ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE "C. Alvaro" SAN PIETRO A MAIDA - catanzaro -
Dirigente Scolastico: dott.ssa Giovanna Esposito Vivino
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Redazione ed aggiornamento a cura del prof. Franco Varrese |
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San Pietro a Maida: veduta aerea dell'abitato
San Pietro a Maida: l'abitato visto dalla montagna (lato Sud) - Il nostro paese: San Pietro a Maida è un fiorente ed attivo centro agricolo della Provincia di Catanzaro, da cui dista 36 km, situato sul versante tirrenico delle Serre, interamente appollaiato sulle pendici del Monte Contessa che, da un’altitudine di 370 m.s.l. del mare, si affaccia nella stretta di Catanzaro e nel Golfo di S. Eufemia. La sua popolazione, secondo l’ultimo censimento, è di 5220 abitanti, mentre la sua superficie totale è di 16,35 kmq. Il paese è fornito di Ufficio Postale, Guardia Medica, Caserma dei Carabinieri, Ufficio di Collocamento, di due campetti polifunzionali, di un campo sportivo, di alcuni bar e circoli ricreativi, di una mensa per anziani gestita dal Comune, di una biblioteca comunale, di due Scuole dell'Infanzia, una Scuola Primaria ed una Secondaria di Primo Grado. Quest’ultima, che porta il nome di “Corrado Alvaro”, raccoglie l’utenza del territorio comunale ed un gruppo di alunni provenienti da S. Pietro Lametino, frazione di Lamezia Terme. Dal punto di vista socio-economico tale utenza scolastica appare abbastanza omogenea, sia per quanto riguarda i mestieri e le professioni dei genitori degli alunni, sia per quanto concerne alcune caratteristiche generali dell’ambiente esterno e familiare. Tutti i ragazzi, infatti, provengono dal medesimo tessuto economico e sociale, da un’identica realtà, che, come tante del Mezzogiorno, non avendo avuto mai la possibilità di far parte di un serio processo di sviluppo turistico-industriale, basa le sue economie sulle attività tradizionali delle aree emarginate: risorse degli emigrati, sussidi assistenziali erogati dallo Stato, attività commerciali e del terziario in genere, risorse agricole. Dall’agricoltura, soprattutto, la popolazione ha tratto e continua a trarre i propri mezzi di sostentamento. Non sono mancati in passato, e non mancano tuttora, rilevanti attività artigianali; nell’edilizia è riconosciuta l’intraprendenza e l’operosità di molte piccole imprese locali e la bravura dei “mastri” muratori del luogo; una lunga tradizione ha anche il settore del cucito, del ricamo e della tessitura, che nuovo vigore ha preso negli anni recenti. Vivace è anche il settore della lavorazione del ferro, del legname e della trasformazione dei prodotti agricoli. Pregiatissima è la produzione dell’olio di oliva, - tra i migliori d’Italia, - e quella dei salumi ed in minor misura dei formaggi. L’allevamento è in declino; si lamenta tra l’altro la mancanza di una fiera del bestiame, in un paese dove, fino a pochi anni fa, ve ne erano due di antica tradizione, che rappresentavano pur sempre un momento economico significativo per tutta l’economia locale e non solo per quella agricola. Olio, grano, frutta e verdure sono i maggiori prodotti agricoli; tuttavia, nonostante i progressi realizzati in questi ultimi anni, la vita dell’agricoltore continua ad essere sempre più magra ed i campi si vanno sempre più spopolando. La produzione è ancora in grandissima parte destinata al consumo locale, fatta eccezione per l’olio di oliva, i cui prezzi in forte ascesa, hanno dato vitalità al settore con l’apertura di interessanti sbocchi sui mercati nazionali ed internazionali. È, questo, un dato estremamente positivo: l’olio è infatti una vera ricchezza e se si riuscirà a valorizzarlo nella giusta maniera, potrà aiutare tanto il decollo economico del paese. S. Pietro a Maida, poi, è storicamente un paese di grande emigrazione. Una triste tradizione che, purtroppo, non si è ancora interrotta, considerato che i lavoratori sampietresi all’estero sono più di mille, tra stagionali e fissi, dislocati per lo più nell’Europa centrale. Una scelta imposta, questa dell’emigrazione, dalla sempre più crescente disoccupazione, che da un secolo in qua ha prodotto tremende lacerazioni nel cuore e nell’anima di tanti emigrati. I giovani, purtroppo, non