Flessibili, magari precari... Ma non per scelta. Una "condizione umana", quella dei giovani
che lavorano in modo instabile, da loro accettata perché spesso non esistono
alternative, ma che non si è trasformata in un'ideologia, in convinzione che sia
giusto così. Al contrario, i giovani che entrano nel mondo del lavoro o vi sono
entrati da poco chiedono soprattutto stabilità, e solo in seconda istanza
retribuzioni più alte. In terzo luogo, una pensione dignitosa. In mancanza di
alternative accettano flessibilità e precarietà, ma le considerano cause di
insicurezza e stress. E' quanto emerge da uno studio effettuato dall’istituto di
ricerca sul rapporto tra giovani, lavoro e sindacato. L'indagine, condotta su un
campione di 1.600 lavoratori distribuiti sul territorio nazionale, il 65% dei
quali costituito da giovani fino a 32 anni, evidenzia che sulla flessibilità
prevale un atteggiamento di accettazione condizionata. Il 56,1% la ritiene una
condizione accettabile, ma solo con diritti e tutele (34,9%) o a patto che
coinvolga un periodo limitato della vita (21,2%). Il 34,6% del campione, però,
considera la flessibilità causa di insicurezza, fonte di ansia e stress. Appena
il 9,4% ritiene che rappresenti un'opportunità a prescindere. Chi entra nel
mondo del lavoro, dunque, chiede soprattutto stabilità. La percentuale è molto
alta tra i lavoratori a tempo determinato (56,2%)e degli atipici (49,8%).
La ricerca mostra un diverso grado di fascino da parte del
sindacato. I dubbi maggiori sorgono tra i giovanissimi (17-24 anni): sono quelli
che si iscrivono meno, solo il 22,9%. Tra coloro che hanno un'eta' compresa tra
i 25-40 anni la quota iscritti al
sindacato passa al 44,7%. Infine, tra gli over 40 l'iscrizione
al sindacato e' largamente diffusa con la crescita del livello di istruzione
diminuisce la quota di iscritti al sindacato. Tra i laureati, ad esempio, la
quota degli iscritti e' del 28% a fronte di una media generale del 48% circa.
Per quanto riguarda le ragioni dell'iscrizione al sindacato, secondo la ricerca,
vi è da parte dei piu' giovani un atteggiamento meno ideologico rispetto agli
altri gruppi. I giovani (25-32 anni) e giovanissimi (17-24) premiano gli
elementi concreti dell'azione sindacale: la capacita' di tutela dei lavoratori,
la difesa del posto di lavoro.
Tra gli effetti della precarietà, rileva ancora la ricerca c'è anche lo
sganciamento delle retribuzioni dal livello d'istruzione. Nel senso che chi ha
un titolo di studio superiore non necessariamente guadagna di più. Anzi è vero
il contrario: con la laurea si guadagna meno. Anche se in possesso di un elevato
titolo di studio, i giovani percepiscono retribuzioni inferiori a quelle dei
colleghi più anziani. Tanto che sono di più i laureati, piuttosto che chi ha la
licenza media, ad avere buste paga che non arrivano a 800 euro. Percepisce più
di 1.200 euro mensili il 27% dei lavoratori a tempo indeterminato e solo il 7%
dei lavoratori temporanei (cioè l'87%,3% dei giovanissimi e il 53,5% dei
giovani). Per il 55,8% di chi ha tra 17 e 24 anni lo stipendio è compreso tra
248 e 800 euro, e per un altro 33,3% tra 801 e 1.000 euro. Nella classe che
comprende chi ha tra 25 e 32 anni si trovano livelli sempre più bassi di
retribuzione: il 22,3% guadagna tra 247 e 800 euro e il 42,6% sul livello
801-1.000. Ancora peggiore la condizione per le giovani donne. Più istruite
degli uomini, sono prevalentemente occupate con contratti a tempo o atipici con
retribuzioni inferiori: oltre il 70% guadagna meno di 1.000 euro, contro il
51,6% degli uomini.
Questa ricerca rappresenta il "segno di un'attenzione alle nuove generazioni che
sono il futuro dell'Italia. Emerge con chiarezza, in un paese che ha un tasso di
disoccupazione giovanile del 23-24% rispetto alla media del 15% dell'Unione
europea, come i temi del lavoro e della precarietà siano sempre più centrali".
Dallo studio emerge "un tendenziale mutamento del modello sociale di riferimento personificato dal mito dello yuppismo e del fare soldi in modo facile". inoltre, "il giudizio sul sindacato ci deve far riflettere", e il tema sarà: non è facile iscriversi a un sindacato quando si ha un contratto a tempo determinato. C'è una limitazione del diritto di scelta".
… aggiornato il 17/10/2007…