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a cura di Vincenzo de Simone

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Liceo Torquato Tasso - piazza san Francesco d'Assisi, 1

 

Nel 1925, il prof. Giuseppe Zito, allora preside del Liceo Torquato Tasso ospitato presso il Convitto Nazionale, propose al Comune la costruzione di un edificio in cui poter trasferire il suo istituto. Ma, nella realtà dei fatti, il momento non era appropriato, poiché in Comune sedevano commissari prefettizi effimeri nella fase di transizione fra l’ultimo sindaco prefascista (Alfredo Capone, dimissionario l’11 gennaio 1924) e l’avvento del primo podestà nella persona di Antonio Conforti (24 dicembre 1926); e proprio questi, ma soltanto nel 1928, accoglierà la proposta dello Zito affidando l’elaborazione di un progetto agli ingegneri Michele e Luigi de Angelis. L’edificio doveva sorgere sull’angolo sud-occidentale dell’area che era stata del cimitero del Fuso, essere quadrato, a cortile centrale, con uno degli angoli tagliato per costituire uno dei quattro fabbricati previsti dal piano regolatore intorno alla piazza ottagonale (mai rata) che doveva porsi all’incrocio fra le vie dei Principati e le attuali Michelangelo Schipa e Vincenzo Pellecchia. A inizio del 1929 il progetto era pronto, ma l’avvento di un ulteriore commissario prefettizio nella persona di Fabio Valente (28 aprile) venne ad intralciarlo, poiché questi avocò la competenza sui lavori all'Ufficio Tecnico del Comune diretto dal 1928 dall’ingegnere Camillo Guerra, che redasse un nuovo progetto sconvolgendo l’idea stessa di origine con lo spostamento della localizzazione dell’edificio all’angolo opposto dell’ex area cimiteriale, quello nord-occidentale; progetto che, però, non fu approvato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania. Nella fase di stallo, sarà un altro commissario prefettizio, Antonio Antonucci, subentrato il 22 agosto 1930, a restituire l'incarico ai de Angelis, che, pur riprendendo il progetto iniziale, furono costretti a spostarne la localizzazione sul luogo individuato dal Guerra, ove già erano in corso i lavori preparatori del terreno.

L’appalto fu conferito all’impresa edile del cav. Rocco Angrisani, che in  soli undici mesi di lavori realizzò l’opera, permettendone l’inaugurazione il 28 ottobre 1932, ultimo giorno del X anno dell’era fascista. L’immobile realizzato conserva l’angolo tagliato orfano della piazza ottagonale di cui avrebbe dovuto essere quinta ed è costituito da un piano seminterrato, tre livelli e un attico sul fronte d'ingresso. La facciata presenta tre archi di ingresso e balconata ed è decorata con lesene, colonne corinzie e fregi ornamentali con motivi floreali. Le strutture verticali in muratura portante di tufo e mattoni presentano cordoli in cemento armato per l’ancoraggio dei solai. La copertura è a terrazza piana. I pavimenti sino in marmo e in graniglia di cemento. La scalea monumentale è a doppia rampa parallela; ad una scala di servizio si accede dall’angolo sud-orientale dell'edificio anch’esso smussato.

L’edificio trovò l’approvazione del prof. Zito, che tanto l’aveva atteso, il quale scrisse: Magnifico è il vestibolo […] e, di fronte, l’ampia scala marmorea a due branche che porta ai piani superiori. Al primo piano il Ginnasio inferiore con la biblioteca degli alunni; al secondo, gli uffici, l’Aula Magna, ampia e magnifica, la sala e la biblioteca dei professori e il Ginnasio superiore; al terzo il Liceo con i gabinetti di fisica e scienze naturali; e l’aula per la storia dell’arte; a pianterreno, le palestre, coperta e scoperta, per i maschi e per le femmine.