Hiram Bullock

Musicians:

Hiram Bullock: guitar

Frank Gravis: Bass

Clint de Ganon: drums

 

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Avellino, S.E. Regina Margherita
22 luglio 2002

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Tanta allegria e feeling con questo grassone che ride di se stesso... e fa divertire il pubblico con le sue gag improvvisate sul palco. Tante cover famose rivisitate col classico trio chitarra/basso/batteria. Niente di ipertecnico, Hiram Bullock suona la chitarra rock/blues, come qualsiasi altro buon chitarrista di questo genere, anche se dà molta enfasi a ciò che produce con gli effetti della sua chitarra. Nel corso del concerto ha giocato con tutti i suoi effetti: il digital delay per campionare dei riff in diretta su cui improvvisare, il chorus, il distorsore in chiave hendrixiana. Non a caso il primo brano che ho ascoltato (con Achille e Peppe sono arrivato a concerto già iniziato) è stato "Up from the skies", e l'ultimo brano, nel bis è stato: "Little wing". Le altre cover eseguite sono state: Every breath you take, una bella Ruby Baby (di Donald Fagen), una citazione diella Pantera rosa, e sul finale I shot the sheriff, il medley con: Honky tonk woman/Money for nothing/Smoke on the water. Pantacollant attillato che fa risaltare i suoi glutei stile "Mami" di Via col Vento, T-shirt rossa di Jimi Hendrix con cui copre il suo pancione voluminoso, questo chitarrista però riesce con autoironia ad intrattenere il pubblico con simpatia, sottolineando alcuni virtuosismi che ormai non fanno più notizia: il tapping, il legato e l'hammiring on che non fa uso della mano destra, ma mimando poi i movimenti della mano come per dire: "ma cosa succede, ho la mano qui e partono le note?". Una bella voce profonda e nera rende l'ascolto ancor più piacevole. Lo spazio riservato al bassista è per un assolo con poca tecnica e alcune citazioni di brani; per il batterista c'è spazio per un assolo di 3 minuti, in cui c'è molto ritmo ma non tecnica mostruosa.

 

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  Nel corso di un blues acceso e sofferto, scende dal palco per continuare l'assolo in mezzo al pubblico, fino al banco della consolle, su cui si siede e poi ritorna di corsa. Ad un certo punto dice: "questo pezzo è dedicato alle donne in sala... 2, forse 3?... alle donne piacciono le canzoni che parlano d'amore... anyway, questa è una canzone d'amore". A fine concerto lo attendiamo fuori dai camerini e mi assicuro il primo autografo sul disco "Color me" appena comprato.