Maddalena figlia di Simone l’esseno e promessa sposa di Gesù?

 

Avviso al lettore

Nell’articolo vengono citati alcune analisi e studi dell’amico Salvatore Capo (in corsivo ed in carattere piccolo segnalati con una nota introduttiva) da lui pubblicati sulla Mailing List il13moapostolo.

Salvatore Capo SI DISSOCIA TOTALMENTE dalle conclusioni di questo articolo e dalle deduzioni da me esposte a partire dai suoi studi, in particolare non condivide né la identificazione di Maria figlia di Simone con la Maddalena né, soprattutto, la tesi da me esposta inerente il possibile legame nuziale tra la Maddalena e Gesù.

La pubblicazione di questo articolo ed i suoi contenuti sono da ritenersi quindi, per quanto non esplicitamente indicato a firma di Salvatore Capo, frutto di una personale analisi.

 

A Salvatore va, comunque, la mia riconoscenza per l’acutezza delle sue osservazioni senza le quali questo articolo  non avrebbe visto la luce fermo restando la distanza totale delle conclusioni-

 

Sabato Scala

 

Riportiamo di seguito il risultato di una ricerca svoltasi nella nostra Mailing List ispirata dalle osservazioni promosse da alcuni membri, con particolare riferimento al colto Salvatore Capo da cui articolo stralciamo parte nell’interessante contenuto riproponendolo ed ampliandolo con alcune nostre riflessioni che portano a collusioni differenti rispetto a quelle prospettate da Salvatore.

Un grazie particolare va all’amico Peppe che ha proposto, con i sui interventi ed i duccosi stralci da pubblicazioni più o meno note, un differente punto di vista che ho cercato di sviluppare nel presente articolo

Simone il lebbroso era in realtà Simone l’esseno[1]

Partiamo da un passo del Vangelo di Giovanni. In Gv 12, 1-3 leggiamo che prima dell'ultimo ingresso a Gerusalemme Gesù si recò a Betania, a casa di Lazzaro, Marta e Maria, dove durante un pranzo fu unto con olio profumato. Lazzaro era fratello di Marta e Maria (Gv 11, 19.21.23.32.39). Questo episodio ha un parallelo in Mt 26, 6-7 e in Mc 14, 3, dove si dice che l'episodio avvenne nella casa di "Simone il lebbroso". Ma com'è possibile che Gesù e i suoi siano stati ospiti a casa di un lebbroso? Secondo Lv 13, 46 i lebbrosi dovevano vivere segregati e secondo 2 Re 7, 3-4 dovevano stare presso la porta d'ingresso di una città. Non è dunque neanche possibile che i lebbrosi di Gerusalemme stessero a Betania, che ne distava circa tre chilometri. E il lebbroso che osava entrare in un centro abitato veniva punito con la flagellazione (Talmud babilonese, Pesahim 67a). Anche Giuseppe Flavio afferma che era vietato ai lebbrosi di risiedere in una città o in un villaggio (Contro Apione 1, 31). Dunque, se Simone era un lebbroso, non poteva assolutamente risiedere a Betania. Del resto, se fosse stato un lebbroso, Gesù lo avrebbe guarito, come aveva guarito tanti altri. E allora? La soluzione a questo dilemma sta molto probabilmente in un errore di traduzione dal primitivo Vangelo aramaico di Matteo al Vangelo greco di Matteo e al Vangelo di Marco. Nel testo aramaico originario vi era "ha-Zanua", che significa "l'umile, il pio", che è stato decifrato come "ha-Zarua", che significa "il lebbroso". L'errore è forse dovuto al fatto che le lettere nun e resh si somigliano molto. Col termine "Zenua" il Talmud babilonese designa gli esseni (bKidd 71a; bBQ 69a; bNidd 12a). Col termine "Zenua" il Talmud babilonese designa gli esseni (bKidd 71a; bBQ 69a; bNidd 12a). Dunque, Simone di Betania non era un lebbroso, ma un esseno.

Ed esseni dovevano essere anche Lazzaro, Marta e Maria, che erano molto probabilmente i suoi figli, perché la stessa casa viene indicata nel Vangelo di Giovanni come casa di Lazzaro, Marta e Maria e nei Sinottici come casa di Simone.

