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Venerdi 22 Gennaio 1999
Taxi, il leader “paga” per tutti
Interrogato Carlo Bologna: «Perché solo io? Eravamo in tanti»

di CRISTIANA MANGANI
Che brutta notte ha passato Carlo Bologna. Lui, leader dei tassisti romani, è sempre stato pronto alla battaglia per la difesa di quelli che definisce i diritti della categoria. Ma con la giustizia, proprio no, non aveva mai avuto a che fare. E quando il suo avvocato Oreste Pascucci gli ha comunicato che la Procura circondariale lo aveva iscritto nel registro degli indagati per manifestazioni non autorizzate, si è sentito sprofondare la terra sotto i piedi. In realtà, il sostituto procuratore circondariale Francesco Dall’Olio ha iscritto anche altri 160 tassisti, ma ieri mattina, ha voluto interrogare il ”capo popolo“, quello che tutti chiamano Spartaco, e così ha convocato Bologna.
La notizia ha fatto precipitare l’energico Carlo nello sconforto. «Perché solo io?», ha chiesto preoccupato al legale. Non appena, però, ha varcato la soglia dell’ufficio del magistrato lo ha capito. «Lei deve rendersi conto - gli ha spiegato il pm - che ormai è un personaggio pubblico, la conoscono in tutta Italia, e quindi deve stare attento quando protesta, perché in pochi minuti potrebbe trovarsi circondato da tanti altri colleghi che la pensano come lei, e dare vita a una manifestazione non autorizzata».
Carlo da Albano Laziale si è sentito lusingato. Tranquillo come non mai, quasi angelico, ha ammesso ogni responsabilità e ha chiarito qual era stato il suo ruolo quel 22 ottobre durante la manifestazione in piazza Venezia. Gli è stato anche spiegato ciò che rischia: nel peggiore dei casi una sanzione pecuniaria fino a tre milioni. Ma è anche possibile che la Procura decida di archiviare la vicenda.
Il presidente dell’Associazione italiana tassisti ha aperto la porta dell’ufficio giudiziario circa mezz’ora dopo esserci entrato. È fuggito via senza voler parlare, ma più tardi era già ringalluzzito. «Che brava persona questo magistrato - è stato il commento - È stato comprensivo, corretto e preciso. Credo abbia capito come siano andate veramente le cose. Io non volevo fare casino, ho fatto una passeggiata e mi sono ritrovato con gli altri colleghi, è stata tutta una cosa spontanea».
Pentito? Macché. Dopo un attimo di incertezza, si è subito ripreso e ha avviato la controffensiva. «Lunedì 25 si terrà un’assemblea di tutti i tassisti - ha dichiarato - dobbiamo fare il punto sulla vertenza con il Campidoglio. L’assessore Tocci non può continuare così. Che senso ha aprire alle piccole cooperative. L’idea che proporremo è quella di un taxibus, come ci sono a Milano, un servizio che però dovrà funzionare durante il turno normale. Non vogliamo aumenti, ma vogliamo che il nostro lavoro venga rispettato. E poi, scrivilo, lo devi scrivere, non è vero che il Tar ci ha dato torto. E comunque andremo avanti e ci rivolgeremo, se necessario, anche alla Corte costituzionale, perché qui so’ le leggi che so’ sbagliate».