Dalla morte di Ferdinando I, con il totale disinteresse dei suoi successori e fino all'ultimo dopoguerra, in un periodo storico caratterizzato da guerre, insurrezioni e miseria alla quale erano costrette le popolazioni locali, si vengono a creare quelle condizioni di forte degrado ambientale che sono all'origine della scomparsa della fauna di grossa taglia.
Ciò nonostante, in quest'area si sono conservati habitat ottimali per numerose specie faunistiche ove si includono esemplari molto rari o poco comuni nel resto dell'isola.
La diversità ambientale, caratterizzata da un vero e proprio mosaico di formazioni vegetali, presenta numerose nicchie ecologiche che spaziano dal bosco fitto alle radure, dai prati alle formazioni steppose, dagli strapiombi rocciosi alle pietraie cespugliate, dai laghetti collinari alla diga artificiale di Scanzano, offrendo rifugio e protezione a circa l'80% della fauna selvatica presente in Sicilia, mentre è da sottolineare come il bosco e Busambra costituiscono l' habitat ideale per tutte le specie di falconiformi nidificanti nell'isola. Persino il Casino di caccia borbonico, che si erge tra il bosco ceduo ai piedi della montagna è stato eletto a domicilio per una singolare specie di uccello: lo Storno nero, un corvoide che si rinviene solo in Sicilia ed in Sardegna e che a Ficuzza si può ammirare numeroso sui tetti e sui comignoli del "Palazzo reale" dove nidifica.
I pesanti disboscamenti condotti fino alla seconda guerra mondiale, l'aumento delle attività silvo-pastorali, caccia e bracconaggio, sono le cause della scomparsa dei tipici mammiferi di grossa taglia che nel Bosco di Ficuzza hanno trovato rifugio fino a tempi relativamente recenti. Al tempo di Re Ferdinando erano presenti il cervo, il daino, il capriolo ed il cinghiale, quest'ultimo introdotto dallo stesso Re per soddisfare le sue esigenze di caccia; oggi ritroviamo solo il daino ed il cinghiale reintrodotti dall'amministrazione forestale. Il daino è limitato a pochi esemplari e vive in aree ristrette, il cinghiale è invece causa di un notevole impatto ambientale anche perchè la specie di grossa taglia utilizzata, proveniente dall'Europa centrale, è molto diversa dal cinghiale mediterraneo più idoneo ad essere ospitato nelle nostre zone; in assenza dei suoi predatori naturali, rappresentati dal lupo e dalla lince, e in virtù della sua notevole prolificità, esso desta serie preoccupazioni: nutrendosi di tuberi, bulbi, rizomi e ghiande impedisce il rinnovo naturale dei querceti e di altre specie vegetali; non meno problematici sono i danni che i cinghiali provocano nelle aree agricole adiacenti l'area boscata.
Tra i grossi mammiferi bisogna ricordare il Lupo ormai completamente estinto in Sicilia:
l''ultimo esemplare fu ucciso proprio a Ficuzza nel 1935 (foto accanto).
Bracconaggio e bocconi avvelenati hanno annientato gli ultimi esemplari di Grifoni e Gufi reali; questi rapaci che rappresentano specie di singolare interesse faunistico sono definitivamente scomparsi in Sicilia.

Una consistente colonia di Tartarughe acquatiche prolificava fino a circa un decennio fa nel laghetto Naturale Gorgo Tondo; il lago ridotto oggi ad uno stagno, probabilmente in seguito alla perforazione della falda avvenuto più a valle, ha visto l' estinguersi dei suoi principali colonizzatori. La specie di testuggine in questione è però ancora
presente e vive nei laghetti artificiali all'interno. L'estinzione di specie animali è quindi da imputare esclusivamente ad un intreccio di fattori antropici che per lungo tempo hanno minacciato gli habitat.