 

La Maddalena e l’unzione sacerdotale essena

Spesso tra i motivi addotti per negare una relazione diretta tra giudeo-cristianesimo ed essenismo, vi è la impossibilità, per gli Esseni, di adoperare olio, ritenuto una sostanza impura, per qualunque tipo di cerimonia e quindi anche per un eventuale battesimo rituale tipico delle comunità giudeo cristiane. Questa credenza è fondata sul seguente brano della guerra giudaica di Giuseppe Flavio:

 

Essi ritengono che l'unzione con olio sia da evitare e se qualcuno viene unto senza la loro approvazione esso viene lavato via dal corpo poichè essi ritengono che la pulizia sia fondamentale come manifestano anche nelle loro bianche vesti.” Flavio, Guerra Giudaica Libro II cap 8, par. 3 e seg. trad. Moraldi

 

In  realtà le cose, non stanno propriamente così e lo si desume dal seguente brano tratto dai Manoscritti qumramiani:

 

“E tutti i Legni, le pietre o terra che sono state contaminate con impurità dell’uomo, per contaminazione di olio in esse, secondo la loro impurità, renderanno impuro chiunque le tocca”CD 12,16 trad. Martinez

 

In pratica  gli oggetti non sono impuri perché contaminati dall’olio, ma perché l’olio ha fatto da veicolo per contaminazione trasferendo le impurità ricevute da un uomo impuro. Quindi a differenza dell’acqua corrente adoperata come mezzo di sola purificazione, per il battesimo o per la bollitura di oggetti, l’olio è un mezzo di trasmissione che acquisisce caratteristiche dipendenti dagli oggetti che investe.

A sostegno di ciò il seguente brano dimostra come l’olio a Qumran poteva essere adoperato anche come strumento di consacrazione:

 

“Dio sceglierà in una delle tue tribù di fronte al sacerdote unto sulla cui testa è stato versato l’olio della unzione…” 4Q375 trad. Martinez

 

In pratica, non solo l’obiezione proposta per invalidare le relazioni essendo – giudaicocristiane non ha fondamento, ma è vero il contrario. L’olio è uno strumento fondamentale per la consacrazione del sacerdote unto, e la procedura di consacrazione è identica a quella cui viene sottoposto Gesù proprio in casa di casa di Simone il lebbroso (l’esseno) per mano di Maria Maddalena.

Che la funzione dell’olio fosse uella di mezzo di trasmissione di purezza oltre che di impurezza  testimoniato, limpidamente, anche dal seguente brano ove si vede chiaramente come l’olio nuovo fosse considerato un mezzo rituale da usare per aspersione:

 

“Dopo mangeranno e si ungeranno con l’olio nuovo e le olive perch in quel giorno espieranno per tutto l’olio della terra di fronte a YHWH, una volta l’anno”Rotolo del Tempio 11Qtemple XXIII,4

 

Ma è possibile pensare ad un rapporto particolare tra la Maddalena e Gesù del tipo indicato dagli scritti gnostici come il Vangelo di Filippo? Questo testo apocrifo ritrovato a Nag Hammadi parla della Maddalena come “colei che Gesù soleva baciare sulla bocca” suscitando le gelosie dei discepoli.

Possibile che sia solo un brano polemico e che dietro il ruolo centrale che la gnosi attribuisce alla Maddalena non ci sia qualcosa di più?

 

Gesù abitava in casa di Simone l’esseno[2]

Che Gesù conoscesse Lazzaro, Marta, Maria e Simone e frequentasse la loro casa già da prima dell'inizio della sua vita pubblica si può evincere sia dal fatto che Gesù amava Marta, Maria e Lazzaro (Gv 11, 5) e definisce Lazzaro "il nostro amico" (Gv 11, 11), sia da un altro episodio, raccontato nel Vangelo di Giovanni.

