Il concerto di Steve Hackett

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Set list:

Floating 7th

Mechanical bride

Serpentine

Watcher of the skies

Hairless heart

Firth of fifth

Riding the colossus

The steppes

Walking away from rainbows

Sierra Quemada

Vampyre with a healthy appetite

Gnossienne n.1

A tower struck down

Darktown

Camino Royale

In Memoriam

Wholetone/Los endos

 

Dopo il concerto dei Sacka, che avevano eseguito pezzi originali e cover (21st century schizoid man, per esempio), e dei messicani Cast, è finalmente arrivato il momento che tutti noi aspettavamo. Steve si presenta sul palco in abiti scuri, ed io mi sistemo subito in prima fila, con la mia macchina fotografica.

Steve sembra infastidito da non sappiamo cosa, almeno questa è l'impressione di tutti noi in prima fila. Insomma una persona diversa da quella disponibile vista nel pomeriggio. I primi tre brani sono inediti, lasciando un senso di disorientamento in noi, forse faranno parte del prossimo album elettrico. Riascoltando la registrazione questi brani sembrano veramente in stile King Crimson.

Giungono poi delle note aspirate con la chitarra e poi le prime note di tastiera di Watcher of the skies ed il pubblico è in delirio, anche se il brano viene eseguito solo nelle parti strumentali. La ritmica serrata è fatta a due voci tra tastiere e chitarra, per poi sfociare nella parte finale del brano. Secondo me, visto come se la cava Steve al canto, è stato molto meglio così, avvicinando il pezzo più al proprio stile strumentale e più appropriato alla scaletta della serata. La bellissima Hairless heart, che segue, è subito riconoscibilissima ed integrale. Dopo un piccolo accenno a Black light viene attaccata in crescendo la parte strumentale di Firth of fifth. Sarà una mia opinione, ma questa frammentazione della musica dei genesis poteva essere resa più originale creando un medley apposito, da farlo diventare una nuova suite progressive... Nonostante tutto, l'assolo di Steve è meraviglioso e ci riconcilia con la sua musica. Il pezzo finisce e lasciato solo il sax di Ben Castle accenna di nuovo alle note del solo di Firth of fifth che sfociano nel brano Riding the Colossus. Segue un'introduzione orientaleggiante di sax per il brano The steppes. Walking away from raimbows è il primo momento di forte lirismo, con la melodia suonata da Steve con la chitarra elettrica, imitando il suono di quella acustica.

Dopo Sierra Quemada e Vampyre, con la voce di Steve più brutta che mai (ma quando si circonderà di un buon cantante?), viene eseguita la Gnossienne n°1 col sax di Ben Castle e con la chitarra elettrica di Steve. Eppure anziché questo brano, forse uno dei più tristi di Erik Satie, mi aspettavo le Gymnopédie, più ricche di "atmosfera". La ritmica frastagliata di A tower struck down che segue, non riesce a farmi stare fermo viene eseguita fedelmente, anche con l'interruzione del colpo di tosse. Con Darktown si continua il filone della voce d'oltretomba di Steve a lui tanto cara, ma secondo me è una scusa per mascherare la sua pessima voce! Ditemi quello che volete, ma una voce così fa veramente pena!

Ora è la volta di Camino Royale, uno dei miei pezzi preferiti, eseguito alla perfezione, strumentalmente, ma rovinato dal canto stonato di Steve & Co. Con la solita voce d'oltretomba Steve presenta la band prima di In memoriam. Il concerto giunge verso la fine, ma fino ad ora mi è sembrato di assistere ad uno show sotto tono, con una scelta di brani diciamo discutibile... ad esempio, perché non ha eseguito pezzi d'impatto come Jacuzzi, Ace of wands o il suo capolavoro Spectral mornings?

Poche parole usate per presentare solo alcuni brani; a parte la timidezza, mi è sembrato veramente uno Steve Hackett non a suo agio sul palco. Sarà perché era il primo concerto con questa band o per la scarsa affluenza di pubblico: non credo che ci siano state più di 500 persone!

Il concerto dura poco, meno di quanto desideravamo. Il bis è riservato a Los Endos, preceduto da effetti di chitarra col distorsore, che mentre sfumano lasciano i piatti della batteria intuire l'attacco del pezzo di A trick of the tale che tanto amiamo. La melodia finale, sempre bellissima, è eseguita da chitarra, tastiere e sax, anche se Steve preferisce più improvvisare e fare da controcanto, seguito da altre improvvisazioni di Ben Castle. A mio avviso questo è stato il momento migliore del concerto.

Finito prima del previsto il concerto, ci mettiamo in attesa di un autografo di Steve, vicino alla sala dedicata alla mostra. Ci dicono che deve sicuramente passare di qui, ma dopo quasi un quarto d'ora d'attesa inutile andiamo via, poi non so cosa sia successo.

 

I più felici di tutti rimarranno gli zanzaroni di Vigevano che si sono visti servire un pasto abbondante ed inaspettato.

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Steve in azione
col suo nuovo gruppo


Steve in azione
col suo nuovo gruppo


The band:

Steve Hackett: gtr

Roger King: keys

Gary O'Toole: drums

Phil Mulford: bass

Ben Castle: sax & flute