il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

home       

siti migliori

 

 

Seminario diocesano - largo Plebiscito, 12

 

Il Concilio di Trento, con il decreto De reformatione della XXII sezione del 15 luglio 1563, istituiva i seminari per la formazione del clero da edificarsi in tutte le diocesi. A Salerno si era in sede vacante per la morte, avvenuta proprio a Trento il 17 marzo 1563, dell’arcivescovo cardinale Seripando, per cui si dovrà attendere il successore, Gaspare Cervantes, trasferito da Messina il 1° marzo 1564, per l'avvio dell’opera, che avverrà con bolla del 30 dicembre 1567.

L'area scelta era fra la Cattedrale e la via che usciva dalla porta Rotense, ove correvano le mura cittadine prima dell'ampliamento del centro urbano al tempo di Giovanna I, a confine con il giardino ove insisteva l'ex chiesa parrocchiale di San Giovanni delle Capre, che fu annessa alla struttura con il titolo di Santa Caterina, divenendone la prima cappella. 
Nel Seicento, prima il cardinale Sanseverino (1613), poi il cardinale Giulio Savelli (1635) intervennero sull'edificio, ma fu nel 1723, con monsignor de Vilana Perlas, che l'istituzione ebbe una svolta con il progetto di un nuovo immobile, più consono alle accresciute esigenze della diocesi; i lavori si  protrassero con gli arcivescovi Fabrizio de Capua
(1730-1738), Casimiro Rossi (1738-1758), che aggiunge al progetto una nuova cappella di Santa Caterina, e Isidoro Sanchez de Luna, che fra il 1759 e il 1765 completò il quadriportico iniziato da monsignor de Capua. Nel 1832, l’arcivescovo Michelangelo Lupoli fa innalzare un altro piano su una parte del secondo, restaura l’atrio e rinnova la facciata, conferendole l'aspetto neoclassico che si osserva attualmente.
Nel 1865, con Regio decreto del 1° settembre, il Seminario, già chiuso, è posto sotto sequestro. Il 6 novembre successivo l'immobile è consegnato al comune, che lo utilizza come ospedale per i colpiti dal colera. Dall’8 febbraio 1866, soppresso l’ospedale, una parte dei locali viene adibita ad uso scolastico. Il 27 novembre 1868 l’arcivescovo Salomone rientra in possesso di parte dell'edificio, che Il 31 luglio successivo è interamente restituito all’arcivescovo Valerio Laspro.
Allo scoppio della Grande guerra, essendo arcivescovo monsignor Carlo Gregorio Grasso, il Seminario viene requisito dalle autorità militari, per cui il presule è costretto a trasferire l’istituto al Loreto di Montevergine, ove rimane fino al 1919. Con monsignor Monterisi, e il suo successore, Demetrio Moscato, continuano gli interventi sull'edificio, prima per i danni dal terremoto del 23 luglio 1930, poi per l'adeguamento al crescente numero degli alunni negli anni cinquanta e sessanta,del Novecento. Ma ormai è evidente la necessità di una struttura più consona alle mutate esigenze, per cui sarà monsignor Guerino Grimaldi a trasferire l'istituto presso Fuorni, in zona litoranea. L'edificio di largo Plebiscito, ancora una volta recuperato dai danni del terremoto del 1980, trasformato e adattato, sarà adibito a museo, archivio e biblioteca diocesani.

 

 

 

In alcuni autori si legge che l'antico Seminario era adibito prima a sede della Scuola Medica Salernitana. Si tratta di una illazione priva di fondamento, poiché il primo edificio fu realizzato ex novo allo scopo dettato dal concilio di Trento e su progetto approvato dalla Santa Sede con lettera del 14 ottobre 1564. L'equivoco nasce, forse, dal fatto che alla prima struttura fu annessa l'ex chiesa di San Giovanni delle Capre sotto il nuovo titolo di Santa Caterina (poi sostituita dalla nuova cappella sotto lo stesso titolo voluta da monsignor Casimiro Rossi - immagine a lato) che si è confusa con la cappella sotto lo stesso titolo sita nell'atrio della Cattedrale, che effettivamente fu sede della Scuola.