trovando lavoro, sono ancora costretti ad intraprendere la stessa via paterna, cioè quella dell’emigrazione, spopolando il paese delle migliori energie, con contraccolpi gravissimi a livello socioculturale e di qualità della vita in genere, ma soprattutto sul piano dei rapporti all’interno della famiglia, la quale appare alquanto disgregata, sofferente, lacerata al suo interno e molto, molto lontana da quella tradizionale in cui ogni ragazzo avrebbe diritto di crescere e di formarsi. Una cornice ambientale, dunque, quella in cui si trovano ad operare i ragazzi in età scolare, certamente tra le più sfavorevoli, tutta piena com’è di ombre, di contraddizioni, di mali endemici, appesantiti ed aggravati ancor di più dal fatto che nel paese non esistono servizi e strutture adeguate, atte ad assecondare e stimolare il processo di crescita dei ragazzi ed a favorire le possibilità di un loro giusto inserimento nel mondo del lavoro. Di fronte a questo quadro ambientale così privo di prospettive e di punti di riferimento, i ragazzi si sono potuti avvalere unicamente di quanto la Scuola ha messo a loro disposizione. E la Scuola, consapevole di questi bisogni e di queste necessità, di queste urgenze e specificità, attraverso attente ed approfondite Programmazioni d’Istituto e di Classe, caratterizzate da forte apertura ai problemi emergenti del territori, si è posta come centro motore ed ha fatto per intero la sua parte, aiutando i ragazzi a superare gli effetti singolari dei condizionamenti socio-economici ed a raggiungere quell’integrale formazione umana e culturale indispensabile per un loro positivo ingresso nella società del domani. Ad aiutare la Scuola in questo arduo compito sono intervenuti, fortunatamente, in quest’ultimo periodo, dei fatti nuovi, estremamente positivi: da una parte, una rinnovata e più incisiva partecipazione della Chiesa locale nella vita della collettività, grazie ad un nuovo parroco, che ha ridato slancio e vitalità all’azione della parrocchia soprattutto nel mondo giovanile; dall’altra, una sorprendente inversione di tendenza nelle forme di investimento dei capitali, soprattutto da parte degli emigrati che, abbandonando vecchie abitudini, hanno preferito canalizzare i loro risparmi non più nella costruzione di case, ma in attività più redditizie, soprattutto nel settore commerciale, agricolo e turistico. Il paese, così, nel giro di poco tempo sta cambiando volto, sta facendo passi da gigante, arricchendosi di grandi Supermarket e Discount, di grossi centri commerciali ed agro-alimentari, di agenzie di sostegno ai coltivatori, di associazioni per la valorizzazione e la promozione dei prodotti locali, di società d’informatizzazione, soprattutto nel campo delle innovazioni colturali e tecnologiche ed in quello dell’esportazione nazionale ed internazionale dell’olio extravergine di oliva, che da poco ha anche ottenuto il marchio di qualità D.O.C., di piccole industrie, tra cui quella addetta alla creazione di pannelli per mobili, di cooperative giovanili, finalizzate ad incanalare per tutto il corso dell’anno il turismo giovanile e della terza età, soprattutto quello proveniente da quei paesi dove forte è la presenza dei nostri conterranei. Un fermento nuovo, inatteso, che effettivamente apre orizzonti rosei per il futuro del paese, un fermento di iniziative che necessariamente deve essere assecondato ed aiutato da tutte le componenti culturali del paese, con un impegno serio e collettivo. In primo luogo dalla Scuola, che deve prendere coscienza dell’urgenza di dare risposte funzionali e concrete in direzione di questo nuovo che avanza, che richiede in modo particolare un’istituzione scolastica aperta, capace di incontrarsi, al di fuori dei suoi stretti confini, con luoghi che rappresentano le culture, il lavoro, i servizi sociali, l’amministrazione della cosa pubblica, una Scuola, insomma, proiettata nella società territoriale, interprete dei bisogni e delle necessità, capace di adeguare ed aggiornare i suoi meccanismi educativi e didattici per poter dare risposte adeguate a queste reali domande d’inserimento lavorativo, quali quelli della computerizzazione, dell’imprendizzazione, delle formazioni linguistiche.
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