Marted 5 Settembre 2000

LA BENZINA ALLE STELLE INFIAMMA ANCHE I FRANCESI

E in Francia i camion in rivolta “assediano” 50 raffinerie
Dopo i pescatori, sul sentiero di guerra contro il governo taxi, trattori, moto e ambulanze: minacciano di bloccare il paese

di ANNA MARIA POLI

PARIGI — Camion, ambulanza, taxi e persino motociclisti sul piede di guerra, aiutati dai trattori degli agricoltori. Tutti coloro che si sentono "tagliati fuori" dai regali fiscali annunciati dal ministro delle Finanze Laurent Fabius giovedì scorso si rivoltano contro il caro benzina. Una cinquantina di raffinerie francesi, soprattutto dell’Ovest e del Sud, sulle 70 che conta il Paese, sono state bloccate fin dalla notte di domenica da camion e trattori. Nel pomeriggio di ieri, il blocco aveva raggiunto la regione parigina. Anche l’accesso all’aeroporto di Nizza era ostacolato. Sono i padroncini dei camion a protestare contro il caro-gasolio, che «ci strozza — sostiene René Petit, presidente della Federazione nazionale del trasporto sul strada, la principale organizzazione padronale — anche perché in Europa le imprese francesi pagano in media 50 centesimi di franco (150 lire circa) in più di tasse dei loro vicini per ogni litro». I padroncini minacciano «un movimento in crescendo, che sarà molto lungo». Chiedono non solo l’intervento sul caro-gasolio, ma anche una riduzione dei contributi, oltre a protestare ancora contro l’introduzione delle 35 ore. I 42.000 tassisti francesi (15.000 a Parigi) si sono uniti al movimento, con identiche rivendicazioni: benzina meno cara e tagli consistenti ai contributi. Per giovedì stanno organizzando una giornata di lotta nazionale, con azioni spettacolari. Il modello perseguito è quello dei pescatori: dopo aver bloccato i porti per alcuni giorni la scorsa settimana hanno ottenuto significativi tagli ai versamenti obbligatori, che in alcuni casi di gravi difficoltà economiche possono arrivare fino al 100%. Al movimento di protesta partecipano anche le ambulanze, che in Francia sono al 95% imprese private che non godono di nessun esonero sulle tasse che gravano sulla benzina. Minacciano di lasciare il Paese senza interventi d’urgenza. Gli agricoltori, che pure hanno ottenuto con la riforma di Fabius una diminuzione del 30% del prezzo del gasolio per uso agricolo, chiedono sgravi sui contributi.
Ieri, il ministro dei Trasporti, Jean Claude Gayssot, ha ricevuto i rappresentanti di tutte le federazioni del trasporto su strada ma nessun accordo è stato raggiunto. Per il neo-ministro degli Interni, Daniel Vaillant, il prezzo dei carburanti «non ha nulla a che vedere con la fiscalità e il governo». Il primo ministro Lionel Jospin ha promesso senza ulteriori precisazioni che il governo «prenderà misure specifiche per i settori in maggiore difficoltà» e ha citato in particolare «il trasporto su camion». Sono ancora nella memoria di tutti le ultime ondate di protesta dei camionisti, che a più riprese negli ultimi anni hanno bloccato il Paese per giorni. Ora però i sindacati dei dipendenti si sono dissociati dalla protesta, perché i lavoratori «non trarranno alcun profitto da questa azione».
Gli automobilisti si sono precipitati a fare il pieno. «C’è stato un movimento di panico — afferma il portavoce della Esso — una situazione che provoca una penuria artificiale difficilmente quantificabile». Mentre in tempi normali, un distributore si vuota in 2-4 giorni, ieri molte pompe erano già a secco. Per tutta la giornata, ci sono state lunghe code ai distributori.