Domenic 1 Settembre 2002

URBINO

I taxisti: «Il Comune ci ignora»

di MAURO BERNARDINI

URBINO - Torna a farsi sentire lo scontento dei tassisti urbinati. Una insoddisfazione che sarebbe causata da una mancata attenzione nei loro confronti da parte dell’Amministrazione comunale. «Sono mesi e mesi – sostengono alcuni membri del Gruppo - che chiediamo l’attivazione del trasferimento di chiamata tra i due numeri telefonici a noi assegnati (uno in piazza della Repubblica e l’altro a Borgo Mercatale). Un intervento dal costo esiguo ma che andrebbe a migliorare di molto le condizioni del nostro lavoro oltre a metterci in condizione di poter offrire un servizio più adeguato e rispondente alle necessità della popolazione». Secondo le dichiarazioni di alcuni tassisti l’istanza faceva parte di un pacchetto di richieste in cui era compresa anche una piccola sede per ripararsi dagli agenti atmosferici proprio in quei periodi compresi tra una corsa e l’altra. «Ma – sostengono – ancora, dopo tante promesse non c’è stato nessun intervento». In totale il gruppo dei tassisti è composto da 8 operatori di cui cinque sono distribuiti in piazza della Repubblica e i restanti tre a Borgo Mercatale. «Il trasferimento di chiamata – affermano – risolverebbe molti problemi. Chiunque richieda il nostro intervento attraverso uno dei due numeri pubblici, si troverebbe ad essere messo in comunicazione con entrambe le postazioni». Alcuni di loro si dicono «stupiti per il mancato intervento che consiste in una pratica burocratica che richiede poche ore di tempo ma che ancora è da fare».
Poi ricordano che circa un anno fa, in un incontro avuto con l’Amministrazione comunale gli operatori del settore del trasporto pubblico avevano sollevato numerosi problemi, tutti tendenti a migliorare il servizio offerto ai cittadini. «Tra queste – sostengono – vi era anche la richiesta relativa al trasferimento di chiamata e il rifacimento della segnaletica che dovrebbe delineare gli spazi in cui potremmo sostare. Di tutto ciò nulla è stata fatto fino ad ora. Come è possibile credere a coloro che vogliono il rilancio dell’artigianato ad Urbino attraverso la riapertura delle botteghe, quando vengono disattese le più piccole opere richieste da una categoria artigiana come la nostra?».