Il poverello

Seduto su un gradino in via Dante,
un uomo dismesso ovvero un mendicante.
Difficile da dire quale sia la sua età,
da quale posto è venuto questo non si sa.
La pioggia sferza il suo umile essere.
A terra un bicchierino di carta a dimostrare,
il bisogno di un soldino che qualcuno gli può dare.
Ma la gente si defila per far finta di non vedere,
colui che ai loro occhi non fa piacere.
Raramente un’anima con forse un po’ di cuore,
porge la sua offerta con leggero timore.
C’è chi gli offre un sacchetto di patatine fritte,
che lui porta alla bocca con mani lunghe e dritte.
E io, con fare schivo e di certo un po’ lontano,
mi sembra di vedere in lui quel padre che io amo.
Quel ricordo paterno di un tempo che fu,
dal momento che ora mi vigila da lassù.
E all’uomo a cui è sottratta la sua dignità,
io dalla tasca prendo una moneta e voilà.
L’obolo spicciolo di una piccola carità,
provvidenziale segno di reciproca umanità,
nella giungla spesso impossibile di questa città!