1 Marzo 2000 mercoledi

Undici mesi per sfruttamento:
patteggia la pena
il ”taxista” della prostituta.

di FAUSTO GASPARRONI

Anche la prostituzione, come ogni settore economico, ha le sue forme di «indotto». C’è anche chi, per portare avanti una propria attività, si arrangia andando a prendere tutti i giorni una prostituta in arrivo in treno alla stazione e la accompagna al suo posto sulla strada.
E’ quanto faceva un civitanovese di 42 anni, A.D.P., che per questo tipo di incombenza è stato processato ieri al Tribunale di Fermo con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’uomo è ricorso comunque al patteggiamento della pena, sancito dalla corte (presidente Giuseppe Luigi Fanuli) nella misura di undici mesi di reclusione col beneficio della sospensione condizionale. L’imputato è stato anche assolto con formula ampia da un’altra imputazione, cioè la presunta ricettazione di un passaporto rubato, per la quale il collegio giudicante ha stabilito che «il fatto non sussiste».
La vicenda in esame vedeva come protagonista una prostituta nigeriana (R.I. le iniziali) che tutti i santi giorni veniva in treno da Bologna nel Fermano, percorrendo tra andata e ritorno oltre 500 chilometri. A.D.P. la andava a prelevare tutte le sere alla stazione di Porto San Giorgio, dopo di che la portava in macchina nei consueti luoghi deputati alla prostituzione nel circondario, principalmente la zona Fratte di Porto Sant’Elpidio. Un fatto che, dopo varie verifiche, non poteva passare sotto l’attenzione delle forze dell’ordine, che hanno denunciato l’uomo per favoreggiamento e sfruttamento.
Nel processo di ieri era imputata per un’accusa minore anche la nigeriana, ritenuta responsabile di aver fornito agli inquirenti delle false generalità. Se l’è cavata comunque con poco. Il Tribunale l’ha infatti condannata a cinque giorni di arresto e 20.000 lire di ammenda, il tutto poi convertito in una pena pecuniaria di 400.000 lire.