I Palazzi

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All'inizio del 1800, Savona era ancora ristretta nella sua antica cerchia muraria, sebbene già si fossero realizzate delle opere che promettevano l'allargamento dell'area urbana.
Un "piano di abbellimento", è concepito nel 1832 e successivamente, un "piano di rinnovamento", caratterizza nuove demolizioni e nuove costruzioni. L'espansione della città stava per realizzarsi in varie direzioni.
Un primo piano regolatore, è approvato il 23 dicembre 1856, piano suscettibile di molte modifiche, che fu definito nel 1865 e porta le firme dell'allora sindaco Luigi Corsi, dall'ingegnere civile Carlo Tissoni, dall'architetto Giuseppe Frumento, da Paolo Boselli e dal ministro per i Lavori Pubblici, Stefano Jacini.
Già nel 1864 le mura furono abbattute e la città tra il torrente Letimbro e il vecchio centro urbano, fu modernamente disposta a scacchiera.
Lo sviluppo urbano si è svolto in anticipo allo sviluppo economico e demografico che inizieranno nel 1861. La popolazione dai 16.347 abitanti censiti nel 1836, passerà a 19.051 nel 1848, e a 19.611 nel 1861, anno del  primo censimento ufficiale italiano.
L'incremento demografico, avvenuto a partire dalla seconda metà dell'800, si era realizzato con l'immigrazione di persone provenienti dal Piemonte, Lombardia e Veneto. 

Savona non era una città ricca, e poteva ornarsi solo di modelli urbani di architettura semplice.
Pochi sono i palazzi la cui architettura è degna di segnalazione.
Nel centro storico, caratteristiche sono le case a schiera.
Due sono i palazzi in stile liberty (qui di seguito illustrati), altri hanno bovindi ad ornare gli angoli del palazzo.


Il così detto "Palazzo delle palle" in Corso Italia.

angolo via Paolo Boselli e via Sormano