ha e prosegue la volata. Gli altri, per dirla alla romana, se ne fregano.
Cartelli con il 30 nero cerchiato di rosso comunque, sono sparsi un po’ dovunque: in Corso Trieste, via del Corso, via Nizza, via del Teatro Marcello. La maggior parte riguarda solo mezzi “pesanti" (sopra le 3,5 tonnellate) ma capirlo “al volo" non è semplice e in molti inchiodano. Anche perchè su alcuni c’è il divieto e scritto e su altri c’è soltanto il disegno di pullman e autocarri.
In piazza Venezia si raggiunge il paradosso: mentre il cronista procede lentamente il vigile all’angolo con via del Corso lo prende di mira, fischia a tutta forza, e gli fa segno di procedere più velocemente. Grazie al cielo di autovelox neanche l’ombra e gli altri “pizzardoni" concentrano le loro attenzioni sui divieti di sosta.
Ma il massimo è via Nomentana. Se la si percorre da piazza di Porta Pia si incontrano subito due cartelli con il limite di 30 chilometri. Il cronista ha provato a rispettarli e gli è successo di tutto: strombazzate, sorpassi azzardati (anche scavalcando i cordoli) e tanti immancabili “vaffa". Compreso quello di una vecchina, al volante di una Ford Ka giallo canarino, che tanto somigliava a quella del famoso spot dove l’aereo atterra sulla superstrada.
Sulla preferenziale, invece, l’84 dell’Atac vola in barba ai divieti e in pochi minuti il cronista lo perde di vista. Altri cartelli, però, non se ne vedono. Così chi imbocca la Nomentana da una traversa qualsiasi non viene messo al corrente dei limite. Da piazza Sempione a Porta Pia la situazione non cambia: due cartelli all’inizio e poi niente più, in totale 20 minuti con un occhio al contachilometri e l’altro alle insidie del traffico.
Il presidente del II municipio è critico: «Invece di limiti così bassi sarebbe meglio che il Comune studiasse nuovi materiali per il fondo stradale in grado di assorbire le vibrazioni - dice Andrea Saccone - Ci hanno chiesto di far rispettare i limiti, ma è impossibile. Se lo facessimo si rischierebbe di multare quasi esclusivamente gli autobus che invece si sta facendo di tutto per farli muovere nella città con maggiore speditezza».