Un'attenta gestione faunistica, con azioni mirate
ad incrementare la presenza di alcune specie ed
alla reintroduzione controllata di altre, adeguati interventi di miglioramento ambientale estesi ad
un territorio più vasto di quello dell'area protetta
che comprenda quindi anche le vie preferenziali
degli spostamenti faunistici, possono condurre ad
un ritrovato equilibrio tra uomo e natura.
La reintroduzione del Grifone nel Parco dei
Nebrodi e delle Madonie (1998), è diventata
un'attrattiva che richiama centinaia di visitatori;
ciò a dimostrazione di come la protezione della
natura può facilmente coniugarsi anche con
il benessere economico delle popolazioni locali.

FALCONIFORMI

Tutti i rapaci si collocano in genere ai vertici della catena alimentare in quanto consumatori secondari o terziari, svolgendo l'impareggiabile ruolo naturale di regolazione, controllo e selezione delle varie comunità biologiche; la predazione infatti incide maggiormente sulle specie più abbondanti e quindi più facilmente reperibili e su quegli individui più deboli (ammalati o in qualche modo impediti) assicurando sia un controllo quantitativo che una selezione in favore degli esemplari più forti tra le specie predate. Per tali ragioni essi vengono considerati dei veri "indicatori ecologici". All'ordine dei falconiformi appartengono le famiglie degli accipitridi, dei falconidi e dei pandionidi, tutte ampiamente rappresentate nell'area di Ficuzza.
La famiglia degli ACCIPITRIDI include la maggior parte dei "rapaci diurni" costituita da specie dalle dimensioni variabili con attitudini migratorie o stazionarie; in essa si annoverano anche specie che si nutrono esclusivamente di carogne o rifiuti, come il GRIFONE considerato un vero e proprio spazzino, impedendo di fatto il diffondersi di possibili agenti infettivi. A questa famiglia appartengono:

l' AQUILA REALE, incontrastata dominatrice delle vette, necessita di un territorio di caccia superiore ai 100 Kmq. Nidifica ogni anno sulle alture di Rocca Busambra; il CAPOVACCAIO; lo SPARVIERE, specie protetta che predilige zone boscose montane con alberi di alto fusto; il NIBBIO REALE, il FALCO DI PALUDE, la POIANA, il NIBBIO BRUNO.
La famiglia dei FALCONIDI comprende alcune specie di rapaci diurni che differiscono dagli accipitridi per particolari morfologici, anatomici e comportamentali pur conservando una certa analogia con i precedenti. I falconidi si nutrono esclusivamente di prede vive ed in generale il loro habitat ideale è costituito da spazi aperti, con scarsa e rada vegetazione, pareti rocciose poco accessibili dove depongono le uova. Un altro aspetto che caratterizza questi rapaci è rappresentato dalla loro incapacità nella costruzione del nido; essi depongono le uova direttamente in cavità naturali o utilizzano nidi abbandonati, quando non li rubano letteralmente ad altre specie. A questa famiglia appartengono:
ilFALCO PELLEGRINO,il FALCO LANARIO, il FALCO GRILLAIO, il GHEPPIO, specie con spiccate caratteristiche di adattabilità e che per la sua plasticità ecologica si supporrebbe in grado di sopportare meglio le trasformazioni ambientali, ciò nonostante è in sensibile diminuzione (specie protetta); il FALCO CUCULO.
Alla famiglia dei PANDIONIDI appartiene una sola specie tra i rapaci diurni:
il FALCO PESCATORE, specie legata all'ambiente acquatico la cui alimentazione è essenzialmente costituita da pesci sia d'acqua dolce che di mare.



 

 

Il centro regionale per
il recupero della fauna
selvatica:


nato nel 1996, ospita
animali feriti provenienti
da tutta la Sicilia,


è composto da tre spazi distinti: ospedale, voliere e sala didattica.
Clicca per andare al sito del centro

 

STRIGIFORMI:

Comprende tutte le specie dei "rapaci notturni" la cui caratteristica peculiare è la predazione in ore crepuscolari e notturne in virtù della loro particolare conformazione che privilegia il senso dell'udito su quello della vista. All'ordine degli strigiformi appartengono le famiglie degli strigidi e dei titonidi.
Tutte le specie fra gli STRIGIDI basano la loro esistenza ed i cicli produttivi sulla disponibilità di piccoli mammiferi (principalmente roditori ma anche insettivori) che rappresentano la quota più rilevante del loro regime alimentare: dal numero e dalla concentrazione dei roditori dipende l'estensione del territorio di influenza di ogni singolo esemplare e persino il numero di uova deposte (da due a otto). Generalmente sedentari nidificano in cavità naturali tra le rocce, tra gli alberi, in vecchi edifici abbandonati, muraglie, granai, o utilizzano nidi abbandonati da altri uccelli.
Nei crepacci delle rocce arenacee presenti nel bosco di Ficuzza, ed in particolare nelle suggestive grotte della "Castagnera" è facile osservare le borre o cure prodotte da questi rapaci: si tratta di pallottole cilindriche od ovoidali di colore nerastro rigurgitate periodicamente,costituite da peli, ossa ed altre parti non digeribili. Sono raggruppati in questa famiglia civette e gufi tra le cui specie sono presenti a Ficuzza l'ALLOCCO, la CIVETTA, l'ASSIOLO e sino alla fine degli anni '60 anche il GUFO REALE, vero gigante tra i rapaci notturni ormai completamente estinto in tutta la regione.
La famiglia dei TITONIDI comprende una decina di specie conosciute come BARBAGIANNI e tra queste l'unica presente in Europa è il Tyto alba.I barbagianni hanno dimensioni medio-grandi e sono facilmente riconoscibili per i "dischi facciali" formati da corte penne piliformi disposti bilateralmente rispetto al becco ed a raggiera attorno agli occhi dove si uniscono formando un disegno cuoriforme. Hanno tutti abitudini notturne e cacciano guidati dalle spiccate capacità acustiche; si nutrono come gli altri rapaci notturni di piccoli mammiferi (roditori) con apporti secondari di uccelli di piccole dimensioni ed altri vertebrati. E' nota la dipendenza dei barbagianni dalla vicinanza dell'uomo e delle sue costruzioni. Dimora facilmente in vecchi edifici abbandonati, ruderi, sottotetti, fienili, torri o campanili, una più esigua rappresentanza frequenta terreni scoperti con vecchi alberi sparsi.

MAMMIFERI

VOLPE:la più opportunista tra i mammiferi, essa occupa una posizione privilegiata all'interno della comunità animale. In quanto onnivora può agire a qualunque livello della piramide alimentare ed ha pochissimi nemici naturali (linci, lupi ed aquile). La diminuzione o scomparsa dei suoi predatori ha fatto si che negli ultimi anni si sia registrato un considerevole incremento della sua presenza; inoltre l'alto indice di natalità permette di bilanciare le perdite dovute a cause antropiche.

 

LEPRE E CONIGLIO SELVATICO:le popolazioni di lepre presenti a Ficuzza appartengono alla specie tipica siciliana che si distingue dalla altre per le orecchie più lunghe ed il caratteristico colore fulvo-rossiccio .Tanto le lepri quanto i conigli costituiscono un elemento insostituibile di tutti gli equilibri naturali in quanto anello fondamentale di ogni catena alimentare rappresentando la fonte primaria di energia vitale per moltissimi carnivori. Entrambi si adattano con estrema facilità a diversi ambiti prediligendo però, praterie e campi aperti in vicinanza di zone boschive, zone calanchive, siepi arboreo-arbustive. La caccia e l'uso dei pesticidi in agricoltura sono le cause fondamentali della notevole diminuzione di questi animali.

GATTO SELVATICO E MARTORA: Unici mammiferi di una certa mole rimasti a Ficuzza con popolazioni che possono essere considerate in buono stato. Vivono nel bosco più fitto e difficilmente si spingono oltre i margini dell'area boscata dove è più facile l'incontro con l'uomo e più complicato trovare rifugio. Il gatto selvatico è ormai molto raro nel resto dell'isola eccezion fatta per i boschi delle Madonie e dei Nebrodi.

DONNOLA: il più piccolo tra i carnivori europei, si nutre di arvicole, topi, ratti, giovani conigli e piccoli uccelli. Frequenta tutti gli ambiti terrestri dalle zone boscate alle aree con scarsa vegetazione, zone rocciose ed aree coltivate. La donnola è ben diffusa in Sicilia.

