La primavera della rondine

La rondine in esilio si alzò in volo verso sera,
A inseguire un'aria tiepida di primavera.
Giù l’oceano con i suoi flutti era in bassa marea.
La media oraria era giusta in tempo nell’ora.
La lucente luna illuminò la sua ombra.
Quella sua figura solcò il cielo di notte,
Per il tragitto estenuante di altre volte.
La distanza dal ricordo di quel bel paese,
Dove soggiornò ben più di qualche mese.
In quell’umanità gentile e cortese.
Una infinita pianura di coltivazioni verdeggianti,
Dove lo sguardo non superava gli orizzonti.
Ed una enorme distesa d’acqua dolce,
Di questo grande fiume che correva alla foce.
E quei bei nidi fra le travi delle cascine,
Che sanno rallegrare i sorrisi delle bambine.
Sguardi innocenti che si innalzano a noi,
E noi dai neri capini ci sentiamo loro eroi.
La mia dolce meta è così ben prestabilita,
In quel bel posto dove l’accoglienza è infinita.
E con questa mia ragione maggiore,
Seguirò la via aerea per Casalmaggiore.
Per sfatare così ogni dubbio o chimera,
Io come rondine annuncerò la primavera.