Qui base Terra

Mentre quaggiù il nostro pianeta muore,
le stelle lassù ci stanno a guardare.
La creazione, opera solo da ammirare,
per una umanità che la doveva osannare.
Ma per meri interessi, obblighi o doveri,
si è data precedenza a quelli oggi come ieri.
Una vera apocalisse per impavida natura,
che cotta dall’arsura ci sottrae la frescura.
Così bombe di pioggia a catinelle,
per quel cielo che si è reso a noi ribelle.
Le montagne coperte da un manto di neve,
le vedremo ormai solo in un umile presepe.
Maestosi ghiacciai definiti eterni,
frutto abbondante di rigidi inverni,
ridotti in serpeggianti e torbidi ruscelli,
che non servono a irrigare i terreni, neanche quelli.
Poi un guazzabuglio di razze e idiomi,
pensieri dissacranti e culture da coloni.
Al dominio di correnti, mode e politiche venali,
in una individualità che non conosce rivali.
Un esodo globale che insegue speranze,
in paesi dove si pensa a riempire solo le panze.
Poi religioni sempre più distanti tra loro,
che non servono né a Dio, né al suo decoro.
E in questo, c’è chi trasforma tutto in oro,
avido di ricchezze, si crogiola sull’alloro.
Ma la verità, che infine prevale,
su un mondo così per noi disuguale.
Busserà forte alla loro coscienza,
il giorno di quella repentina presenza.
In modo che la bilancia della giustizia,
trovi il perfetto equilibrio fra onestà e letizia.