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Russia 1917

Il controllo della cultura

 

Nell'ottobre del 1917 i bolscevichi conquistarono il potere in Russia.

I comunisti imposero immediatamente uno stretto controllo su ogni forma di espressione culturale per eliminare alla radice ogni pensiero non conforme alla loro ideologia.

Il 18 ottobre 1927 lo scrittore V. Nabokov scrisse:

"Disprezzo il credo comunista in quanto idea meschina dell'uguaglianza, pagina grigia nella storia festosa del genere umano, negazione della bellezza terrena e ultraterrena; una cosa che stupidamente viola il mio libero Io, un incoraggiamento all'ignoranza, all'ottusità e all'autocompiacimento".

 

Località: Russia

Epoca: 1917 - 1923

 

La censura prima dei boscevichi

In Russia la censura era stata istituita nel 1826 e abrogata nel 1906. Nel 1914 venne introdotta la censura militare a causa dello stato di guerra. Il 27 aprile 1917 il governo provvisorio tolse le restrizioni esistenti sulla stampa, ad eccezione di quelle inerenti la rivelazione di segreti militari.

La censura bolscevica

Appena preso il potere i bolscevichi con il decreto del 27 ottobre 1917 ordinarono la chiusura di tutti i giornali "controrivoluzionari", come misura temporanea.

Nel febbraio 1918 il decreto venne sostituito da una legge che concedeva teoricamente ai cittadini il diritto di pubblicare. La stessa legge imponeva di notificare alle autorità i nomi degli editori e gli indirizzi delle imprese. I quotidiani vennero obbligati a pubblicare in prima pagina i decreti e i regolamenti governativi.

I commissariati della stampa

Nel frattempo il regime aveva costituito nelle città importanti i "commissariati della stampa", organo del Sovnarkom. I commissariati potevano sospendere le pubblicazioni ostili e porre sotto sequestro le tipografie a loro discrezione. Lo stesso potere con decreto del dicembre 1917 venne esteso ai soviet.

Il tribunale rivoluzionario della stampa

Il 28 gennaio 1918 venne istituito il "Tribunale rivoluzionario della stampa" con il compito di giudicare editori e autori colpevoli di aver pubblicato informazioni "false o distorte". Era la Ceka a fornire gli imputati al tribunale. Tra ottobre 1917 e maggio 1918 vennero chiusi 130 quotidiani.

Il controllo della pubblicità

Il 7 novembre 1917 la pubblicità era divenuta monopolio di stato. Di conseguenza la stampa perse gran parte della propria libertà economica.

La nazionalizzazione delle imprese editoriali

Il regime intraprese fin dall'inizio l'opera di nazionalizzazione delle imprese editoriali che vennero concesse in gestione ad organizzazioni bolsceviche.

La chiusura dei giornali non bolscevichi

Il 7 luglio 1918 venne ordinata la chiusura di tutti i giornali non bolscevichi di Mosca. Il divieto venne ben presto esteso a tutta la Russia.

La costituzione russa

Il 19 luglio 1918 venne pubblicato il testo della costituzione della RSFSR. All'articolo 14 si stabiliva che per garantire la autentica libertà di opinione il governo doveva abolire la difesa del capitale effettuato dalla stampa e doveva affidare l'editoria a operai e contadini poveri. In base a questi principi entro dicembre 1918, solo a Mosca, vennero chiusi 150 quotidiani che avevano una tiratura complessiva di 2 milioni di copie. Analoga ostilità si manifestò anche contro i periodici.

Monopolio di stato nell'editoria dei libri

Nel dicembre 1917 venne istituita la Casa editrice di stato (Gosizdat), organo del Narkompros. Alla Casa editrice venne affidato il monopolio della pubblicazione dei libri. Il 12 dicembre 1921 la Casa editrice ebbe anche il compito di gestire la censura libraria.

Monopolio di stato nell'editoria dei giornali

Il 27 maggio 1919 venne stabilito il monopolio di stato sui giornali.

Monopolio di stato per la vendita dei libri e dei giornali

Nel 1920-21 venne stabilito il monopolio di stato sulla vendita dei libri e dei giornali.

Epurazione delle biblioteche

Nel 1920 venne creato il Comitato principale per l'Istruzione politica (Glapolitprosvet) che ordinò l'eliminazione dalle biblioteche della "letteratura obsoleta". Furono eliminate da tutte le biblioteche le opere di 94 autori. Tra questi:

- i filosofi Platone, Cartesio, Kant, Schopenhauer, H. Spencer, Nietzsche

- lo scienziato E. Mach

- lo psicologo W. James

- il mistico V. Soloviev

- il rivoluzionario P. Kropotkin

- lo scrittore L. Tolstoj.

Due copie delle loro opere venne chiuse in un deposito speciale.

Il controllo totale sulle pubblicazioni e sulle arti

Il 6 giugno 1922 venne istituito l'organo ufficiale di censura con il nome di "Amministrazione generale per le questioni letterarie ed editoriali" (Glavit). Questa agenzia ebbe il compito di:

- esercitare la censura preventiva su tutte le pubblicazioni e il materiale illustrativo

- redigere l'indice della letteratura proibita

- combattere le pubblicazioni clandestine

- impedire l'mportazione di libri con "contenuto idealistico, religioso e antiscientifico"

- scrivere il piano orientativo generale delle pubblicazioni

- nominare i consiglieri di amministrazione dei periodici.

Il Glavit lavorava in collaborazione con il GPU, che era succeduto alla Ceka.

Nel 1923 le competenze del Glavit vennero estese alle arti dello spettacolo: teatro, cinema, spettacoli musicali e di varietà, registrazioni discografiche, ecc.

La fine della censura

Nell'edizione del 1934 della "Grande Enciclopedia Sovietica" si legge che "la rivoluzione d'ottobre pose fine alla censura zarista e a quella borghese".

 

Riferimenti bibliografici:

Courtois - Werth - Panné - Paczkowski - Bartosek - Margolin

Il libro nero del comunismo
Mondadori

Pipes R.

Il regime bolscevico
Mondadori

Riasanovsky N.

Storia della Russia
Bompiani

 

 
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