Guerra giammai

Sotto le ceneri di una qualunque guerra,
emergerà dalle rovine di tortuosa terra,
tremolante e titubante una bianca colomba,
senza che nessun pensiero la confonda.
Salirà in alto su nel cielo più profondo,
sorvolando da lassù tutto il mondo,
che da lontano appare giocondo,
ma che sa essere truce e iracondo.
Questo sinceramente va pure detto,
stringeva un rametto di ulivo nel suo becco.
Nell’armonia delle bianche ali,
sorvola monti, laghi e profondi mari.
Ridipingendo in cielo come protezione,
un auspicabile segno di benedizione.
A quel mondo visto da così lontano,
il suo cuore finalmente appare più umano.
Quell’umanità che sa pur creare, dipingere e inventare,
sinonimo di valori che sanno affiorare,
in quei momenti che non li puoi rinnegare.
A quel sole che splende a zenith ora,
la colomba trova proprio li la sua dimora.
In quella luce ci protegge e ci consola,
indicando all’uomo la ragione del perdono.
In modo che lassù nell’alto dei cieli,
dove tutto splende senza filtri e senza veli,
potremmo donare un sorriso al volto di Dio,
per ritrovarlo anche sul viso mio.
Che vorrei dire al mondo con fare da poeta,
che la guerra rimane l’unica onta di questo pianeta.