il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

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San Leone

 

La chiesa che vediamo è residuo del monastero femminile di San Leone, costruito extra muros, fra la porta cittadina di San Nicola e il corso del Fusandola. Fu edificato fra il 1087, anno della canonizzazione di papa Leone IX, e il 1169, quando compare nella bolla Licet nobis di Alessandro III. Del 1309 è la sua ultima citazione come monastero.

La chiesa ricompare nel 1543 come beneficio ecclesiastico sine cura con il titolo di priorato grancia di San Pietro a Corte. Il 13 luglio 1803 la curia del Cappellano maggiore di Napoli fa istanza per la reintegrazione alla Regia Corona del priorato di San Leone di Salerno, in esecuzione del Reale rescritto del 14 novembre 1801. Il 7 aprile 1843, monsignor Marino Paglia scrive alla commissione esecutrice del concordato a Napoli per dichiarare che il priorato di San Leone è un titolo che possiede la dignità arcidiaconale del Capitolo cattedrale di Salerno, che al presente non possedeva alcuna rendita.

La chiesa, ricostruita nel 1846, come ricorda la lapide posta sulla facciata di gusto ottocentesco con echi di carattere neoclassico, è rettangolare, con strutture verticali in muratura di tufo, copertura a cupola con lanterna e a terrazzo e volta a vela con stucchi decorativi. 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001, III, pp. 71-74.