Lune 29 gennaio 2001


«Tutta colpa del traffico se arriviamo tardi»
I momenti peggiori per chiedere un’auto pubblica? Tra le 8,30 e le 9,30 e tra le 17 e le 20

di MARCO GIOVANNELLI

Il taxi arriva tardi, non si trova, si allungano le attese al telefono aspettando la risposta dell’operatore della centrale radio. «E’ vero, lo sappiamo tutti che in coincidenza con le ore di punta del traffico cittadino trovare un taxi diventa un’impresa», conferma Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa “3570". I momenti peggiori per chiedere una macchina sono compresi tra le 8,30 e le 9,30 della mattina e le tra le 17 e le 20 quando la città soffre il mal di traffico. E se piove i problemi per trovare un taxi si moltiplicano per cento. Durante la giornata la maggior parte delle auto bianche è in servizio la mattina quando, dalle 7,30 alle 14,30, ci sono 2.911 mezzi, mentre nel pomeriggio la disponibilità scende a 2.382 e infine dopo le 22 circolano a Roma 582 taxi.
In passato i tassisti monitorarono nell’arco della giornata i loro spostamenti e il risultati sulla velocità media delle auto bianche risultò sconfortante attestandosi tra i 10 e 15 chilometri l’ora. «Nelle ore di punta troviamo intasate anche le corsie preferenziali che ci permetterebbero di girare per la città più agevolmente - denuncia Bittarelli - e così siamo costretti a mischiarci tra le auto normali oppure ad incolonnarci dietro gli autobus dell’Atac. Il risultato è quello che arriviamo in ritardo, il tassametro corre e i clienti si lamentano».
Appena il traffico allenta la morsa scoppia il caos a Trastevere. «Quel rione pullula di locali e di gente - aggiunge il presidente dei tassisti del “3570" -, resta paralizzato dalle dieci della sera a notte inoltrata. Eppure basterebbe poco per risolvere almeno il problema della circolazione dei taxi: dovrebbero permetterci, come avveniva in passato, di transitare sulla corsia preferenziale del tram “8". E così potremmo servire i clienti che frequentano tutta la zona di Trastevere».
Altro “buco nero" per i tassisti sono le isole pedonali del centro storico. «Siamo considerati un servizio pubblico di serie B e non possiamo circolare - spiega Bittarelli - in quelle zone di Roma che sono isole pedonali ma dove ci sono comunque residenti, ristoranti e hotel. Basta pensare a un turista anziano, carico di valige, che ci chiede di essere accompagnato in albergo. Se dovessimo seguire le regole lo dovremmo accompagnare fino al limite dell’isola pedonale e poi abbandonarlo».