Vengono per mare non senza speme
ma con l'abbandono provato di chi lascia
Navigano tra la spuma e l’onda rotta
con la carretta sommersa a testa bassa
Cercano la maniera e il modo di vedere
ciò che il buio cieco dell’esistenza fa sembrare
La natura che avvolge il loro viaggio bella pur sempre
non sembra catturare il loro sguardo
Ed i pensieri che cercano uno scampo
assieme ai morsi della fame e al dolore dell’ossa vanno
La direzione essi non devono perdere
anche quando i loro fratelli e compagni cadono
Non chiedono essi altro che, la vita si mantenga,
umile forse, ma senza altra guerra
Qualcuno grida:“terra terra”!
Il loro sopire si risveglia in petto
si sentono il cuore palpitare,
girano il loro sguardo insieme
come la novella annunciata richiede
Il riverbero del sole impedisce il definire la visione
la forma all’orizzonte non è chiara,
ma la certezza arriva con la voce: “accostate”;
Il viaggio è in parte compromesso anche se
la salvezza della vita rimane il contrappeso
nella bilancia che ormai misurava morte
Inchiodato alla parete tra il vuoto e l’infinito
a ritrovar il mio essere
lontano da ogni umanità
solo con il mio respiro
nel silenzio assordante di montagna
la salita, prima a piedi per il sentiero,
non fa vedere il picco della meta
l’aria rarefatta e pulita
si respira fresca e piena
che sembra arrivar fino al cervello
si sale sempre fino a che appare la parete
l’ostacolo o il mezzo non si sa ancora
bisogna proseguir a svelar l’enigma
è questo che ricerco:
il limite,il confine,il senso di ogni cosa
d’un tratto si stacca un chiodo
in un attimo sospeso passa la vita
le immagini una dietro l’altra rivivono presenti
ecco il senso che cercavo
prima di salire verso l’infinito
a trovar la pace eterna