Architetto italiano (Firenze 1405-1480). Continuò, insieme col fratello Antonio, la professione di intagliatore e decoratore, esercitata dal padre Francesco Giamberti, detto da Sangallo dal nome della contrada dove aveva bottega, divenendo celebre e ricercato per l’esecuzione di modelli lignei di edifici, a quell’epoca fondamentale strumento di progettazione. A questa attività si devono i viaggi a Napoli presso Ferdinando I (1488), a Milano presso Ludovico il Moro (1493), a Lione presso il re di Francia Carlo VIII (1496), chje gli permisero il contatto con ambienti culturali diversi da quello di formazione. Si dedicò inoltre all’architettura militare al cui sviluppo recò notevoli contributi, tanto che da lui prese nome la prima scuola italiana di fortificazioni dell’epoca moderna (scuola sangallesca). A lui si debbono le fortezze di S. Sepolcro, la rocca di Arezzo, della Torre del Marzocco a Livorno, e la cittadella di Pisa (con caratteristici orecchioni arrotondati), e i disegni di fortificazioni contenuti nel Taccuino senese, nella Biblioteca Comunale di Siena, in cui sono riportati tutti gli elementi del fronte bastionato con cortina e bastioni terrapienati. Nel campo dell’architettura civile e religiosa, fin dai primi lavori, eseguiti intorno al 1480 (atrio e facciata di S. Maria Maddalena dei Pazzi a Firenze e villa medicea di Poggio a Caiano), mostrò doti di tecnico sicuro e insieme chiare intenzioni di rinnovamento delle tipologie e delle forme, pur nel filone della tradizione rinascimentale fiorentina, alla quale ricercò una base attraverso lo studio dell’antico come ci è documentato da numerosi disegni. Nel 1484 iniziò la costruzione della chiesa di S. Maria delle Carceri a Prato nella quale la semplicità di concezione, come massima coerenza delle parti, la chiarezza delle partiture sviluppano i presupposti del Brunelleschi nella definizione di una “architettura centrale” la cui nitida geometria è ravvivata da sobri interventi decorativi (fregio all’interno, rivestimento marmoreo all’esterno) e da lesene e modanature. La sacrestia di S. Spirito a Firenze (1489), eseguita probabilmente con modifiche, dal Cronaca, e la realizzazione della cupola della basilica di Loreto (1499) sono ulteriori contributi al tema dell’edificio a pianta centrale che dominò l’architettura del secolo ‘400 e del ‘500, mentre il Palazzo Gondi (del 1490), di cui resta integro il cortile, contribuisce alla definizione del tipo della residenza gentilizia fiorentina (Palazzo Medici-Ricciardi, Palazzo Strozzi). Dal 1492 circa l’artista lavorò alla chiesa di S. Maria dell’Umiltà a Pistoia. Dal 1495 fu chiamato a Roma ripetutamente (lavori al chiostro di S. Pietro in Vincoli, dal 1495; progetti per S. Pietro, dal 1505; facciata di S. Maria dell’Anima, 1512; progetto per il palazzo dei Medici a Piazza Navona, 1513) portando così la cultura architettonica fiorentina nell’ambiente romano. Capomastro di S. Pietro dal gennaio al luglio 1514, ormai stanco e malato, abbandonò nello stesso anno Roma per rientrare a Firenze dove, pochi mesi prima della morte, eseguì i ben noti disegni (oggi agli Uffizi) per l’incompiuta facciata di S. Lorenzo.

Iolanda Schettino classe 2 E