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a cura di Vincenzo de Simone

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Casa del Combattente - lungomare Trieste, 13

 

La progettazione di questo immobile da parte dell'ingegnere Vincenzo Naddeo (1923) aprì di fatto la stagione degli edifici pubblici di concezione fascista in Salerno. I lavori, avviati il 15 giugno 1924, videro la conclusione già nella primavera dell'anno successivo. All'impresa parteciparono a titolo gratuito la Società dei Cementi di Salerno e la ditta Landi, che fornirono gran parte del cemento; la ditta Matteo Forte, che realizzò la posa in opera dei servizi igienici, degli impianti dell’acqua e della luce; la ditta Ricciardi di Vietri sul Mare, che fornì le pregevoli vetrate policrome.

All'inaugurazione, l'edificio presentava non poche difformità rispetto al progetto: alcune modanature e fregi erano stati eliminati come anche la balaustra sul terrazzo, le finestrature sul corpo rientrato erano passate da sei a otto, era stato aggiunto un secondo piano, lo scalone centrale era stato sostituito da due rampe laterali e lo scudo sabaudo previsto in cima al corpo d'ingresso era stato sostituito dall'aquila fascista.    

 

 

 

Nel 2017-18 l'immobile è stato ristrutturato per ospitare più adeguatamente la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, che già ne disponeva dal 1989, Casa Limen e l'Associazione Nazionale Marinai d'Italia.