Due discepoli di Giovanni Battista seguono Gesù che passava e gli chiedono: "Dove abiti?" (Gv 1, 38). Egli risponde: "Venite e vedrete" (Gv 1, 39). Uno di questi due discepoli di Giovanni Battista era Andrea, fratello di Simone Pietro (Gv 1, 40). L'altro era quasi certamente Giovanni di Zebedeo, molto probabilmente lo stesso autore del Vangelo, che non chiama mai se stesso per nome. Il racconto prosegue dicendo che i due discepoli "andarono e videro dove abitava e quel giorno rimasero presso di lui. Era circa l'ora decima" (Gv 1, 39). A parte l'interpretazione teologica di quel "venite e vedrete", su cui giustamente si è tanto insistito, rimane il fatto che Andrea e Giovanni "videro dove abitava". Dunque, abitava in un luogo ben preciso, anche perché "rimasero presso di lui". E che il racconto sia storico è confermato dal fatto che Andrea e Giovanni sono rimasti così colpiti e trasformati dall'incontro con Gesù che ricordano esattamente che era "circa l'ora decima". Ed è confermato anche dal fatto che secondo la tradizione fra Andrea e Giovanni c'era una particolare affinità e vicinanza: nel Canone Muratori, risalente alla fine del secondo secolo, si afferma che il Vangelo di Giovanni fu scritto dall'apostolo Giovanni in seguito a una rivelazione divina avuta da Andrea. Ma se l'episodio è storico, qual era questo luogo dove Gesù abitava? La mia ipotesi è che fosse la casa di Simone, Lazzaro, Marta e Maria a Betania. Betania si trovava infatti a circa tre chilometri a est di Gerusalemme, sulla strada per Gerico e sul versante orientale del Monte degli Ulivi. Giovanni Battista operava nel deserto di Giuda (Mt 3, 1; Mc 1, 4; Lc 1, 80; 3, 2), la cui parte settentrionale si trova tra Gerusalemme, Gerico e il Mar Morto. Da questa parte del deserto di Giuda non si doveva impiegare molto a raggiungere Betania. Gli stessi Vangeli di Matteo e di Marco dicono che molti da Gerusalemme accorrevano da Giovanni Battista (Mt 3, 5; Mc 1, 5).

 

Gli esseni prevedevano rapporti prematrimoniali

Nella Regola dell’Assemblea, altro fondamentale testo qumramiano, si trova scritto:

 

“e non si accosterà ad una donna per conoscerla, per giacere da maschio, se non quando avrà compiuti i 20 anni, allorchè conoscerà il bene ed il male.Allora lei sarà accettata a testimoniare su di lui e le ordinanze della legge e per partecipare all’udienza delle decisioni con pieno diritto”1Qsa

 

Morali[3], in proposito, ricorda il brano di Flavio (Guerra II 8,2)  secondo cui gli Esseni, prima di sposarsi, dovevano assicurarsi che la donna presa in moglie potesse concepire. Ciò implica, chiaramente, la necessità di un rapporto prematrimoniale che sembra indirettamente confermato dal brano qumramiano. Il testo infatti, non parla di moglie ma di donna e, come sempre Morali nota, sembra alludere con un eufemismo al superamento della pubertà lì dove parla di conoscenza “del bene e del male”.Seguendo, quindi, la versione che si intuisce negli scritti di Flavio, diviene lecito supporre che il periodo di fidanzamento, che doveva portare a questo test riproduttivo finale, si svolgesse presso la casa paterna confermando, quindi, la possibilità che Gesù abitava in casa di Simone l’Esseno suo futuro suocero.

A conferma indiretta di ciò possiamo citare il seguente brano qumramiano:

 

“E a ognuna che ha avuto cattiva fama durante la sua verginità in casa di suo padre, nessuno la prenda…” 4Q268 12 trad. Martinez

 

Ma indizi precisi sulla obbligatorietà di un rapporto prematrimoniale tra i promessi sposi ,da effettuare presso la casa del padre sono fornito indirettamente dai due brani che andiamo a proporre:

 

“se vedi tra i prigionieri una donna di bell’aspetto, la desideri e vuoi renderla in sposa la introdurrai nella tua casa le raderai la testa e le taglierai le unghie le toglierai il vestito da prigioniera e abiterà nella tua casa.Un mese intero piangerà suo padre e sua madre.Dopo entrerai in lei, ti sposerai e sarà tua moglie”Rotolo de Tempio col LXIII 11 e seg. Trad. Martinez

 

Qui, sebbene si tratti di una prigioniera, le viene imposta una forma di prefidanzamento della durata di un mese. Alla ragazza, lontana dalla famiglia poiché prigioniera, sembra prospettata una situazione paragonabile al periodo di fidanzamento che, riteniamo, si svolgesse ospitando il futuro sposo nella casa paterna.

E’ lì, che, come abbiamo supposto, veniva consumato il primo rapporto prematrimoniale. La conferma ci arriva indirettamente, da questo secondo brano:

 

“il padre della giovane o sua madre, prenderanno e porteranno la prova della verginità della giovane agli anziani..:” Rotolo del Tempio col LXV, 10 Trad. Martinez

 

Il testo narra della prova di verginità della figlia esibita dai genitori a fronte di ripetute ingiurie del marito. Sebbene non sia possibile appurare se la consumazione avvenisse nella casa di lei, è evidente che, essendo il lenzuolo, una garanzia ed una prova, era probabile che il rapporto fosse consumato in casa del padre e non nella costituenda casa degli sposi. Infatti il rapporto doveva essere il primo atto della coppia e se, come afferma Flavio e come lasciano intendere i passi precedenti, esso precedeva il matrimonio, non poteva che avvenire nella casa di colui che manteneva la custodia della figlia fino al matrimonio o a seguito di un ripudio: il padre.

