E poi il cielo

Nono altopiano, luogo un po' insano,
Su modello di quel “grande fratello”.
Anime confuse in un unico bordello,
si aggirano incerte in promiscuità.
In un reparto chiuso a ogni libertà.
Camici bianchi e azzurri ci sorvegliano,
I servizi sono indecenti e non convengono.
Le pillole prescritte come caramelle,
Sogni indotti che contemplano le stelle.
Mentre rumori e urli sono d’atmosfera,
Di una giornata triste e mai veritiera.
Nell'orario che viene poi stabilito,
La visita veloce di donna o di un amico.
Il colloquio sperato col terapeuta di turno,
Per sperare di uscire forse un giorno.
Ma nei pensieri aldilà di ogni aspetto,
Conosciamo bene ciò che non è detto.
Il nono piano funge da sala d’aspetto,
Ma il decimo altopiano, qui l’ammetto,
È la salita per il cielo nel modo più diretto!