Martedi 9 Maggi 2000

Sarà estesa l’esperienza di Verchiano
In montagna
il taxi è meglio
dell’autobus

di ELENA GIULIANI

Taxi nella bufera. Con qualche speranza all’orizzonte. La gente si lamenta per i prezzi ritenuti troppo alti praticati dai tassisti di città che hanno due postazioni fisse in Piazza dela Repubblica e alla Stazione Fs. Undici in tutto, ognuno per sé e Dio per tutti. Che però, davanti ai magri proventi, si sono coalizzati andando a chiedere "lavoro" in Comune. Partendo da una constatazione che grosso modo suona così: siamo costretti a praticare certe tariffe per sopravvivere. Mentre la gente fa a meno di prendere il taxi perché costa troppo. «Mi sono state fatte presenti queste difficoltà che ovviamente non possono lasciare indifferente l’ente locale, avanzando anche alcune richieste precise che non tralasceremo perlomeno di valutare», conferma l’assessore Luigi Masci.
In pratica, i tassisti si sono messi a disposizione per collaborare con il Comune ed incrementare il trasporto pubblico o supplire a sue eventuali carenze. Per esempio, per ciò che concerne il servizio di trasporto su chiamata. Facendo, in sostanza le veci del pullman. «E’ un’idea su cui stiamo già lavorando - prosegue Masci - ancora tutta da verificare però circa la sua percorribilità giuridica ed economica. Una cosa è certa. Avendo già sperimentato nel verchianese il trasporto su chiamata, con grande soddisfazione della gente interessata e con un notevole risparmio di denaro, ci accingiamo ad estendere al più presto questo servizio in altre zone del territorio comunale, prima di tutto a Colfiorito».
Dai primi mesi del ’97 il Comune gestisce, tramite la Cavs, questo trasporto pubblico alternativo da e per Verchiano, 14 chilometri di distanza massima, toccando le frazioni della montagna più "profonda": Curaci, Ali, Croce di Verchiano, Roccafranca, Caposomegiale. Da Verchiano, poi, gli utenti possono proseguire normalmente fino a Foligno con i mezzi della Spoletina. Con un risparmio annuo per l’amministrazione comunale, per quei 14 chilometri soltanto, di 27 milioni, scendendo da una spesa di circa 30 milioni per due corse settimanali in questi paesi (che oltretutto si sarebbero dovute sopprimere per carenza di utenti), agli attuali tre.
Un miracolo? Non proprio, dicono però alla Cavs. «Abbiamo potuto sfruttare l’occasione di avere un autista, che è di Rasiglia, sul posto così come il vettore utilizzato per il trasporto scolastico. Le chiamate, di una media di 3 0 4 alla settimana, vengono effettuate la sera precedente in modo da organizzare facilmente il lavoro. Altrimenti il gioco non varrebbe la candela». In ogni modo, una esperienza positiva da allargare. Magari studiando altre esperienze come quella dell’Ataf di Firenze che, a fronte di una raddoppio del chilometraggio, ha visto crescere di ben dodici volte l’abituale utenza.