 

Il Matrimonio regale: la Maddalena era parente di Gesù

Un brano davvero singolare poiché palesemente contrario alla legge Talmudica, è il seguente tratto dal Rotolo del Tempio, che riferito al re afferma:

 

“Non prenderà moglie fra tutte le figlie delle nazioni poiché si dovrà scegliere una moglie della casa di suo padre, della famiglia di suo padre. E non prenderà un’altra moglie olter quella, poiché essa soltanto rimarrà con lui per tutti i giorni della sua vita. Se poi morisse, prenderà per se un’altra della casa di suo padre”  Rotolo del Tempio 63 16 e seg.

 

Se Gesù era il Messia di Davide e quindi il futuro re e se la Maddalena era la sua promessa sposa, essa doveva, dunque, essere della stessa famiglia: una cugina della stirpe di Davide. Questo darebbe credito alla versione proposta dal testo medievale “La leggenda Aurea” del Voragine che fa cenno alle origini nobili della Maddalena.

Questa possibilità è, purtroppo, negata dalla scoperta di quella che sembra senza dubbio essere la tomba di famigli della Maddalena.

 

Conferme archeologiche: la famiglia di Simone l’esseno

Charles Claremont- Gannueau famoso archeologo francese di fine Ottocento, in un suo rapporto datato 13 Novembre 1873, segnalava di aver rinvenuto nei pressi di Betania, di numerosi  ossari databili al I sec. d.c., i nomi incisi su quegli ossari sembravano tutti tratti dalle storie del Nuovo testamento, ma c’era qualcosa in più: alcuni recavano il simbolo della croce e su tre di essi, scoperti l’uno affianco all’altro, vi erano i nomi di Eleazar (Lazzaro), Maria e Martha ciascuno seguito da una croce, la famiglia di Simone l’esseno.

E proprio di una tomba di famiglia sembra trattarsi visto che i nomi che compaiono sui rimanenti ossari sono:

A queste si uniscono due scritte in greco:

Insieme al ritrovamento degli ossari, furono anche rinvenuti tre campanelli bronzei, oggetti che tipicamente ornavano le vesti dei sacerdoti.

Quindi siamo, con estrema probabilità, di fronte alla tomba di famiglia di Simone il sacerdote esseno.

Nel complesso, sembra delinearsi la seguente struttura familiare:

 

Simone il sacerdote

                        Salam Sion figlia di Simone

                        Lazzaro [Lo Scriba] (Con croce)

                                   Giuda lo Scriba figlio di Lazzaro lo Sciba

                        Giuda [marito di Salomè](Con croce)

                        Salomè moglie di Giuda (Con croce)

                        Maria (Con croce)

                        Marta (Con croce)

 

Nataniele (Con croce)

                        Lazzaro figlio di Nataniele

Pesah

                        Martha

Gesù ?? (Con croce)

 

Simone, in qualità di sacerdote, era certamente un Levita, ma questo di fronte ad un dilemma.

Innanzitutto la Maddalena era di stirpe sacerdotale, avvalorando così, una ipotesi più volte avanzata basandosi sulla funzione di tipo sacerdotale che essa pare svolgere durante l’unzione di Gesù.

Ma se questo è vero è possibile credere che la Maddalena, figlia di un Levita peraltro sacerdote del tempio, si sia potuta prostituire? Poiché anche in questa condizione il padre, come si è visto, era tenuto a mantenerla in casa.E’ concepibile che un sacerdote essendo potesse mantenere la sua carica e celebrare i riti avendo in casa la più immonda delle impurita?Ovviamente la risposta e  no. A questo punto le alternative sono 2:

-         o la Maddalena non va associata alla prostituta che Gesù perdona, e ciò è possibile poiché l’associazione è stata operata dalla tradizione e non da una esplicita dichiarazione nei Vangeli.

