il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

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Raffaello

Migliaccio

   

Palazzo Migliaccio - via Roma, 28

 

L’area sulla quale insiste l’immobile, compresa fra la via della porta degli Angeli (attuale tratto verticale di via Portanova) a oriente, la longobarda via Carraria (oggi Masuccio Salernitano) a settentrione e il muro cittadino verso il mare, compare nella documentazione giunta fino a noi il 18 aprile 1545, essendo in parte impegnata dalle case dei signori Cioffi, patrizi napoletani, nella persona di Diomede; alla metà del Seicento saranno del consigliere regio Marco Antonio, accolto nel sedile del Campo dei patrizi salernitani nel 1665, mentre il 23 gennaio 1754, nell’Apprezzo del Catasto onciario (foglio 452, particella 4) risultano di Giovanni Battista, consistenti in dodici stanze, cortile, magazzini e botteghe. Questo immobile, verso il mare, non raggiungeva la murazione della città, ma prospettava su uno spiazzo pubblico. In esso, adiacenti alla porta degli Angeli e addossati al muro, distanti dalle case dei Cioffi ventidue palmi, vi erano due magazzini di Francesco e Carlo Mastrangelo Pagano, a occidente dei quali vi era una scala di fabbrica che ascendeva alla cappella degli Angeli Custodi posta sopra la porta della città. Il 10 maggio 1751 i magazzini furono fittati per ventinove anni a Biagio Galdo (Apprezzo del Catasto onciario, foglio 452, particella 5); il 4 agosto 1764 Grazia Galdo, succeduta al padre, otterrà dal governo cittadino la concessione in uso di parte dello spiazzo per situarvi baracche amovibili per la fiera. In tale occasione i magazzini già dei signori Cioffi risultano passati in proprietà ai Macedonio marchesi di Ruggiano, che saranno patrizi del sedile del Campo dal 1778.

Ai primi dell’Ottocento, sull’area, che sta per essere liberata dalla cortina cittadina (1806) e dalla torre dello Sperone che si protendeva verso l’area oggi della Camera di Commercio, interviene la famiglia Grasso iniziando la costruzione dell’immobile attuale, che sarà ceduto, ad estinzione di una ipoteca, a Raffaello Migliaccio (1817-1889), imprenditore tipografico già operante in Napoli, cavaliere del Regno e console onorario del Portogallo a Salerno, il quale lo completerà con il corpo di fabbrica prospettante sulla via della Marina (attuale via Roma) nella seconda metà dell’Ottocento.

 

 

 

Alcuni autori, copiando malamente da questo sito (studi di urbanistica, la città moderna, parte II, particolare 13), hanno creduto che il Giovanni Battista citato nel 1754 quale possessore delle case dei signori Cioffi fosse un tizio dal nome Giovanni e dal cognome Battista e che, quindi, una fantomatica famiglia Battista avesse acquisito quelle case iniziandone, circa cinque decenni dopo, la ristrutturazione. Naturalmente così non è: il Giovanni Battista citato era Giovanni Battista Cioffi, così come il consigliere regio citato quale possessore delle stesse case alla metà dei Seicento era Marco Antonio Cioffi e non un tizio dal nome Marco e dal cognome Antonio. Anche per copiare è necessaria l’intelligenza.