"...chissā dove vuole arrivare" č quello
che ho pensato a metā del primo brano del concerto di ieri sera a
Salerno, visto che sembrava un pezzo che stesse per esplodere
(progressivamente parlando...), ma in realtā č sembrata solo
un'introduzione per tutta la durata del brano. Poi al secondo brano ho
capito che l'intero concerto sarebbe stato noioso con brani tutti
uguali.
Mettere insieme tanti musicisti
eterogenei č stata un'ottima idea, tanti generi musicali fusi in tutt'uno,
dove ognuno dā il proprio tocco di colore della propria terra d'origine,
contemporanemante (e non a tratti, passando da un ritmo all'altro), č
una trovata geniale... peccato perō che il risultato finale siano dei
brani che hanno solo una forma ma non una sostanza... brani monotoni,
ripetitivi, basati su 2 3 accordi, e senza alcun inizio e fine... musica
ottima per raccontare delle immagini di viaggi intercontinentali, tra
boschi selvaggi, foreste tropicali, mare cristallino e deserti assolati,
ma presentata senza il supporto delle immagini diventa tremendamente
noiosa...
Per dirla in breve... se avesse fuso
le idee presenti nei 10, 11 brani eseguiti, in un unico brano di 10
minuti, sarebbe venuto fuori un pezzo stupendo... anche progressivo e
sperimentale, ma il tutto č durato 110 minuti... troppi!
ah, beato chi ha il dono della
sintesi...
Mentre andavo via, mi sono imbattuto in Bill Frisell in persona fuori
dal teatro, intento a fimare autografi... potevo mai resistere alla
tentazione...?
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