ISTRICE: grosso roditore dai caratteristici lunghi aculei, è un erbivoro che almeno in Sicilia non conosce predatori naturali, l'unico fattore che ne limita la diffusione è rappresentato dall'uomo che con azioni dirette ed indirette (caccia e pesticidi), ne minaccia la presenza. Diversi sono gli habitat in cui questa specie si adatta: macchia composta sia da vegetazione arborea che arbustiva, zone di gariga, boschi cedui, aree coltivate con presenza di valloni e fossi; Nonostante la sua elevata mobilità l'istrice, specie protetta a livello nazionale, poiché continua ad essere perseguitato dall'attività venatoria, è stato costretto a ridurre la sua presenza in aree naturalmente più protette dove i ricoveri sono di più difficile accesso per l'uomo, ritirandosi a Ficuzza nella fascia di passaggio tra bosco e montagna.

RICCIO: mammifero di piccole dimensioni, ben diffuso in tutta l'isola. Ha abitudini prevalentemente notturne e vive nei boschi con vegetazione erbacea ma anche nei prati o in campi aperti in presenza di folte siepi o cespugli. Si nutre di insetti, molluschi e invertebrati, talvolta preda anche piccoli uccelli o piccoli mammiferi (topi); è nota la sua abilità nel catturare le vipere dal cui veleno si difende con la sua corazza di aculei.
La vera minacciaper la specie risiede nella tipica lenta andatura che li contraddistingue rendendoli sovente vittime delle automobili sulle strade.
CINGHIALE:assai adattabile purchè esistano zone a bosco misto, con abbondante sottobosco ed aree incolte in diverso stadio evolutivo, con presenza di ruscelli e pozze d'acqua permanenti. Come già accennato, la specie introdotta a Ficuzza è in forte espansione


ANFIBI
La loro vita è strettamente legata alla presenza dell'acqua dove vivono e si riproducono; per alcune specie sono sufficienti limitatissime zone umide, altre invece riescono a vivere anche in aree notevolmente secche come il rospo comune (Bufo bufo)che si reca verso stagni, ruscelli o grandi invasi esclusivamente per riprodursi

CHIROTTERI
Il numero dei chirotteri in genere, e di alcune specie in particolare, nonostante siano specie protetta in tutta Europa, è sensibilmente diminuito negli ultimi anni. Un recente censimento delle popolazioni cavernicole siciliane ha accertato la presenza di appena 52 stazioni di cui soltanto una decina ospitano colonie costituite da un centinaio di individui di Rinolofo maggiore, lo stesso censimento ha individuato inoltre una ventina di edifici abbandonati che ospitano colonie della stessa specie. In generale le cause di questo calo di presenza sono da ricercarsi nell'uso dei pesticidi in agricoltura, nel disturbo arrecato alle popolazioni cavernicole, nel collezionismo e per alcune specie nella progressiva scomparsa degli alberi cavi.
INSETTI E INVERTEBRATI
L'area del Bosco di Ficuzza e Rocca Busambra è stata sin dal secolo scorso una delle stazioni di ricerca entomologica tra le più importanti di Sicilia. Anche se non esistono ricerche specifiche, la fauna minore è ricchissima e costituita da numerosissimi invertebrati che grande importanza rivestono per il loro rapporto diretto con il bosco: semplici conviventi o parassiti, insetti xilofagi o defogliatori. Esistono inoltre molte specie considerate di notevole interesse biogeografico come alcune farfalle, mentre per certe specie di coleotteri l'area risulta ambiente esclusivo nel quale vivono e si riproducono come specie endemiche del luogo.

FARFALLE:
Sloperia proto alta
Malacosoma franconica panormitana
Agapetes psyche pherusa
Melitaea aetheriae
Dasypolia bonghoasi
Choranyca erubescens
COLEOTTERI:
Harminium ficuzzensis
Duvalius siculus
Duvalius marii
Leptobium siculum
Carabus famini
Carabus lefebvrei