Sabato 12 Giugno 1999

Trasporti
Ecco i taxi
col videogioco
compreso
nel prezzo

di MICHELA CORICELLI
«Benvenuti a bordo dell'Euro Interactive Taxi», play-station e computer di bordo satellitare sono compresi nel viaggio. La navicella spaziale non decolla per Marte, ma il tragitto da piazza Partigiani a corso Vannucci compare ugualmente sul display, mentre una voce metallica di sottofondo recita: «Siete arrivati a destinazione, uscite sulla destra prego». Il brevetto del primo taxi multimediale della storia appartiene a Sabino Raimondi, 36 anni, perugino. Un primato che tocca proprio a lui, che il tassista non lo voleva nemmeno fare: «Ma sono stato costretto. Così quando ho ereditato il mestiere da mio padre mi sono domandato: perché non rinnovare un po' le cose?». Detto fatto: Raimondi ha investito quasi trenta milioni nelle attrezzature del suo taxi. Una tecnologia da Silycon Valley: computer, tre televisori, scanner, videoregistratore, stampante, sistema di navigazione satellitare, fax e, naturalmente, play-station e Internet. «Il mio taxi va bene per le famiglie con i bambini che vogliono giocare al computer - dice soddisfatto Raimondi - e per gli uomini d'affari che continuano a lavorare come se fossero in ufficio». Ma a volte le parti s'invertono: «L'altro giorno ho accompagnato due dirigenti di banca da Perugia a Firenze. Non si sono staccati un momento dalla consolle della play-station». Difficile resistere alla tentazione di spingere qualche bottone, nel taxi del futuro, ma questo scherzetto quanto costa al cliente? «Nulla di più di una normale corsa, a parte il collegamento Internet e la trasmissione via fax», rassicura Raimondi. Nel monovolume tecnologico i sedili si possono spostare fino a creare un vero e proprio «office, con la comodità del mini-bar». Un salotto ambulante da fare invidia alle scenografie del "Quinto Elemento", nato un po' per avventura un po' per sfida. «Volevo provare alla la gente che accusa i tassisti di essere dei dipendenti comunali poco qualificati, che volendo possiamo trasformarci in veri e propri imprenditori», dice orgoglioso Raimondi.