-         o la Maddalena era una prostituta, ma ciò faceva di Simome, costretto a tenerla in casa, un sacerdote impuro che non solo non avrebbe potuto celebrare il rito sacerdotale, ma che probabilmente sarebbe stato allontanato dalla comunità insieme a tutta la sua famiglia, divenendo un “lebbroso”.

Ma ritorniamo alla questione sollevata in precedenza in relazione alla stirpe di origine della Maddalena. Ella non era, come avevamo previsto, della stirpe davidica ma di quella di Levi, inoltre il suo nome sembrerebbe essere davvero Miriam. In questo caso cade l’ipotesi che fosse, non un nome ma l’attributo di “compagna” proveniente dall’ebraico Meryah.Ma è proprio così?

Va notato che il Canneau scrive dei ritrovamenti in due fasi, la prima nel 1873 in cui parla del ritrovamento degli ossari di Lazzaro Maria e Marta, la seconda nel 1874 in cui aggiunge a quanto detto l’elenco dei rimanenti nomi.

Non sfugge il fatto che Eleazar e Martha ritornano nell’elenco, ciò potrebbe voler dire che quello proposto da Canneau non è una integrazione alla scoperta, ma l’elenco completo dei nomi da lui rivenuti.

In questo caso Maria di Magdala (distinta nei Vangeli da Salomè) non potrebbe che essere la figlia del sacerdote Simone, Salamtsion. In questo caso, però ci sarebbe un solo Lazzaro, lo scriba figlio di Nataniele, ed una sola Martha, figlia di Pesah, saremmo, quindi, di fronte a tre personaggi, comunque probabilmente coetanei, ma non fratelli, bensì cugini.

Non ci meraviglia il fatto che essi risiedessero in un’unica casa visto che ciò era d’uso tra gli esseni, ne ci meraviglia che la casa fosse a Betania e non, ad esempio, nel quartiere essendo di Gerusalemme, in quanto se Simone era davvero il padre di una prostituta, la sua “lebra” lo obbligava a rimanere distante da Gerusalemme.

Ciò che, invece, attira la nostra attenzione, è il nome singolare di sua figlia.

 

L’origine del nome Magdala, una ipotesi

La Leggenda aurea propone, quale origine del nome, Magdala il temine migdawl = torre in ebraico, ma la fonte potrebbe essere differente, tra le possibilità, ad esempio, anche rifacendosi alla leggenda della sua sia origine nobile avvalorata dalla regalità acquisita con il matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare, l’origine potrebbe essere quella che andiamo a propore:

Mil- kaw = regina   + gaw-dal = rendere grande, rendere potente, magnificare

 Quindi i significato potrebbe essere “la regina che magnifica” o ancora meglio:

Maw-gan = la stella +  gaw-dal = rendere grande

Quindi la stella che magnifica: la stella di Davide su cui insistono gli scritti qumramiani e la stessa Regola della comunità.

Nella sostanza la Maddalena aveva titolo per ungere Gesù in quanto appartenente alla stirpe di Levi e quintdi all’unica famiglia che poteva assumere ruoli di tipo sacerdotale, ed inoltre, essendo colei che unge Gesù è anche colei che lo magnifica, divenendo, una volta sposata la “stella”.

Ritornando al nome altrisonante Salamtsion = Salam Sion che potrebbe aver avuto la Meryah-compagna di Gesù, esso pare            quasi profetico.

            Maria Maddalena        é anche regina in quanto sposa promessa di Gesùessa é anche la Regina Salamtsion, cioè la regina di Salem e di Sion..

Se il Messia di Davide é anche, coem afferma 11QMelch, il successore di Melkisedek (Re di Giustizia) Re di Salem, la Maddalena Regina di Salem é la sua naturale compagna.

In quanto, però, anche regina di Sion magnifica nel nome, lo sposo rendendolo re di tutto Israele. 

In pratica, se si tratta di mere coincidenze, la sua origine sacerdotale, l'unzione cui sottopone Gesù, il legame stretto tra Gesù e la sua famiglia, il legame amoroso tra Gesù e la Maddalena di cui parlano i Vangeli gnostici, ed il suo stesso probabile nome oltre che la sua origine essena, ci paiono coincidenze davvero troppo numerose per essere considerate davvero tali.

           



[1] Da un articolo di Salvatore Capo sulla mailing list il13moapostolo del 1 febbraio 2003

[2] Da un articolo di Salvatore Capo sulla mailing list il13moapostolo del 1 febbraio 2003

[3] Nota di commento alla regola della Comunità in “I Manoscritti del Mar Morto” di L.Morali ed. TEA 1999