Domenica 12 Novembre 2000

Dopo l’arresto dell’operaio di S.Elia, vanno avanti le indagini dei carabinieri per individuare eventuali complici
«Non sono io il rapinatore di taxi»
Luciano Pazienza nega ogni accusa. Domani sarà interrogato dal gip

di FABRIZIO COLARIETI

«Non sono la persona che state cercando. Vi sbagliate, non ho rapinato quei taxi», si difende così nel carcere di Santa Scolastica Stefano Pazienza, 37 anni, l'operaio, residente nella frazione di Sant'Elia, arrestato l'altro ieri sera dai carabinieri a conclusione della lunga indagine aperta dopo le sei rapine.
Stefano Pazienza che ha nominato suo difensore di fiducia l’avvocato Michele Balacco, nega ogni coinvolgimento nella vicenda, ma i carabinieri sono certi di aver fermato l'uomo giusto: su di lui un infinità di indizi, a partire da quella vistosa cicatrice sul mento che l'avrebbe tradito. Domani mattina l’indagato sarà interrogato dal gip che poi dovrà decidere sulla richiesta di incidente probatorio avanzata dal pubblico ministero Pietro Ferrante. Il giudice vuole infatti mettere subito a confronto Pazienza con i tassisti così da acquisire al fascicolo processuale una prova non più ripetibile.
Potrebbero esserci però ulteriori novità a livello investigativo in quanto non si esclude nei prossimi giorni un altro fermo. Infatti, Pazienza, sempre secondo gli inquirenti, non ha commesso da solo tutti e sei i colpi. L'ultimo taxi, quello prenotato a Cesena e rapinato ad Arrone, non sarebbe stato assalito da lui, bensì da un complice, che, sempre secondo indiscrezioni, si troverebbe anch'esso nella zona di Sant'Elia.
Nei prossimi interrogatori Pazienza dovrà dare molte spiegazioni in particolare il motivo per cui avrebbe rapinato i taxi di Roma, Firenze, Arezzo e Pescara. Di lui sappiamo solo che è sposato ha già un figlio e ne aspetta un altro: un semplice operaio di una ditta di autotrasporti che per motivi di lavoro spesso è fuori provincia.
I tassisti rapinati hanno già visto la foto dell'uomo e sembra non ci siano dubbi. Nel piccolo centro di Sant'Elia, intanto, la notizia ha scosso un po' tutti, anche se era nell'aria qualcosa del genere, infatti, la settimana scorsa la magistratura aveva ordinato una serie di perquisizioni, compresa quella nell'abitazione di Pazienza.
Ricostruendo la vicenda tutto era iniziato il 20 settembre con il primo taxi rapinato: da Roma a Contigliano, l'uomo estrae un coltello e scappa con incasso e taxi. Lo strano rituale si ripete altre cinque volte: da Arezzo a S.G. Reatino, da Firenze a Sant'Elia, da Pescara a Rieti, ancora da Roma a Maglianello fino al 19 ottobre, da Cesena ad Arrone.