Domenica 2 Gennaio 2000

L’altra faccia del Capodanno:
paralisi in Centro, Termini in tilt

di FABIO CAROSI

ROMA - La Capitale ce l’ha fatta. È riuscita in un’impresa difficilissima, una sorta di miracolo alla romana: dalle 21 del giorno di San Silvestro sino alle sette di ieri mattina, nel centro storico trasformato nella più grande isola pedonale del mondo, hanno ballato, camminato, bivaccato, brindato e urinato a cielo aperto un milione e cinquecentomila persone. Un’enorme festa che dietro di se ha lasciato fortunatamente solo tanto caos e un tappeto di vetri.
Mai tanta gente per un Capodanno, un Giubileo straordinario e tre concerti di piazza in contemporanea. Ma nella memoria dei romani non c’è neanche traccia dell’apocalisse che ha ruotato intorno alla lunga notte dei festeggiamenti che sembrava non voler finire neanche quando il sole è sorto. Anche perché più della metà di quel milione e mezzo che rovesciato e infranto a terra altrettante bottiglie di champagne e finto champagne, venduto in casse simil-minerale dagli ambulanti, è rimasto prigioniero di un ingorgo millenario che non ha risparmiato neanche il capo della Polizia, Ferdinando Masone, al quale la moglie ha chiesto poco dopo la mezzanotte quale strada avrebbero mai preso per tornare a casa.
Tutto, perché Roma supera Londra, Parigi e Berlino per il “programma", ma viene allontanata dal G7 perché si ripresenta senza servizi. Pochi bagni pubblici e collocati lontano dalle zone calde e, come al solito, mezzi di trasporto da Terzo Mondo. Ferme le due metropolitane, al contrario del resto d’Europa, per muoversi la scelta è stata ridotta a qualche linea di bus verso San Pietro messa in piedi con autisti volontari, le linee private del Giubileo, ostaggio dei pedoni e i “vecchi piedi". Di fronte all’onda d’urto che ha fatto gridare i residenti di via del Vantaggio, via Ripetta e via della Scrofa al terremoto, persino i taxi si sono dovuti arrendere: anche settantamila lire di tassametro per duecento metri, un percorso che un pedone compie in tre minuti. Peggio è andata solo a chi si è affidato alle Ferrovie dello Stato. Un clamoroso errore sulla previsione dei flussi di persone - si parlava inizialmente di sette-ottocentomila persone - ha preso in contropiede le Fs che, nel primo giorno dell’anno, non sono riuscite a smaltire i passeggeri. E la stazione Termini si è trasformata in un bivacco sino alle dieci di ieri, quando le tende sono state tolte perché pronti a partire cinque treni speciali e diversi bus.
È vero, la Polizia municipale ha chiuso il centro storico a bus turistici e auto private ma intorno è stato un inferno. Terminati i concerti di San Pietro e piazza del Popolo, è stato il Millennium Bug per i lungotevere, il Muro Torto, di via Nazionale, Santa Maria Maggiore sino a San Giovanni e piazza Re di Roma. La disperazione da ingorgo ha portato molti automobilisti a lasciare l’auto per tutta la notte in mezzo alla strada e a proseguire a piedi. E ieri sera, la chiusura di via dei Fori Imperiali per rimuovere le attrezzature della maratona, ha provocato un nuovo blocco del traffico a piazza Venezia.
L’unica nota positiva è arrivata dall’ordine pubblico. Se si archiviano come “orgoglio coatto" due piccole risse di piazza del Popolo e qualche danno da ubriachezza a vetrine e arredi, la pericolosissima marea umana che ha ondeggiato su via del Corso, piazza Venezia, i Fori, via del Tritone, Fontana di Trevi e via Veneto è rimasta sempre sotto il controllo delle forze dell’ordine. Il prefetto Enzo Mosino ha espresso soddisfazione «per aver superato senza danni le prime prove». Ma poi ha ammesso la necessità di apportare «correttivi per il futuro». Non è dello stesso avviso il deputato verde Alfonso Pecoraro Scanio il quale ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio, trasmessa anche alla Procura, chiedendo di «salvare Roma da un disastro annunciato».